tag:blogger.com,1999:blog-15813673532645266542024-03-04T23:21:46.804-08:00Pessimi pensieriMaurizio Salinashttp://www.blogger.com/profile/14185795960660567443noreply@blogger.comBlogger38125truetag:blogger.com,1999:blog-1581367353264526654.post-73838237589686386802022-12-26T00:34:00.002-08:002022-12-26T00:38:56.610-08:00THE BIZARRE FIFTIES: FETISH, BONDAGE AND COLD WAR: LATEST COMPLETE EDITION VOL. # 1 AND VOL. #2 Copertina rigida <p style="text-align: justify;"> Come fotografo e praticante di bondage ho creato una raccolta di fotografie scattate da me ma con un'atmosfera anni '50. Mi sono divertito a inventare set fotografici e creare le atmosfere degli anni in cui sia la fotografia fetish che la stessa estetica fetish erano ancora nel loro periodo pionieristico. Forse ci sono riuscito, forse no. ma sono sicuro che riuscirò a trattenervi su questo libro per qualche ora e se così sarà avrò vinto la mia scommessa interiore e potrò sentirmi (anche senza esserlo) uno dei pionieri della fotografia fetish del anni '50. </p><p style="text-align: justify;">Divertitevi !!!</p><p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://www.amazon.it/dp/B09WCHFL6Y" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;" target="_blank"><img border="0" data-original-height="499" data-original-width="376" height="499" src="https://m.media-amazon.com/images/I/51-3cV0u+5L._SX374_BO1,204,203,200_.jpg" width="376" /></a></div><br /><p></p>Maurizio Salinashttp://www.blogger.com/profile/14185795960660567443noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1581367353264526654.post-41809177651358757002016-12-05T06:04:00.001-08:002016-12-05T06:25:13.455-08:00Come scrivere un perfetto racconto (erotico) s/m<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhj8zxbgYWzR6_aavUz3SrYOu1V8nMzjMGSojFNZ9qw1VICaGyR0_5sBn3MgxGIA7yCqTskXNvncE_RZ2YoY2V1pbytOJoEk5c6cE9VNIdzfGikVWGeXog5OpqMA1tKllpE7OQCUM6EyG8/s1600/smsw.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhj8zxbgYWzR6_aavUz3SrYOu1V8nMzjMGSojFNZ9qw1VICaGyR0_5sBn3MgxGIA7yCqTskXNvncE_RZ2YoY2V1pbytOJoEk5c6cE9VNIdzfGikVWGeXog5OpqMA1tKllpE7OQCUM6EyG8/s320/smsw.jpg" width="175" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Dal momento che un buon praticante - a
quanto pare - non può prescindere dallo scrivere almeno un manualetto
d'istruzioni ad uso e consumo della community ho pensato su quale
argomento io - a corto di nozioni sulla vera schiava e sul vero master,
digiuno di verità assolute sull'appartenenza resiliente e sugli amorosi
afflati delle devote proprietà mobiliari incollarate, di scarsa o nulla
competenza sulla terminologia gergale delle tribù sadomasocare italiane
ed estere, non sapendo distinguere tra sub e masochista, dom e sadico,
master e tester, primal e dopal - avrei potuto scrivere per non essere
da meno ai miei colleghi e colleghe, non rimanere indietro nella gara
per la notorietà, non essere surclassato in popolarità e visibilità.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">
</span>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Pare, però, che tutti gli argomenti -
dalla storia manghizzata dello "Shibari for dummies" scritto durante il
Sengoku jidai, al modo più corretto d'introdurre un assorbente interno
consono ad una vera kajira - siano stati già opzionati; quindi mi sono
scelto un topic a piacere tra quelli (pochi) che rimanevano sui tristi,
depredati scaffali della kultura "bdsm"ara.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
<a name='more'></a></div>
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">
</span>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Oddio, a dire il vero c'era anche un'alternativa ma non ve la dico, per non bruciarmi ulteriore manualetto d'istruzioni.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">
</span>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Come tutti sanno il sadomaso è anche
letteratura erotica quindi molti dei nostri desideri perversi sono
suggeriti, ispirati, comunicati, condivisi attraverso la lettura
(conseguente alla scrittura) di racconti erotici.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">
</span>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Ad ambientazione sadomaso (o bdsm come urge chiamarlo adesso) naturalmente.</span></div>
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">
</span>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Quindi ecco la soluzione: confeziono e vi propino un manualetto su come scrivere un perfetto racconto (erotico) sadomaso.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">
</span>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Purtroppo ho esperienza diretta solo in
racconti di maledom, devo limitarmi al mio campo d'azione; sono comunque
certo che il mio sforzo esemplificativo sarà d'ispirazione anche per
schiavi e schiave, mistress e ruoli affini, operatori e operatrici del
settore immobiliare, ragionieri e commercialisti in genere.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">
</span>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Quindi: <u>come scrivere un perfetto racconto (erotico) sadomaso maledom.</u></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjy9iAPSltC6fhP7OQNssJ7Z2o3ZGg6uZ6sYReJTFz5KjNP-gidNC7N1D-MZ8bWobIut6AqEH29BYmoShlZrP1zQOlMC2R62gFFg5otpnA4KEi90otrLKynh2KVX2sgV2GTWMeYy1LKAf4/s1600/smsw_00.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjy9iAPSltC6fhP7OQNssJ7Z2o3ZGg6uZ6sYReJTFz5KjNP-gidNC7N1D-MZ8bWobIut6AqEH29BYmoShlZrP1zQOlMC2R62gFFg5otpnA4KEi90otrLKynh2KVX2sgV2GTWMeYy1LKAf4/s1600/smsw_00.jpg" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span></div>
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">
</span><br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Prima di tutto ricordate che i racconti,
anche le favole per bambini, si compongono dei seguenti ingredienti:
trama, personaggi principali e secondari, tempi, luoghi e focus, ovvero
il punto di vista del narratore.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><br /></span></div>
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">
</span>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><b>Trama: </b>per scrivere un vero
racconto erotico sadomaso cercate in primo luogo di dimenticare la trama
o di renderla più irrealistica possibile. Non soffermatevi mai e poi
mai sull'incoerenza dei fatti, inconsistenza delle azioni,
contraddizioni delle descrizioni. Soprattutto siate lapidari. Ad
esempio: <i>"Beatrice era una donna appagata e felice, dominante nella
vita, piena di money , nel fiore degli anni, di elevata cultura, bella,
sensuale e sposata con un riccone palestrato. Ma sentiva un vuoto
interiore incolmabile; ovviamente mancavo io per salvarla dalla sua
miserabile vita e darle, finalmente, uno scopo: diventare la mia
schiava".</i></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">
</span>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Ecco, se fosse un noioso racconto
non-sadomaso, a Beatrice di diventare la vostra schiava frega proprio
una cippa. Beatrice, messa così, i master se li compra al supermercato e
ne consuma tre al giorno. Se fosse un noioso racconto non-sadomaso
Beatrice, prima di ridursi ai vostri piedi, avrebbe tre figli, sarebbe
stata mollata dal marito violento che s'è dato con una puttanella più
giovane di Bea e, per mantenere la troietta, manda alla Bea gli alimenti a
singhiozzo. Ora no e il mese prossimo nemmeno.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">
</span>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Insomma, trama zero, al massimo roba
velleitaria inossidabilmente masturbatoria e catartica (tenete a mente
la maestra che vi metteva dietro la lavagna o la dentista che vi ha
estirpato l'ultimo molare o la negoziante che vi ha lasciato per
mezz'ora ad aspettare tre sfilatini mentre parlava con l'amica dei
rispettivi figlioli) oppure si rischia di raccontare di una sub vera ed
ammettere che ha una cazzolara di problemi in fila e il suo primo
pensiero al mattino va al padrone, il suo ultimo pensiero alla sera va
al padrone, ma di mezzo, tra mattino e sera, per forza di cose, se lo
deve proprio dimenticare che ha un padrone.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">
</span>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Quindi, siccome non state scrivendo un
reportage sulle condizioni di vita di una schiava nel XXI secolo,
togliere trama e saltellare da scena a scena senza legami fondamentali a
parte uno: la schiava vive per migliorare se stessa in relazione ai
desideri del padrone. Quindi la trama è bella e che fatta. Basta farle
fare il percorso ad ostacoli tra fruste, cazzi, torture, pompini,
scopate al buio e inculate al lume di candela e il problema "trama"
evapora come neve al sole.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">
</span>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Fuori uno.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">
</span>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><b>Personaggi:</b> regola fondamentale è
evitare introspezione e dubbi. Tracciate sempre personaggi fumettistici.
Già un pensatore come l'Uomo Ragno potrebbe portarvi per inesplorate
lande di desolante realismo. Evitate!! Tratteggiate schiave affascinanti
e istruite come Jodie Foster, con la carrozzeria di Jessica Rabbit e
con il cervello di un criceto roborowsky. Il fatto che ci sia qualche
contraddizione in termini, che una donnina acculturata e affascinante
non passerebbe il suo tempo 25/8 struggendosi sul come fare ad essere
all'altezza del suo splendente padrone, che Jessica Rabbit probabilmente
fa trampling su ogni essere partorito o disegnato di Cartoonia e che,
almeno ogni tanto, ad un criceto roborowsky un po' di semini di
girasole, giusto per nutrirlo, bisogna pur darli non vi devono frenare la
vena artistica: è un racconto (erotico) sadomaso maledom, eccheccazzo,
mica una "novella neorealista".</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEix4tHL2O08F8MIGjfe3iK7DJIyyTlkt4G_kNOFDRsrPBPUigDSWbYR6KKYAE7i4VpcNFYI3faEOE-e0RU2JJx4UDtmNa_m-hfdkGcXhPNWyqlUuCCaxNCtN7DvF8TkbvH1tilq7ArqiR0/s1600/smsw_03.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="300" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEix4tHL2O08F8MIGjfe3iK7DJIyyTlkt4G_kNOFDRsrPBPUigDSWbYR6KKYAE7i4VpcNFYI3faEOE-e0RU2JJx4UDtmNa_m-hfdkGcXhPNWyqlUuCCaxNCtN7DvF8TkbvH1tilq7ArqiR0/s400/smsw_03.jpg" width="400" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">
</span>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Ovviamente il master (sia in prima sia in
terza persona, il focus e' argomento successivo) deve essere
semplicemente Master. Cultura innata, animale da salotto e da letto,
fisicamente adattabile come un mutaforma alla Supernatural, cervello
evoluto alla Kan di Star Trek e doti di rigenerazione cellulare alla
Twilight; ecco, se splendesse alla luce del sole sarebbe decisamente
meglio.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">
</span>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Tipo un Edward con il fisico da Capitan America, la forza di Thor, lo scatto di Wolverine e l'acume di Stephen Hawking.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">
</span>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Fuori due, coi personaggi principali abbiamo finito.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">
</span>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Per i secondari pescate a piene mani nella scuderia Marvel-superoi e mescolate saggiamente per non pagare royalty all'Editore.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">
</span>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><b>Tempi:</b> come per la trama riducete
all'osso gli antefatti. La nostra Beatrice deve essere "pronta all'uso"
quasi da subito. Qui il meccanismo "folgorazione sulla via per Damasco",
"ho visto la luce", "era lì nel suo candido lettino e udì una voce
chiamarla" ci sta tutto. In fondo diventare una schiava è una missione
divina, se Mosè libera gli ebrei dalla cattività egizia e Noè costruisce
un'Arca grazie all'aiuto del Divino perché Beatrice dovrebbe sottrarsi
al suo santo e radioso destino, telegraficamente assodato in poco meno
di una riga, massimo una e mezzo?</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">
</span>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Una volta accorciati i tempi dell'illuminazione viaggiate di conseguenza. Usate per questo scopo i "mentre".</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">
</span>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Un racconto erotico sadomaso che si rispetti ha un "mentre" ogni (al massimo) sette parole.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">
</span>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Un esempio azzeccato di periodo
vincente sul fattore tempo è: <i>"mentre Beatrice era vicina all'orgasmo
mentre io (il suo scintillante padrone) la frustavo da dieci ore mentre
era impalata su una fuck machine da due mesi mentre la soffocavo con
spinte poderose (mettere sempre un "poderose/i/a/o" da qualche parte, fa
tosto) del mio poderoso membro (appunto) da otto settimane mentre le
strizzavo i capezzoli dalla precedente incarnazione mentre controllavo
con indifferenza i risultati delle mie milionarie azioni sul cellulare
mentre lei gemeva e mi supplicava di darle l'orgasmo dalla cabina del
Dottor Who mentre le avevo tappato la bocca con una gag di pelle mentre
seppellivano Tutankhamon, mentre addestravo on line la mia schiava
australiana mentre Dottor Who mi chiedeva indietro il Tardis, ecco che,
preso da religioso fervore apparivo, brillante e santo, alla Madonna di
Medjugorje".</i></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Fa fico, vero?</span><i> </i></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><i> </i></span><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEijEm-vMLOFnmXu-zxZl5JqUqlnFfV5MwNFjHABSec_BgHZUdxl27aVRPbJ32LsGo8BWD9FINiEzuY3a-nS4p5a2uSdzoq9qYAX9Mao8B6zWxP-7gYsCHz_xcjkLBzBmuwgvaMOBY8bSI0/s1600/smsw_01.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEijEm-vMLOFnmXu-zxZl5JqUqlnFfV5MwNFjHABSec_BgHZUdxl27aVRPbJ32LsGo8BWD9FINiEzuY3a-nS4p5a2uSdzoq9qYAX9Mao8B6zWxP-7gYsCHz_xcjkLBzBmuwgvaMOBY8bSI0/s1600/smsw_01.jpg" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"></span></div>
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">
</span>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Non abbiate timore di eccedere con i
mentre, tanto, in tema di Uomo Ragno, il dr. Octopus fa molto di più con
qualche tentacolino neuromeccanico e, senza andare troppo sulla
robotica, Hokusai disegnava polpi ben più invasivi del vostro
master-protagonista-splendente.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">
</span>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Fuori tre.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">
</span>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><b>Ambiente e location(s):</b> già, ora parliamo di ... ambientazione.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">
</span>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Dunque, Beatrice è in fase di
schiavizzazione. Ma dove la cacciamo la figliola? Motel dei Fiori 50mo
km della tangenziale di Milano?</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">
</span>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Dungeon sottoscala in prestito da amico
che ha riadattato la tavernetta del villino a schiera dopo essere stato
piantato dalla moglie?</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">
</span>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Condominio "muri-di-cartongesso-zitta-che-ci-mandano-la-pula"?</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">
</span>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Naaaaa!!</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">
</span>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Qui urge, se non il castello di Roissy,
almeno villona arredata con ampio spazio per dressage schiave, scuderie
miste, rimessa per calesse (vogliamo negarci una scena di pony play?
Davvero lo vogliamo??? Davvero vogliamo questo??) saloni a tutti i
piani, dungeon come bagni di servizio e climatizzato ovunque, anche in
giardino perché Beatrice ce la dobbiamo portare nuda il giorno di Natale
e frega una cippa se il villone sta tra Buscate e Magnago, quando è ora
di pet training natalizio si va, punto e basta.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">
</span>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Se non avete la vena di arredatori
d'interni fate un giro a Versailles, cellulare alla mano, scattate tante
foto e descrivete quelle. Non abbiate paura di esagerare: dalla villa
del Berlusca in su tutto fa brodo.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">
</span>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Una volta, in un racconto sadomaso
femdom, ho letto una descrizione della "tenuta di Mistress Irene"
somigliante, in modo inquietante, alla Certosa di Pavia, cimitero
incluso e turisti non esclusi.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">
</span>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Vabbè.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">
</span>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Ultimo consiglio.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">
</span>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Da un certo punto in poi, grazie ad un
sub pennaiolo della trascorsa generazione (passata stava male), è
diventato di moda citare anche quadri d'autore appesi ad improbabili
pareti in cui luce d'ambiente, soggetto e stile del quadro fanno a
cazzotti. Non abbiate quindi paura di lanciarvi in elaborate descrizioni
delle stanze ma - comunque - concentratevi (e concentrate l'attenzione
del lettore) sulle tette di Beatrice, al massimo sul culo della stessa, e
lasciate da parte performance critiche alla Sgarbi o alla Daverio, se
potete.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">
</span>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Tanto, a chi vi legge "con una sola mano", frega niente dei chiaroscuri fiamminghi o della luminosità impressionista.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">
</span>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Credetemi.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">
</span>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><b>Focus</b>: questo sconosciuto.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">
</span>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><i>"Mentre</i> [ci va sempre, ricordate?] <i>la
schiava B</i> [Beatrice ha ottenuto la promozione, prossimo step è lo slave
register con codice a barre] <i>mi strisciava dietro a carponi e io
procedevo innanzi ad essa senza degnarla di uno sguardo nel lungo e
oscuro corridoio, vedevo le lacrime solcarle ininterrottamente il viso".</i></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">
</span>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Ci sta tutta. In un noioso racconto
non-sadomaso qualcuno potrebbe eccepire che forse è bene per l'autore
fare pace col proprio cervello, o la guarda (almeno ogni tanto) o fila
dritto davanti a lei e manco le vede, le lacrime (ininterrotte);
insomma, un qualche stop di verifica ci vorrebbe, altrimenti si tratta
di obiquità letteraria e focus schizofrenico.</span></div>
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">
</span>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Ma qui è altra storia. E' un racconto
sadomaso: creatività allo stato puro. Qui si lega senza corde, si
appartiene a 1.700 chilometri di distanza, si frusta con gli spaghetti e
si collara con le parentesi graffe.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">
</span>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Che vi frega di mantenere focus e coerenza?</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">
</span>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Quindi scordatevi questa regola banale. E' roba da scrittorucoli senza ispirazione.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">
</span>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Fatevi fare pompini e descrivete il
sapore della vostra cappella, frustate a Canicattì la schiava che sta a
Metanopoli mentre guardate voi stesso fare il tifo per il Benfica a
Treviso. Ma, ancora di più, descrivete con dovizia di particolari tutte
le sue sensazioni, soprattutto se il focus è in prima persona narrante.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">
</span>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Tipo: "<i>Vedevo la schiava B</i> [è stata
promossa, ricordate?] <i>provare paura, piacere, ancora paura, un pizzico
di fastidio alla coscia destra, un po' di prurito al naso e sull'alluce
destro. Era chiaro (ad un occhio esperto come il mio) che stava mentalmente
ripassando la tabellina del quattro per mantenersi calma e non cedere
alla tentazione di chiedermi pietà, resistere al desiderio di scappare
via, abbandonare quel luogo di sofferenza e umiliazione per rifugiarsi
nella terza serie di Dexter, finalmente al sicuro dai miei occhi
penetranti che lei indagava disperatamente mentre teneva lo sguardo
fisso al pavimento"</i>.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">
</span>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Questo è vero stile in un racconto (erotico) sadomaso, altro che baccalà alla vicentina.</span></div>
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">
</span>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Ora, una volta esauriti gli ingredienti, vediamo come organizzarli in una narrazione fluida e coinvolgente.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">
</span>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><b>Incipit:</b> come legare una lettrice al vostro fantastico racconto (erotico) sadomaso.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">
</span>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Ogni racconto ha un incipit, sì, insomma, un inizio.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">
</span>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Fate conto che se un lettore (ma essendo
un racconto maledom è sempre meglio mirare alle lettrici, si sa mai si
pasturasse) non trova nessun interesse nelle prime dieci righe lo avete
perso, quindi puntate su questo per tenervi strette le signore,
soprattutto.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">
</span>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Evitate accuratamente di suscitare un
benché minimo senso di identificazione, usate il sistema "Quel ramo del
Lago di Como" in versione riveduta e corretta per palati sadomaso.
Ovvero, siccome su sessanta milioni di italiani sì e no venticinque
sanno a quale cazzo di ramo di Como si riferisce il Manzoni per averlo
visto veramente, andate dove nessuno può seguirvi e farvi le pulci.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">
</span>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Ci sono due metodi infallibili: azione subito o suspance, sul tipo "ma-dove-cazzo-stiamo-andando-a-parare?"</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">
</span>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Azione subito, partite alla riscossa,
tipo: <i>"La schiava B non si capacitava di come fosse finita lì nel mio
dungeon, nuda e prossima all'orgasmo, umiliata, derisa, dolorante,
bendata e legata ad una croce di sant'Andrea, ascoltando con apprensione
i miei passi che le frustavano le orecchie".</i></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">
</span>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Quindi fate un flashback sulla città
grigia e monotona che ogni giorno offriva a Beatrice ben pochi
divertimenti, oltre alle solite ferie ai Caraibi, la partitella a tennis
con le amiche del club, la scopata coguar con giovanotti palestrati, la
cura dei suoi tre conti in banca, crescere i rampolli del marito per
prepararli ad un collegio svizzero e via di questo passo, con sicurezza, noncuranza, faccia tosta e
tranquillità.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">
</span>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Sarete saltati piè pari, ovviamente, ma
nella spasmodica ricerca di cosa cazzo succede in quel fetente dungeon,
vi siete assicurati di aver fatto superare le prime dieci righe.</span></div>
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">
</span>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Altro sistema è buttarla sul poetico,
tratteggiate giornate nebbiose, finestre appannate dal fiato e disegnate
dalla fronte pallida poggiata al vetro, nel sogno continuo e ossessivo
di un vero padrone che finalmente venga a togliere la nostra
co-protagonista dalla cattività di una vita senza scopo, senza
orizzonti, senza visibilità oltre i duecentocinquanta metri del suo
lussuoso giardino condominiale.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">
</span>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Mettetele in mano una tazza di te
(fumante, mi raccomando) e la sensazione deliziosa di scottarsi dita,
lingua e palato; fatela sospirare mentre sogna di farlo per un suo
improbabile padrone sadico ma giusto, affettuoso ma perverso,
inflessibile ma tenero, che non deve chiedere mai ma che se (lei) vuole
una zolletta di zucchero nella tisana con la quale (lei) si dovrà
ustionare, ecco, Lui lo capisce senza neanche guardarla e - zack - la
zolletta arriva. Perché Egli è Onniscente.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">
</span>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">E qui (perché voi siete Onniscenti e
sapete che sta pensando, proprio in quel momento, alla vostra splendente
figura) squilla il cellulare e arriva, provvidenziale, il vostro SMS
imperioso.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">
</span>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Scrivere nel racconto un ordine demente a
caso, tanto quello che importa di più è far "trasalire" la Bea, farle
"agguantare" lo smartphone con dita "tremanti" e guardare, "impaurita e
speranzosa" il vostro cazzutissimo e padronalissimo messaggio.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">
</span>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Che in genere dovrebbe essere un <i>"vieni alle nove nel posto di cui ti ho parlato … non mettere le mutandine".</i></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">
</span>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Senza saluti, ovviamente, senza un se e senza un ma.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">
</span>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Fatto questo avete superato l'incipit
perché potete anche soffermarvi per 5.347 caratteri (spazi esclusi) su
tutta la preparazione di Beatrice, tanto ve la saltano a piè pari per
vedere dove cazzo avete dato appuntamento alla
donna-con-la-tisana-bollente.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">
</span>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Preparazione che, naturalmente,
descriverete, ancora, come se foste lì a guardarvela anche se il focus è
in prima persona narrante.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">
</span>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Ovvero: <i>"Bea si preparò con cura per
incontrarmi, andò in bagno, si spogliò fece una discreta dose di pipì </i>[non si capisce se in piedi o seduta sul water, ma non importa]<i>, guardò
con aria eccitata la carta igienica con le stampe dei coniglietti, pensò
a cosa mettersi e poi si decise per una gonna lunga fino alle caviglie e
aderente, sopra stivali di cuoio nero e sottili calze di nylon (durata
media della vita di sottili calze di nylon dentro stivali in cuoio nero:
tre passi e una madonna), si fece un rapido bidet, infilò una camicia
bianca aderente, si fece una rapida doccia, si mise un cappello a tesa
larga, si fece uno shampoo ai fiori di gelsomino senza olio di palma, si
mise un passamontagna pesante, asciugò i lunghi capelli castani e li
pettinò quasi sovrapensiero, si truccò, lavò accuratamente la faccia,
fece di nuovo pipì, tornò in bagno, si guardò allo specchio e pensò:
forse così può andare.</i></span></div>
<i><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">
</span></i>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<i><span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Io attendevo con pazienza a sessanta
chilometri di distanza e ignoravo il dottor Who che continuava a
rompermi i coglioni al cellulare perché rivoleva il suo Tardis."</span></i></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">
</span>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Randomizzate, insomma. Non vi serve
essere coerenti, ve lo ripeterò fino allo sfinimento, non dovete
scrivere niente che abbia a che vedere con la letteratura e il buon
senso: trattasi di un perfetto racconto (erotico) sadomaso maledom.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">
</span>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Chiaro?</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgrQDtM8A9271Md7PnWI6u4fnXDd6vDr0Afkh3if04wauCjciy53UupQqcaVnyPiC4lTqLWED7zpJPxeoUTTVjoAh0_dsQjfpDucGLDyrl_riCRcq2ETJqYaCHwNqZ2vOtBljySfCsfAwE/s1600/smsw_02.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgrQDtM8A9271Md7PnWI6u4fnXDd6vDr0Afkh3if04wauCjciy53UupQqcaVnyPiC4lTqLWED7zpJPxeoUTTVjoAh0_dsQjfpDucGLDyrl_riCRcq2ETJqYaCHwNqZ2vOtBljySfCsfAwE/s1600/smsw_02.jpg" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">
</span>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><b>Sviluppo narrativo</b></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">
</span>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Nel mezzo del racconto (sviluppo
narrativo) inventatevi il percorso formativo della schiava B pescando a
piene mani tra tutti i vostri sogni masturbatori, seguendo con ferrea
attenzione la regola del "mentre" e, con altrettanta ferrea attenzione,
evitando di seguire qualsiasi regola grammaticale ed ortografica. Se,
casomai, vi scappasse un condizionale corretto o un congiuntivo ben
assestato tornate indietro e cambiate, potreste dare l'impressione di
essere fuori contesto, di formalizzarvi, di non saper stare neanche
sopra le righe - figurarsi sopra una schiava, di non essere
sufficientemente dominanti, di farvi mettere sotto dalla
maestrina-penna-rossa di turno.</span></div>
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">
</span>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Non esiste!! Per un perfetto racconto
(erotico) sadomaso maledom serve che l'autore sia credibile, prima di
tutto, come maledom; il fatto di avere una credibilità grammaticale non
tange, non ci serve, è controproducente. Sa di effemminatezza. Bleah!!</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">
</span>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;"><b>Chiusura</b></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">
</span>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Infine la chiusura, quando si deve dare una cesura alla narrazione.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">
</span>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Semplicemente: <u><b>evitatela!!! Come la peste!</b></u></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">
</span>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Un vero e perfetto racconto (erotico)
sadomaso vive di puntate e il suo ambiente naturale sono blog, facebook,
siti BDSM. Tutti posti che si prestano a tirarla più a lungo delle
telenovele brasiliane, non si spendono soldi in carta e inchiostro e,
tante volte, neanche nell'acquisto del dominio. Fate un giro nel mio
blog per rendervi conto di quante stronzate aggratis
si possono scrivere senza pagare neanche un centesimo di
autopubblicazione.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">
</span>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">In fondo, dopo aver fatto la fatica
d'inventarsi personaggi, ambienti, tempi e dopo essersi tanto impegnati
nell'addestramento della Bea, lasciare tutto lì per ricominciare da capo
con una nuova schiava?</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">
</span>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">#Machivelofafare???</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">
</span>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">Per ora è tutto ma, ovviamente … <b>continua</b></span></div>
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">
</span>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "trebuchet ms" , sans-serif;">;-)</span></div>
Maurizio Salinashttp://www.blogger.com/profile/14185795960660567443noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1581367353264526654.post-69917086290609474102016-07-30T03:29:00.002-07:002016-07-31T11:35:06.071-07:00Wag your tail - Pet play & training<br />
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEguTjUpQEftq8_vJ9cv1vrpbCu3K8-kxWWyJrpMV31ybZqTt03YtbbeKnAjZRYNdhhHt4gYeIdY58mXt2MiOWI5w_O-3dn0uT2m6_7Xwj6MZDGUYnqGbFeWjCMDJRyyrxvueQAZfTb8G7M/s1600/images_2.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEguTjUpQEftq8_vJ9cv1vrpbCu3K8-kxWWyJrpMV31ybZqTt03YtbbeKnAjZRYNdhhHt4gYeIdY58mXt2MiOWI5w_O-3dn0uT2m6_7Xwj6MZDGUYnqGbFeWjCMDJRyyrxvueQAZfTb8G7M/s400/images_2.jpg" width="270" /></a></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Dungeon, etimologia: XIV secolo, dal francese
antico "donjon", colegato al latino "dominus magister".
Significato corrente: una cella o una prigione oscura e soffocante così come in
un castello medievale.</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Per il resto vedasi il "<a href="http://www.gabbia.com/dizionario-bdsm/" target="_blank">Dizionario BDSM</a>"
di Gabbia.</span></div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial";"><br /></span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Allungo le gambe sul divanetto del dungeon, poggio
gli stivali sul bracciolo, la schiena sul cuscino in pelle nera, e mi godo la
scena della sua trasmutazione; wag your tail, scodinzola, cagnetta, tra poco
giocherò con te.</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Ho un paio di regalini che ti faranno … piacere.</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">No, scusate, mica l'ho presa per strada la
cagnetta, me la sto allevando da un po' di tempo, da quando era poco più di una
cucciola, smarrita tra i meandri della sua testa perversa e nel labirinto di
specchi specchiati dei suoi desideri osceni.</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Pescata tra le utentesse di Gabbia, così, quasi per
caso, giusto per un nickname carino che neanche lei sapeva, bene bene, che
significasse.</span><br />
<a name='more'></a></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Ci ho messo un po' per farla uscire dalla tana in
cui s'era cacciata e ora eccola qui, secondo incontro, tempo di addestramento.</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Lo ammetto, mi ci trovo meglio come puppy pet
Handler e Trainer che come Owner. Ma si sa mai nella vita che prima o poi …</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">E intanto s'è sfilata la maglietta e s'è tolta il
reggiseno, al centro del dungeon, luci basse basse e, in sottofondo, il
silenzio assoluto del suo respiro spezzato.</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Si cala anche i jeans stretti e s'impapocchia con i
sandali. Prima le scarpe cagnolina! Prima le scapre, poi le braghe! Bisogna
insegnare tutto alle piccine, anche se hanno ventisette anni suonati; ma quando
vanno in palla sono davvero deliziosamente sciocchine, sorrido e lascio fare
senza dire niente. A volte il silenzio è più tagliente di ogni tagliente
ironia.</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Alla fine ce la fa a venirne fuori, lancia i
calzoni sulla poltrona, poi mi guarda e abbassa la testa, va a sistemarli per
bene, piegarli e poggiarli come si conviene ad una educata cagnaccia. Sa già
che il disordine mi rende nervoso, maledettamente nervoso, pericolosamente
nervoso.</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Infine gli slip, anche quelli scivolano via dalle
gambe, su un piedino e fuori, su l'altro piedino, fatto, libera, passera
depilata, al vento e, soprattutto, esposta al mio sguardo. Piega e poggia anche
le mutande sul mucchietto ordinato di abiti.</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Discola malefica, anche il piacere della punizione
mi toglie.</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Finalmente nuda e cruda s'inginocchia e poggia il
sedere sui talloni, alluci sovrapposti, le mani in grembo, le cosce lievemente
divaricate, la testa china.</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Ci ha messo davvero poco.</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">La prima volta che ci siamo incontrati è stato,
chiamiamolo così, un momento di rivelazione ma, quanta fatica farle prendere il
volo. Ore e ore al cellulare. E io odio il cellulare, soprattutto se devo
usarlo per farla eccitare e per farla venire. Oh! Non equivocate! Sono bravino
sapete, anche in questo, ma dopo i soliti sei, sette, otto, venti, trenta,
cinquanta orgasmi filmati e inviati sul mio "dispositivo" un po'
tendo ad annoiarmi. L'esibizionismo guidato e le ordinate perversioni sono divertenti
ma, dopo un po', ne converrete spero, questo provocare dolore e piacere in
differita, annoia.</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Mi alzo dal divano e le giro intorno un paio di
volte, scudiscio in mano, scudiscio che accarezza la pelle, scudiscio che
scorre sulla schiena, sulle natiche, sulle spalle.</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Stivali lucidi, harness incrociati sull'anello in
metallo scintillante, a un palmo dalla sua bocca. Odore di cuoio che violenta le
narici, odore di perversione che agita l'anima e bagna la passera.</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Sono cose che si sanno, in fondo, non è che ve le devo
spiegare io, no? Faccio meglio figura ad insegnare ai gatti ad arrampicarsi.</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Le punto lo slapper del frustino sotto il mento e
la costringo a sollevare lo sguardo. E' rossa, di un rosso acceso. Le guance
sono un tripudio di vermiglio e di carminio, gli occhi sono spalancati e
lucidi, le labbra, puttanella oscena, dischiuse sui denti candidi.</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Corpo di desiderio, desiderio che si fa corpo.</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Mi fletto e le afferro il faccino con la manaccia,
la costringo ad aprire la bocca e le caccio lo scudiscio tra i denti.</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">- Tienilo …</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Annuisce.</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Ora bisogna vestirla.</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Ho tra i miei file almeno una doppia dozzina dei
suoi orgasmi. Abbiamo iniziato piano, con carezze e con penetrazioni manuali.
Lei faceva e io guardavo, in silenzio, misurandola e misurandone il livello di
perversione e di oscenità.</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Poi, giorno dopo giorno, le ho permesso di usare
qualche oggetto in più, il suo amato vibratore, qualche molletta sui capezzoli.</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Pian piano ha preso a smaniare, a contare il
tempo che la separava dalla mia chiamata, il tempo che la teneva lontana dal
nucleo umido e oscuro della sua anima umida e nera.</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Infine le ho fatto avere qualche piccolo
accessorio, le sue cosine personali, ordinate su Amazon e fatte racapitare a
casa sua.</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Un collare, prima di tutto.</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Eccolo, lo sto slacciando e lo sto guardando. A me
piace, poi ditemi voi. Pelle nera, imbottito, altro tre dita (le mie dita,
diciamo cinque centimetri più o meno) e con tre anelli. Tre anelli sono
fantastici. Ci puoi bloccare la testa di una persona agganciandoli a tre
catene. Fine della corsa, totale e costretta immobilità.</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Le alzo i capelli lunghi e sciolti, li sposto sulla
spalla sinistra e le serro il collare alla gola.</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Fatto.</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Poi siamo andati un po' più sul pesante. Perché lei
non riusciva più a trattenersi e supplicava, di giorno in giorno, di farmi
divertire di più, di mostrarsi sempre più estrema, sempre più troia, sempre più
cagna.</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Io sono, in fondo, d'animo gentile e di cuore
tenero. Mi dispiaceva deluderla.</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Ho iniziato ad addestrarla così.</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Sveglia quando io decidevo (sono mattiniero,
sapete?) e subito collare serrato fino all'ultimo alito, clamp ai capezzoli,
masturbazione mattutina, a quattro zampe, sul pavimento freddo, nuda come nuda
deve essere una cagna.</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Ogni sera la scena si ripeteva ma era obbligatorio
tenersi addosso le mutandine e, siccome la cagnetta squirta come una
fontanella, obbligo di dormire con gli slip bagnati (fradici) in bocca.</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">E la passerina tappata da un vibratore, di quelli
carini, che stanno fermi perché entrano nella vagina ma si agganciano ad U sul
clitoride, avete presente? Spento, il più delle volte. Le pile, sapete ...</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">- Zampa …</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Mi porge la zampetta destra e le infilo il
guantino. Per la cronaca si chiamano mock paw, sono in pelle nera, imbottiti e
costano un bordello di soldi.</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Sistemato e chiuso il primo, passiamo al secondo.</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">- Zampa …</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">La cosa si ripete, serro le cinghie del guanto, le
carezzo la testolina. Brava cagnetta, ti sei meritata una coccola.</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">La cosa della masturbazione in diretta o
semidiretta era diventata una specie di ossessione.</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Le avevo proibito in modo assoluto di fare una
qualsiasi cazzata del genere mentre era a lavoro o quando andava a trovare i
suoi familiari ma, per il resto, tutti i posti e tutti i momenti erano buoni.</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Dire che io non ci provavo gusto (un
pochino) sarebbe come dire una bugia ma, insomma, siamo umani e un po' osceni
anche noi sadici, ci piace usare le persone e se una persona non fa altro che
supplicarti di essere usata, chi sono io per deluderla? Che diritto ho di
renderla triste e malinconica?</span></div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial";"><br /></span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">A volte la chiamavo mentre stava con gli amici,
anche in qualche pub e lei, felice, scattava nel bagno del locale, si spogliava
nuda e cruda, serrava le clamp ai capezzoli, poggiava il cellulare sulla tazza
del water o per terra e si masturbava, le spalle stampate alla porta del cesso,
il sesso spalancato e tre, quattro dita, una mano intera che usciva ed entrava
da una passera che s'era fatta, anno dopo anno di solitarie porcherie, una
specie di tunnel.</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Veniva in poco più di tre, quattro minuti e subito,
ancora nuda e cruda mi mandava il filmato.</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Aspettava che le scrivessi un complimento per la
sua obbedienza, si rivestiva e ritornava, appagata e scodinzolante, dai suoi
amici. Rossa e viva, vitale nella sua profonda, insanabile ed insondabile
perversione.</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">- Pancia …</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Ancora il frustino tra i denti si sdraia sul
pavimento del dungeon a pancia in su.</span></div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial";"><br /></span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Le infilo (un po' rudemente, lo ammetto) le
ginocchiere imbottite e le faccio un paio di grattini sul pube liscio e fresco.</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Mugola e si contorce, solleva le zampette sul muso
e geme una qualche cagnesca oscenità.</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Ho vicino a me la borsa con il mio sadomasokit
(ricordate? Ne avevo parlato in un altro post), estraggo due corde, una per
gamba, lego le caviglie e poi piego le zampette posteriori in un futomomo non
troppo stretto, giusto quello che basta per tenerle i talloni vicino alle
natiche ed evitare che poggi i piedi per terra quando gattona.</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Un giro, due, tre, kannuki, altro giro, serro e
chiudo la prima zampa, l'allontano, prendo l'altra, spingo lo stinco e piego,
la tengo per la caviglia, apro con i denti la matassa della corda e la srotolo,
altro giro, altro nodo, altre tre volute e kannuki, dentro e fuori e, infine,
serro.</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Fatto</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Sollevandomi mi poggio con le mani alle sue
ginocchia e le allargo le zampe posteriori; adorabile ranocchia, la passera,
esposta e aperta, scintilla fiele di piacere e di libidine. Tentazione di
calcarle uno stivale sulla gamba e stamparle un tacco sulla carne morbida e
serica dell'interno coscia.</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">C'è tempo anche per questo, ora si deve completare
la trasmutazione.</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Infine mi ero rassegnato a farla venire a Milano,
farle conoscere un dungeon vero ed avevamo concordato data e ora.</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Ero andato a prenderla in stazione e lei, miracolo
dei miracoli, era venuta davvero, davvero s'era presentata, piccina, con un
meraviglioso abitino colorato, un giubottino in jeans e i suoi immancabili
sandaletti.</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Tipo un metro, un tappo e due dita di cagnolina,
graziosa come una bambola di porcellana e con occhi che urlavano desiderio,
paura, sconforto, perversione. Tutto insieme e nello stesso momento, dalle
stesse pupille.</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">- Al piede …</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Si rigira sul fianco, si alza sulle quattro zampe e
si posiziona all'altezza del mio ginocchio, il frustino tra le labbra.</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Scavo nella borsa ed estraggo il boccaglio, una
ball gag attraversata da un morso in metallo e tenuta da cinturini di cuoio.</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Poggio il boccaglio sulla sua schiena e le raccolgo
i capelli in una coda, infine li chiudo con un cordino sottile, di quelli che
tengo quasi sempre in tasca quando so che mi tocca incontrare belle ragazze dai
lunghi capelli di seta.</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Mi posiziono a gambe larghe su di lei,
sovrastandola, mi riprendo il frustino, lo poggio sulla poltrona a lato, mi chino
e le apro la bocca, pressando con indice e pollice sulle guance; le inserisco
tra i denti il boccaglio, ben posizionato e saldo; tiro indietro i cinturini e
chiudo sul quarto buco.</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Quasi fatto.</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Il suo primo ingresso nel dungeon l'era stato
fatale. Semplicemente s'era fermata, inchiodata, sulla soglia, gli occhi
sgranati, il viso estatico di una santa che vede lo splendore di un arcangelo
in un buio tunnel di miniera. O qualcosa del genere.</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Ovviamente l'arcangelo non ero io. Era la stanza,
le catene, i pali delle sospensioni, la croce di Sant'Andrea, la panca del
clinical, lo specchio impietoso e lubrico, il divano in pelle, le poltrone, le
corde appese, la gabbia nera e scintillante, le decine di bacchette infilate
nel cesto.</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Ben arrivata in paradiso, cagnolina.</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">- Seduta …</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Si siede sui talloni e mi guarda, la cagnetta, in
attesa di altro.</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Mi accoscio e le carezzo la passera, un lago caldo
di umori e di desiderio.</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Un dito, biricchino io, e poi due, esplorano il suo
dilatato piacere. Trovano carne liscia dietro il clitoride e lì insistono
qualche secondo.</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">- Pronta all'addestramento?</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Non annuisce, non geme e non mugola.</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">In effetti una cagna non sa cosa significa "pronta
all'addestramento?", una cagnolina vive del presente e, al massimo, può
scodinzolare, se la voce del suo Trainer è allegra e gentile … e se ha una coda
per farlo.</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Le clamp ai capezzoli, invece, sì le capisce,
capisce quelle e il guinzaglio che collego alla catenella delle clamp, al
centro, dove un anello mi permette di agganciare il moschettone.</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Mugola e geme, ansima e sbava. Essere portata a
spasso con un guinzaglio che tira e martirizza i capezzoli, un sogno che le
avevo sussurrato durante una delle sue più lunghe masturbazioni pilotate,
un'ora intera di stop and go senza pietà, sospesa mille volte sulla soglia
dell'orgasmo e mille volte ricacciata indietro.</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Ma quando le avevo raccontato come sarebbe stata
"addestrata" a tenere il passo, vabbè, anche lei è fatta di carne, lì
per tenerla ci volevano i tir, altro che uno stop …</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Brava cagnetta, daì!</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">- Al piede …</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">In fondo alla borsa, ancora confezionati, una
ciotola e una codina, montata su di un plug di tutto rispetto, attendono di
essere esposte ai suoi occhi.</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">E ai vostri.</span><br />
<span style="font-family: "arial";"><br /></span>
<span style="font-family: "arial";">________________________________</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj1iDLD_p2UWpcnRDtZTW2b1lCEegei7yZyQGMka8fMgZzydGMtMbuxzBB0wMyErdDycDsRwwW_cjZ_2cd3fVQXyYEnyQIqopqWKrHxaQzNV6cRsKYKx-0h_J2AIXn4VWvX39gkpYjLXfo/s1600/222_2.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="241" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj1iDLD_p2UWpcnRDtZTW2b1lCEegei7yZyQGMka8fMgZzydGMtMbuxzBB0wMyErdDycDsRwwW_cjZ_2cd3fVQXyYEnyQIqopqWKrHxaQzNV6cRsKYKx-0h_J2AIXn4VWvX39gkpYjLXfo/s320/222_2.jpg" width="320" /></a></div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Non vi racconto del primo incontro nel dungeon,
sono cose molto private, ancora più private di quelle che vi sto esponendo,
proscenio, in queste righe.</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Sta di fatto, o "fatto è" come dicono gli
avvocati, che tornò a casa sua, al suo mare, più infervorata di prima, più
animata di prima da un fuoco di perversione che le bruciava le ore del giorno e
della notte.</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Si amplificò e si dilatò il tempo che trascorreva
nella sottomissione, alla ricerca di un limite di abiezione che le fosse,
almeno, da sponda per tenere le acque in alveo.</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Imparò a bere il suo stesso piscio, a bicchierate,
e filmare ogni cosa perché io ne potessi prendere visione.</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Le feci io da diga allo scat perché non era in mio
potere garantirle immunità e sicurezza; la fermai con un ordine secco e senza
remissione quando accennò a pratiche di asfissiofilia.</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Volevo (e voglio) una cagna sana, in forze e piena
salute. Non mi serve una malata o un cadavere, non si addestrano malati, non si
fanno trottare cadaveri.</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">L'autodistruzione o la distruzione di una giovane
femmina sana e di razza, ottimo esemplare da contest, non è prevista in nessun
manuale di pet training, sicuramente non in quelli che ho letto o che intendo
scrivere io.</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">- Via …</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Strattono lievemente il guinzaglio e lo tengo in
tensione fino a quando vince l'inerzia e inizia a gattonarmi dietro.</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Chi addestra animali conosce la regola principe: se
la bestia cede agli ordini bisogna togliere pressione, se si mantiene pressione
il fastidio diventa dolore e il dolore apre le porte all'istinto di fuggire.</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Un passo e poi due, mi sta dietro gattonando e non
mi serve voltarmi per guardare cosa fa, il grande specchio in fondo al dungeon
mi mostra il suo arrancare insicuro a pochi centimetri dai talloni dei miei
stivali.</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Ecco fatti i primi tre metri, con lei dietro e il
silenzio profondo tra il suo respiro e il mio. Si parte subito per gli altri
tre metri, lungo un altro lato del quadrato immaginario che la stanza ci offre.
Il fiato le si spezza più facilmente adesso e il guinzaglio si tende un paio di
volte sui capezzoli. Altri tre metri, diventa pesante e ansima un poco,
ostruita dal boccaglio a morso, ma resiste. Gli ultimi tre che chiudono il
perimetro del suo primo giro li fa gemendo e trainata dal bruciante morso delle
clamp, sempre tese sulla carne viva dei capezzoli.</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">- Alt … seduta.</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Si ferma e si accuccia, in ginocchio, i mock paw
poggiati al pavimento, le guance rosse e gli occhi sbarrati.</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Ispeziono il pube, piccola troia, indovinate come
lo trovo?</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">- Brava cagnolina - le carezzo i capelli con la
mano grondante dei suoi umori e su di lei mi asciugo - sei stata perfetta.</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Scodinzolerebbe se potesse, ma non può … ancora.</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">- Al piede …</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Si rizza, con una certa fatica, a quattro zampe e
le poggio il guinzaglio sulla schiena.</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Pesco la coda nella borsa, la tolgo dalla
confezione, la disinfetto, prendo un preservativo e lo calo sul plug di gomma.</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Poggio anche la coda sulla sua schiena e infilo un
paio di guanti sanitari usa e getta molto resistenti; apro la confezione di
lubrificante e inizio a lavorare il suo buchino posteriore, con calma e senza
fretta.</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Stranamente, nonostante si sia dedicata con
ossessiva e metodica furia ad ogni sorta di autotortura sulle grandi e piccole
labbra, sulla vulva, sulla vagina, il suo sedere è ancora integro, salvo da
ogni manipolazione, elastico e tonico, praticamente inesplorato.</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Quando anche il piacere masochistico di umiliarsi
bevendo la sua pipì mentre la telecamera dello smartphone ne catturava lo
sconcio divenne abitudine, fu il momento di passare alla sua depilata e sempre
aperta fighetta.</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Le avevo dato un paio di clamp con i pesi che
associava a dure mollette in legno, di quelle che ormai non si trovano più in
commercio.</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Tre, quattro, cinque volte al giorno era, a volte
in ginocchio, a volte a quattro zampe, obbligata ad un rito masturbatorio
arricchito da clamp e collare, accompagnato da ogni sorta di autoumiliazione,
da frasi sussurrate e ansimate su se stessa, sulla sua natura, sulla sua
libidine animale, sulla sua troiaggine e inutilità totale, sulla sua bestiale e
irrecuperabile oscenità.</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Sempre meno era il tempo che la separava
dall'inizio del rito agli schizzi finali che innaffiavano il pavimento, alla
conclusione ovvia della sua lingua che, in primo piano, leccava dalle
piastrelle il risultato limpido e puro del suo piacere.</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Se era stata brava, se era riuscita anche (un
pochino) ad eccitarmi guadagnava alcuni minuti di conversazione con me, che le
permettevo di spendere mentre si carezzava e si masturbava ascoltando la mia
voce farle i complimenti. Alcune volte lasciavo che venisse così, con calma,
ansimando e gemendo ringraziamenti.</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Il più delle volte chiudevo mentre era ancora a
mezzo ed era per lei un rinviare al prossimo show tutto il desiderio che, nel
frattempo, le si era accumulato nel ventre.</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">- Ferma …</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Il lubrificante (base acquosa garantita dalla
signorina del sexy shop e dall'etichetta) le cola tra le natiche e si accumula
nel buchino ancora chiuso, a ridosso del mio polpastrello. Lo spalmo e lo
spargo godendomi (anche io mi godo qualcosa, sapete?) i suoi sospiri e le sue
vibrazioni di piacere, tensione, attesa.</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Ancora lubrificante e carezze, le dita guantate
scivolano tra buchino e passera, accarezzano il perineo, riprendono a lavorare
l'ano e, finalmente, il fiore inizia a schiudersi, lei stessa spinge indietro
il bacino per incontrare la penetrazione.</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">L'indice scivola dentro per qualche centimetro e
poi ancora un pochino, attendo (e non tarda ad arrivare) la contrazione
involontaria dei suoi muscoli e altro lubrificante le scorre tra le natiche, si
ferma e viene inghiottito nella piccola apertura che creo spostando in basso il
dito.</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Altri centimetri vengono guadagnati e arrivo a
fondo. Ora si tratta di lavorare senza fretta, allargare con calma, ruotare
(sempre in un senso) e aprire un varco nella morbida carne.</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Mugola e latra sommessamente, respira forte e i
seni si aprono, aprendo con loro brucianti morsi ai capezzoli che mi giungono
alle orecchie in forma di gemiti collegati ad ogni respiro.</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Nonostante tutto, durante l'addestramento "by
proxy" non le ho mai ordinato di farsi strada da sola nel suo buchino
posteriore.</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Ero solo curioso di sapere a che punto fosse con la
sua relazione con se stessa da quelle parti del corpo e scoprii molto presto
che neanche una candela era sufficientemente piccola per non crearle ansia e
rifiuto.</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Sono strane le persone, hanno un rapporto più
rigido con il proprio culo che con il proprio sesso.</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Forse è un retaggio culturale (non fate del facile
umorismo, lo so cosa ho scritto …) o forse è genetica femminile che impone di
allargare la passera e tenere strette le chiappe per non far sbagliare mira ad
un possibile inseminatore distratto. O forse è solo paura legata all'idea che
se una cosa che esce da lì fa tanto male magari anche quando entra fa lo stesso
male.</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">O forse tutte le cose insieme. O forse nessuna di
tutte queste cose.</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Ma non per tutte è così, ho scoperto che spesso chi
(donna) prova per la prima volta un orgasmo anale (e ci sono) poi tende a
declassare un poco l'orgasmo vaginale/clitorideo.</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Ma io non sono un fissato del "lato B",
il "lato B" a me serve solo per infilare la coda.</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Ho spazio sufficiente per il dito medio e
ricomincio a lavorare con calma, ad introdurre di nuovo le due dita,
lubrificare.</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Ciò che scivola lungo le sue gambe e si ferma alle
corde del futomomo forse non è solo liquido lubrificante ma non ci bado, per
ora; per ora è prepararla alla sua completa caninità il mio scopo principale.</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">E il suo.</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Sculetta un poco, giusto quel tanto che le basta
per farsi mollare una sberla sulla chiappa sinistra (cosa pessima relazionarsi
con un pet Trainer ambidestro) e latra un gemito dolce come una fuga d'organo.</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Terzo dito, come la prima introduzione ho ruotato
con calma nel suo ano ma ora si sta dischiudendo anche il dotto rettale che si
allarga e si apre morbidamente senza protestare.</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Le ho scritto qualche giorno fa:</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">"Una cagna senza coda non è una cagna"</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">"Cosa significa? Può essere più chiaro per
favore?"</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">"Oggi non ti masturberai e non lo farai né
domani né dopodomani"</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Faccina triste e piangente sul whatsup</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">"Perché, cosa ho fatto di male? Dove ho
sbagliato?"</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">"Niente, mi va bene così …</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">"Ma non è arrabbiato?"</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">"No, ti voglio carica ed eccitata per quando
ci incontreremo …"</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">"Signore, io sono sempre carica ed eccitata,
posso sapere quando potrò vederla?"</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">"Dopodomani, alle nove, solito treno, solita
stazione, vengo a prenderti"</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">"E fino ad allora?"</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">"Goditi i tuoi ultimi giorni da vergine".</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Ormai è pronta, tolgo le dita e prendo la coda,
punto il plug al centro del suo buchino e spingo pian piano ma senza
interruzioni fino in fondo.</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Lo prende tutto, gemendo e ansimando, sculettando e
spingendo indietro il bacino per assorbire ogni millimetro dell'osceno oggetto
che le tappa il sedere e la promuove a cagna completa, completa di (quasi) ogni
accessorio per l'addestramento.</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Dalle labbra cola un filamento di bava che condensa
al pavimento un piccolo lago di saliva.</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Mi sollevo poggiandomi alle sue chiappe, tolgo i
guanti, disinfetto le mani e torno a flettermi sulle ginocchia.</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Le infilo tre dita nella vagina e la ispeziono, calda
e ampia, profonda e morbida, ruoto la mano, esploro le pareti, trovo i punti in
cui la liscia consistenza delle mucose mi rivelano superficiali gangli
sensibili e lì mi fermo per farla tremare di piacere.</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Arrivo al collo dell'utero e le carezzo con i
polpastrelli la circolare sezione.</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Gronda fino al polso la cascata di umori, la
masturbo un poco uscendo ed entrando con quattro dita e poi cinque e poi tutta
la mano fin quasi al polso.</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">E' vicina all'orgasmo ma non è ancora ora di
venire.</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Estraggo il pugno e la lascio per qualche minuto ad
aspettare, così, nuda e cruda, i capezzoli clampati e la coda poggiata sulla
natica destra, il guinzaglio sulla schiena.</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Prendo l'ultimo accessorio, un vibratore montato su
cinghiette fatte apposta per essere fissate alle zampe, in modo da non
spostarsi durante la sua marcia forzata.</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">E' così che io addestro le mie pet: non a resistere
al dolore, a resistere al piacere. Cosa ben più difficile, il più delle volte.</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Ma so che lei non resisterà, non la prima volta e
neanche la seconda volta, forse neanche la terza.</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Pianto con una certa determinazione il coso tra le
sue cosce, fisso le cinghiette e accendo il marchingegno in modo che la
vibrazione sia accompagnata anche da una lieve rotazione all'interno della
vagina.</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Ripesco il guinzaglio, le tolgo la coda dalla
natica, ora le pende tra le gambe come si conviene ad una cagnolina dabbene, e</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">- Via …</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Strappo piano e tengo in pressione fino a quando
non si decide a camminare, gattoni e senza speranza, dietro le mie scarpe.</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">I primi tre metri sono solo un pochino laboriosi,
ma neanche tanto, è eccitata ma conta più la fatica e la mancanza d'aria che il
piacere. Solo dopo la prima curva anche il lavoro del vibratore si fa sentire.
E' sempre più lenta e sempre più spesso la devo trainare tirando il guinzaglio
e strappando, quasi, le clamp dai capezzoli.</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Geme e geme e geme e latra, latra come una cagna,
sbava dal boccaglio, piange quasi, il bacino martirizzato dalla marea
dell'orgasmo che le sta montando dal ventre, il sedere aperto dal plug che
costringe insieme vagina e retto, le ghiandole impazzite, gli umori che si
fanno cascata.</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">- Via, via , non osare fermarti …</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Arranca ma so che presto ci vorrà qualcosa di più
di un semplice ordine, di una semplice tiratina di guinzaglio.</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Accenna a sedersi ma non fa in tempo neanche a
pensarlo, mi giro e mi sposto al suo lato, una scudisciata forte e mirata le
apre la chiappa in due, salta in avanti e la seguo con il braccio per non farle
staccare le clamp.</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Per un attimo il dolore ha procastinato l'orgasmo
ma non sono fatti due passi che già di nuovo cede e cerca di fermarsi.</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Un altro colpo di scudiscio le ferisce la natica, a
pochi millimetri dal precedente, ma questa volta la reazione è meno intensa:
ormai è al punto di non riuscire più a distinguere il piacere dal dolore,
adesso erotizzerebbe anche una rasoiata alla gola.</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Ora di darle sollievo.</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">- Alt … seduta.</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Non fa in tempo ad obbedire e già schizza sul
pavimento. In ginocchio, la testa china, i pugni serrati nei mock paw e puntati
al parquet, sussultando e agitandosi come se fosse impalata a spegnimoccolo sul
paracarro della statale. Oscenamente bella, splendida raffigurazione della
grazia, sudata e piangente, persa e ritrovata nell'universo impossibile di ogni
possibile perversione.</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Poggio lo slapper del frustino sulla sua spalla mi
godo la scena.</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Sì, scusatemi lo sbrodolamento: sono decisamente un
artista.</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">E poi lei, In fondo, è stata brava.</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Ansimasse a voce un tantinello più bassa e latrasse
meno sarebbe quasi pronta per essere esposta in qualche mostra.</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Ma per un contest di dog training abbiamo ancora
tanto da fare, almeno altre sei o sette sedute, forse otto, se continua a
squirtare così.</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Sul pavimento, tra le sue cosce allargate, un lago
di piacere aspetta di essere ripulito dalla sua lingua.</span><br />
<span style="font-family: "arial";">_________________________</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgbHcWrF29zLqNv8CdKOhBANzztVyGPGyl4s_3-WMqaZSuGn4KO14FbIwtaxy92sKBQAndly5j_qDdemuUYJvufrrOWEnQUSSdZ9PiX7Ru-QtrpxVtK4fr6AbUFYYuSpxyTv6ulHZTvi2g/s1600/cover_2.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="261" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgbHcWrF29zLqNv8CdKOhBANzztVyGPGyl4s_3-WMqaZSuGn4KO14FbIwtaxy92sKBQAndly5j_qDdemuUYJvufrrOWEnQUSSdZ9PiX7Ru-QtrpxVtK4fr6AbUFYYuSpxyTv6ulHZTvi2g/s400/cover_2.JPG" width="400" /></a></div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Sollevo il frustino dalla sua spalla e lo poggio
sul bracciolo della poltrona.</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Silenzioso ansimare, ancora respira, come può,
cercando di riempire d'aria i polmoni attraverso le narici ingombre di muco.</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Cola saliva dal bavaglio al mento e da lì alla
pozza che le allaga il pavimento tra ginocchio e ginocchio.</span><br />
<span style="font-family: "arial";"><br /></span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Sgancio il guinzaglio e lo getto sulla poltrona</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">- Ferma qui …</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Prendo la ciotola dalla borsa; bisogna lavarla,
prima.</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">La lascio sola nella sua sfera di cristallina
umiliazione e vado in bagno. Una passata di detersivo, due, acqua corrente,
disinfettante e sciacquare abbondantemente.</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Se ci tenete alla salute e alla bellezza delle
vostre cagnoline cercate di non farle ammalare, almeno, non a causa dei vostri
giochi.</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Ma è un consiglio da Trainer a Trainer, non è legge
universale. Fate come volete, in fondo, come dicono quelli che se ne
"intendono", il rischio lo corrono loro, mica voi.</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Torno nel dungeon e poggio la ciotola, grande,
ampia e profonda, tra le sue cosce.</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Le carezzo la fronte, le sistemo i capelli sudati
sulle tempie, mi fletto sulle ginocchia in modo che il mio viso sia all'altezza
del suo e le sollevo la testolina forzando con le dita il mento.</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">La guardo negli occhi e le sorrido</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">- Ora di fare pipì …</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Mi fissa spaventata.</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Ecco un'altra cosa che spesso capita alle
cagnoline. Capaci di fare di tutto, di compiere le più oscene oscenità ma
quando si tratta di pisciare davanti a qualcuno che le guarda, apriti cielo,
sembra che debbano immolarsi per la patria.</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Un aiutino se lo merita, afferro le catenelle delle
clamp e strattono, con un po' di forza, a dire il vero. Forse è per questo che
geme e cerca di sottrarsi ma la mossa non è furba, tirandosi indietro aumenta
la trazione e si procura da sé un altro gemito, un altro spillone tra capezzolo
e capezzolo.</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Arrota l'aria con il naso e sbava nel boccaglio.</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">- Pipì … forza, non ci dobbiamo fare notte.</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Il dolore al seno ha spazzato l'ultima scheggia
dell'orgasmo precedente e, miracolosamente, alla fine la vescica si rilassa.</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Inizia a pisciare nella ciotola e presto il rivolo
diventa cascata che tintinna e gronda nell'acciaio del contenitore tra le sue
cosce.</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Musica, pura musica.</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Aspetto che abbia finito e che anche l'ultima
goccia sia colata dal suo ventre alla ciotola.</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Brava bestiolina.</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Allontano con cura il prezioso contenitore e le
sciolgo il bavaglio. Una lieve pressione sulla nuca</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">- Sdraiata … lecca</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Poggia i gomiti sul pavimento e solleva il culetto
con la coda ancora infissa nell'ano, lecca con attenzione e passione il liquido
cristallino del suo piacere mescolato alle gocce di pipì che sono schizzate
fuori dalla ciotola.</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">E' uno spettacolo.</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">- Wag the tail, cagnetta, scodinzola</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Stringe le chiappe e agita il culo in modo osceno,
la coda segue il ritmo del suo armonico destra-sinistra e mi offre uno
spettacolo che compensa ogni singolo istante passato ad istruirla, correggerla,
punirla e premiarla.</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Lecca il pavimento con passione, come se fosse il
cazzo duro e teso di un amante desiderato da anni, che da anni sfugge al suo
desiderio. Con lo stesso trasporto e desiderio con il quale una schiava imbocca
il membro del Padrone ad un istante dall'orgasmo e attende d'assaporare, sulla
lingua riarsa dal dolore, il piacere che le viene imposto, il liquido, il seme
nel quale cercherà di annegare e soffocare.</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">- Alt …</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Si ferma, le afferro la coda di cavallo e le tiro
indietro la testa, con la punta dello stivale riavvicino la ciotola al suo
muso, lasciandola però in posizione, gomiti a terra, culo in aria</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">- Bevi …</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Non ha esitazioni questa volta, tuffa il volto nel
liquido giallo e caldo della sua minzione e io mi preparo, finalmente,
all'ultima espropriazione.</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Mi siedo dietro il suo sedere, sulla poltrona di
cuoio, comodo e sereno, sposto il guinzaglio che quasi mi capita sotto le
chiappe e il mucchietto di vestiti che le ho fatto ordinare sulla seduta; in
sottofondo la musica della sua lingua che lappa il suo stesso piscio, le tolgo
dalla passera il vibratore.</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Ancora una volta disinfetto le mani (sì, sono un
maledetto ipocondriaco di merda, ho questo cazzo di difetto che non mi toglierò
mai), le sollevo la coda, infilo due dita nel suo sesso ed inizio ad esplorarle
il ventre.</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Per un istante smette di leccare e una sberla
schiaffeggia la serena sinfonia dello sciabordio di piscio sulle labbra.</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Ha capito al volo (adoro addestrarla, è così …
recettiva) che non le conviene smettere di bere. Non vorrei si disidratasse,
povera bestiola.</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Presto tutta la mano è dentro la passera e presto
il carezzare mucose sensibili diventa un duro, penetrante, invasivo, fotterla.</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Non demorde e non si arrende, spinta in avanti e
risucchiata indietro tiene la testa nella ciotola e lappa, lappa, geme e si
contorce, sculetta, cerca la mia mano ma non si allontana, il viso tuffato nel
calore osceno del piscio, i capelli sulla fronte bagnati, tuffa la faccia nel
liquido e succhia, un sorso alla volta, la sua umiliazione.</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Lo so come ti senti ora, cagnolina.</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">A volte penso che siete fortunate: sprofondare
nell'abiezione, respirare in una terra che a me sarà sempre negata dove siete
libere di dare sfogo ad ogni stilla di piacere, ad ogni orgasmo di
autodistruzione. Affondare nel nulla, del nulla riempirsi ventre e mente, del
nulla aspirare la voluttà, assaporare il gusto ferroso.</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">A volte penso che, perse in quest'oceano di
perversione, estratte dalla realtà scabrosa di un peso senza corpo siate le
predilette delle Divinità perché a voi è dato di possedere, infine, un corpo
senza peso.</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Ma questa è filosofia.</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Sta per venire ancora e ora è il momento di
chiudere il gioco.</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Senza estrarre la mano mi alzo dalla mia posizione
e m'inginocchio al suo lato. Spingo con forza la testolina nella ciotola e
contraggo in pugno la mano nella sua vagina.</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Non ce la fate a contare fino a cinque, al tre,
forse al quattro, viene squirtando e le lascio di nuovo il respiro. Non mi
piace fare giochi di breath-play, sono troppo rischiosi, non sono per niente
belli, ma tre secondi, quattro, con la faccia tuffata nel suo stesso piscio,
mentre le contrazioni dell'orgasmo le riempiono le narici di orina, ecco,
questi ci stanno tutti.</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Schizza ancora, con forza, sulla mia mano, sul mio
braccio, tra le cosce; arranca e tossisce ma l'orgasmo la travolge e
l'annienta. Sussulta e si accascia sui gomiti, le gambe ancora legate nei
futomomo, i talloni nudi praticamente inchiodati sotto le chiappe.</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Sfilo con calma la mano dalla vagina e lascio che
respiri ancora un poco.</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">- Ma ci vogliono almeno tre ore di macchina per
portarmi a casa …</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">- Sì, e tre per tornare, quindi?</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Mi guarda ma non può vedere i miei occhi, adoro gli
occhiali da sole anche per questo.</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">- Signore, non credo che lei debba fare questo per
me.</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">- Non lo faccio per te, lo faccio per me stesso.
Basta che stai zitta.</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">- Posso farle una domanda prima di partire?</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">- Prova …</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">- Ma le cagnoline addestrate hanno un nome? Tipo,
alla fine avrò anch'io un nome che non sia semplicemente cagna?</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">- Vedremo, forse …</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">- Signore … ?</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">- Sì?</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">- Lei ha già pensato ad un nome per me, vero?</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">- Sali in macchina e smettila di annoiarmi.</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Ma perché mi capitano solo cagnette intelligenti??</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Che palle!!</span></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="margin: 0cm 0cm 8pt; text-align: justify;">
</div>
<br />Maurizio Salinashttp://www.blogger.com/profile/14185795960660567443noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1581367353264526654.post-68717731022586151752016-07-27T11:46:00.002-07:002016-07-28T07:59:37.570-07:00Pendulum<div style="text-align: justify;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhSbtcRbWhcr1squ8PfHomQ1a-Ogox7yfoFZM4kPHkSjKDIKQOGvJJTqjj04ApuJSvNoEmYXRsaVG7LJAx8acqDvjGHOY4NTsOHXbXCDUYThoswPhw0TPCWm1Yxc5slvXde3M565IYbqYc/s1600/Pendolum+I.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="250" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhSbtcRbWhcr1squ8PfHomQ1a-Ogox7yfoFZM4kPHkSjKDIKQOGvJJTqjj04ApuJSvNoEmYXRsaVG7LJAx8acqDvjGHOY4NTsOHXbXCDUYThoswPhw0TPCWm1Yxc5slvXde3M565IYbqYc/s320/Pendolum+I.jpg" width="320" /></a></div>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><i>"Sapete cosa davvero mi prende del
bondage giapponese? Se non si conosce la storia del Giappone tutto
sembra solo un esercizio noioso di macramé più o meno estetico ma -
appena si gratta la crosta delle foto patinate che ormai rigurgitano da
Facebook e dai vari gruppi più o meno chiusi, segreti o segretati - ecco
che viene a galla una realtà che ha la forza e il sangue del sadomaso
in tutta la sua sensualità e sessualità".</i></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial";"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">La coppia che ho davanti, nella
semioscurità del dungeon, sembra (è) perplessa. Insomma, sono venuti da
me per una tuition privata di bondage pensando ad un asceta del cordame,
una sorta di santone della canapa e si trovano ad interloquire con un
pervertito del sadomaso, un tranquillo, pacifico e serafico seviziatore.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial";"></span><br />
<a name='more'></a><br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial";"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Non che la cosa dispiace, soprattutto a
lei, anzi. Un po' intimoriti dall'aura di "maestro" che gli amici mi
appiccicano addosso durante le feste (almeno pronunciatelo bene sto
"sensee"! Si prolunga la e finale, "sensei" è una cosa che non si può
sentire!!) si erano presentati durante una serata dell'Ultimo Lunedì e
lei era finita, ovviamente, legata e felice sotto gli occhi famelici del
suo compagno.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial";"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Mi avevano chiesto una tuition privata,
una cosa come un corso in dungeon perché durante le domeniche pomeriggio
proprio non ce la facevano a partecipare ai workshop.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial";"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Evvabene, in fondo mi faceva anche
piacere collaborare con la coppietta che veniva fresca fresca dal mondo
scambista un po' cuckold che sta al di là del mare oceano delle
perversioni. Poi si vedeva che l'esibizionismo di lei era solo un modo
"eroico" per mascherare un masochismo che non ce la faceva più a stare
chiuso tra i ferretti del reggiseno e la pelle, tra la lingua e la
glottide.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial";"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Prima che scoppiasse il tutto bisognava aprire la diga ma in condizioni di tracimazione controllata. Non so se mi spiego.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial";"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">"Però" mi dice lui, prendendo un po' di fiato "l'altra sera questa cosa, dico, del sadomaso, mica si vedeva".</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial";"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Sorrido e faccio finta di non aver colto
una sorta di compatimento negli occhi di lei. Mica si vedeva, certo,
mica si doveva vedere. Le corde le ho strizzate dopo, in separata sede,
quando tu eri già a casina a dormire, più o meno.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial";"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Faccio lo gnorri.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial";"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">"Diciamo che l'altra sera ero in pubblico
e non conoscevo bene Angela, non sapevo dove potevo arrivare e non
conoscevo te, magari ci restavi male …"</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial";"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Ma volete darlo il tempo alle vostre compagne di rispondere, cazzo?</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial";"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Le taglia la strada come un siluro, "… ma guarda che per me potevi fare tutto quello che volevi …"</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial";"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Angela, che ha aperto bocca per
rispondere, la richiude e se la serra. Spero non per sempre perché ha
labbra carnose e disegnate per stare morbidamente dischiuse, ma tanto
morbidamente. Presente l'immagine? Ecco, così morbidamente.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial";"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Si dice sensee, si allunga la e finale e
sensei non si può ascoltare, proprio. Per essere Sensee bisogna avere
una pazienza infinita. Io ci sto lavorando, davvero, lo giuro. Non so da
dove la prendo ma ho tanta tanta tanta pazienza, lo giuro.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial";"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">"Va bene, cosa fatt</span><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">a capo ha. Ora però siete qui per imparare. Dico, tu vorresti imparare a legare, giusto?"</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial";"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">"Sì, giusto. Ma posso chiederti una cosa?"</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial";"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">"Dimmi … " (si dice sensee … un motivo ci sarà, no?)</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial";"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">"Possiamo fare quella cosa lì, quella
cosa che hai fatto l'altra sera, ma tutta, cioè che fai anche sadomaso
mentre la leghi e, magari la sospendi anche? Le piacerebbe tanto essere
legata nuda e sospesa ..."</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial";"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Indago negli occhi castani di Angela e ci
penso un attimo. Carina la proposta, in qualche modo allettante. Guardo
ancora nelle pupille nere e fonde della signora e lei mi sembra ancora
più intrigata di me. Forse sono di parte ma mi sembra di vederci
scintillare un che di osceno.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial";"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Il masochismo lo puoi nascondere finchè
vuoi dietro l'esibizionismo ma, prima o poi, ti deve scoppiare fuori e,
appena si presenta l'occasione, la deflagrazione si misura in megatoni.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial";"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">"Ok, sarebbe bello, ma oggi siamo qui per la tuition, bisogna seguire un programma e starci a ruota" …</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial";"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Delusione sulle faccette dei due, adoro quando posso deludere le persone, ci godo un sacco.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial";"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">"Però … ci sarebbe una possibilità …"</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial";"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Si ravvivano; che bello avere tra le mani
due marionette che posso gonfiare e sgonfiare a mio piacimento. Poi
ditemi che fare bondage è noioso. Su, su, ditelo!!</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial";"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">"Oggi è venerdì e stasera al Nautilus c'è
una serata Tuttifrutti, si può partecipare e fare quello che si vuole,
ci sono trans, scambisti, coppie varie ed eventuali e anche chi ama far
girare corde può farlo …"</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial";"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Ora le mie marionette sono diventate dei
veri soldatini della perversione. Occhietti che luccicano libidine e una
sorta di esaltazione mistica che parte dall'inguine e si riversa alla
gola.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial";"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">"Ci possiamo andare dopo la tuition? Sei impegnato? Puoi venire con noi?"</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial";"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">"Direi di sì dal momento che ve l'ho
proposto. Ora iniziamo la lezione, punto primo, sicurezza, hai comprato
le forbici che ti ho fatto vedere?"</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial";">___________________________</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial";"><br /></span></div>
<span style="font-family: "arial";"></span><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="font-family: "arial";"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj_cVgX5Zl8oeCABgXCyij4cpmb3qPy_oBlkRgYDpLhjVwD0mL9OSk4X9P-owtUv2Y5NDsMqA-PKn9iOeOZsVN-ebCfrp6HgUKIOEQAXk_mao1ejigQW__semP_LxsXofuz04ipCeMHWWU/s1600/Pendolum+II.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj_cVgX5Zl8oeCABgXCyij4cpmb3qPy_oBlkRgYDpLhjVwD0mL9OSk4X9P-owtUv2Y5NDsMqA-PKn9iOeOZsVN-ebCfrp6HgUKIOEQAXk_mao1ejigQW__semP_LxsXofuz04ipCeMHWWU/s320/Pendolum+II.jpg" width="256" /></a></span></div>
<span style="font-family: "arial";">
</span><div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial";"><span style="color: black; font-family: "calibri"; font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Tempo fa una mia amica mi ha detto "quando finisco una sessione di kinbaku sento il bisogno di … cominciarne subito un'altra".</span></span></span></div>
<span style="font-family: "arial";">
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-family: "calibri"; font-size: small;"><span style="font-family: "arial";"><br /></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-family: "calibri"; font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Una
tuition privata non è sicuramente una sessione di kinbaku ma essere
legata e legata e ancora legata, nuda a parte un paio di necessarie
mutandine e di fronte a due uomini che trattano le corde come signore
mentre (te) ti trattano da manichino, un pochino fa, soprattutto se sei
lievemente maso e certe disattente attenzioni ti scorrono sulla pelle
come unghie affilate, leggere e inoffensive ma maledettamente taglienti.</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-family: "calibri"; font-size: small;"><span style="font-family: "arial";"><br /></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-family: "calibri"; font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">La
luce ambrata del dungeon, il tono delle voci che in modo quasi naturale
passa al sussurro, il contatto pelle a pelle, il tepore della stufa che
riscalda e spezza l'umidità di un locale che sta comunque rintanato
sotto il livello del marciapiede, l'odore d'incenso che arrotonda la
percezione del tempo. Sono cose che creano un'atmosfera un po'
particolare, un'atmosfera che non è certo quella di una palestra di
kung-fu.</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-family: "calibri"; font-size: small;"><span style="font-family: "arial";"><br /></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-family: "calibri"; font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Che
ogni tanto ad Angela venga la pelle d'oca e che io me ne accorga sta
nel conto delle cose. Il suo compagno, Alessandro (chiamiamolo così,
via) non lo registra, troppo preso da nodi, passaggi e corde. E'
bravino, davvero, lo era allora e adesso lo è ancora di più, uno dei
migliori direi, ma zuccone forte con le donne, un vero disastro
relazionale.</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-family: "calibri"; font-size: small;"><span style="font-family: "arial";"><br /></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-family: "calibri"; font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">La
fanciulla ogni tanto alza lo sguardo e m'inquadra. Occhi negli occhi mi
sembra di sentirla sotto i polpastrelli la sua pelle d'oca,
l'eccitazione dell'esposizione, l'imbarazzo di essere bagnata, il
piacere di esserlo e di non sapere se io lo so, se lo intuisco, se me ne
sono accorto.</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-family: "calibri"; font-size: small;"><span style="font-family: "arial";"><br /></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-family: "calibri"; font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">La tuition finisce alle sette, ora locale.</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-family: "calibri"; font-size: small;"><span style="font-family: "arial";"><br /></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-family: "calibri"; font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Alessandro
slega la sua compagna (oddio, devo insegnargli pure a slegare, al
ragazzo, sembra che stia spacchettando il regalo di Natale) e io guardo,
attento, seduto sulla poltrona in pelle, gli stivali già ai piedi e la
camicia già addosso, sulla solita e immancabile maglietta da shibari che
metto sempre quando faccio lezione.</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-family: "calibri"; font-size: small;"><span style="font-family: "arial";"><br /></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-family: "calibri"; font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">"Scusate ma … stiamo andando a cena insieme, vero?"</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-family: "calibri"; font-size: small;"><span style="font-family: "arial";"><br /></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-family: "calibri"; font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">"Certo!!" risponde in volata Angela prima che il suo Alessandro possa tagliarle la strada un'altra volta.</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-family: "calibri"; font-size: small;"><span style="font-family: "arial";"><br /></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-family: "calibri"; font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Brava fanciulla, ha captato qualcosa che sta nell'aria e che non è certo un tentativo di scroccare una cena.</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-family: "calibri"; font-size: small;"><span style="font-family: "arial";"><br /></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-family: "calibri"; font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">"Hai qualche posto qui vicino da consigliare?"</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-family: "calibri"; font-size: small;"><span style="font-family: "arial";"><br /></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-family: "calibri"; font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Si, Alessà, sono la guida Michelin della Zona 6 di Milano, come no?</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-family: "calibri"; font-size: small;"><span style="font-family: "arial";"><br /></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-family: "calibri"; font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">"Un posto vale l'altro ma, secondo me, ogni posto è carino se Angela non ci sta troppo comoda".</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-family: "calibri"; font-size: small;"><span style="font-family: "arial";"><br /></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-family: "calibri"; font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Un bel punto interrogativo sul faccino dei due. Adoro i punti interrogativi, sono di un tenero …</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-family: "calibri"; font-size: small;"><span style="font-family: "arial";"><br /></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-family: "calibri"; font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">"Ecco, dunque …"</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-family: "calibri"; font-size: small;"><span style="font-family: "arial";"><br /></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-family: "calibri"; font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Mi alzo e apro la borsa, raspo tra le corde e ne tiro fuori una rossa fuoco, nuova nuova e appena passata al napisan.</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-family: "calibri"; font-size: small;"><span style="font-family: "arial";"><br /></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-family: "calibri"; font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">"Posso, scusa?"</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-family: "calibri"; font-size: small;"><span style="font-family: "arial";"><br /></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-family: "calibri"; font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Non
lo chiedo né all'uno né all'altro, è una cosa così, per dire, mentre mi
avvicino (due passi, contateli) alla fanciulla e le metto la corda
doppiata intorno alla vita, poi un bel giro intorno e chiusura, via, giù
tra le gambe, centrando le grandi labbra sotto le culotte nera di pizzo
(siamo bagnatine signorina? Essì che lo siamo) e poi su verso la
schiena a chiudere con una frizione sul giro precedente. Fatto un
matanawa molto rapido (hip harness? mutandina? fate voi); vado ancora
verso l'alto e chiudo una prima fascia sotto il seno, nudo e libero. Ma
sono capezzoli eretti questi? Sì? Guardo Angela negli occhi e sollevo il
sopracciglio. Il mio sguardo dice "biricchina" il suo dice "bastardo".
Ci si capisce al volo, bene.</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-family: "calibri"; font-size: small;"><span style="font-family: "arial";"><br /></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-family: "calibri"; font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">"Scusa Alessando, mi passi un'altra corda rossa?"</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-family: "calibri"; font-size: small;"><span style="font-family: "arial";"><br /></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-family: "calibri"; font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Il
ragazzone esegue prontamente e so che adesso ha intuito, anche lui, che
il gioco si fa meno "didattico" anche se, in fondo, sto ancora
insegnando qualcosa. Pur fuori programma e pur a costo zero. Ma per la
gloria e per la diffusione della cultura del bondage questo ed altro.</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-family: "calibri"; font-size: small;"><span style="font-family: "arial";"><br /></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-family: "calibri"; font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Alla
fine trova la corda nella borsa, me la passa come se fosse un cimelio
di guerra, la giunto e continuo. Altra fascia sopra i seni e, infine,
incrocio su schiena e tra le poppe (deliziose, sostenute e calde)
chiusura a croce e una piccola tensione per esaltare la curva già
evidente e pronunciata delle tettine. </span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-family: "calibri"; font-size: small;"><span style="font-family: "arial";"><br /></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-family: "calibri"; font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Olè!</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-family: "calibri"; font-size: small;"><span style="font-family: "arial";"><br /></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-family: "calibri"; font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">"Ti da fastidio girare senza reggiseno?"</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-family: "calibri"; font-size: small;"><span style="font-family: "arial";"><br /></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-family: "calibri"; font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Angela sorride e si guarda il busto, si volta verso lo specchio e si studia per un attimo.</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-family: "calibri"; font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">"Perché, questo che è?"</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-family: "calibri"; font-size: small;"><span style="font-family: "arial";"><br /></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-family: "calibri"; font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Punto tuo fanciulla, rido di gusto.</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-family: "calibri"; font-size: small;"><span style="font-family: "arial";"><br /></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-family: "calibri"; font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Ma poi ne parleremo, a cena, prima, durante e dopo; anche mentre viaggiamo verso il Nautilus, ne parleremo, sì sì.</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-family: "calibri"; font-size: small;"><span style="font-family: "arial";"><br /></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-family: "calibri"; font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">"Vestiti, si parte, io aspetto fuori".</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-family: "calibri"; font-size: small;"><span style="font-family: "arial";"><br /></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-family: "calibri"; font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Esco
e mi siedo sui gradini del dungeon, accendo una paglia e guardo il
cielo che già ombreggia il tramonto. Da qualche parte, in giro, nel
firmamento, brilla Lucifero il Vespero e illumina di venereo desiderio
l'alba della nuova notte. Un po' di romanticismo per allietare le
panzersklaven posso mettercelo o no?</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-family: "calibri"; font-size: small;"><span style="font-family: "arial";"><br /></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-family: "calibri"; font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Una
corda tra le gambe, infilata tra le grandi labbra non dà un gran
fastidio se stai in piedi e basta. Se cammini qualche problemino riesce a
creartelo. Se ti siedi e quella troia tira tra perineo e passera
sfregando sul clitoride la cosa comincia a diventare piuttosto
sgradevole, o gradevole, dipende dai punti di vista.</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-family: "calibri"; font-size: small;"><span style="font-family: "arial";"><br /></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-family: "calibri"; font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Ho
detto (no?) che non sono la guida Michelin della Zona 6 di Milano?
Ecco, lo sapete. E ora sapete perché prima di arrivare ad un giapponese
decente ho dovuto fare praticamente il giro della città con Angela sul
sedile del passeggero e Alessandro dietro, a godersi la scena.</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-family: "calibri"; font-size: small;"><span style="font-family: "arial";"><br /></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-family: "calibri"; font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Sembra
niente ma quando inizia a tirare, una cordina di canapa sei millimetri,
tira come un'indemoniata e, d'istinto, si tende a contorcersi,
muoversi, cercare una posizione che sia meno proibitiva e punitiva ma,
niente, il sedile di una macchina non è il posto migliore per fare certe
evoluzioni, anzi, più cerchi di darti sollievo e più la corda morde, si
ribella, ti azzanna.</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-family: "calibri"; font-size: small;"><span style="font-family: "arial";"><br /></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-family: "calibri"; font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Angela
arriva stremata al ristorante, scende dalla macchina come se avesse tra
le cosce una tarantola e si aggiusta la gonna come se a toccarsi il
ventre potesse esploderle una bomba atomica tra le gambe.</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-family: "calibri"; font-size: small;"><span style="font-family: "arial";"><br /></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-family: "calibri"; font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">"Sto crepando, siete dei bastardi …"</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-family: "calibri"; font-size: small;"><span style="font-family: "arial";"><br /></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-family: "calibri"; font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Ha gli occhi lucidi di rabbia e di piacere, di umiliazione e di desiderio, di eccitazione e di repulsione.</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-family: "calibri"; font-size: small;"><span style="font-family: "arial";"><br /></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-family: "calibri"; font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Mentre chiudo la portiera dell'auto alzo la testolona e le sorrido, serafico, angelico, quasi affettuoso.</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-family: "calibri"; font-size: small;"><span style="font-family: "arial";"><br /></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-family: "calibri"; font-size: small;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">"Sushi o sashimi? Però ti avverto, qui il wasabi brucia come l'inferno …"</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-family: "calibri"; font-size: small;"><span style="font-family: "arial";">____________________________</span></span></div>
<b></b><i></i><u></u><sub></sub><sup></sup><strike></strike><div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiyP9AuCrPuRLoVmYRJx4bMgqDPly1eQwlIqtupUQuKmFbhNebibkq83jK7WcjdfPQXIjc9HDv6z4CqcLoEUZC7vr0ah7RN1IurXobhjMvXGupV5o0_bsFGc0eoCfzB2TYe-rQbIoYz32E/s1600/Pendolum+III.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiyP9AuCrPuRLoVmYRJx4bMgqDPly1eQwlIqtupUQuKmFbhNebibkq83jK7WcjdfPQXIjc9HDv6z4CqcLoEUZC7vr0ah7RN1IurXobhjMvXGupV5o0_bsFGc0eoCfzB2TYe-rQbIoYz32E/s320/Pendolum+III.jpg" width="226" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
Però non era con il wasabi che Angela
aveva litigato, durante la cena; anzi, roba fresca al confronto delle
corde che le martirizzavano la passera, ad ogni respiro.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
In più anche la canapa ruvida sulla pelle
delicata intorno al seno aveva iniziato a fare il suo lavoro, ad un
certo punto. Ma stare dritta come una deliziosa educanda, la camicetta
bianca tirata nei punti giusti e allacciata fino alla gola, la gonna ben
stirata sotto il sedere, era diventato una specie di punto d'onore, per
lei. Un doloroso punto d'onore che s'era portata fino in fondo, fino al
conto, tra qualche sguardo indagatore di clienti incuriositi dalla sua
strana rigidità, dei suoi gesti misurati, dei suoi lievi gemiti di
dolore ad ogni minimo cambio di postura; fino alla mancia al cameriere e
alla discussione filosofica, sul marciapiede, con il venditore di rose,
fino al Nautilus e su per i diciassette gradini che portano alla
reception del locale.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Povera Angela.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Ora mi guarda con due occhioni grandi
grandi e divide la sua attenzione tra le mie pupille e il palo della
pole dance oltre la pista, dietro la mia schiena; apprensione e disagio,
conditi con un un certo nonsoché di bruciante dolore tra le gambe e
intorno alle tette.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
"No, dài, ti prego, non farmi fare anche questo …"</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Iridi castane e faccino quasi
rosso-estintore-rosso, imbarazzo, paura, vergogna ma so che lo vuoi
fare, desideri farlo e implori di farlo.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
"Su su, che sarà mai? Sali sul palchetto, ti appoggi al palo della pole e io ti tolgo le corde … fine della sofferenza".</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Mi guarda come una gattina smarrita; una gattina smarrita con grandi e calde e umide labbra.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
"Ma così mi vedono tutti … "</div>
<div style="text-align: justify;">
"Appunto" sorrido "altrimenti te le toglievo in bagno, giusto?"</div>
<div style="text-align: justify;">
"Ma mi devo spogliare …"</div>
<div style="text-align: justify;">
"Appunto" sorrido "altrimenti te le toglievo in bagno, giusto?"</div>
<div style="text-align: justify;">
"Ma così mi vergogno …"</div>
<div style="text-align: justify;">
"Appunto" sorrido …</div>
<div style="text-align: justify;">
"Altrimenti me le toglievi in bagno, ho
capito …" sospira, mi guarda un'ultima volta con un'emoticon stampata
sul viso: qualcosa come "ti odio amandoti" o "ti amo odiandoti" o "ti
odio e basta", non so se avete presente. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
A piccoli passi s'avvia al palo
della pole, sconfitta più dal desiderio di mostrarsi, nuda, cruda e
legata, che dalla mia scricchiolante logica da vecchio pervertito.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Mentre cammina verso il suo destino
d'infamia e vergogna, sguardi, tanti sguardi, iniziano a seguirla.
Sguardi di donne e di uomini dai divanetti del locale; sguardi di trans,
dal bar dove ogni tanto c'è un po' di assiepamento per i saluti alle
sorelline appena arrivate; sguardi dai ragazzi dello staff che sanno,
più o meno, cosa succederà e tirano tardi in giro, tra tavoli ancora
puliti e divanetti ancora lindi, per godersi la scena; sguardi tanti
sguardi su di lei, sul suo sedere, sul suo seno, sui suoi passi e lei
attraversa la pista, in diagonale, stivali alti e gonna a ginocchio,
camicetta biancofosfo sotto le luci discotecare; una suggestione di
corde intrecciate intorno al suo busto, sotto il tessuto spesso che
abbaglia e riflette promesse.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Allo specchio in fondo alla sala una gran
figa, ad occhio e croce. Solo un passo strano, quasi orientale, stretto
e contenuto, come se avesse un chilo di wasabi tra le cosce.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Sale con un po' di difficoltà sul
palchetto e si posiziona al palo, ci si attacca con le manine curatine e
piccine, si piega in avanti quasi a novanta e aspetta.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Lasciamola aspettare ancora un poco.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Me la prendo calma, seguo la scia (è il
suo profumo questo? Però! Non lo avevo notato, dolce ma non troppo, buon
gusto, devo chiederle cos'è) e finalmente - un passo dopo l'altro,
senza fretta e misurandola con lo sguardo mentre mi avvicino - sono al
palchetto, un piccolo sforzo per salire e una pacca al suo sederino
tondo, leggera e amichevole, lo giuro, leggera e amichevole. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Così è,
leggera e amichevole.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Occhi, sempre più occhi guardano la
scena, compresi quelli di Alessandro che s'è piazzato sul divanetto
dall'altra parte del palo e si rimira la sua Angela da sotto in su, come
fosse una Dea pagana.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Le carezzo la schiena e occhi attirano
occhi, le prendo il mento tra le mani e le faccio voltare il faccino
verso la sala: "hai spettatori, sei contenta?"</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
"Sei un bastardo …" è un sussurro " però … sì, sono contenta"</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Deve ammetterlo, tanto mentire non serve, tra noi.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Le slaccio la gonna: giù la cernierina e
il vestiario a tubino diventa un mucchietto di stoffa intorno alle
caviglie. Alza i piedini, prima uno e poi l'altro; con un solo calcetto
in punta di stivale l'inutile indumento è tra le mani di Alessandro.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Ok, questa è fatta.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
E' un brivido? Un brivido vero? Hai i brividi piccina?</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Qui e lì qualche mano corre verso le
gambe di qualche ragazza e qualche altra mano corre verso il pisello
solitario di speranzosi singoli, sulla stoffa un po' spiegazzata di
solitari pantaloni.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Show must go on.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Le accarezzo le braccia e le slaccio i bottoncini dei polsi, uno, e poi due.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
L'afferro per i capelli e la costringo a
mollare il palo, le sto dietro e piano pian piano, una mano che ancora
strattona la chioma, le apro i mille bottoni della camicetta (ma quanti
cazzo ne hanno cuciti? Mavaffa … !) partendo dalla gola e arrivando fino
al fondo; apro i lembi in modo che appaia il cordame tra busto e anche,
e, infine, la sfilo ma … lentamente, molto lentamente.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Nuda o quasi, a parte gli stivaloni alti e
la culotte (ah, sì, le corde anche, dimenticavo) diventa davvero
l'attrazione del locale. Mani frenetiche cercano sessi tra pieghe di
gonne e stoffe indurite di calzoni di lana.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Ora si tratta di slegare.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Slegare è un'arte, è un momento in cui davvero viene fuori il bakushi, l'anima dello shibari.</div>
<div style="text-align: justify;">
Le corde si staccano dalla pelle,
indugiano, strofinano e vibrano, una sull'altra, una sotto l'altra,
sulla pelle, tra la pelle, nelle mani che sfiorano e spostano e dirigono
e accarezzano e stringono, lasciano, stringono ancora.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Sto alle sue spalle, la sorreggo e la
tengo stretta a me, una mano sulla gola, l'altra che si muove leggera e
slega corde, scioglie tensioni in piacere, ustiona la pelle.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
La musica di una corda che scorre e si
ferma, riparte e carezza, morde, si adagia, torna a correre, la sinfonia
di sensazioni, leggerezza ed eccitazione.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Occhi che diventano radar, si fissano, e
s'incantano sul suo corpo, sul suo corpo e sulle corde che scorrono e,
piano, si avvolgono su se stesse ai piedi della Dea pagana.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Al posto delle corde segni rossi che
marcano e solcano la pelle chiara. Al posto delle corde le mie mani e le
mie braccia, le mie dita che le scavano dentro la culotte, nel bagno
d'umori che, ormai, s'è fatto fiume.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
"Sei oscena" le sussurro nell'orecchio,
la mano ancora alla sua gola, un artiglio leggero, opprimente e invasivo
ma dolce di veleno, minacce e promesse</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Annuisce soltanto, gli occhi socchiusi come le labbra - finalmente - di nuovo dischiuse sui denti.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
"Ti stanno guardando tutti, puttanella" sorrido "non ti vergogni?"</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Scuote la testa: certo che no, certo che non si vergogna.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Non più e forse mai più.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Sta ad un passo dal venire, geme e si
gusta la sensazione di dare spettacolo di sé davanti a sconosciuti e
sconosciute che possono solo guardarla, desiderarla, supplicarne
l'attenzione ma in eterno ricordarla come un miraggio inarrivabile,
intoccabile, intangibile come un sogno del mattino.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Sta per venire, tra le mie carezze e il
vibrato della sua mente perversa che la fa figurare troia in esposizione
e Venere da adorare, nello stesso istante, nello stesso luogo, nello
stesso corpo. Geme e sussulta, ad un passo dalla conclusione o poco
meno.</div>
<div style="text-align: justify;">
Peccato che le corde siano finite e siano
lì, a terra, come morti serpenti. Sulla sua pelle solo rope marker e il
lieve velo di sudore che precede l'orgasmo.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Ora, però, ho voglia di una sigaretta.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
"Fatto, ora puoi andare in bagno a fare pipì, sei libera"</div>
<div style="text-align: justify;">
______________________________</div>
<br /></div>
</span><br />
<div style="text-align: justify;">
</div>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"></span><table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiqoeclE4Inqcoos02Mx8oOoX_KZg_E98-ESOU1-rfgkft1VxPjvK1Rs3F8WuTx6lDU9TxbLTmwCHzSu7tKypmKcShJk0ajB_SKeb2uVbzantbOUMqfhAqlWhtMX_FAo_1JXArMV3-ZYtM/s1600/IMG_1879_1.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiqoeclE4Inqcoos02Mx8oOoX_KZg_E98-ESOU1-rfgkft1VxPjvK1Rs3F8WuTx6lDU9TxbLTmwCHzSu7tKypmKcShJk0ajB_SKeb2uVbzantbOUMqfhAqlWhtMX_FAo_1JXArMV3-ZYtM/s400/IMG_1879_1.jpg" width="266" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><b>Dave Rickman, </b><a href="https://rope-topia.com/about/" rel="nofollow"><b> https://rope-topia.com/about/</b></a></td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">"Ma, infine, ce l'hai o no?"</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Non è che mi sono spazientito ma Diego,
il co-proprietario del Nautilus, a volte riesce a tirarmi per il naso,
anche più di una decina di minuti, prima di darmi una risposta chiara,
almeno intellegibile.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">E' fatto così, ama prendermi per il culo. Ogni spesso.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Comunque, alla fine, riesco a metterlo alle strette e, non so come, gli strappo l'informazione che mi serve.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">"E' nella valigetta nera, guardaroba, dietro la porta. Riportamela pulita … "</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Sì, ok, tanto lo sai che lavo e disinfetto tutto prima di usarlo e dopo usato.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Ci metto più di dieci minuti, in bagno,
con acqua corrente e quel tanto che basta di
disinfettante-antibatterico-funghicida-ammazzatutto.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Fatto il lavoro
sporco, torno nella dressing room con la valigetta (ehi, è very
professional così; che vi credete? Sono uno che s'è preso una laurea
masteritudine … io!) e un sorriso da "bastardo dentro" stampato sulla
faccia.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Angela s'è rimessa gonna e camicetta.
Scommetto che le culotte le ha lasciate in borsa, piccola troietta
esibizionista senza ritegno.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">"Fatto, preso il necessario, possiamo iniziare …"</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Mi guarda, persa come una lucciola senza lampioni</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">"Qui? Ma, non mi dovevi sospendere in mezzo alla sala?"</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">"Qualcosa da ridire? Eccepiamo il Sensee? (si pronuncia Sensee, ricordate? Sensee sì, sensei no!) Ci mettiamo a sindacare?"</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">"No … ma …"</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">"Togli la camica e via la gonna. Ti concedo di tenere gli stivali per ora."</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">"Vabbè, nuda con stivali e autoreggenti, proprio da troia stradale, insomma, grazie … ma … poi mi appendi, vero?"</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Manco le rispondo e la guardo, invadente,
mentre si spoglia e getta i vestitini sul divanetto, gonna attillata,
bottoncini della camicetta (ne ha chiusi pochini, a dire il vero, dopo
la sua prima esibizione) slacciati e via anche quella.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Primo piano sulla sua schiena, sul suo
sedere, sulle sue gambe, pella bianca inguainata in calze nere, please,
lo meritano, vi assicuro! Ok, allargate il campo adesso, azione!</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">"Quando sei pronta … con il tuo permesso …"</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Ironia a non finire, sarcasmo, quasi ... (ve l'ho detto, faccino da "bastardo dentro", e tutto il resto).</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Angela, si volta, mi scannerizza e cerca
di capire se sto scherzando o se sto parlando sul serio. Decide che sto
facendo sul serio e abbassa un pochino lo sguardo. Piccola ruffiana, mi
verrebbe da tirarle una sberla, così, giusto per farle un piacere. Ma
c'è tempo per il piacere, il suo soprattutto. Il mio, ok, noi Dominanti
siamo fatti per servire, si vedrà.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">"Dammi i polsi …"</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Mi tende le braccia e le lego i polsi, velocemente e senza sbavature. Facile no? Circa sei secondi ed è fatta.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Le metto la corda tra i denti</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">"Reggi un attimo …"</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Fa cenno di sì con la testa … ah, dimenticavo, le culotte le aveva lasciate veramente in borsa, se ve lo state chiedendo.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Apro la sacca delle corde e prendo una benda di seta, naturalmente rossa come il peccato e già collaudata, un paio di volte.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Le sto dietro la schiena, le sposto un poco i capelli, lunghi, tanto, le poggio la benda sul volto</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">"Chiudi gli occhi"</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Le stringo la fascia e annodo dietro la nuca; so per certo che adesso è cieca, davvero e irrimediabilmente cieca.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">"Ale, per favore, mi porti tu la borsa e la valigetta?"</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">"Sì … certo … queste?"</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">E quali altrimenti? Non è che siamo al lost+found dello scalo di Fiumicino: quelle, certo.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">"Sì, quelle, grazie"</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Prendo la corda dalle labbra di Angela,
giusto per ricordarvi che ha labbra piene e sensuali, parecchio
sensuali, strattono un pochino, si parte.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Apro la porta della dressing room, due
passi nel corridoio della reception e già i primi sguardi iniziano a
friggere la mia "povera" preda, una coppia arrivata in quel momento, lei
& lui, sulla cinquantina, vestiti benino e molto carini, tipo
coppia-trasgressiva-ma-educata-medio-borghese; serata piena, direi,
bene; una tessera casca dalle mani del "lui" e rimbalza sul bancone.
Immagino la gomitata della lei dal lieve brontolio del compagno, ferito
nell'orgoglio: "ahi, che c'è?"</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Buonasera, ben arrivati.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Apro anche la porta del corridoio che
Alessandro si affretta (bravo ragazzo) a mantenere spalancata mentro
passo con la sua Angela a traino, bendata (ricordate?) completamente
nuda a parte le autoreggenti (ricordate?) issata su di un paio di
stivali altri (ricordate?) e legata, portata a spasso, cieca e inerme,
tra i commenti dei clienti del locale, un venerdì sera "Tuttifrutti" che
- ne sono certo - rimarrà nella memoria di molti.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Sfilo davanti al bar e saluto il ragazzo dietro il bancone, Angela appresso.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Pollice in su, e un sorriso dal barman, passo dopo per una tonica senza ghiaccio, grazie.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Nessuno osa toccarla (queste cose al
Nautilus non capitano, guai se qualcuno si permettesse di farlo, tessera
bruciata per dare fuoco al rogo del contravventore) ma le lingue non
puoi mica bondarle, non tutte, almeno.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">A dire il vero contavo su questo, giusto per intenderci.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Commenti molto leggeri e quasi educati ma
diretti; complimenti a me per l'ottima caccia, un paio di signore che
si propongono per portarla al patibolo al posto mio (sì, se ve la do in
mano sai quando la rivedo indietro) e un medico simpatico, frequentatore
abituale ed appassionato dei miei lavori, che mi chiede se la vendo e,
eventualmente quanto costa.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">E' pronto a pagarla anche in contanti.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Ci vogliono ancora alcuni secondi di
lunga marcia tra gli sguardi e i commenti dei "ragazzi" del Nautilus (e
relative "ragazze") prima di arrivare al punto di sospensione che mi
sono fatto allestire (non senza qualche parolaccia che non è bene
ripetere qui) dall'altro co-proprietario del locale, Luca, la cui mole e
il cui portamento non sono per certo un'istigazione alla polemica.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Insomma siamo lì sotto e sopra noi
dondola pigramente un trapezio solido e collaudato, sul quale tra poco
isserò la mia "vittima sacrificale".</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Le persone incontrate lungo la
processione per i corridoi del locale si sono avvicinate e prendono
posto dinnanzi a noi, sui divanetti antistanti la pista. Aria di sesso,
in giro …</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">"Stai facendo audience, puttanella" le sussurro all'orecchio.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">"Che audience ... Una cosina tra amici … "
mi risponde lei e allarga le cosce, spinge indietro le natiche.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Le
piazzo una manona sulla patata ed esploro tra le sue grandi labbra.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Gronda. Punto. Volete sapere altro? Non credo serva.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Le slego i polsi e li rigiro, un po'
vudemente dietro la schiena (adoro rigirare vudemente polsi dietro le
schiene) e inizio un classico takate kote gote, due giri intorno alle
spalle, abbracciandola e riprendendo la corda da davanti. Poi frizione a
x e ancora i kannuki e via per il secondo wrap. Lei si appoggia a me e
geme qualche parolina piccante ma ancora deve iniziare a sentire il vero
gioco, altro che paroline piccanti; stringo e torno indietro con la
corda, la faccio scorrere come un archetto di violino sui giri già tesi e
la faccio vibrare fino al ventre. Delizioso contrappunto ad una sonata
barocca che il povero Diego è stato costretto a montarmi come colonna
sonora della "performance"; sapete quelle cose tutte archi e vibrati in
canone settecentesco, quella roba lì insomma, da chiudere gli occhi e
sognare di essere in un salotto del diciottesimo secolo, ad uno sputo
dalla rivoluzione francese, tra dame con le tette pompate e sontuose
parrucche incipriate.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Le carezzo il sesso e stringo l'ultimo
nodo, chiudo la legatura e la lascio in mezzo alla pista, da sola e a
gambe lievemente divaricate.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Aria sulla IV corda - J.S. Bach mentre le
passo la corda di sicurezza tra i due wrap del tk e salgo al trapezio,
torno indietro e aggancio per poi risalire al trapezio, ora si può
tirare, forte.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">La sollevo quasi da terra già così e
resta in bilico, le punte degli stivali che sfiorano il pavimento. Nuda
(ricordate?), bendata (ricordate?), immobilizzata (questo lo ricordate
certamente) e con gli stivali ancora indosso. Un paio di autoreggenti
per farla desiderare ancora di più.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Tra il pubblico un mio amico che ama da morire essere sottomesso, visto prima e salutato in volata.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">A che servono gli amici?</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Ha gli occhi puntati sulla scena che si
beve come se fosse l'ultima acqua rimasta sulla faccia della terra, sul
seno di Angela, che così appesa sembra essere ancora più pieno, ancora
più sfacciato, sui suoi capezzoli eretti, sul suo ventre piatto e …
sugli stivaloni.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Lo guardo e schiocco le dita (cafone sono, lo so!) gli indico di avvicinarsi e poi gli stivali.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Ci mette una frazione di secondo a capire. Scatta come una molla oliata e in un attimo è vicino a me.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">"Posso … davvero?"</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">"Se non lo fai ti fucilo!"</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Sorride estasiato e s'inginocchia ai
piedi della "sua" Dea. Prende la cerniera tra i denti (azz, che
raffinato) e l'abbassa, fin quasi a poggiare la guancia al pavimento. E'
un virtuoso, sapete? Un vero sub come non ce ne sono più in giro.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Poi prende delicatamente il tallone dello
stivale e lo sfila lentamente, godendosi le calze sottili e raffinate
di Angela, annusando il piede nudo e deliziandosi dell'odore che riesce a
rubare prima che lo richiami all'ordine.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Altro stivale bambino, qui si deve lavorare.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Angela geme un pochino ma, chiaramente,
non ha disprezzato il trattamento del mio amico e il lieve massaggio che
gli ho permesso di farle alle piante dei piedi.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Donne, ucciderebbero la madre pur di due minuti di massaggio ai piedi.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Continuiamo.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">M'inginocchio a lato di Angela, le
sollevo un piede in modo che possa poggiarlo sulla mia coscia e le lego
la gamba in un futomomo stretto, sicuro, fasciante, polpaccio contro
bicipite femorale, tallone quasi alle natiche.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">La lascio spenzolare un poco mentr</span><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">e lei cerca ancora di reggersi, povera Angela, fatica sprecata, sull'alluce del piede libero.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Affranco un'altra corda di sicurezza alla parte interna della coscia legata, mi alzo e la fermo alla sbarra del trapezio.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Tocca alla gamba sinistra, stesso lavoro,
pochi minuti, mentre l'Aria sulla IV corda ha lasciato il posto ad una
Toccata che vibra d'organo nel ventre. E non solo nel mio.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Sulle calze velate di Angela un rivolo di piacere riluccica, illuminato dai faretti della pista.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Le alzo il piede e lego la caviglia, poi
due, tre giri di corda, salda e dura, tra stinco e quadricipite, altro
futomomo e altra corda di sicurezza.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Angela ora è sospesa, il busto in avanti e le gambe quasi chiuse: giochiamo ai rigger.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Le tiro, una per volta, le corde di
sicurezza dei futomomo e piano rilascio quella del busto; piano piano e
una mossa per volta si ritrova finalmente sospesa a testa in giù, le
gambe oscenamente divaricate, il sesso aperto ed esposto ai miei occhi,
agli occhi di chi, volendo meglio guardare, s'è alzato (e alzata) per
godersi la scena.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Mi metto in ginocchio vicino a lei</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">"Tutto bene piccola esibizionista? Contenta?"</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">"Sei un porco … sì contenta … ma … la valigetta?"</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Le tiro uno schiaffetto sulla guancia, se l'è meritato, voi che dite?</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">"Ti tolgo la benda … "</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Così, appesa a testa in giù, le apro gli occhi al mondo che la circonda …</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Qui e lì, gente che la guarda, più che
altro ci si lima gli occhi, a dire il vero; qualcuno, malamente nascosto
dietro una colonna si sta vigorosamente "massaggiando", un po' fuori
dalla sua visuale, in un divanetto laterale, una coppia ha iniziato a
fare qualcosa di più sostanzioso, mirando come faine alla gallinella
appesa al centro della sala.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Le afferro i capelli, li arrotolo in
qualcosa che ha la vaga forma di una coda, li stringo alla base e li
lego, in un paio di bocche di lupo, poi tiro la corda all'asta di
sospensione e tiro, in modo che sia costretta ad alzare, per quanto può,
il faccino.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Geme per il dolore improvviso (e non preventivato) che le passa dai capelli alla testolina.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Ma regge.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Piccola masochista algolagnica e oscena. E' adorabile quando "regge".</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">"Alessando, mi porti la valigetta, per cortesia?"</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Il compagno di Angela acchiappa il contenitore, roso anche lui dalla curiosità, e me lo porta.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Che gusto c'è nel tenere ancora il segreto? Meglio confessare la propria colpa, no?</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Poggio la valigetta a terra, vicina vicina agli occhi della mia "vittima". Apro ed estraggo una magic wand …</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Angela ci mette un attimo a realizzare forma e natura dell'oggetto che le sto presentando.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Geme per cinque secondi interi e si contorce come una viperella.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">"No, ti prego, no … ti prego … no, mi vergogno, non con quella, non posso … non puoi!!"</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Musica troppo alta, la fuga di Bach mi sta assordando, chi sa che mi ha detto Angela? </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Bho??</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Accendo la macchinetta infernale e l'appoggio con calma, alla sua passera divaricata, bagnata e aperta come una bocca affamata.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Non vi aspettate che ci voglia molto, sapete?</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Pochi secondi, gemiti che si fanno quasi
urli, gutturali e profondi, infine una fontana prorompe dal suo sesso,
forte e potente, chiara, cristallina, alta.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Angela geme parole senza senso, s'inarca
tra le corde, s'irrigidisce e spruzza, spruzza, spruzza, in un orgasmo
senza fine, onde su onde, su onde.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Porca vacca!! Speriamo che non mi bagni le corde, puttanella!</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Appena lavate e già pronte per tornare in lavatrice, che palle.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Ma sorrido. In fondo mi piace vederla così.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Piano piano si svuota e torna al mondo dei vivi. Si lascia andare in un abbandono senza tempo, sulle note di un adagio.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">M'inginocchio davanti a lei, le carezzo il volto sudato, stravolto, esausto.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">"Tutto bene?"</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Annuisce, deglutisce, annuisce di nuovo.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">"Ti tiro giù?"</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Scuote la testa, lentamente, persa, vinta, vincitrice.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">"Potresti bendarmi? Per favore? E lasciarmi qui? Ancora tre secoli?"</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Ecco fatto, quarto periodo.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Il pendolo è fermo.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Fine della storia e tanti saluti ai suonatori.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Magari ci rivediamo al Nautilus, prima o poi ;-) </span>.</div>
<b></b><i></i><u></u><sub></sub><sup></sup><strike></strike><br /></div>
Maurizio Salinashttp://www.blogger.com/profile/14185795960660567443noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1581367353264526654.post-36821258532538704762016-07-21T07:53:00.002-07:002016-07-21T07:56:17.354-07:00Il Dolore<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhBIMLLZL_KNRYWRuqOB2DTkDhyDXbquHuZUDRghaNyjQvOhU9M_7uANiDW1rV7KOsQypdLvhAaR2h7keBSohiuN-LhnIoly8VdnN3Kc-OAydkGMXAVe0Q7224sZy-arPGwyZvzfSRsBqc/s1600/17_a.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhBIMLLZL_KNRYWRuqOB2DTkDhyDXbquHuZUDRghaNyjQvOhU9M_7uANiDW1rV7KOsQypdLvhAaR2h7keBSohiuN-LhnIoly8VdnN3Kc-OAydkGMXAVe0Q7224sZy-arPGwyZvzfSRsBqc/s400/17_a.jpg" width="290" /></a></div>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Mi piace questo appartamento, mi piace
perché si tratta di un appartamento vero e non la solita stanza di motel
anche se, di fatto, siamo in un motel. Una volta tanto fidarmi del
giudizio di un'amica che l'ha provato prima di me non mi ha detto male.
</span><br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Evviva! Grazie, ciao.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Quindi l'appartamento mi piace e ve lo farò visitare, più tardi, un pezzo alla volta mentre mi ci muovo dentro.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Per ora siamo, noi - io, voi e lei -
nell'ingresso e il corto corridoio si apre su una stanza enorme dal
soffitto altissimo. Sulla sinistra una porticina per il bagno di
servizio.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Lei, la mia cagnolina, sta giusto mezzo
passo davanti al mio naso; le poggio la manona sulla spalla e la spingo
lievemente in avanti </span><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">- entra, spogliati e sdraiati a terra, faccia al pavimento.</span><br />
<span style="font-family: Arial;"></span><a name='more'></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial";"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Fa un paio di passi e poi si blocca, tipo
pupazzetto con pile esaurite, di botto. Neanche si volta, prende fiato e
azzarda ("azzarda" mi piace, mi fa sentire un pericolo pubblico,
concedetemi un "azzarda", almeno una volta ogni post, suvvia)</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial";"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">- dove mi metto?</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">- davanti al divano</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial";"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Rialza la testolina e va; poggio per
terra la borsa nera, gravida di corde, fruste, strumentini di lavoro
interessanti e invasivi, finalmente libero del suo peso e del suo
ingombro. Il sadomasokit da viaggio, come lo chiamava una fanciulla
della mia giovinezza, amante dei tubini neri e ora perduta tra i colli
romani. Sì, sadomasokit da viaggio perché se siete sadici davvero, se
davvero ci tenete a nutrirvi di dolore e sottomissione, di puro arbitrio
sul corpo e sui nervi delle vostre vittime, se siete questo e non
semplici "master del pompino" dovete prepararvi a viaggiare, viaggiare
tanto, viaggiare sempre. Contare chilometri signori miei, ma tanti,
davvero a decine di migliaia.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial";"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Vi lascio a pensarci mentre mi lavo le
mani nel bagnetto, con calma. Ho guidato tre ore, sapete, la polvere si
accumula e questo umido che sa di mare vicino vicino mi lascia addosso
quella sensazione di sporchiccio che odio, visceralmente.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial";"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Chiudo il rubinetto e asciugo le mani
sulla tovaglietta di cotone immacolata. Mi guardo allo specchio e vedo
la solita faccia da stronzo, barba sistemata, capelli lunghi e occhi
cangianti ai lati di un naso tanto storto quanto aquilino. Jean Reno
saprebbe fare di meglio alle tre del pomeriggio, ne sono certo.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial";"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Venite un attimo ancora dietro ai miei
pensieri. Lei intanto, nella stanzona grande si sta spogliando e
appoggia con cura gli abiti sul divano, piegandoli.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial";"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">S'è già presa non poche sberle per il suo
cazzo di disordine, da me. Sbattere i vestiti a destra e manca lo fa
quando esce dalle mura domestiche (che condivide con amica
tutta-casa-e-chiesa) e va a scopare con il suo fidanzatino. Quando
m'impegna per una sessione fa la bambina ordinata e obbediente, senza se
e senza ma.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial";"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">La guardo inginocchiarsi e prostrarsi sul
pavimento, davanti al divano, la guacia sul tappeto di gelo delle
mattonelle in ceramica beige (orribili queste, unica nota stonata
nell'appartamento); un attimo per un sospiro che sa di singhiozzo -
fredda la nuda terra, vero? - e poi distende le braccia lungo i fianchi.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial";"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Non sono mai stato particolarmente
attratto dalla giovinezza per se stessa (un tempo sono stato giovane
anch'io, ho una certa nozione di che schifo sia essere perfettamente
pronto ad ogni cosa e doversi invece inghiottire l'arroganza dei vecchi
che vogliono comandare su tutto) ma lei è davvero una piccola opera
d'arte dedicata ai vent'anni. Se fossi uno psicologo la definirei "lo
stereotipo della ventenne che incanta i vecchi bavosi". Devo ancora
decidere quanto vecchio e quanto bavoso sono io ma lei m'incanta.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial";"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Raccatto il sadomasokit (ci avete
pensato? Alla storia dei chilometri dico ...) e mi sposto verso il
divano, scarico la mercanzia sul pavimento e mi siedo. Sprofondo un poco
e piazzo i tacchi degli stivali sulla sua schiena.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial";"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Comodo ma, soprattutto, sono tre ore che
guido (l'ho già scritto, vero?) e ho i piedi in fiamme dentro questi cazzo
di madras pesanti come tagliole. Un po' di relax mi ci vuole, che ne
dite?</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial";"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Schiaccio un pochino sulle costole e lei mugola - come scrivono quelli che sanno rendere l'idea meglio di me - sommessamente.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial";"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Carne bianca di cagna sotto pelle nera di
cuoio. Presso i tacchi sulle natiche rotonde e sode (si vede che la
piccina fa sport estremo) e mi faccio un giro d'orizzonte sul resto
della camerona.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial";"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">La mia amica genovese aveva ragione: uno spettacolo.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial";"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Alle mie spalle (questo l'ho visto quando
sono entrato) un finestrone enorme davanti al quale c'è il divano che
sto usando per poltrire, stivali sulla cagna e manine sulla pancia. Alla
mia sinistra una scala ripida di acciaio e legno porta al grande
soppalco che ospita letto e idromassaggio. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Dinnanzi ai miei occhi una
stanza ampia, ampia quanto basta per esercitare la cagnetta alla nobile
arte dell'obbedienza.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial";"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Sposto il tacco sulla nuca.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial";"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">- Comoda?</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">- Sì Signore.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial";"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Deliziosa, adorabile, una voce da angelo.
Mi eccita persino un pochino. Sarà che sono un pervertito ma mi piace
tanto torturare voci angeliche.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial";"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Respiro la prima aria della sessione e
chiudo gli occhi. Rilasso i muscoli tormentati da tre ore di guida (l'ho
detto che ho guidato tre ore?) e mi porto nel nostro universo fatto di
dolore, quello che lei subirà, e di piacere, quello che io le strapperò
per me, a frustate, dalla carne nuda ed esposta.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial";"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Ma per ora niente di tragico.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial";"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Le infilo, sollevandole le gambe come fosse una bambolina inerte e poco costosa, le ginocchiere.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial";"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Prendo le corde e le lego con calma le
caviglie e le cosce in un futomomo semplice ed elegante. Tre giri tra
caviglia e coscia, poi dentro poi fuori e un paio d'incroci per
soddisfare i maniaci delle frizioni. Tra le mie mani scorrono corde di
canapa nere come il petrolio, con lo stesso riflesso bluastro. Sulla sua
pelle iniziano a stringersi i nodi di dolore.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial";"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Prima la gamba destra e poi la sinistra e finalmente è impacchettata.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial";"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Ora tocca alle mani: le storco un pochino
gli avambracci e le infilo i guanti di pelle imbottiti che la rendono
una cagnolina senza dita a tutti gli effetti. Belli questi guanti, hanno
anche gli anelli per i moschettoni. Ecco fatto, le fisso i polsi dietro
la schiena, per ora va bene così.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Avete mai sentito una cagnetta dire "Si Signore?". No, scommetto di no. Le sposto i capelli dal viso.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial";"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">- Apri la boccuccia tesoro ...</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial";"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Annuisce e le infilo tra i denti il
boccaglio di gomma. Tiro le cinghie dietro la nuca e le sistemo il morso
d'acciaio in modo che sia centrato, completo l'opera serrando le fibbie
all'ultimo buco. Lascio che i lunghi capelli castani le ricadano sul
volto scompostamente. Se amassi fotografare la natura a questo punto una
foto ci starebbe pure.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial";"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Prendo il disinfettante dalla borsa, ne
spruzzo un paio di schizzi sulle mani e strofino ben bene, anche tra
dita e dita. Amuchina santa, protettrice dei sadici ipersensibili al
SSC, prega per noi.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial";"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Comincio ad esplorarla. Non mi sorprendo
(e so che voi non sarete sorpresi, sorprese) nel trovarla già bagnata.
Le sussurro nell'orecchio che è una troia senza ritegno ma anche lei lo
sa; mugola e s'inarca per incontrare la mia mano e farsela sprofondare
nella vagina.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Due, tre dita e la sbatto un pochino.
Sotto i polpastrelli rughe e morbide isole di carne, quattro dita,
rotazioni e controrotazioni, l'ingresso all'utero, il sesso che si apre
ancora e diventa caverna, cinque dita, e ora un poco di lubrificante
perché da sola non ce la fa.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial";"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">- Incapace, cagna incapace. Mi tocca sempre aiutarti ...</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Mugola, ancora.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial";"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Vabbè, ma questa più che mugolare non può
fare, così è stata e così ve la racconto. Mica ci sono tanti dialoghi
in una sessione S/M, il più delle volte si parla con i gemiti, quando
gli occhi non possono dire parole.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial";"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Lubrificante e via, la mano entra fino al
polso e iniziamo a ruotare. La pompo un pochino ancora e sento la prima
contrazione, un urlo soffocato nel boccaglio.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial";"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Ennò cara cagnetta, troppo presto per venirmi addosso, per squirtarmi sul pavimento. C'è ancora qualcosa da fare prima.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial";"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Estraggo la mano.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial";"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Gronda, naturalmente.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial";"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Asciugo con attenzione, la suola dello
stivale sulla schiena della piccina che spasima e sbava, lasciata a
mezzo, e cerca di farsi venire, disperatamente, strusciandosi sul
pavimento della stanza.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial";"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Ma come cazzo si fa a farsi un pavimento di colore beige? Hai gusti orribili cagnetta mia.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Sgancio il moschettone dei guanti e la
tiro su a quattro zampe aiutandola amorevolmente con i suoi capelli
stretti a coda di cavallo nel mio pugno.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial";"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Arranca e ansima e finalmente è fatta. Le
lego la chioma in due vezzosi piggy tail e, finalmente, le metto alla
gola il collare di cuoio con tre anelli d'acciaio.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial";"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Scatta il moschettone del guinzaglio.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial";"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Ora della passeggiata, cagnolina fedele e splendida, ora dei bisognini.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial";"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Le infilo nella vagina un vibratorino
leggero e delicato (ok, lo ammetto, sono ipocondriaco, prima lo copro
con un preservativo. Ma volete proprio sapere tutti i cazzi miei?) che
le scuote soprattutto le piccole labbra e l'ingresso del tunnel. Geme e
si prepara al peggio.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial";"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">- Marcia, via!</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial";"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Mi zampetta accanto già corta di fiato e
sbavante. Gocce di saliva segnano il suo percorso circolare nella stanza
e le recupero già al primo giro, le calpesto sorridendo. Sta pure
sudando e, nonostante le ginocchiere, il passo si sta già facendo greve.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial";"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">- Sei fuori allenamento puttanella, ti
lascio per qualche mese e tu ... niente ... capace solo di farti
ditalini e bere birra. Ditalini e birra, neanche un minuto di
allenamento.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial";"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Guaisce, in modo più che credibile. Bhé ha tutte le ragioni per guaire. Lo sa che ora viene la parte peggiore.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial";"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Cerca di riprendersi e darsi fiato con il
naso ma qualche lacrimuccia al quarto giro ha iniziato a sgorgare. Solo
quattro giri del cazzo dentro una stanza di motel?</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial";"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">- Solo quattro giri del cazzo dentro una
stanza di motel e tu già mi crolli? Come pensi che possa portarti alla
festa del Nautilus e mostrarti ai miei amici se non sei capace neanche
di tenerti per almeno una ventina di giri?</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial";"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Sta letteralmente tirando aria con i denti e so che le ginocchia le fanno un male cane. Ma va avanti lo stesso.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial";"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Il muco le impesta il naso e scorre sul
boccaglio. Sbava e geme, il vibratore ancora piantato tra le grandi
labbra e lì tenuto con una corda che morde le chiappe.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Altri due giri.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial";"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">- Trotto ... !</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial";"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Accenna a due passi, tre, quattro in trotto e poi schianta a terra singhiozzando.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial";"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">La costringo a girarsi spingendola con la punta dello stivale e le piazzo la suola, ben piantata, sulla pancia.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial";"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">- Sei pesante cagnetta. Hai bevuto birra prima di venire da me?</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial";"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Mi risponde latrando sommessamente. E' il
suono che per lei (bisogna capirli gli animali, non hanno parola, devi
essere tu a saperne interpretare i segni canini) vuol dire "no, no, ti
giuro"</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">- Non ci credo. Piscia, voglio vedere la
tua urina, adesso. Voglio vedere che colore ha, quanta ne fai, quanta
birra ti sei scolata prima di venire qui ...</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial";"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">So che questa cosa ti eccita, piccola
troia senza morale, so che adesso stai rischiando veramente di
squirtarmi addosso, so che ti sarà difficile pisciare con tutta questa
eccitazione nel clitoride.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial";"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Lo so ma non me ne frega niente.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial";"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Siamo qui e qui staremo fino a quando non
ti vedrò pisciare la birra che ti sei bevuta a pranzo, a colazione e
forse anche a cena.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial";"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Mi guarda negli occhi e capisco che ha capito, da qui non si scappa.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial";"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Aspetto con pazienza qualche minuto
mentre penso a tante cose interessanti sul prosieguo della sessione. Con
pazienza la guardo strisciare verso i miei stivali e poggiarvi la
guancia. So che li vorresti lappare fino a farli scintillare. So che
adesso veramente ti senti nel ventre la voluttà e la volontà di essere
un oggettino creato solo per il mio piacere. Lo so che maledici la sfera
di gomma che ti strozza il respiro ma non perché ti toglie aria, solo
perché t'imprigiona la lingua.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial";"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Inizia, finalmente, a pisciare. Un piccolo
getto all'inizio e poi un altro e ancora un altro. I getti diventano
flusso e il flusso scorre sul sesso, sull'interno delle cosce, si
raccoglie nella pozza tra le gambe.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial";"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Poi, piano piano il flusso è rivolo e, infine goccia.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial";"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Inarco il sopracciglio destro (non è
perché fa fico, io inarco sempre il sopracciglio destro quando sono
perplesso) e la guardo negli occhi</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial";"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">- Tutto qui? Solo questo?</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial";"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Lei mugola caninamente e si fa piccola piccola.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial";"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Le accarezzo la testolina, in fondo è stata brava.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial";"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">- Sù, al piede!</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial";"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Si rigira e in un secondo è di nuovo a quattro zampe. Le tolgo il boccaglio.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial";"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">- Pulisci ...</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial";"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Abbassa la testa e inizia a lappare la sua pipì dal pavimento.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial";"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Che ci devo fare? E' stata brava in
fondo, va premiata. Le tolgo il vibratore e lo sostituisco con la mia
mano. Ora si entra bene nella sua vagina. La caverna è diventata una
grotta senza fondo.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial";"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Non ci vuole molto. Mentre lappa le ultime gocce di urina viene, gemendo e squirtando un liquido di cristallina purezza.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial";"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Viene in un orgasmo arrogante e senza
confini e la sento perdersi tra le onde del piacere, navigare prima in
cresta e poi in cavo, nell'assoluto nulla del piacere più oscuro, nel
piacere intenso della sottomissione e dell'umiliazione.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial";"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Aspetto che abbia esaurito la sua pantomima e, infine, le prendo le codine in pugno.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial";"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">- Sulla scala, a quattro zampe e poi cuccia fino a quando non arrivo. Adesso è il momento della frusta ...</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial";"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">I suoi occhi castani brillano di lacrime e
di piacere. La sua carne vuole essere solo aperta, adesso. Aperta ed
esposta al mondo. Aperta e violata.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial";">______________</span></div>
<div>
<b></b><i></i><u></u><sub></sub><sup></sup><strike><br /></strike></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh7H1yFyaj-oBiMuL0VmyngcZBUJ9-ueviZzY8vlpYmON7y86kl2nJy5L8BYVKBy2JnIQz7aBKL7QxJ0DElNLxuj4nxUhrePr7XoeCrzBk_u-pToaPmHQxi1I9EvnMCdgf6oGShlnakzQ4/s1600/17_3.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh7H1yFyaj-oBiMuL0VmyngcZBUJ9-ueviZzY8vlpYmON7y86kl2nJy5L8BYVKBy2JnIQz7aBKL7QxJ0DElNLxuj4nxUhrePr7XoeCrzBk_u-pToaPmHQxi1I9EvnMCdgf6oGShlnakzQ4/s400/17_3.jpg" width="216" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">La guardo arrancare sulla scala ripida, a quattro zampe, obbediente e scodinzolante. </span><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Ho gli occhi al sul corpo e alla sua
fatica mentre poggio la borsa sul tavolone della grande cucina a vista
ed estraggo le fruste. Le sento sotto le dita le piccole stronze. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Questa
è la bull, manico rigido e cattiveria senza nome. Questa è la snake,
flessuosa e velenosa.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial";"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Ancora pochi gradini della ripidissima
rampa, si fa forza con un sospiro e li affronta con determinazione.
Scelgo la snake e prendo anche il flogger nero con le lacinie
intrecciate. Nodi in punta per farsi sentire forte e chiaro quando
inizia a lavorare sul serio.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial";"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Trovo anche la scatoletta del pronto
soccorso e acchiappo anche quella. Garze e disinfettante per
l’aftercare. Vi avevo detto che sono un sadico ipocondriaco e SSC
dipendente, no? Sono sicuro di avervelo detto. Ravano ancora nella
borsa, alla cieca, e trovo la sorpresina per la piccina, la caccio nella
tasca destra dei calzoni della mimetica e sorrido con un sorriso, che
secondo me, è piuttosto “sadicamente” ma per alcuni amici è più
“crudelmente innocente”. Vabbè, sorrido e penso che oggi è proprio la
giornata giusta per provare sulla piccina un nuovo effetto speciale .</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial";"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Ora tocca a me arrancare sulle scale.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial";"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Non piace punto un cazzo alla mia gamba
destra fare le scale, non piace punto un cazzo al mio bacino portarcela e
portarsi il femore a spasso ma - che ci volete fare? – mica si finisce
sotto una macchina così, per uscirne indenne e felice due minuti dopo.
Misuro il mio dolore non cercato, non voluto, non sessualizzabile con il
suo che le bagna la fighetta, voluto, desiderato e desiderabile,
sessualizzabile.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial";"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Vaffanculo, ancora tre gradini e poi la via crucis è finita.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial";"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Arrivo sul soppalcato e tiro un sospiro
di sollievo molto interiore. Non fare preoccupare la piccina, s’è già
preoccupata abbastanza quando ha saputo dell’incidente. Se ora sapesse
che, nonostante tutto, mi sono fatto comunque tre ore di macchina per
lei sprofonderebbe nella vergogna e nei sensi di colpa.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial";"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Stringo i denti, a buon rendere fanciulla, smile.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial";"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Poggio fruste e cassetta del pronto soccorso sul letto e mi avvicino.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial";"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Sta accucciata, gomiti a terra, in
ginocchio e culo in aria. Le carezzo le natiche e la schiena, la sento
un pochino rigida e la carezzo ancora, natiche e schiena, ancora e
ancora. Si sta sciogliendo. Ritorno alle natiche e da qui alla passera.
Ancora è bagnata, di nuovo è bagnata.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial";"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Ora di passare alla prossima parte del nostro glorioso incontro.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial";"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Prendo il sacchetto che ho in tasca, un
piccolo sacchetto in raso rosso. Dentro il sacchetto un oggettino con
due cavetti e due morsetti leggeri, un minuscolo ma diabolico
“stimolatore” elettrico a corrente continua. Le applico i morsetti alle
piccole labbra e provo la prima scarica leggera.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial";"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Sussulta e guaisce. Povera piccola. Si aspettava le solite clamp e, invece, oggi si fa sul serio.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial";"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">- Questo è quello che proverai ogni volta che urlerai, chiaro il concetto?</span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">- Si … Signore</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial";"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Il fatto è che a me piace farla urlare,
vi ho già detto che adoro torturare le voci angeliche ma oggi, oggi e
solo oggi, lei non deve gridare. Non l’è consentito tirare fuori la voce
per strillare.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial";"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Con calma le sciolgo le corde dalle
cosce, una corda per volta in spire che si srotolano su spire, con cura e
tenendo in tensione ad ogni giro perché ne senta ad ogni giro le
vibrazioni. Legare è un’opera d’artigianato ma slegare, a volte, rasenta
l’arte. Un maestro di bondage affermava che si riconosce un buon
legatore non da come lega ma da come slega. Sarà, ma io mi sono sempre
considerato un mediocre legatore e quanto possa essere bravo o meno lo
lascio decidere agli altri, alle mie play partener soprattutto, alle
dirette interessate, per capirci.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial";"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Intanto le ho liberato le gambe ma le
lascio addosso le ginocchiere, insomma, anche l’occhio vuole la sua
parte di fetish, ogni tanto, e se io ho il fetish delle ginocchiere e
degli scaldamuscoli, dei calzettoni a mezza coscia che cazzo ci posso
fare? Secondo voi devo farmi vedere da uno strizzacervelli?</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial";"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">- Su, al piede</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial";"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Si alza a carponi e resta ferma, immobile come un tavolino da tè.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial";"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">- Zampa</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial";"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Mi porge la mano destra e le tolgo il guanto, poi passo alla “zampa” sinistra. Ecco fatto, liberata. Getto i guanti sul lettone.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial";"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">- In piedi</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial";"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Scatta in piedi, gambe lievemente larghe e
braccia dietro la schiena. La costringo ad alzare la testolina
prendendola per il mento.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial";"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">- Pronta?</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial";"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Deglutisce un paio di volte.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial";"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">- Si … Si Signore</span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">- Girati e appoggia le mani sulla balaustra</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial";"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Esegue in silenzio, mica ogni volta deve
dirmi “Si Signore”, lo pretendo giusto quando serve, altrimenti si
obbedisce in silenzio e chiuso lì tutto il protocollo. Siamo personcine
pratiche noi sadici, badiamo al sodo in ogni caso.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial";"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Ho la sua schiena davanti agli occhi, le
sue natiche, le sue gambe, divaricate come sa di doverle tenere perché i
colpi si possano insinuare tre le cosce e colpire il sesso, senza
intralci.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial";"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Prendo il flogger dal lettone e inizio a riscaldarle la pelle.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial";"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Prima con una rotazione leggera, lieve
quanto una carezza. Rabbrividisce perché l’aria che spostano le lacinie è
ancora freddina. I colpi seguono i colpi e mentre la pelle inizia a
scaldarsi il colore bianco immacolato della sua carne vira al rosso.
Dieci, venti, trenta “carezze” di flagello e poi inizia la vera danza.
Carico il polso e ruoto lo strumento come se pennellassi una parete
intonsa. Colore rosso vivo e gemiti di uguale colore. Tinte
interessanti, e pensare che questo è solo il riscaldamento.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial";"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Chiudo intorno alla sessantina e le
carezzo la schiena. E’ calda e morbida, è forte di muscoli e ossa. Brava
piccina. Tra le gambe il solito lago che non si asciugherà fino a
quando non avremo finito davvero. Tipo due ore dopo essere arrivata a
casa, ad esempio.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial";"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Lancio il flogger sul letto e tiro fuori
il pacchetto di Camel light dal taschino della camicia. Accendo una
sigaretta e aspiro la nicotina con gusto.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial";"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Ci voleva una pipatina, adesso.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial";"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">La paglia tra le labbra prendo la snake e la srotolo.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Un paio di schiocchi in overhead per
farle capire che ora stiamo salendo sulla giostra giusta e un’altra
boccata di veleno per me.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial";"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">- Ricordi che non devi gridare?</span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">- Sì Signore, lo ricordo</span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">- Conta, conta e non sbagliare o ricomincio da zero, è chiaro?</span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">- Si Signore</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial";"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Non ha ancora richiuso la boccuccia e già
la prima frustata le arriva, lieve ma precisa, sulla schiena, al centro
delle costole, un overhead che le disegna subito una striscia
orizzontale da sinistra a destra.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial";"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Tiro un’altra boccata di fumo, vado a
scuotere la cenere nel posacenere che sta sul comodino e torno, paglia
in bocca, alla mia postazione.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial";"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">- Non ho sentito contare …</span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">- Perdono Signore. Uno Signore, grazie.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">- Non dimenticartene</span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">- No Signore, non me lo dimentico più</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial";"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Carico ancora in overhead e tiro un altro
colpetto appena sotto il primo, un pop sommesso e una riga rossa si
disegna di nuovo, a pochi centimetri dalla precedente sulla sua schiena.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial";"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">- Due Signore, grazie</span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">- Respira profondamente, prendi aria</span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">- Sì Signore, lo sto facendo Signore.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial";"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Brava pupacchiotta, è un piacere istruirti, sai? Non glielo dico ma giuro che lo penso davvero, parola di boy scout!</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial";"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Altro colpo lieve, appena sopra il primo, e altro numero nuovo di zecca per la conta, siamo a tre-Signore-grazie-Signore.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial";"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Il quarto e il quinto sono in crescendo
ma sempre in overhead, poi il sesto, il settimo e l’ottavo partono con
un crack secco che schiocca come fucilata. Le lascio il tempo di
riprendere fiato. L’ultimo colpo l’ha lievemente piegata e il gemito è
stato appena un poco più alto degli altri.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial";"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Raddrizza le ginocchia, aggiusta la schiena in asse e si dispone a prendere il resto.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial";"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Le faccio grazia di altri quattro colpi
in overhead portati tra il crack e il pop (una colonna sonora davvero
interessante quella che si può produrre con una snake) poi riparto alla
carica con tre colpi secchi.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial";"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Barcolla un attimo e all’ultimo lo strillo esce, con potenza, dalla sua gola. </span><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Intanto la paglia è al filtro. Uff!!</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial";"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Spengo la sigaretta e mi avvicino alla cagnolina.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial";"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">- Era un grido quello?</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial";"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Lo sussurro al suo orecchio; deglutisce
saliva e annaspa un pochino, giusto quanto basta per soddisfare il mio
istinto di sadico.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial";"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">- Signore, La prego …</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial";"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Era un grido, quindi, non mi ero
sbagliato, entrambi lo abbiamo riconosciuto come tale … sapete, la cosa
della consensualità e bimbim e bimbam per me è importante, mica ci passo
sopra.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial";"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Raccatto dal letto il giochino e le pinzo
le piccole labbra, il cavetto della corrente è abbastanza lungo da
permettermi di gestire l’intensità mentre la guardo negli occhi. La
costringo ad alzare la testolina e parto con la prima scossetta, giusto
per assaggiare e saggiare la sua resistenza. Stringe le labbra che si
sbiancano dal rosa tenue al cadaverico andante. Attenuo e poi riparto
verso intensità maggiori appena riprende fiato. Ogni volta le do modo di
scendere dalla giostra per riprendere fiato, con la consapevolezza che
al successivo giro ci sarà una nota di dolore in più, un tono più alto
di sofferenza.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Resiste qualche minuto stringendo i pugni
e poi è resa totale; ha le pupille affondate in un lago di lacrime, il
volto già bello ora è semplicemente spendente nella sofferenza. Geme e
ansima, infine alza una gambina e si piega, inarca la schiena in avanti
mugolando dolore.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Spengo la macchinetta infernale con un
click che per lei deve suonare come una sinfonia di felicità, altro che
Inno alla Gioia di Beethoven.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial";"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">- Gridi ancora?</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial";"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Sussulta spaventata e inerme, bellissima
nel suo collare nero e nuda come un verme tra le mani del suo
torturatore. Più di una lacrima dispettosa scorre sulle sue guance.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">- No Signore, non grido più</span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">- Vedremo</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial";"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Mi allontano e impugno di nuovo la
frusta. Ricomincio con calma in overhead tornando sulle righe che già le
arrossano la schiena.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial";"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">La conta va avanti per altri sei, sette
colpi e infine bisogna chiudere. Mi avvicino, frusta in pugno, e le
sollevo il volto puntando il pomolo della snake sotto il suo mento</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial";"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">- Ora puoi grattartela,
troietta. Ma ti conviene venire alla svelta perché hai a disposizione
solo dieci colpi, non di più.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial";"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Tira su col naso, che le cola sulle labbra una candeletta di muco cristallino, ma si sforza di rispondere lo stesso</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial";"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">- Grazie Signore …</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial";"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Non le rispondo, torno in posizione.
Calibro la lunghezza della frusta sulla distanza che mi separa dalla sua
schiena e mi avvicino di mezzo passo per aggiustare il tiro. Ecco
fatto, ora dovrei essere a posto … spero.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial";"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Il primo colpo verticale, tipo cattleman,
schizza in avanti, cattivo e senza remissione, lato destro della
schiena e schiocca scintille di dolore. Non urla quando il cracker
taglia ortogonalmente le linee orizzontali degli overhead precedenti.
Semplicemente piega le ginocchia e il bacino come se avesse una sedia
sotto il culo sulla quale sedersi è l’unica cosa importante di tutta la
sua vita. Le dita della mano destra che fino a qualche secondo prima
carezzavano il clitoride ora stringono convulsamente la balaustra del
soppalcato.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Fa tutto questo, tira aria come un mantice ma non urla.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial";"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">- Continua a grattartela o non fai in tempo a venire, scema …</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial";"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Riporta immediatamente la mano alla passera e ricomincia a carezzarsi, allarga un poco le cosce e riprende posizione</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial";"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">- Uno Signore, grazie</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial";"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Il secondo e il terzo colpo seguono la
stessa traiettoria e aprono altre righe quasi verticali. Agli incroci
tra stria e stria si stanno manifestando le prime esudazioni di sangue,
goccioline minute ma visibili fin da dove mi ero piazzato, rosso rubino,
rosso dolore.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial";"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Altri due colpi al lato sinistro della
schiena e le concedo un attimo per darsi piacere senza dolore. Mi chino,
punto un ginocchio sul pavimento e riparto con calma con altri due
colpi overhead che le arrossano le natiche da sinistra a destra.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial";"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Ora le sue carezza sono frenetiche,
ansima e rantola ma ancora conta, la voce roca di un angelo caduto che
ancora spera, pregando, di tornare al suo paradiso.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Tre frustate alle natiche, vicinissime una all’altra, distanziate nel tempo per darle il suo tempo.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial";"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Non è un caso se il primo schizzo di
squirt imbratta il pavimento dinnanzi a lei quando la penultima frustata
le percorre le natiche. Non è un caso se viene gorgogliando un “dieci,
grazie Signore” che ormai è automatico riflesso di salutare obbedienza,
proprio alla decima frustata. Lei con la testa non è più qui, è altrove
e, dove sta, sta pure bene.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial";"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Beata lei, a me un po’ la spalla fa pure male, vaffanculo!</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial";"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Mi rialzo in piedi e la guardo venire,
ginocchia piegate, schiena inarcata, una mano alla balaustra, nocche
sbiancate, e una tra le cosce.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial";"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Le poggio la mia manona sulla schiena e
assaporo i suoi ultimi sussulti, i suoi ultimi singhiozzi. Aspetto che
abbia la forza di sollevarsi e, tenendola per un braccio, sostenendola,
la porto sul letto, pancia in giù.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial";"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Aspetto che termini la marea di emozione e
di piacere, aspetto con calma e, infine, prendo garze sterili e
disinfettante. Ora delle “cure mediche”, piccola peste. Ora di qualche
coccola.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Le pulisco la pelle intorno ai nodi dai
quali il sangue è venuto a giorno e poi, con attenzione, passo a
ripulire le ferite aperte. Un compito minuzioso da infermiere, mica si
può lasciare che gli abiti facciano il lavoro sporco d’infettare, non è
carino, per niente.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial";"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Lei respira con una calma ritrovata, mentre sto per finire allunga una mano sul mio ginocchio e stringe con forza.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial";"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Piange, piange prima piano e poi sempre più forte, sussultando e gemendo.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial";"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Piange tutto il dolore che non è riuscita
a piangere in questo mese di sofferenza, nel mese intero passato da
quando il suo “fidanzatino” l’ha mollata perché lei era “troppo avanti”,
troppo “lei” per essere tollerata e il momento in cui ha potuto,
finalmente scaricare ogni colpa tra una frustata e un’altra, ripulirsi
l’anima da colpe che non ha mai commesso ma che le pesavano tanto nel
cuore da chiudere anche i rubinetti degli occhi.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial";"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">A volte il dolore del corpo è l’unico
modo per combattere e vincere il dolore dell’anima, per tornare a
respirare senza il polmone d’acciaio e tornare a vivere senza stampelle.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial";"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">A volte.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial";"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">A volte neanche quello basta.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial";"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Mentre la macchina fila verso casa sua
lei è accoccolata sul sedile del passeggero e fuma un drum appena
rollato. Guarda fuori dal finestrino e, quasi, sorride.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial";"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">- Tra un paio di chilometri c’è un autogrill, vieni con me a prendere un caffè</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial";"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Mi guarda come se fossi un alieno.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial";"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">- Posso? Davvero posso? – indica col ditino il collare nero che ancora le stringe la gola – e questo?</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial";"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">- Lo tieni addosso … anche quando riparto te lo tieni</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial";"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Credo di non averla mai vista sorridere
così apertamente fin da quando la conosco. E’ una primavera, la piccina,
una primavera con la schiena martoriata e l’anima finalmente leggera.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial";"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Metto la freccia e svolto a destra nella
piazzola dell’autogrill. Parcheggio e spengo il motore, tolgo gli
occhiali scuri ed estraggo la chiave dal cruscotto.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial";"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">- Signore, prima che andiamo posso chiederle una cosa?</span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">- Prova, magari ti rispondo anche</span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">- Davvero mi porterebbe ad una festa e mi mostrerebbe ai suoi amici? Come cagnolina, dico …</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial";"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Il sole è al tramonto, ormai, e – in
fondo – un po’ anch’io mi sento come una giornata, magari bella ma
arrivata alla fine delle cose importanti da fare. Delle cose importanti
già fatte.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Ne mancano davvero poche. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">E la piccina è una delle poche che
restano.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial";"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">- Vedremo, - le rispondo aprendo la portiera – vedremo</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial";"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Il mare mi strizza l’occhio e una petroliera, all’orizzonte, danza sul filo della sera.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial";"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">- Vedremo.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial";"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Nascondo il mio sorriso uscendo dalla
macchina ma sono sicuro che la puttanella l’ha visto anche se avevo la
faccia rivolta altrove, al mare, al sole, alla petroliera che danza sul
filo della sera.</span></div>
<br />Maurizio Salinashttp://www.blogger.com/profile/14185795960660567443noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1581367353264526654.post-82186978363892635332014-12-26T00:51:00.001-08:002016-07-31T11:24:25.595-07:00La Rosa Bianca<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgYmjHH1p6ZnSdmM031wZTRXPzqricDhXmSaYg0VHdWdS35DAaeU-TgYG5f35gZmTHAvvvGAuGy2w55sdpQ-rdj1FmzZztpAjlHpF4ZdJ4GkTES9kBFYuMnnmWPDAK4DKoLgtYFE-7rvVU/s1600/La-Rosa-Bianca1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgYmjHH1p6ZnSdmM031wZTRXPzqricDhXmSaYg0VHdWdS35DAaeU-TgYG5f35gZmTHAvvvGAuGy2w55sdpQ-rdj1FmzZztpAjlHpF4ZdJ4GkTES9kBFYuMnnmWPDAK4DKoLgtYFE-7rvVU/s1600/La-Rosa-Bianca1.jpg" width="300" /></a></div>
<br />
<br />
<span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">Un filo di autopromozione ...</span><br />
<span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">Non guasta mai :-)</span><br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><< La rosa bianca non si legge per il gusto di scoprire chissà quali misteri. Chiamarlo ‘romanzo di formazione’ forse è un po’ eccessivo, ma certo assomiglia più a questo che a un manuale di BDSM, una storia d’amore o – questo proprio no – un romanzetto porno come se ne trovano tanti fra gli autoprodotti online. Qui l’unico esibizionismo è per le intuizioni sociopsicologiche dell’autore, che invitano al confronto anche con se stessi. Le osservazioni sul narcisismo patologico imperante fra i sadomasochisti da social network sarebbero sufficienti da sole a scatenare una fatwa delle sciampiste</span> >></div>
<div style="text-align: justify;">
<b><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">Ayzad</span></b></div>
<div style="text-align: justify;">
<b><a href="http://www.ayzad.com/it/notizie/mass-media/libri-ed-ebook/come-scatenare-la-fatwa-delle-sciampiste-la-rosa-bianca/" target="_blank"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">Link alla recensione completa</span></a></b><br />
<b></b><a name='more'></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><span style="font-size: small;"><< Il romanzo ha la forma di un racconto
autobiografico. Questa forma più che giovare appesantisce forse il
testo, ma era l’unica seria e credibile. Non un autore che dottamente
disquisisce di SM e se fa un romanzo ci mette dei personaggi. No, qui è
lui a narrare ed un narrare di sé e delle vicende vissute tramite una
impietosa analisi introspettiva che ha come centro un uomo di questo
tempo e di questa società.<br />
E’ abbastanza chiaro ed evidente che non è una semplice autobiografia,
ma anche un modo per parlare di quelli che sono i rapporti SM.<br />
Oggi con la diffusione di feste, social, chat, aperitivi e chi più ne ha
più ne metta, sembra facile rapportarsi. Che ci vuole? Due mail, una
pizza e poi il dungeon.<br />
Ohh quanto difficili sono invece questi rapporti specie quando sono vissuti con intensità, passione.<br />
In altre parole con amore. >></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<b><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><span style="font-size: small;">Fulvio Brumatti</span></span></b></div>
<div style="text-align: justify;">
<b><a href="http://www.gabbia.com/il_blog_gabbia/la-rosa-bianca-lamore-oltre-ogni-sfumatura#more-2888" target="_blank"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><span style="font-size: small;">Link alla recensione completa</span></span></a></b></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><span style="font-size: small;"><br /></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><span style="font-size: small;">Per saperne di più:</span></span><b><a href="http://www.damster.it/index.php/features/eroxe-dove-l-eros-si-fa-parola/item/la-rosa-bianca" target="_blank"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><span style="font-size: small;"> informazioni e link per acquisto</span></span></a></b></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><span style="font-size: small;"><br /></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><span style="font-size: small;"><br /></span></span></div>
<div id="stcpDiv" style="left: -1988px; position: absolute; top: -1999px;">
La
rosa bianca non si legge per il gusto di scoprire chissà quali misteri.
Chiamarlo ‘romanzo di formazione’ forse è un po’ eccessivo, ma certo
assomiglia più a questo che a un manuale di BDSM, una storia d’amore o –
questo proprio no – un romanzetto porno come se ne trovano tanti fra
gli autoprodotti online. Qui l’unico esibizionismo è per le intuizioni
sociopsicologiche dell’autore, che invitano al confronto anche con se
stessi. Le osservazioni sul narcisismo patologico imperante fra i
sadomasochisti da social network sarebbero sufficienti da sole a
scatenare una fatwa delle sciampiste - See more at:
http://www.ayzad.com/it/notizie/mass-media/libri-ed-ebook/come-scatenare-la-fatwa-delle-sciampiste-la-rosa-bianca/#sthash.93cHayWK.dpuf</div>
<div id="stcpDiv" style="left: -1988px; position: absolute; top: -1999px;">
La
rosa bianca non si legge per il gusto di scoprire chissà quali misteri.
Chiamarlo ‘romanzo di formazione’ forse è un po’ eccessivo, ma certo
assomiglia più a questo che a un manuale di BDSM, una storia d’amore o –
questo proprio no – un romanzetto porno come se ne trovano tanti fra
gli autoprodotti online. Qui l’unico esibizionismo è per le intuizioni
sociopsicologiche dell’autore, che invitano al confronto anche con se
stessi. Le osservazioni sul narcisismo patologico imperante fra i
sadomasochisti da social network sarebbero sufficienti da sole a
scatenare una fatwa delle sciampiste. - See more at:
http://www.ayzad.com/it/notizie/mass-media/libri-ed-ebook/come-scatenare-la-fatwa-delle-sciampiste-la-rosa-bianca/#sthash.93cHayWK.dpuf</div>
<div id="stcpDiv" style="left: -1988px; position: absolute; top: -1999px;">
La
rosa bianca non si legge per il gusto di scoprire chissà quali misteri.
Chiamarlo ‘romanzo di formazione’ forse è un po’ eccessivo, ma certo
assomiglia più a questo che a un manuale di BDSM, una storia d’amore o –
questo proprio no – un romanzetto porno come se ne trovano tanti fra
gli autoprodotti online. Qui l’unico esibizionismo è per le intuizioni
sociopsicologiche dell’autore, che invitano al confronto anche con se
stessi. Le osservazioni sul narcisismo patologico imperante fra i
sadomasochisti da social network sarebbero sufficienti da sole a
scatenare una fatwa delle sciampiste. - See more at:
http://www.ayzad.com/it/notizie/mass-media/libri-ed-ebook/come-scatenare-la-fatwa-delle-sciampiste-la-rosa-bianca/#sthash.93cHayWK.dpuf</div>
<div id="stcpDiv" style="left: -1988px; position: absolute; top: -1999px;">
La
rosa bianca non si legge per il gusto di scoprire chissà quali misteri.
Chiamarlo ‘romanzo di formazione’ forse è un po’ eccessivo, ma certo
assomiglia più a questo che a un manuale di BDSM, una storia d’amore o –
questo proprio no – un romanzetto porno come se ne trovano tanti fra
gli autoprodotti online. Qui l’unico esibizionismo è per le intuizioni
sociopsicologiche dell’autore, che invitano al confronto anche con se
stessi. Le osservazioni sul narcisismo patologico imperante fra i
sadomasochisti da social network sarebbero sufficienti da sole a
scatenare una fatwa delle sciampiste. - See more at:
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<div id="stcpDiv" style="left: -1988px; position: absolute; top: -1999px;">
La
rosa bianca non si legge per il gusto di scoprire chissà quali misteri.
Chiamarlo ‘romanzo di formazione’ forse è un po’ eccessivo, ma certo
assomiglia più a questo che a un manuale di BDSM, una storia d’amore o –
questo proprio no – un romanzetto porno come se ne trovano tanti fra
gli autoprodotti online. Qui l’unico esibizionismo è per le intuizioni
sociopsicologiche dell’autore, che invitano al confronto anche con se
stessi. Le osservazioni sul narcisismo patologico imperante fra i
sadomasochisti da social network sarebbero sufficienti da sole a
scatenare una fatwa delle sciampiste. - See more at:
http://www.ayzad.com/it/notizie/mass-media/libri-ed-ebook/come-scatenare-la-fatwa-delle-sciampiste-la-rosa-bianca/#sthash.93cHayWK.dpuf</div>
</div>
<span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"> </span>Maurizio Salinashttp://www.blogger.com/profile/14185795960660567443noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1581367353264526654.post-52674060160379092342014-12-25T09:50:00.000-08:002014-12-25T09:50:10.760-08:00La Maschera<div class="unit_title bx-def-font-h2" style="text-align: justify;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEirBrTgvi_xyg4RP0j04eVCj8F03Ibgrce6IKIY9aBK7kXlChMGXVi_RjJjpfU8MO35Q_f-kzakGGHtmjEcgHxuXdUcv-VZhlqfsk7NQlZ-usD_QVmMsRGQLeOGEdmEScK5QAfMtAzk8QQ/s1600/mask_02.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEirBrTgvi_xyg4RP0j04eVCj8F03Ibgrce6IKIY9aBK7kXlChMGXVi_RjJjpfU8MO35Q_f-kzakGGHtmjEcgHxuXdUcv-VZhlqfsk7NQlZ-usD_QVmMsRGQLeOGEdmEScK5QAfMtAzk8QQ/s1600/mask_02.jpg" height="400" width="322" /></a></div>
<div class="unit_title bx-def-font-h2" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia,"Times New Roman",serif;"><br /></span></div>
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia,"Times New Roman",serif;">
</span></div>
<div class="blog_text bx-def-font-large bx-def-margin-sec-top 2" style="text-align: justify;">
<div class="blog_image marg_both_left" style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia,"Times New Roman",serif;">L'incenso fa scena e copre l'odore di
muffa che impregna ogni angolo del dungeon. No, anzi, non "copre", si
mescola. Ecco, si mescola e, con l'odore di muffa, l'incenso amalgama
anche il lieve profumo di sessi bagnati.<br /><br />Non so neanche come ti chiami. <br /><br />Regole.<br /><br />Regola
numero uno: non m'importa chi sei, cosa sei, cosa fai oltre la parete
del dungeon. Qui sei una cagna, un oggetto dell'arredamento, la troia
che uso per divertire gli amici annoiati, carne da frusta, merce da
sospendere tra ruvide corde ed esibire alle amiche sorprese.<br /><br />Regola
numero due: non hai un nome, non hai un volto. La maschera nera, in
pelle spessa, ti aspetta al suo solito posto e tu entri, la indossi, ti
spogli, stringi da te il collare sulla tua stessa gola, chiudi da te il
lucchetto che t'imprigiona nella maschera. Ti metti all'angolo del
dungeon, nuda, in ginocchio, la faccia rivolta al muro e aspetti.</span></div>
<a name='more'></a>Regola
numero tre: qualsiasi cosa accada hai un solo modo per uscirne, la tua
safeword o il tuo safesignal. Ma se la usi una volta, anche una sola
volta, non tornerai mai più.<br /><br />Regola numero quattro: ti cercherò io, se mi servirai. Se vorrai esserci dovrai esserci sempre. Altrimenti non ci sarai mai più.<br /><br />Regole.<br /><br />Ti
ho legata a croce al centro della stanza, solo gli occhi sono liberi di
scorrere avanti e indietro, seguendo i miei movimenti.<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia,"Times New Roman",serif;">Occhi scuri con piccole, puntute, pupille.<br /><br />Regole.<br /><br />Oltre
alla maschera e allo stretto collare borchiato che ne copre la cerniera
sulla gola, oltre al pelo pubico che hai dovuto coltivare nei mesi
precedenti, oltre alle pinze serrate sui capezzoli. Oltre a questo sei
nuda, totalmente nuda.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia,"Times New Roman",serif;">Occhi puntuti mi seguono, denti bianchi su labbra dischiuse masticano dolore, il corpo lamenta nel respiro l'attesa del piacere.<br /><br />Regole.<br /><br />M'inginocchio
dinnanzi al tuo sesso, tra le cosce divaricate e t'ignoro. Non esisti
più oltre lo spettacolo osceno della tua vulva offerta al mio sguardo.<br /><br />Sei
bagnata, baldracchetta. Soffri e sei bagnata. Hai paura e sei bagnata.
Sei bagnata di tutto questo e saperlo ti fa sentire più sporca e più
inutile, ti fa bagnare ancora di più.<br /><br />Un ciuffetto dopo l'altro i peli pubici spariscono, estirpati, strappati, lentamente. <br /><br />Gemere
in modo convincente a farmi impietosire è la tua sola arma di
redenzione. Ma non la usi così bene come ti sarebbe necessario. La
sottile lama di pietà che s'affila sulla mia mente eccita i miei sensi,
drizza il mio membro, mi soffia via dal cervello l'altra dose di pietà. <br /><br />Gemere, così come fai ora, è supplica di massacro. E' agonia di piacere, vomito di libidine.<br /><br />Un
lavoro pulito deve essere fatto con attenzione, con scrupolo. Il rasoio
a lama libera completa l'opera delle dita. Come schiuma emolliente i
tuoi umori. Se qualche piccolo taglio ne risulterà, abbi pazienza, non
sono il tuo estetista, fattene una ragione.<br /><br />Pinze e pesetti alle grandi labbra. Pinze e pesetti alle piccole labbra.<br /><br />Non
è da te, puttanella, urlare così acutamente. Devo chiudere la porta del
tuo sgradevole singultare strilli. Ti tappo le labbra rosse. Respirerai
col naso ogni stilla di sofferenza. Mai disturbarmi mentre lavoro, lo
sai, è vietato. Questa è una regola non scritta ma vale per me, quindi,
vale anche per te.<br /><br />Non ci siamo neanche detti come ti chiami, come mi chiamo.<br /><br />La prima volta non ci credevi, scommetto, che sarebbe andata proprio così.<br /><br />Non
sembro estremo come, di fatto, sono. Sono calmo nell'esporre e
comprensivo nell'ascoltare. Sembrano favole le mie favole. La prima
volta arrivasti, lo so, a sfiorare la safeword. E non solo una volta, e
non solo quella volta.<br /><br />La frusta tagliava la tua schiena in strie
sottili come rasoiate, altrettanto brucianti. C'eri quasi a chiedere
pietà, raccattare i tuoi vestitini da signora "bene" (non ti ho mai
chiesto se sei sposata, dovrebbe interessarmi secondo te?) e scappare
via, ancora mascherata come la puttana di un circo sadomaso.<br /><br />Le
chiavi del lucchetto le ho sempre in tasca, non le perdo ma senza
quelle, esci così come sei, mascherata di vergogna nera. E' il prezzo
della safeword: un miracolo di generosità, se abbandoni ti porti via
pure il regalo della casa.<br /><br />Pesetti alla passera e bocca tappata.
Il collare fissato con catene ai quattro punti cardinali. La testa
immobilizzata, Pinze sui capezzoli. Accendo il vibratore che ti avevo
fissato nel buco posteriore.<br /><br />Mugolii. Adoro i mugolii.<br /><br />Grondare di umori. Ora l'incenso neanche si sente più.<br /><br />Cambio
la lametta. Peccato non ci siano più in giro i vecchi rasoi che usava
mio nonno. Avrei volentieri affilato la lama sulla striscia di cuoio
marrone che usava lui mentre mi parlava di donne e di comunismo, mentre
si rasava in maglietta e mutandoni anteguerra.<br /><br />Ti masturbo, un
dito, due dita, tre. Scavo dentro di te, godo del tuo calore, della
mucosa morbida che avvolge la mia mano, delle spinte oscene dei tuoi
pelvi sul mio esplorarti da dentro.<br /><br />Mugolii e risucchi. Lo so che ti cola il naso, lo so che stai quasi soffocando nell'orgasmo.<br /><br />Ti
taglio la pelle appena sopra il capezzolo destro, piano piano. Linea
sottile, rossa, prima e poi stille di sangue colano sul seno come strie
di cera. <br /><br />Le tue contrazioni si fanno disperate e l'aria entra a
stento tra il muco e i singhiozzi. Altro orgasmo, quasi la bestiolina mi
squirta sulle mani.<br /><br />Calma tesoro, ancora qualche orgasmo e un paio di tagli e per oggi abbiamo finito il lavoro.<br /><br />In fondo marchiare una vacca non significa che poi, per forza, le devi dare un nome.<br /><br />Non so neanche come ti chiami e dove abiti.<br /><br />Un numero di cellulare per farti volare sei gradini sottoterra.<br /><br />Non so neanche se davvero esisti oltre quei sei gradini.<br /><br />Potresti essere chiunque incontro lungo la strada, di notte o di giorno.<br /><br />Sei tutti e non sei nessuno.<br /><br />Eppure ora sei mia.</span></div>
</div>
Maurizio Salinashttp://www.blogger.com/profile/14185795960660567443noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-1581367353264526654.post-73267311288115835952014-12-25T09:29:00.003-08:002014-12-25T09:31:12.666-08:00Hard & Soft<div class="unit_title bx-def-font-h2" style="text-align: justify;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhH4vjSJQtRnIov3kIQfhuBul9kQe_WJHpi3pLUV4tkq-TvFnz-6Ev8_oTYrP3IvuhI0A-MzMMLWox3EYFOnLUztG1S3VDR240U3fqwmIJOKMPKLvZdwv_8a-p78sD8GjLwcLsNV3_Ndps/s1600/fb_01.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhH4vjSJQtRnIov3kIQfhuBul9kQe_WJHpi3pLUV4tkq-TvFnz-6Ev8_oTYrP3IvuhI0A-MzMMLWox3EYFOnLUztG1S3VDR240U3fqwmIJOKMPKLvZdwv_8a-p78sD8GjLwcLsNV3_Ndps/s1600/fb_01.JPG" height="400" width="371" /></a></div>
<div class="unit_title bx-def-font-h2" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia,"Times New Roman",serif;"><br /></span></div>
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia,"Times New Roman",serif;">
</span></div>
<div class="blog_text bx-def-font-large bx-def-margin-sec-top 2" style="text-align: justify;">
<div class="blog_image marg_both_left" style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia,"Times New Roman",serif;">Le cose, a volte, semplicemente, capitano.<br /><br />Se
passi qualche anno immerso nella "scena", o nella "community" come si
usa dire oggi, tendi ad abituarti a ritmi e riti che sono propri degli
usi e costumi tribali dei praticanti ma, per contro, non ti rendi conto
(o forse ti dimentichi) che non per tutti è così, non sempre è così, non
è sempre stato così.<br /><br />Alcune vivono ancora il sogno di un
possibile equilibrio tra "normalità" e "perversione", di un possibile
compromesso tra essere, fondamentalmente, pervertiti e vivere una vita
apparentemente separata dalla propria sessualità più sfrenata. Per
garantirsi questo equilibrio non poche si rifugiano nell'idea di potersi
limitare a "pratiche soft". Un antipasto di sé stesse senza la
necessità di accedere al piatto forte della propria, più genuina,
depravazione.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia,"Times New Roman",serif;"></span></div>
<a name='more'></a><br />
Elena era una bella donna, lontana dalla quarantina
ma già oltre l'età in cui si poteva chiamarla "ragazza" senza fare la
figura del cafone. <br />
<br />
Esercitava la professione antica
dell'avvocatura, la seconda professione più vecchia del mondo e nata con
le stesse prerogative della prima.<br />
<br />
La conobbi sul solito sito
sadomaso, a mezzo della solita messaggeria e l'approcciai con il solito
sistema: gentilezza e leggerezza; lungo percorso ad ostacoli da
svolgersi con cauta pazienza ma le regole della seduzione valgono tra i
vampiri come tra gli umani come tra i licantropi. E io che sono un po'
di tutto questo non voglio far fare brutta figura alle categorie che
immeritatamente rappresento.<br />
<br />
Con grazia e con serenità la feci
passare dal confidenziale "tu" ad un più rispettoso "Lei" e le proibii
il "Voi" solo perché non lo ritenevo consono ad un seguente "Signore"
che le venne imposto già alla terza chat.<br />
<br />
Con lei, che mi aveva
così tanto chiesto delle pratiche "soft", mi divertii ad inscenare
quanto di più hard poteva ricavarsi dal soft. Tanto hard da superare,
senza mai neanche uno schiocco di cracker, una vera e propria
fustigazione. Il che per un amante delle fruste come il sottoscritto è
quasi come essere miracolate.<br />
<br />
Fu l'ispirazione del momento, le
cose a volte semplicemente capitano, a suggerirmi un modo per limare al
nocciolo la sua sfrontata supponenza che univa ad una formale, passiva
sottomissione, in un gioco alterno di sudditanza e di ribellione, di
superiore inferiorità. Almeno in chat ...<br />
<br />
I capelli ricci e
rossi, le forme morbide e aggraziate ma non appesantite, gli occhi
immancabilmente verdi, le labbra piene, il volto chiaro e arguto. Così
mi si presentò al dungeon sette giorni dopo il primo saluto nel web; un
vestitino leggero, stampato a fiorellini, biancheria intima quasi in
visione pubblica, in mano la borsa di cuoio con la quale andava in
ufficio e sul braccio destro la toga che s'era portata via dallo studio
per un paio di rifiniture domestiche. Così mi disse e io feci finta di
crederle.<br />
<br />
La feci accomodare sul divano di pelle nera e non mi
passò neanche per l'anticamera del cervello di raccontarle che su quello
stesso divano, le natiche al vento, gemente e sbavante carezze e
dolore, avevo ospitato qualche giorno prima un'altra donna. Che in
quella posizione, o in altra simile, prima che facesse sera e per una
lunga, interminabile lezione di spanking, avrei ospitato lei.<br />
<br />
Parlammo
un poco e mi confermò quello che in chat già mi aveva comunicato. Amava
le corde e la sottomissione ma il dolore fisico le faceva paura. <br />
<br />
Mai
forzare la mano, in fondo se a qualcuno non piace soffrire perché
insistere? Prima o poi cambierà idea anche su questo ma, davvero,
discutere con un'avvocatessa dei sofismi sadiani fa gioco? Per me no.<br />
<br />
Fu
così che venni ispirato dal suo abitino leggero, le ordinai di
spogliarsi e - mentre lei, un poco imbarazzata, si cavava uno per uno
vestitino, scarpette, reggiseno e slip - iniziai a preparare le corde
per un hishi gote (comunemente chiamato karada) da viaggio.<br />
<br />
Presi
ad incrociare le corde appena sopra il seno e da lì disegnai davanti e
dietro la fuga di rombi che avvolgono a rete le tette, la pancia, i
glutei.<br />
<br />
Passando con le corde tra le cosce le imposi di allargare
con le sue stesse mani le grandi labbra, mi posizionai in ginocchio per
meglio prendere la mira e le collocai tre nodi nei punti strategici,
uno sul clitoride, uno all'ingresso della vagina, uno sul buchino
posteriore che mi sembrò stretto al punto giusto per esercitare, anche
lì, una dominazione "soft".<br />
<br />
Quando ebbi chiuso il nodo necessario a mantenere saldo tutto il costrutto la feci voltare e la feci rimirare allo specchio.<br />
<br />
Era superba ed era bella, raggiante nella ragnatela di canapa rossa.<br />
<br />
Le
feci raccogliere i capelli ricci in una bella coda alta e le carezzai
il seno giocherellando coi capezzoli. Le tastai il sesso cercando tra i
ricciolini di pelo le corde e le trovai, come mi aspettavo, già fradice
di desiderio.<br />
<br />
"Incontenibile troietta", le sussurrai all'orecchio
e lei, semplicemente, chinò il capo e gemette sommessamente delle scuse
imporobabili.<br />
<br />
"Indossa la toga ..."<br />
<br />
Mi guardò incuriosita e speranzosa.<br />
<br />
"Signore ? ..."<br />
<br />
Voleva essere certa di aver sentito bene, la piccola feticista.<br />
<br />
"Metti la toga e le scarpe, usciamo a fare un giro in macchina"<br />
<br />
"Sì ... Signore"<br />
<br />
Obbedì
velocemente e si mise sulle spalle la toga, chiudendola con apprensione
sul davanti e mantenendone serrati i lembi con le mani, unghie smaltate
di rosso su dita affusolate e tremanti.<br />
<br />
"Signore ... posso?<br />
<br />
"Cosa?"<br />
<br />
"Davvero mi porta fuori? Io non so, non ho mai ..."<br />
<br />
"Vuoi tornare a casa e buonanotte?"<br />
<br />
Un singulto e un sospiro di resa.<br />
<br />
"No Signore, mi scusi se l'ho disturbata con le mie domande sciocche".<br />
<br />
Troietta
impenitente, scommetto che solo l'idea di snocciolarmi le sue "contrite
scuse" le aveva fatto inzuppare corde e passera fino allo sfintere
anale.<br />
<br />
Le feci chiudere la porta del dungeon mentre mi accendevo
una sigaretta e la presi sottobraccio spingendola, quasi, verso il
portone del palazzo.<br />
<br />
Lungo la strada fu oggetto di qualche
occhiata incuriosita ma la mia presenza e l'aria quasi professionale
della puttanella furono sufficienti a distogliere pensieri morbosi. La
prossima volta, pensai, le faccio pure portare una cartellina con una
bella scritta in giapponese: forse "Troia" o forse "Cagna in Calore", da
qualche parte dovevo aver conservato i kanij per questi due gentili
appellativi.<br />
<br />
La feci accomodare in macchina e già il salire sul fuoristrada le presentò il primo conto della sua legatura "soft".<br />
<br />
Ma non fu questo a devastarla sulla strada che le feci percorrere, sempre seduta, da Milano a Genova e ritorno.<br />
<br />
Chilometro
dopo chilometro la corda iniziò a fare il suo mestiere e pizzicare,
prima, per poi arrivare a bruciare. L'attrito tra canapa e pelle, il
sudore, gli umori, le mucose sensibili, lavorarono su di lei e sulle
sue parti intime mentre io, in silenzio, fumavo e guidavo, rivolgendomi
alla mia allieva solo per farmi accendere le sigarette e per chiederle
cosa sentisse tra le cosce.<br />
<br />
Furono curve divertenti e ogni tanto
la guardavo in faccia, soprattutto all'uscita da qualche tornante, per
scannerizzarle il livello di sofferenza.<br />
<br />
"Sei ancora eccitata?"<br />
<br />
Arrossì un poco e mandò giù un groppo di saliva.<br />
<br />
"Si Signore ... ma ... posso Signore?"<br />
"Dimmi ..."<br />
"Non credo di riuscire più a sopportare il bruciore ... "<br />
<br />
Sorrisi, la guardai con dolcezza e con profondo affetto.<br />
<br />
"Al primo autogrill ci fermiamo e, vedrai, troveremo un rimedio per farti dimenticare il bruciore alla passera".<br />
<br />
"Grazie Signore!!"<br />
<br />
Sembrò sollevata e di nuovo felice. Ne fui deliziato. Che ci volete fare? Noi Dominanti siamo nati per servire.<br />
<br />
Ci fermammo dalle parti di Ronco Scrivia, strada del ritorno e la feci scendere dall'auto.<br />
<br />
Fu
un calvario e fu magnifico guardarla arrancare, paludata nella toga,
tra un cliente e l'altro dell'autogrill. Infine bevve con attenzione il
suo caffè e fu dispensata dal mescolare lo zucchero nel mio: era fin
troppo presa a non svenire di vergogna e di dolore nel bel mezzo del bar
o nel corridoio dello shop, tra un pupazzo di Peppa Pig e uno del
Pulcino Pio Pio.<br />
<br />
Tornammo alla macchina e nei suoi occhi c'era la disperazione pura.<br />
<br />
Non
sapeva se rinnovarmi o meno la richiesta di alleviarle il bruciore, non
sapeva se doveva fare o no da "segretaria" a promemoria del mio
impegno.<br />
<br />
La feci salire al suo posto.<br />
<br />
"Apri la toga"<br />
<br />
Mi
guardò allibita. Non si aspettava che facessi quello che dovevo fare
(qualsiasi cosa fosse) proprio lì, nel bel mezzo del parcheggio di una
stazione di servizio.<br />
<br />
"Signore ... io"<br />
"Apri".<br />
<br />
Titubante
aprì i lembi della toga e mi espose il seno, le mammelle rinchiuse in
rombi di canapa, esaltate e turgide, oscenamente belle, lisce,
sensibili.<br />
<br />
Presi dalla tasca le pinzette d'acciaio e, velocemente, le serrai sui capezzoli.<br />
<br />
Quasi urlò ma dovette contenersi e si morse le labbra per farlo.<br />
<br />
"Vedi tesoro? Ora hai risolto il problema del bruciore tra le cosce: hai qualcosa di più importante a cui pensare ..."<br />
<br />
Inghiottì un paio di volte e una lacrima genuina le solcò le guanciotte piene.<br />
<br />
"Grazie ... Signore".<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia,"Times New Roman",serif;">Non c'era sfida nel suo ringraziamento e fui certo che difficilmente ce ne sarebbe stata ancora, da quel giorno in poi.<br /><br />Salii in macchina e partii con un bello strappo, quasi sgommando.<br /><br />Iniziò
a lamentarsi e supplicare cinque chilometri e settecento metri dopo
l'autogrill e la lasciai gemere e disperarsi, contorcersi sul sedile,
aggrapparsi alla cintura di sicurezza, mordersi le labbra e
scarnirficarsi le ginocchia ad unghiate, ancora per altri cinque
chilometri.<br /><br />Mi fermai in un'area di parcheggio semideserta e le
ispezionai il sesso. Scostai le corde e introdussi un dito nella vagina.
Era ancora grondante e le fu impossibile reprimere una contrazione di
piacere, pur martirizzata da canapa e pinze d'acciaio.<br /><br />"Sei una pain slut, alla fine ..."<br />"Scusi Signore ... mi vergogno di me stessa ..."<br />"Palle troietta. Ora come ora tu e la vergogna state in due universi paralleli separati da porte stagne."<br /><br />Le feci aprire la toga e le tolsi le pinze.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia,"Times New Roman",serif;">Urlò di dolore alla prima. Ne fui quasi
soddisfatto ma non come lo fui del muggito isterico che le cavai di gola
strappando quasi dal capezzolo la seconda.<br /><br />Aspettai che riprendesse fiato.<br /><br />"Possiamo andare adesso? Hai finito di annoiarmi con le tue esigenze da bambolina viziata?"</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia,"Times New Roman",serif;">Rispose immediatamente, fissando con terrore le pinze che ancora tenevo in mano.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia,"Times New Roman",serif;">"Sì ... Signore ... grazie Signore".<br /><br />Non si lamentò più fino al dungeon.<br /><br />Quando rientrammo le accennai ai suoi vestitini ancora poggiati sul divano nero.<br /><br />"Se
non vuoi continuare puoi vestirti e andartene. Se resti ti verrà data
una safeword e un nome, un piccolo collare da gioco e, stasera, resterai
qui fino a quando il tuo sedere non avrà lo stesso colore di questo
divano".<br /><br />Guardò i vestiti e guardò me.<br />Si sfilò la toga e la lasciò scivolare a terra.<br />S'inginocchiò.<br /><br />Baciò
la punta delle mie scarpe, ne assaporò il cuoio nero con le labbra, ne
succhiò l'aroma di antico e di solido, iniziò a leccarle mentre sul suo
sedere alcune carezze, qualche piccola sberla,<br />uno o due sculaccioni, sfiorando e sfidando le corde che ancora l'avvolgevano, annunciavano l'avvento di una nuova era.<br /><br />Mi
venne la prima volta, ancora in ginocchio, qualche secolo dopo, quando
le centrai con un secco scappellotto - e non per sbaglio - il nodo che
le costringeva il clitoride.<br /><br />Dura lex, sed lex.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia,"Times New Roman",serif;">Rimase e le prese fino alle due di notte. Venne fino a seccarsi e dopo venne ancora perché così mi piaceva che fosse.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia,"Times New Roman",serif;">La volta dopo volle provare la frusta.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia,"Times New Roman",serif;">Le cose, a volte, semplicemente, capitano ...</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia,"Times New Roman",serif;"><br />Hard e soft sono solo parole.<br />Ma di questo abbiamo già parlato e non vale la pena ricominciare.</span></div>
</div>
Maurizio Salinashttp://www.blogger.com/profile/14185795960660567443noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1581367353264526654.post-20600664799625289922014-12-25T09:19:00.001-08:002014-12-25T09:23:23.455-08:00Jay Wiseman - Guida sicura ai ... munch<div class="unit_title bx-def-font-h2">
<div class="unit_title bx-def-font-h2">
</div>
</div>
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: Georgia,"Times New Roman",serif;">
</span></span><br />
<div class="blog_text bx-def-font-large bx-def-margin-sec-top 2">
<div class="blog_image marg_both_left">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhj3ftbLlUrpb1_sjPFwbMQTk6m0g1e2zHAZU_rPFIBlk6aX2eYpkHOOamu8PTZoS-plzDEd40rbC5-KkrAyGtUy2ajEusdbiRsAG_L8PXhTKlHV28rPeS9xYEEL4zwjRwt19E57IDNdAE/s1600/nyotaimori.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhj3ftbLlUrpb1_sjPFwbMQTk6m0g1e2zHAZU_rPFIBlk6aX2eYpkHOOamu8PTZoS-plzDEd40rbC5-KkrAyGtUy2ajEusdbiRsAG_L8PXhTKlHV28rPeS9xYEEL4zwjRwt19E57IDNdAE/s1600/nyotaimori.JPG" height="315" width="400" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
<b><span style="font-family: Georgia,"Times New Roman",serif;">Jay Wiseman</span></b></div>
<b><span style="font-family: Georgia,"Times New Roman",serif;"></span></b></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: Georgia,"Times New Roman",serif;"><b>Una guida per principianti ai munch BDSM</b><br /> </span></span><br />
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: Georgia,"Times New Roman",serif;">(Versione 1.4, scritta il 14/8/2003)<br />Copyright 2003 di Jay Wiseman<br />Autore
di "SM 101: A Realistic Introduction" e "Jay Wiseman's Erotic Bondage
Handbook" -- e altri libri pubblicati da Greenery Press.<br /><br />Contattare l'autore alla mail jaywiseman@yahoo.com o attraverso il suo editore per richieste di ristampa o di re-post.<br /><br />______________________<br /><br />NB: tra [ ] le note di traduzione.<br />_______________________<br /><br />Ciao e benvenuti al munch!</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: Georgia,"Times New Roman",serif;">Magari questo è il vostro primo munch. <br /><br />Magari
questo è il vostro primo evento BDSM di qualsivoglia tipo.
Congratulazioni per esservi messi in contatto con quello che molti di
noi chiamano la community BDSM (o, più semplicemente, la "scena").<br /><br />Ora
state per incontrare molte persone nuove, state per avere molte nuove
esperienze e, insieme, imparare e crescere in un grande percorso.<br /><br />Già
che ci siamo, "BDSM" è un termine generico e omnicomprensivo per quello
che noi facciamo. Il termine è pronunciato proprio come le sue lettere -
B D S M - e rappresenta una compressione delle frasi "Bondage e
Disciplina, Dominazione e Sottomisione, Sadismo e Masochismo."<br /><br />1.
Cos'è un munch BDSM? Alla grossa un munch BDSM è una riunione informale
di persone con un interesse nel BDSM, organizzata in modo tale da
socializzare e mangiare. Per favore, tenete in conto che i munch tendono
ad essere eventi sociali piuttosto che educativi. Se volete imparare di
più sul BDSM guardate alla fine di questo documento. <br /><br />Molti munch sono tenuti in ristoranti, spesso in un'area o una stanza/sala riservata.<br /><br />I
munch tendono ad essere informali con strutture e protocolli
relativamente ridotti. (Se c'è qualcosa di speciale rispetto una
struttura o un protocollo di un munch e non siete stati informati non
preoccupatevi troppo, è molto probabile che vi sarà detto tutto prima
che l'incontro sia decollato).<br /><br />Molti munch sono pubblicizzati in anticipo online e internet ha un ruolo dominante nello sviluppo e nella storia dei munch.</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: Georgia,"Times New Roman",serif;"></span></span></div>
<a name='more'></a><span style="font-size: small;"><br />2.
Come sono iniziati i munch? I munch sono iniziati nei primi anni
novanta, organizzati da persone che avevano interesse al BDSM e che, nel
contempo, erano presenti online. (Internet allora non era ancora così
diffuso). Queste persone iniziarono ad incontrarsi nei ristoranti
locali. Sulla Costa Occidentale gli incontri iniziali furono organizzati
a Palo Alto, California e vennero chiamati "burger munch"
[letteralmente: masticare rumorosamente gli hamburger]. Dopo un po',
soprattutto con l'aumento della popolarità di internet, l'idea fece
presa e incontri simili iniziarono ad essere tenuti in altre città. Ad
oggi questi munch, come sono chiamati adesso, sono tenuti in dozzine di
città su tutto il paese e anche in paesi stranieri e il loro numero
continua a crescere.<br />(I munch continuano ad essere tenuti a Palo Alto anche ora).<br /><br />3.
Che tipo di persone partecipano ai munch? Le persone che partecipano ai
munch possono variare molto, comunque, come gruppo tendono ad essere
molto intelligenti, fantasiosi e altamente indivudualisti.
Essenzialmente tutti i partecipanti hanno un interesse personale nel
BDSM. Molti munch hanno un "host" [in senso <br />di persona che ospita o
organizzatore] o più host designati che sono informalmente - ma
fermamente, se necessario - responsabili per la conduzione dell'evento.<br /><br />Alcuni
munch sono orientati in modo particolare ad alcuni tipi di persone, ad
esempio persone di una certa fascia d'età o con particolari interessi in
certi aspetti del BDSM. In genere questi munch sono pubblicizzati in
modo specifico come tali.<br /><br />I munch sono aperti a persone di tutti
gli orientamenti sessuali, molti sono frequentati da un mix di
etero/bisessuali. Sono presenti alcune volte anche persone che amano il
cross dressing e le persone <br />transgender. (Se siete interessati ad un
evento legato unicamente ad un genere sessuale è molto probabile che
gli organizzatori stessi vi possano indirizzare ad un altro riferimento
in tal senso).<br /><br />I munch sono per lo più per "soli adulti" e
persone al di sotto dei 18 anni non dovrebbero essere ammesse, a meno
che le regole di base del munch non dichiarino specificatemente che i
minorenni sono benvenuti.<br /><br />4. Come mi dovrei vestire? Molti munch
non hanno specifiche regole di vestiario [dress code] così, in generale,
vestiti ragionevolmente presentabili e appropriati alla stagione vanno
benissimo. Un "pizzico di nero" generalmente è già più che gradito.
Vestirsi con abbigliamento fetish spinto ["high fetish"] non è
necessario e potrebbe essere inappropriato per l'evento a meno che non
vi sia stato detto in anticipo diversamente. D'altro canto, mostrarsi
con abbigliamente fortemente informale potrebbe non dare la migliore
"prima impressione" di sé. Non siate sorpresi se vedete persone vestire
capi o scarpe di pelle nera e, per favore, cercate di non mostrarvi
troppo sconvolti se vedete qualcuno mangiare e parlare in giro mentre
porta un collare di pelle o d'acciaio intorno al collo.<br /><br />5.
Riservatezza. C'è una regola fondamentale in questa comunità, alcune
volte detta altre no ma sempre presente: la privacy dei partecipanti
agli eventi deve essere protetta. Per favore, ricordate che le persone
sono lì per interagire su di un aspetto estremamente intimo di se
stessi, così quando ve ne siete andati tenete la bocca chiusa nei
confronti delle identità di chi vedete, cosa fanno o dicono e così via.</span><br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: Georgia,"Times New Roman",serif;">Ad esempio, se vedete un colega al munch,
statevene buoni quando tornate a lavoro. (Anche se scoprirete che voi e
il vostro collega vorreste organizzarvi per un pranzo privato o un
appuntamento per un caffè dopo il lavoro o, magari e al massimo, per
scambiarvi un sorriso occasionale di complicità).<br /><br />Violare le
regole di riservatezza può farvi respingere e bannare. Sappiate che
alcune persone usano "nomi di scena" al posto del loro vero nome, così,
plz, non siate troppo sorpresi d'imparare che qualcuno si chiama "Master
Tom", "Slave Pat", o "Cruella". Già che ci siamo, i titoli sono spesso
omessi nella conversazione personale diretta, così non ci si aspetta che
vi rivolgiate a "Master Tom" chiamandolo "Master Tom" [basta Tom] a
meno che non sia il vostro master. (E, fino a quando entrambi non avete
deciso insieme che è il vostro master, lui non lo è).<br /><br />6.
Terminologia speciale. I praticanti BDSM [BDSM people] spesso usano un
gergo di "scena" per comunicare quali attività gradiscono. Ad esempio,
se una donna si definisce come "bi poly switch" questo potrebbe indicare
che lei è, ad un livello più o meno intenso, 1) bisessuale, 2)
poliamorosa (fondamentalmente una persona che ha <br />relazioni intime,
che possono includere il sesso, con più di una persona) e 3) apprezza
almeno alcuni aspetti di entrambi i ruoli dominante e sottomesso. Le
persone che preferiscono un ruolo dominante si possono definire
[definire se stesse] "dominanti", master, daddy o top. Le persone che
preferiscono un ruolo sottomesso si possono definire [definire se
stesse] come "sottomesse", schiave o bottom. (Metto "dominanti" e
"sottomesse" tra doppi apici perchè il significato di questi termini è
soggetto di un sacco di dibattiti all'interno della nostra [USA]
community).<br /><br />A proposito, non siate sorpresi se vi chiedono se
siete top o bottom o qualcosa di simile. Se non siete ancora sicuri è
carino rispondere che state ancora esplorando la faccenda. Magari
chiedete prima cosa questi termini significano per chi ve lo sta
domandando.<br /><br />7. Suggerimenti di comportamento. Dal momento che la
privacy dei partecipanti è così importante può essere scortese fare
domande dirette e specifiche rispetto cosa fanno per vivere, in quale
azienda lavorano, dettagli su dove vivono, se hanno relazione stabile e
così via. E' carino se vi forniscono questo tipo d'informazione (alcune
persone sono molto dirette ed estroverse, qualcuno forse anche troppo),
ma non chiedete.<br /><br />Se qualcuno vi chiede una cosa in modo diretto e
voi non vi sentite a vostro agio nel rispondere basta dire "preferisco
non dirtelo adesso" e questo è del tutto appropriato. (Non dovrebbero
chiederlo più, almeno a questo evento).<br /><br />Va bene, generalmente,
bere un po' di vino o di birra mentre mangiate, se volete, ma
accertatevi di non bere alcool fino al punto in cui il vostro
comportamento diventa un problema. A proposito, già che ci siamo, dal
momento che gente non-BDSM (bambini inclusi) sta cenando nello stesso
ristorante e può probabilmente vedere nella sala in cui il munch viene
tenuto, il comportamento esplicitamente BDSM è generalmente non
tollerato.<br /><br />8. Relazionarsi con lo staff del ristorante. Siate
molto cortesi e amichevoli con lo staff del ristorante. Violare questa
regola può fare seriamente una cattiva impressione al "host" del munch.
Quando arriva il momento di pagare pagate il vostro conto per intero e
partecipate ad una mancia generosa. Guadagnate dei gran punti come <br />team-player
[praticamente "fate squadra"] se distribuite alcune monete da un
dollaro o da cinque dollari [un euro, due euro, cinque euro] per aiutare
gli altri partecipanti a cambiare.<br /><br />9. L'etichetta nel toccare e
lo spazio personale. La community BDSM è piuttosto sensibile [touchy]
rispetto a quando, dove e perchè va bene per una persona toccarne
[touch] un'altra. Laddove la stretta di mano ordinaria in altri contesti
è generalmente carina (alcuni uomini della "vecchia scuola" osservano
la regola di etichetta secondo la quale un gentiluomo MAI offre la sua
mano ad una signora ma, piuttosto, aspetta che sia lei ad offrirla se
lei sceglie di farlo) contatti più intimi come abbracci e via dicendo
sono riservati solo a persone che si conoscono bene tra loro. (Dal
momento che molte persone che partecipano si conoscono tra di loro
potrete vedere un sacco di abbracci).<br /><br />Una buona regola generale è
di non toccare il corpo di un'altra persona, i suoi vestiti o i suoi
attrezzi BDSM senza avere prima il suo specifico permesso - e non essere
troppo aggressivi nel chiedere questo permesso. E' molto saggio per gli
uomini essere cauti nel toccare le donne che non conoscono ancora molto
bene. Qualsiasi cosa facciate non toccate un'altra persona in maniera
dominante fino a quando non avete la certezza che ne avete il <br />permesso.
(Se la persona indossa un collare c'è una buona possibilità che è in
una relazione in corso dominante/sottomess* e che la persona che l'ha
collarata partecipa allo stesso evento, così è saggio ottenere un
permesso esplicito e specifico da quella persona [chi ha collarato?]
prima di tutto.)<br /><br />Inoltre, se una persona vi tocca in modo
dominante senza il vostro permesso è del tutto appropriato che facciate
chiaramente sapere che non lo apprezzate e, anche,notificare l'accaduto
al host del munch. Questo è vero anche se è il vostro primo evento e
l'altra persona sembra essere ben conosciuta e importante. Se vi fanno
sentire a disagio con il loro comportamento c'è una buona probabilità
che lo facciano anche con altri partecipanti e chi gestisce il munch
[host] deve saperlo.<br /><br />Siate certi di mantenere una certa distanza
fisica dagli altri partecipanti. Gli uomini devono essere
particolarmente attenti su questo punto. Sedersi troppo vicini a una
donna che non conoscete bene, abbracciare amichevolmente o toccare in
altro modo e "ispezionare con lo sguardo" [looming over] in modo
dominante può <br />gettarvi attosso una cattiva reputazione difficile da scrollarsi. <br />(Le
donne nella community tendono a essere piuttosto compatte. Offendete
una di loro con un comportamento noioso e molte altre velocemente lo
sapranno).<br /><br />10. I munch non sono molto schermati. Sono in genere
annunciati pubblicamente e sono generalmente aperti a tutti i
partecipanti che possono osservare qualche regola base del comportamento
sociale. Questo significa che molto poco può essere dato per certo
rispetto il livello di conoscenza, esperienza o affidabilità di una
persona <br />per il mero fatto che sta partecipando al munch. Sebbene
molti partecipanti sono di fatto così, chiunque sa e si aspetta che non
vogliate trovarvi [subito] da sol* con lui, in particolare se siete
legat*.<br /><br />Un modo eccellente per gestire questo è semplicemente darsi tempo. <br /><br />Non
c'è sicuramente la necessità di andare a giocare a casa di qualcuno lo
stesso giorno in cui lo incontrate. Farlo potrebbe portare a qualche
rischio. Ricordate questo perché è molto importante: il tempo è il
vostro miglior amico. Prendetevi tempo e datevi tempo e lasciate che il
tempo lavori per vostro conto. Con abbastanza tempo - e spesso con un
tempo sorprendentemente ristretto - le cose giuste tendono a diventare
chiare. Non lasciate che nessuno vi forzi.<br /><br />11. Scabiare
informazioni personali. Per il fatto che preservare la privacy dei
partecipanti è così importante, se volete avere qualche contatto con
qualcuno dopo il munch una buona regola generale è offrire il vostro
indirizzo mail o il vostro numero di telefono piuttosto che richiederlo.
(Signore, questo significa che se incontrate un uomo che volete vedere
ancora e lui vi da queste informazioni tocca a voi poi fare la prossima
mossa per contattarlo). Alcune persone hanno email speciali create per
gestire la loro posta relativa alla scena.</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: Georgia,"Times New Roman",serif;"><br />(tuonomevero@doveabiti.com potrebbe
non essere il miglior indirizzo email da dare a qualcuno fino a quando
non lo conoscete bene). </span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: Georgia,"Times New Roman",serif;"><br />Alcune persone creano appostiti
biglietti da visita che contengono le informazioni di contatto che
ritengono essere facilmente e liberamente utilizzabili, come il loro
nome di scena e il loro indirizzo email. Potete farvele stampare in
tipografia o usare il vostro word processor per stamparli in piccoli
gruppi. (La vostra cartoleria locale avrà [certamente] carta da stampa
per biglietti da visita).<br /><br />12. Reputazioni, referenze,
avvertimenti e "orientamento politico". Conoscete al munch qualcuno e
state pensando di organizzare un incontro BDSM con lui/loro, magari e in
particolare state pensando di coprire un ruolo sottomesso o di bottom
durante il gioco; potreste avere bisogno di chiedere un pochino in giro
per vedere come questa persona è vista generalmente. Dal momento che i
predatori pericolosi sono usualmente identificati e abbastanza
velocemente sbattuti fuori dalla community se qualcuno è ben conosciuto
la possibilità che sia veramente pericoloso è piuttosto basso (ma non
NON esistente!). La community BDSM è nota per attrarre persone con forte
personalità e forti opinioni.</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: Georgia,"Times New Roman",serif;">(Alcune delle persone con la più forte
personalità e le opinioni più forti generalmente prendono ruoli di
sottomess* durante il gioco BDSM).<br /><br />Ad ogni modo una certa
quantità di faide politiche e sociali è abbastanza nella norma. Questo
in genere non impatta molto al munch ma ci possono essere delle buone
ragioni per cui due persone stanno sedute ai lati opposti della sala
durante un munch. Quello che compete voi è se qualcuno viene da voi e vi
avvisa in modo non <br />richiesto su un'altra persona: dovete tenere in
mente che il vostro "aiutevole amico" può avere un'agenda rispetto
quell'altra persona che non è propriamente candida. Una volta ancora, il
tempo è il vostro miglior amico.<br /><br />13. Trovarsi dopo i munch. I
munch sono "cose speciali" e non è del tutto inusuale per le persone che
partecipano al munch ritrovarsi insieme dopo. Può essere per
un'ulteriore socializzazione, per un pranzo privato, o perfino per un
appuntamento BDSM. Questo può essere, generalmente, carino. Comunque
ricordatevi che i partecipanti ai munch non sono selezionati quindi
meglio prendersi tempo per conoscere quella persona (come il tempo salta
fuori ancora) prima di incontrarla per giocare, particolarmente se lo
fate in privato. Nota: una precauzione di sicurezza standard,
specialmente raccomandata quando si gioca con qualcuno in privato per la
prima volta, è dire ad una persona di fiducia dove sarete, con chi
sarete, quando tornerete reperibili, e quindi, prima di iniziare a
giocare dirlo con educazione alla persona con cui state per andare a
giocare. Questa [prassi] è conosciuta come "allarme silenzioso" o
"chiamata di sicurezza" e dovreste essere istruiti molto presto sui
dettagli del come metterla in atto. Partner di gioco con una reputazione
non dovrebbero avere dei gran problemi con questo e potrebbero, magari,
prendere loro l'iniziativa e dirvi di metterla in atto. (Non siate
sorpresi o offesi se lo fanno: <br />questo strumento è uno strumento standard di protezione).<br /><br />14.
Simboli speciali. Alcune volte le persone portano le chiavi al fianco
sinistro per indicare che preferiscono un ruolo di top o di dominante e
al fianco destro per indicare che preferiscono un ruolo di bottom o
sottomess*. Se vedete qualcuno indossare un collare di metallo, pelle. o
altro materiale, c'è una forte possibilità che sia submissive o slave
in una relazione BDSM in corso. Alcune volte le persone portano
fazzoletti colorati nella tasca destra o sinistra per indicare un
interesse in una particolare attività. Ad esempio un fazzoletto grigio
spesso indica interesse per il bondage. In generale portare fazzoletti
nella tasca del fianco sinistro indica un interesse ad essere dominante o
partner attivo durante le attività [BDSM] e il fazzoletto nella tasca
del fianco destro spesso indica un interesse ad essere sub o partner
passivo. <br /><br />Nota: alcune volte i fazzoletti sono semplicemente
fazzoletti. Se non siete sicuri è meglio chiedere all'interessat* se il
fazzoletto ha un qualche significato o meno.<br /><br />15. Cruising [lett.
andare in cerca di ragazze, o voler fare nuove conoscenze] e cruising
aggressivo. I munch sono eventi sociali e uno dei motivi principali per
cui la gente partecipa ai munch è conoscere nuove persone. La ragione
per cui si vuole incontrare nuove persone varia dal socializzare,
partecipare ad eventi insieme, gocare insieme, alcuni dei precedenti o
tutti i precedenti o anche altro. Davvero, non è inusuale per le persone
incontrarsi ai munch e finire in una relazione a lungo termine.
"Cruising" è un termine che descrive il comportamento delle persone che
stanno faccendo qualche sforzo per conoscere nuove persone. "Aggressive
cruising" è il termine con il quale si descrive chi lo fa in maniera
così dura, soprattutto verso i nuovi partecipanti, che le altre persone
si sentono a disagio. Non volete guadagnarvi questo tipo di reputazione.
Non c'è una linea precisa tra "cruising" e "aggressive cruising" ma c'è
una vecchia battuta per la quale >.<br /><br />16. Swarming e Chopped
Liver. Swarming è una condizione per la quale un* neofita si prende un
bel po' di attenzioni di benvenuto. Questo capita spesso a donne che
partecipano da sole. In queste condizioni la donna può essere avvicinata
da molti uomini e anche altre donne o coppie e può lasciare l'evento
con una bella manciata di numeri di telefono e email. Se siete donne e
questa cosa potrebbe non farvi piacere sarebbe meglio partecipare al
vostro primo munch con un compagno.<br /><br />"Chopped liver" [lett. fegato
spapolato], d'altro canto, è una condizione nella quale qualcuno
partecipa ad un munch e riceve ben poche attenzioni. Tristemente questo
capita spesso a uomini single che non sono ben conosciuti. Per fortuna
se questi uomini partecipano ad altri munch e altri eventi dovrebbero
riuscire a farsi amici in non troppo tempo. C'è sempre posto nelle
stanze della community BDSM per un altro uomo etico e amichevole.<br /><br />17.
Presentazioni e annunci. Molti munch hanno un certo periodo di tempo
speciale, generalmente subito dopo l'inizio, durante il quale alle
persone viene chiesto di dire qualcosa di loro al gruppo. In genere una
frase breve circa il loro nome e il loro interesse generale. Ad esempio
io potrei alzarmi e dire "Il mio nome è Jay, sono switch e mi piace il
rope bondage". Un'altra potrebbe dire "Il mio nome è Patrizia, sono
dominante e mi piace sculacciare". Una terza persona potrebbe dire "il
mio nome è Kelly, sono una sub e sono una pain slut [urban dictionary:
nel BDSM "pain slut" è una persona che ama sperimentare dolore,
praticamente un'algolagnica o <br />masochista fisica] e sono schiava di
Master John". Quando arriva il vostro turno, se non sapete cosa dire
semplicemente dite il vostro nome o il nome con il quale volete essere
chiamati e che siete neofiti. Se siete al vostro primo munch è bene
dirlo. Ci può essere pure un momento in cui le persone annunciano eventi
BDSM, workshop e così via.<br /><br />18. Arrivare puntuali. I munch
tendono a svolgersi su qualcosa che somiglia ad un cronoprogramma. Ad
esempio il cibo è ordinato in un certo momento, gli annunci sono dati ad
un certo momento e così via. In questo modo arrivare in ritardo come le
dive del cinema non funziona bene proprio per niente. Arrivare non più
tardi di 15 minuti dopo l'inizio ufficiale del munch, in genere,
funziona meglio.<br /><br />19. Non fatevi un'idea particolare del munch
troppo presto. Se partecipate ad un munch, vi divertite e pensate di
tornare: bene! Se partecipate e non vi divertite poi così tanto e non
pensate di tornare non scoraggiatevi. Considerate l'idea di ritornare
almeno una volta o due prima di escludere un certo munch per sempre.
Data la loro estrema variabilità potreste avere una bella esperienza
anche se la prima volta non l'avete avuta. Comunque se ci andate tre
volte e non vi divertite o non risucite a connettervi con le persone a
qualsiasi livello, potrebbe essere ora di cercare per un altro munch o
per un'altra attività.<br /><br />20. Dove imparare di più sul BDSM. I munch
non sono eventi educativi, comunque c'è una quantità al minimo
imbarazzante di risorse disponibili alla gente che vuole imparare
qualcosa sul BDSM. La letteratura riguardante alcune di queste risorse
potrebbe essere sottomano al munch. Risorse disponibili come website,
libri e video, lezioni in "classe", workshop, party, eventi sociali e
lezioni private. Esistono risorse eccellenti in ogni città di <br />rilievo
e anche in piccole città. In alcune città si organizzano eventi
speciali orientati soprattutto ai principianti, in questo modo potreste
desiderare di essere avvisati dello svolgersi di questi eventi. Per
iniziare posso indirizzarvi a due eccellenti "risorse gateway" - una
sulla costa orientale e una sulla costa occidentale. (Queste sono
chiamate "risorse gateway" perché loro possono velocemente portarvi ad
altre risorse ugualmente eccellenti <br />su tutto il paese, incluse le
risorse vicine a voi.) Sulla costa orientale controllate il sito TES,
New York City. Sulla costa occidentale controllate il sito della Society
of Janus, San Francisco.<br /><br />Nel tempo di mezz'ora speso su ciascuno
dei due siti esplorando i contenuti e i link dovreste avere una buona
idea di massima su quali risorse educative sono disponibili per voi. I
miei migliori auguri per la vostra esplorazione.</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: Georgia,"Times New Roman",serif;">Per favore ricordate che il tempo è il vostro miglior amico. Ci vediamo al munch!!<br /><br />__________________________<br /><br />Note di traduzione:<br /><br />- Il testo originale qui tradotto è reperibile su FetLife nel gruppo di Jay Wiseman.<br /><br />[Tradotto
18/11/2014 - Rev. 1.0 - Copyright Blue Deep 2014. Si prega voler
contattare l'autore della traduzione per repost o condivisione]</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: Georgia,"Times New Roman",serif;">PS: l'immagine NON si riferisce ad un
munch sm/bdsm ma ad una moda del momento, chiamata nyotaimori: mangiare
sushi sul corpo di una persona (generalmente una bella ragazza) cercando
di non mangiarsi anche la ragazza.</span></span></div>
</div>
Maurizio Salinashttp://www.blogger.com/profile/14185795960660567443noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1581367353264526654.post-69984954582532025682014-12-25T09:07:00.002-08:002014-12-25T09:21:55.774-08:00L'Arte di Amare ...<div class="unit_title bx-def-font-h2">
<div class="unit_title bx-def-font-h2">
<br /></div>
</div>
<div class="blog_text bx-def-font-large bx-def-margin-sec-top 2">
<div class="blog_image marg_both_left">
</div>
<div style="text-align: right;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi4trKrWMwRg3eP-nA3nS3XZV4kAVEDuc7awgYRjEa63OEicY0G5WFZRq2J75r4QxAVWFd8G5ZGKzHi82haAPFzjefA-Cu9datiL6Ww-qyPqoU1StIVVmskaSnW7c4qDDnbTqTyjSio28Y/s1600/bondage.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi4trKrWMwRg3eP-nA3nS3XZV4kAVEDuc7awgYRjEa63OEicY0G5WFZRq2J75r4QxAVWFd8G5ZGKzHi82haAPFzjefA-Cu9datiL6Ww-qyPqoU1StIVVmskaSnW7c4qDDnbTqTyjSio28Y/s1600/bondage.jpg" height="240" width="320" /></a></div>
<br />
<i><b>"Chi ama davvero ama il mondo intero, non soltanto un individuo particolare."</b></i></div>
<div style="text-align: right;">
<i><b>Erich Fromm - L'arte di amare</b></i></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia,"Times New Roman",serif;">Leggendo un racconto nella Community di Gabbia (<a href="http://community.gabbia.com/blogs/entry/Schiava-che-appartiene-al-Padrone-o-Padrone-che-appartiene-alla-Schiava">http://community.gabbia.com/blogs/entry/Schiava-che-appartiene-al-Padrone-o-Padrone-che-appartiene-alla-Schiava</a>)
ho ripreso in mano un tema che per tanto tempo s'è dibattuto nei vari
forum e durante le lunghe, interminabili, discussioni ai munch, alle
cene, nei salotti e nelle feste private del SM: la natura intrinseca
della relazione sadomaso.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="font-family: Georgia,"Times New Roman",serif;">
</span>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia,"Times New Roman",serif;">Secondo Erich Fromm la relazione sadomaso
(e per sadomaso intendo BDSM) è una relazione simbiotica, nella quale
entrambi i partecipanti, la parte sub (masochista) e la parte Dom
(sadico/a) trovano un modo per riempire un vuoto affettivo, colmare
un'assenza, una mancanza, stendere un ponte sopra un abisso
sentimentale.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="font-family: Georgia,"Times New Roman",serif;">
</span>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia,"Times New Roman",serif;">Nel racconto, che è espressione libera e
dignitosa di un'opinione, sono due i temi portanti: la supremazia
dell'amore convenzionale (fatto da baci e carezze, affetto e parità
sostanziale dei soggetti coinvolti) sulla relazione SM e la funzione
"meccanica" della parte dominante, una sorta di accessorio sostituibile
in quanto materializzazione di un desiderio, proiezione di una fantasia.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="font-family: Georgia,"Times New Roman",serif;">
</span>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia,"Times New Roman",serif;">Il racconto, lungi dall'avermi urtato, mi
ha fatto sorridere ed è piacevole, distensivo e divertente. In effetti
rappresenta due elementi del moderno intendere il sadomaso,
complementari e complici della confusione: la riduzione del sadomaso ad
un'attività pressoché genitale di "dare ordini e ricevere ordini" e
l'enfasi al paragone tra relazione sadomaso e relazione affettiva.</span><br />
<span style="font-family: Georgia,"Times New Roman",serif;"></span><br />
<a name='more'></a></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<span style="font-family: Georgia,"Times New Roman",serif;">
</span>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia,"Times New Roman",serif;">L'esperienza personale m'insegna che il
percorso disegnato dall'autore del racconto, la scelta tra il rimanere
schiava e l'amore convenzionale, nella realtà è spesso, la gran parte
delle volte, inverso rispetto quello narrato. E già qui l'esperienza
supera la fantasia (ingenua) del narratore.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="font-family: Georgia,"Times New Roman",serif;">
</span>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia,"Times New Roman",serif;">Gran parte delle donne incontrate nella
scena, mie partner, mie amiche, mie schiave, mi raccontano e
testimoniano di amori convenzionali e appassionati che non arrivano a
colmare il vuoto esistenziale, il desiderio, la tensione a qualcosa di
diverso se non "di più".</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="font-family: Georgia,"Times New Roman",serif;">
</span>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia,"Times New Roman",serif;">A volte la scelta tra la relazione
d'amore e la relazione sadomaso è straziante, il semplice pensiero di
"tradire" il proprio partner per qualcosa che si sente dentro impellente
e irrinunciabile ma pure "esterno, anomalo, perverso" è già di per sé
un'agonia di sensi di colpa e di dolore morale.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="font-family: Georgia,"Times New Roman",serif;">
</span>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia,"Times New Roman",serif;">Eppure alla fine a questa scelta si
perviene e, quasi sempre, questa scelta è verso l'esperienza sadomaso.
Il cuore s'arrende alla testa, alla spinta, al desiderio.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="font-family: Georgia,"Times New Roman",serif;">
</span>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia,"Times New Roman",serif;">Se poi, con più attenzione, osserviamo
gli uomini di queste coppie "convenzionali" ci rendiamo conto che
contengono, nel carattere incisivo e autoritario, nella cultura spesso
fortemente maschilista, la radice e la promessa di una relazione
sadomaso inconsapevole - a volte culturale, a volte istintiva - e mai
compiutamente realizzata.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="font-family: Georgia,"Times New Roman",serif;">
</span>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia,"Times New Roman",serif;">Non è strano e non è paradossale che una
donna ami un carattere sadico e autoritario se di per sé ha, nel suo io,
anche una sola punta di masochismo.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="font-family: Georgia,"Times New Roman",serif;">
</span>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia,"Times New Roman",serif;">Ma la promessa non può essere mantenuta,
il più delle volte, perché "amore" declinato al convenzionale prevede
che ogni sbilanciamento sia fonte d'ingiustizia, ogni ordine sia fonte
di ribellione. Amore, declinato al convenzionale, esige e deve prevedere
una totale parità non solo nella sostanza ma anche nella forma. Questa
parità che nello sbilanciamento SM si ottiene con un contratto (anche
non scritto ma palese) non può essere rispettata se le leggi che
regolano la relazione sono esterne alla coppia o unilaterali, imposte
non per condivisione ma per condizione.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="font-family: Georgia,"Times New Roman",serif;">
</span>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia,"Times New Roman",serif;">Un amore che contiene in sé una promessa
ma che non mantiene la promessa è percepito come "tradimento" anche se
il tradimento non c'è stato. Le donne, esseri sensibili e straordinari
nella loro complessità, sono capaci d'amare incondizionatamente anche se
tradite ma non tollerano il tradimento all'amore. Non sono in grado di
passare sull'atto di dominarle senza prendersene la responsabilità, di
accampare gelosie senza piantare un fisso paletto di possesso che
implica protezione, attenzione, cura, respiro, realizzazione.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="font-family: Georgia,"Times New Roman",serif;">
</span>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia,"Times New Roman",serif;">Le donne, creature che danno la vita e
alle quali ciascuno è debitore per la propria vita, non accettano di
veder sciupare la loro promessa (sempre mantenuta) di appartenenza al
proprio uomo, alla propria casa, alla propria famiglia senza che questa
non venga neanche riconosciuta.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="font-family: Georgia,"Times New Roman",serif;">
</span>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia,"Times New Roman",serif;">A maggior ragione le donne che nel
profondo dell'anima fanno dell'appartenenza un motivo di vita e di
respiro non possono sopportare che questa non venga neanche notata,
passi inosservata, si dissolva nel mare di un possesso "per diritto
morale, divino o culturale"; un possesso che prescinde da loro, che non
rima con la loro appartenenza, che è applicabile a chiunque: per il
quale loro sono intercambiabili.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="font-family: Georgia,"Times New Roman",serif;">
</span>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia,"Times New Roman",serif;">Non è strano quindi che una donna, alla
fine, ricerchi fuori dalla sua relazione d'amore, quello che in quella
relazione inconsapevolmente ha cercato e che non le è stato dato; a
volte neanche le è stato moralmente e affettivamente riconosciuto.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="font-family: Georgia,"Times New Roman",serif;">
</span>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia,"Times New Roman",serif;">A volte, rivolgendomi ai compagni, ai
mariti di queste donne chiedo: "ma davvero mi stai servendo la tua donna su di un vassoio d'argento? Davvero vuoi rischiare di perderla e ti vuoi
perdere la fortuna, l'onore, la felicità di possedere - per lei e per te
- una creatura così speciale?"</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="font-family: Georgia,"Times New Roman",serif;">
</span>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia,"Times New Roman",serif;">Sorrido nel leggere il racconto e non ne
sono urtato. Magari finisse dove l'hanno interrotto. Ma non è così.
All'illusione di una promessa deve seguire la concretezza di una
relazione dove il bisogno, la necessità, di appartenere nel corpo e
nell'anima, essere custodita come gemma preziosa, essere orientata,
guidata, centro, motore e motivo della relazione, siano appagati e
completati.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="font-family: Georgia,"Times New Roman",serif;">
</span>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia,"Times New Roman",serif;">La realtà che segue è davvero più triste e
io mi prendo la responsabilità di testimoniarla qui per nome e conto
delle schiave che, magari, ho deluso e dalle quali, magari, sono stato
deluso ma che mi hanno reso testimone del loro percorso, delicato e
complesso, sofferto fino a sanguinare, difficile e duro. Presto la
fiamma s'esaurisce e spesso le ceneri covano l'amore ancora vivo della
donna che attende ordini dal suo uomo, negli ordini il riconoscimento
che lei esiste ed è importante, ma giorno dopo giorno, soffio di vento
dopo soffio di vento, grado dopo grado la cenere si disperde e si
raffredda.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="font-family: Georgia,"Times New Roman",serif;">
</span>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia,"Times New Roman",serif;">Se mai è stata nel giardino del sadomaso vorrà tornarci, sentendosi pure in colpa per questo desiderio.</span></div>
<span style="font-family: Georgia,"Times New Roman",serif;">
</span>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia,"Times New Roman",serif;">Se non è mai stata lì alla fine
incontrerà un cancello e un uomo che potrà e vorrà portarcela. E qui il
pericolo di perdersi diventa realtà perché non importa che tipo d'uomo
sarà: se colma, anche solo per un secondo, la solitudine infinita di una
donna che aspetta da un'eternità può essere il peggiore degli uomini ma
sarà, sicuramente, il benvenuto.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="font-family: Georgia,"Times New Roman",serif;">
</span>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia,"Times New Roman",serif;">Non sono gli ordini a legare una schiava
al suo Padrone ma il fatto stesso che ordini le vengono impartiti perché
non s'impartiscono ordini ad un'ombra. Semmai è "come" si ordina alla
propria schiava l'obbedienza che fa la differenza. Se possiedo è perché
possiedo un bene prezioso. Se ricalco l'indifferenza di un ordine che
deve essere eseguito per norma legale ricaccio la mia schiava al suo
ruolo di "concetto", le tolgo la dignità di sottomessa e così la svesto
della sua stessa esistenza. Torna un'ombra tra le ombre. Non
s'impartiscono ordini giusto per farlo: in ogni ordine c'è un messaggio e
il messaggio deve essere forte e chiaro, sempre lo stesso, senza
variazioni "tu esisti e per me sei importante, tu esisti ed esisti per
servirmi, tu mi servi".</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="font-family: Georgia,"Times New Roman",serif;">
</span>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia,"Times New Roman",serif;">Non è l'appartenenza che lega un Padrone
alla sua schiava - ogni donna è capace di appartenenza, è insito
nell'esistenza il desiderio di appartenere ad un luogo, ad una
relazione, ad una persona - ma è il possesso declinato come attenzione,
presenza, forza, messaggio costante di esistenza in vita, di orgoglio
reciproco nel reciproco riconoscersi e conoscersi.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="font-family: Georgia,"Times New Roman",serif;">
</span>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia,"Times New Roman",serif;">Il legame è tale perché è simbiotico. Non
possiamo, da Dominanti, dichiararci "Master/Padroni" se questo possesso
non esiste, se non esiste relazione. E semmai relazione c'è ancora non
possiamo definirci Master/Padroni, se non ne abbiamo in carico la
responsabilità emotiva e spirituale prima di quella fisica e morale.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="font-family: Georgia,"Times New Roman",serif;">
</span>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia,"Times New Roman",serif;">In fondo il racconto, nella sua apparente
ingenuità, rivela un modo "moderno" d'intendere una relazione sadomaso,
è specchio dei tempi in cui le cose sono "consumate" giusto perché
esistono e altri le consumano.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="font-family: Georgia,"Times New Roman",serif;">
</span>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia,"Times New Roman",serif;">Ma io sono un sadico e non voglio/posso essere
un Master. A volte dico che non me ne frega un cazzo ma un po' mi rode
che tante creature splendide, desiderose solo di donare e donarsi,
debbano accontentarsi di Padroni che è così facile lasciare per
abbracciare una relazione convenzionale che finirà tra una partita di
coppa del mercoledì e un tradimento consumato in un motel o in un
dungeon di sottoscala.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="font-family: Georgia,"Times New Roman",serif;">
</span>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia,"Times New Roman",serif;">A volte - spesso - ritornano e quando ritornano sono sconfitte, umiliate e tristi. Deluse dalla vita e ferite nell'anima.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="font-family: Georgia,"Times New Roman",serif;">
</span>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia,"Times New Roman",serif;">Se possiamo dobbiamo accoglierle con tanto amore e tanta delicatezza.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="font-family: Georgia,"Times New Roman",serif;">
</span>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia,"Times New Roman",serif;">In fondo è vero: se ami qualcuno è perché
ami tutto il mondo e se ami il mondo non puoi fare a meno di amare le
creature più delicate e belle di Madre Terra: le sub, le masochiste, le
donne che vivono per appartenere e che nell'appartenere trovano il
motivo per vivere.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="font-family: Georgia,"Times New Roman",serif;">
</span>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia,"Times New Roman",serif;"><b>Questo detto, però, resto sadico e impenitente: non ci provate nemmeno, stavo solo scherzando ;-).</b></span></div>
</div>
Maurizio Salinashttp://www.blogger.com/profile/14185795960660567443noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1581367353264526654.post-40986422729735136262012-11-25T01:25:00.002-08:002013-01-01T11:52:24.189-08:00Sesso, kinbaku e videotape<div style="text-align: justify;">
Qualche sera fa mi è capitato di andare con un’amica in un club privée. Ovviamente - e come sempre – eravamo forniti di corde e fruste e frustini. Era la nostra “prima volta” in quel club e non sapevamo neanche se avremmo potuto tirar fuori l’attrezzatura e divertirci a “modo nostro” o se invece avremmo potuto solo scambiare qualche chiacchiera con proprietari e frequentatori, conoscere qualche persona reale fuori dall’onnipresente rete e, magari, iniziare un qualche dialogo interessante con persone in carne ed ossa.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
La prima sorpresa, in fondo al corridoio a sinistra, è stata una stanza, una stanza intera, dedicata al SM con tanto di gogna, croce di Sant’Andrea, gabbia, trespolo per le sospensioni e una poltrona clinical di pelle nera da far invidia ad un film FemDom americano.</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
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Il tutto sotto un soffitto a volta dal sapore mediamente antico come piace a me.</div>
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<a name='more'></a><br /></div>
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La seconda sorpresa, veramente bella, è stata il via libera del proprietario per le nostre pratiche ma, soprattutto il gradimento degli altri clienti per gli scorci di SM presentati, nessuno particolarmente estremo ma nessuno inventato o inscenato a mero uso spettacolare: a parte l’esclusione di pratiche un po’ “forti” niente che non si veda anche in un play party SM, come intensità e rigore della “punizione” somministrata, punizione che - data la partner - era il massimo del premio.</div>
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Verso la fine della serata il proprietario del locale – rotti gli indugi professionali - si avvicina e mi chiede, soprattutto relativamente alle corde, “ma una volta che leghi una donna poi che ci fai?”.</div>
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Bella domanda! Ci ho messo mezz’ora solo per spiegargli perché la cosa non è così semplice. Una spiegazione un po’ così, ovviamente, alla buona per “non addetti” ma che, alla fine, come tutte le cose semplificate, mi sembra sia arrivata a segno meglio dei trattati universitari o dei manuali di BDSM.</div>
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<span style="text-decoration: underline;">La storia è quello che succede mentre noi pensiamo di fare altro. </span></div>
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Per capire come mai è difficile rispondere ad una domanda così semplice bisogna tornare indietro al secondo dopoguerra e citare a memoria due nomi importanti nel bondage fatto con le corde (rope bondage): John Willie e Takashi Tsujimura.</div>
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<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjbRnlMHQ9wCljVW08Mt4GxiVUT-Bsj0QrwLcDGXrjlB9NecktsMz9y8H7Z3ziq3BmzCdnXB6jQIq3PD-hoZ-RmYxbjcamzDxrxoF5xuF0JGJsdmyUvqkOH6Ci_i6LmCzKg_jatb4vlRZg/s1600/bondart_a00_1.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjbRnlMHQ9wCljVW08Mt4GxiVUT-Bsj0QrwLcDGXrjlB9NecktsMz9y8H7Z3ziq3BmzCdnXB6jQIq3PD-hoZ-RmYxbjcamzDxrxoF5xuF0JGJsdmyUvqkOH6Ci_i6LmCzKg_jatb4vlRZg/s320/bondart_a00_1.jpg" width="267" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Sweet Gwendoline - John Willie</td></tr>
</tbody></table>
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No, aspettate un attimo prima d'eclissarvi verso siti più divertenti, non è una lezione di storia, per carità, è solo un piccolo passaggio sul passato per tornare subito al presente. Nel 1947 John Willie inventa una rivista chiamata Bizarre e nel 1948 in Giappone esce il primo numero di una rivista chiamata Kitan Club. Le attività ludiche sospese dalla guerra ricominciano in occidente e in oriente, sostanzialmente, con queste due riviste. Se faticate a prendere quota vi aiuto io. John Willie è quello di “Sweet Gwendoline” di cui trovate qui vicino un’immagine abbastanza rappresentativa. Il filone è delle Damsels in Distress, per capirci, le signorine legate, rapite e seviziate. Più o meno nello stesso periodo un signore dal nome complicato, Takashi Tsujimura, inizia a collaborare in Giappone alla rivista Kitan e grazie al suo impulso il magazine di “cose strane” diventa un contenitore di SM, bondage incluso.</div>
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Nel 1950 circa i nemici di un tempo, i giapponesi e gli americani, sono impegnati in una brutta cosa che si chiama guerra, insieme questa volta (giocoforza per i giapponesi, ovviamente) contro la Corea del Nord. In questo periodo e in modo ufficiale inizia il passaggio di stili, nodi e concetti tra occidente e oriente, tra gusto giapponese e stile occidentale, tra John Willie e Takashi Tsujimura che si copiano e si ispirano uno con l’altro fino alla pubblicazione dei lavori di John Willie sul Kitan Club. </div>
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Colpo di scena!! Sì è così: il magazine sacro del legare giapponese ospita i lavori di un “occidentale” ben poco “giappo” come John Willie e la sua Gwendoline, fin dal 1952.</div>
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<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj71Rhc_rtt-e-sitZ36I3CkJBenbT0t8SOKrL99tCshjrrz9jmp885muoxrQFDOQDl_pwXBpfjPvz8qyhFvmYcCaE7OvMhhPDyWvUJcnH4ypxrWkzeXiFs00vBvR315VefxsyrxAFrDjQ/s1600/bondart_a00_2.JPG" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj71Rhc_rtt-e-sitZ36I3CkJBenbT0t8SOKrL99tCshjrrz9jmp885muoxrQFDOQDl_pwXBpfjPvz8qyhFvmYcCaE7OvMhhPDyWvUJcnH4ypxrWkzeXiFs00vBvR315VefxsyrxAFrDjQ/s320/bondart_a00_2.JPG" width="254" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Copertina Kitan Club 1954 - Takate kote Gote</td></tr>
</tbody></table>
Eppure, nonostante questo travaso continuo tra oriente e occidente abbia iniziato a realizzarsi già prima del 1952, nonostante ci siano immagini che provano e comprovano cosa i giapponesi hanno copiato dagli occidentali e cosa gli occidentali hanno copiato dai giapponesi, ancora oggi la mania (a dire il vero tutta occidentale) di distinguere e sottolineare differenze e origini, forse giuto per darsi un tono esotico di orientale saggezza, ha creato una distinzione un po’ artificiosa e forzata tra “legare all’occidentale” - western bondage - e “legare alla giapponese” - shibari/kinbaku.</div>
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Quindi prima di dire “che si fa di una donna una volta che la si lega” si dovrebbe, per dare soddisfazione ai duri e puri delle rispettive “scuole” (occidentale o giapponese) , dichiarare a quale campanile si aderisce e a quale “partito bondagico” si è tesserati.</div>
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Sembra facile allora, basta far finta che questa suddivisione esista solo nella testa degli “addetti a lavori”, lasciare a loro i discorsi di lana caprina e parlare in modo generico di bondage con le corde senza specificare a quale “esercito” si fa riferimento, tanto a chi di bondage sa poco questa sottigliezza poco interessa, così come poco interessa a chi scrive, non so se si era capito ...</div>
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Sarebbe bello ma non è così. La spiegazione del “cosa ci fai con una donna dopo averla legata” qui da noi – anche quando si riesce a cancellare la separazione pretestuosa tra occidente ed oriente - è ancora complicata dal fatto che tutto deve essere o nero o bianco e se una cosa è nero e bianco insieme non va bene perché poi ci mancano gli argomenti per litigare. In virtù e in grazia del fatto che a noi piace tanto litigare, soprattutto in Italia, ci si ritrova alla fine a contare almeno tre diverse “filosofie” connesse all’arte del legare, che la vogliate chiamare bondage occidentale o kinbaku/shibari o con altro nome di vostra fantasia.</div>
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Ho personalmente battezzato le tre filosofie come “la via dello Zen”, la “via dell’Arte” e la “via del SM”. Il perché abbia etichettato questi tre filoni di pensiero proprio con quei nomi e non altri lo spiegherò in seguito. Per ora vi dico che, curiosamente, queste tre vie hanno aspetti simili sia che vengano professate da legatori occidentali che legano all’occidentale sia che vengano professate da legatori occidentali che legano alla giapponese.</div>
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La prima riflessione che mi viene in mente, proprio ascoltando i miei compagni di corde occidentali, è che possiamo anche legare alla giapponese ma prima di essere giapponesi e legare “sentendo” alla giapponse, forse dobbiamo iniziare a vivere in Giappone, forse mangiare in Giappone e forse anche studiare in Giappone. Anche essere nati in Giappone da genitori giapponesi aiuterebbe, giusto un pochino.</div>
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Per questo motivo più avanti mi farò sostituire dalla parole di un giapponese di prim’ordine anche se ormai passato a (spero per lui) miglior vita lasciando a noi l’onere di gestire un sacco di suoi “eredi spirituali” più o meno accreditati.</div>
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Ma per arrivarci passo a passo iniziamo a giocherellare un pochino con le corde.</div>
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Quella che chiamo la “via Zen” prevede legature che liberino lo spirito imprigionando il corpo. E’ una pratica che per scrupolo ho cercato nei siti Zen ma non ho trovato. Mentre nei siti e nei blog di bondage spesso si riecheggia lo Zen viceversa non ho trovato un solo accenno di bondage o shibari o kinbaku nei siti Zen. Il motivo non mi è ancora del tutto chiaro ma mi riprometto di chiedere a qualche Maestro Zen e attendere con pazienza una risposta, se risposta ci sarà.</div>
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<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjQA2cPkQt3usjps4jp2NaGy6EUM-z-99QUEBMBPm6t8-QnCQDwmR_x-7W2d3kfogJZgfP1epNBpNYfqgbNCXWtrPssVMzAb-vh1WpWzb7EoJLej3b1C0tecxUseWsJ6nfL4XYRTOxQWLQ/s1600/bondart_a00_3.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="300" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjQA2cPkQt3usjps4jp2NaGy6EUM-z-99QUEBMBPm6t8-QnCQDwmR_x-7W2d3kfogJZgfP1epNBpNYfqgbNCXWtrPssVMzAb-vh1WpWzb7EoJLej3b1C0tecxUseWsJ6nfL4XYRTOxQWLQ/s400/bondart_a00_3.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Hog tie by me ;-) ...</td></tr>
</tbody></table>
<br /></div>
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Bisogna però dare a Cesare quel che è di Cesare: veder “volare” una persona in un hog-tie (vedasi figura nelle vicinanze) non è cosa che capita raramente, anzi, nella mia esperienza è la cosa che succede più frequentemente. Ci credo, così chiusa e impacchettata, vincolata e protetta una persona che può fare se non abbandonarsi nel ventre materno e tornare alle delizie del pre-nascita?</div>
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Però ci sono tecniche di rilassamento anche più efficaci, con minor dispendio di denaro in corde e seminari per chi vi deve legare, con maggiore efficacia e costi ridotti; ad esempio con 45 minuti di massaggio craniosacrale ottenete lo stesso effetto; niente di trascendentale quindi nel bondage occidentale o giapponesiforme, distesi e legati si realizza all’incirca lo stesso meccanismo di attivazione del sistema che i terapeuti chiamano parasimpatico ed è questo meccanimso noto da tempo a darvi la sensazione di volare alleggeriti del vostro corpo. Provare per credere!</div>
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<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgKb2PAJ_yzebOKPkRyNjAbGloC6mFzvuS51nfNjG8o-Taojl2Y9tQ1Mc2hLmM4VCEmhw8I2KIa1LpcAUXfSCDflaRKrr4hnsMOSauDl2TEfi3ZP1_wsF7JqU7cMr274hcw4njdR8qbbxI/s1600/bondart_a00_4.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="299" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgKb2PAJ_yzebOKPkRyNjAbGloC6mFzvuS51nfNjG8o-Taojl2Y9tQ1Mc2hLmM4VCEmhw8I2KIa1LpcAUXfSCDflaRKrr4hnsMOSauDl2TEfi3ZP1_wsF7JqU7cMr274hcw4njdR8qbbxI/s400/bondart_a00_4.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Bondage by Esinem. Foto Manuel Vason per .Cent magazine</td></tr>
</tbody></table>
La seconda via è la “via dell’Arte”. Sì, lo ammetto, alcune foto di bondage sono oggetti d’arte molto incisivi, sono foto di un estremo rigore tecnico, scattate con mano professionale su legature elaborate e complesse. Sì molte sono indubbiamente belle. Belle come una scultura di marmo, o un quadro espressionista. Ma poi guardi e ti rendi conto che quella posizione fotografata può essere mantenuta sì e no tre secondi se no un qualche pezzetto della modella, per forza di cose, deve andare fuori posto. Poi guardi e ti chiedi “ma se la modella non fosse stata così bella la foto come sarebbe stata?”. Poi guardi e ti chiedi … “ma … è arte la foto o è arte la legatura?” Il bondage “forma d’arte” è diverso dal bondage “soggetto d’arte”. Su questo è ora di mettere un punto fermo. In cosa differiscano un soggetto d’arte e una forma d’arte lascio a voi il piacere focalizzarlo pensando ad un quadro perfettamente eseguito che però rappresenta un polmone lessato.</div>
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“<span style="text-decoration: underline;">Non puoi capire le corde se non ami la costrizione</span>”.</div>
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhLrHMUjrSAAkVgs-iSCDa4xfQXi4E43oGQTPDHT1TG3KpR2SkXsX1XAXdG9C3kEcHL4bi2tWj_ULwZ-1-cOS3zYp7kJVMP17IPAAYfiB7ndnUB_tSSaUcDdGRjwXUsdDd3Y00DibXFkLg/s1600/bondart_a00_5.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="252" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhLrHMUjrSAAkVgs-iSCDa4xfQXi4E43oGQTPDHT1TG3KpR2SkXsX1XAXdG9C3kEcHL4bi2tWj_ULwZ-1-cOS3zYp7kJVMP17IPAAYfiB7ndnUB_tSSaUcDdGRjwXUsdDd3Y00DibXFkLg/s320/bondart_a00_5.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
Questo è stato detto (in mia presenza) da una modella al suo compagno che cercava di farsi spiegare che ci trovasse (lei) di bello nel farsi legare. Non puoi capire le corde, la loro bellezza, la pienezza e la forza del loro uso se non le cali nel mondo in cui una è costretta, legata, inerme in balia di un altro. Non puoi capire la bellezza delle corde se non capisci lo scintillante, misterioso, caldo, destabilizzante, sensuale, coinvolgente, avvolgente, emozionante, vibrante mondo del SadoMaso.</div>
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<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Le corde, a mio parere, non sono e non possono essere un corpo a sé nel “BDSM” ma sono in tutto e per tutto SM, quel SM che ha il sapore di sottomissione e scambio di potere, affidarsi ed abbandonarsi a chi comanda il gioco in forme sempre diverse ma che, alla fine, cantano lo stesso spartito.</div>
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<br /></div>
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Questa quindi la “via del SM”. Siccome io sono un sostenitore della terza via (non che le altre due mi dispiacciono, se subordinate alla mia preferita) la risposta al signore del locale non poteva che essere: “se accarezzi la ragazza che leghi mentre la leghi, se lei si eccita nell’essere costretta e accarezzata, se la torturi mentre e dopo averla legata e lei si eccita nell’essere legata e torturata, se la penetri o la fai penetrare da altri allora col bondage ci puoi fare tante tante cose interessanti“.</div>
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<br /></div>
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Chiaro che se vuoi stare nel SM ogni cosa che fai prima, durante e dopo la legatura deve essere consensulamente desiderato da tutti ma così la costrizione con le corde, a questo punto anche quella “acrobatica”, ha un suo significato e una sua ragione d’essere di per sé. Per una sub essere appesa e impotente, impossibilitata a difendersi ha un valore costrittivo e umiliativo di grande impatto. Il dover “subire” le sevizie e le attenzioni sessuali di uno o più uomini che di lei si interessano e si prendono cura diventa un motivo di forte emozione, che amplifica il suo ruolo; da legata, “costretta”, soddisfarli tutti e da tutti essere soddisfatta può diventare molto più che una banale gang band come ormai se ne fanno pure nelle riunioni condominiali.</div>
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Avevo scritto all’inizio che per investigare nella bellezza del rope bondage inteso anche come sintesi delle tre vie, nessuna esclusa ma nessuna più importante delle altre, non avrei potuto che lasciarvi tra le mani di un uomo, una persona grande nella sua vita difficile come è stato grande nel kinbaku e nel SM.</div>
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Nel leggere questa traduzione e queste righe di vita vissuta vien fuori, a mio parere, una visone sensuale del rope bondage, una sorta di esaltazione del SM e della dominazione, della bellezza nella sofferenza inflitta al fine di erotizzarla e sessualizzarla in piacere, quella via che molti “legatori”, Akechi Denki in testa, perseguono, senza dimenticare le altre ma con intenso piacere, dando alle corde un sapore più intimo di relazione e di complicità se non anche di condivisione.</div>
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<br /></div>
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Il testo che segue è il condensato di due interviste rilasciate da Akechi Denki (nome d’arte di Akechi Shi) grande protagonista della scena SM giapponese fino a 2005, anno della sua prematura scomparsa.</div>
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Da uomo e da praticante credo sia una vita che vale la pena venga raccontata.</div>
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Akechi Shi nasce in Giappone nel secondo dopoguerra (1946), in un nazione prostrata dalle uniche due atomiche mai fatte esplodere a scopi bellici, in un paese che ancora non ha neanche la forza di seppellire i suoi morti ma che vuole sopravvivere, ha la necessità di sopravvivere, gettarsi alle spalle il passato, ricominciare a fare e sperare.</div>
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Da qui la parola ad Akechi Shi</div>
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<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhmiaKPUxrJGqyG7yQoEVH2erK-fvb_yFgGYYl8Cjey9_vC4GW1_N67UzUBAeN4eAQ38ZXqJwg52FYaqMPfTrfeaiaejNCsNaFa1dEdor4vMqpSQ3BW4hGZSKM4DsNOA6O2ujy1wN6ybY4/s1600/akechi_denki.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhmiaKPUxrJGqyG7yQoEVH2erK-fvb_yFgGYYl8Cjey9_vC4GW1_N67UzUBAeN4eAQ38ZXqJwg52FYaqMPfTrfeaiaejNCsNaFa1dEdor4vMqpSQ3BW4hGZSKM4DsNOA6O2ujy1wN6ybY4/s1600/akechi_denki.jpg" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Akechi Denki</td></tr>
</tbody></table>
<b>Alla scuola media diversi livelli di scolari venivano ammassati nella stessa classe. Quando era il momento di mangiare diversi studenti venivano usualmente lasciati a parte perché non portavano un cestino per il pranzo; dovevano arrangiarsi con un bicchiere d'acqua. Per me c'era, il più delle volte, appena un po' di riso con una prugna sott'aceto sopra. Vidi morire molti studenti durante i miei anni di scuola, a quel tempo non c'era nulla di strano.</b></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>Mentre crescevo ero fortemente interessato al corpo delle donne. Avevo una ragazza vicina di casa con la quale ero in stretta relazione fin dall'asilo. Con lei spesso giocavo al dottore. Il fatto che non avesse un organo sessuale maschile era molto strano, come se fosse stato ridotto ad un sassolino. Feci alcune cose piuttosto stravaganti. Dopo questo periodo fui molto attratto dai sederi femminili. Spesso spiavo nei bagni dalle piccole finestrelle. Conoscevo in dettaglio tutti i bagni pubblici del circondario.</b></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>Quando la vidi [</b>si riferisce ad una copia della rivista Kitan Club, una rivista SM fondata nel 1945<b>] in un vecchio negozio di libri vicino a casa fu un'esperienza che avrei ricordato per tutto il resto della mia vita. Girando le pagine vidi donne che venivano legate, maltrattate, e fu abbastanza sconvolgente da bruciarmi il corpo. Mentre stavo per tirare fuori i soldi per comprare la rivista il proprietario mi abbaiò dietro: "questa non è roba per bambini. Come ti chiami?" e fui costretto a scrivere il mio nome e il mio indirizzo (ride). Al momento rimasi angosciato e pensai a diverse strategie. Un negozio vicino non era fornito. E pensai anche di chiedere ai miei zii. Alla fine acchiappai la bicicletta ed andai ad un negozio di prestito libri nella città vicina, affittai un copia del Kitan Club senza nessuna osservazione dal proprietario del negozio. Appena uscii dal negozio mi misi a pedalare veloce quanto potevo.</b></div>
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<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>Siccome avevamo una buona relazione [</b>si riferisce ad una sua amica<b>] fino al terzo anno di scuola superiore facevamo il bagno insieme. Giocavamo al dottore. Io avrei voluto legarla e farla rotolare a terra. Però venimmo sorpresi dai suoi genitori e loro iniziarono a rincorrermi.</b></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>Nel SM c'è una relazione di fiducia. Se il partner non affida completamente il suo corpo con una completa pace mentale è facile che capitino gli incidenti. Quando sto eseguendo una performance io lego piuttosto duramente. </b></div>
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<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>Naturalmente do una grandissima importanza ai limiti della partner. Appena finito l'abbraccio con tenerezza dicendole qualcosa di carino come "sei stata molto coraggiosa". In quel momento la tensione del kinbaku scompare di colpo e la modella, mentre scarica grandi lacrime, si rifugia tra le mie braccia. In questo momento l'espressione delle ragazze è molto carina. </b></div>
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<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
La prima esperienza reale di Akechi Shi è raccontata così:</div>
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<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>Devi capire [</b>si rivolge ad Osada Steve che lo sta intervistando<b>] che la gente come me, la vecchia generazione, ha inziato questo tipo di cose nell’adolescenza. Noi avevamo riviste come il vecchio Kitan Club (non più pubblicato) e cercavamo d’imitare quello che vedevamo nelle riviste, lavori con la corda molto più semplici di quelli che vedi al giorno d’oggi. E si praticava molto. Non solo corde ma tutte le abilità che usavamo negli spettacoli sadomaso. Io avevo una frusta di cinque o sei metri dall’America – una vera frusta da cow-boy. Praticavo per ore lanciandola ancora e ancora e ancora fin quando non imparai come usarla in uno spazio confinato e colpire con precisione. Noi acquisivamo esperienza attraverso la ripetizione delle pratiche.</b></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>Ma la cosa più importante è avere una partner con la quale condividire una relazione profonda e basata sulla fiducia. Questa fu la parte più difficile per me – trovare partner. Quarant'anni fa non potevi giusto venir fuori e dire che eri interessato al sadomaso. Non c’erano club sadomaso dove andare e trovare una donna che desiderava essere legata. Così dovevo incontrarmi con una ragazza “regolare” e farle la corte in modo “regolare”, portarla ai caffè e al cinema per sei mesi o perfino un anno, creare una relazione molto profonda prima di azzardarmi a presentarle il bondage. E anche in questo modo molte ragazze erano traumatizzate e inorridite quando tiravo fuori una corda. Mi lasciavano immediatamente. Alla fine una mi disse “Ok, ma solo un pochino”. Ero così grato che piangevo quando iniziai a legarla. Avrei fatto qualsiasi cosa per lei. Fu come aver trovato un gioiello prezioso.</b></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>Avevo allora sedici o diciassette anni. Lo ricordo perché a quei tempi non ti era permesso di entrare in un caffé fino a quando non avevi 18 anni. La ragazza lavorava come cameriera in un caffè. La prima volta andammo in un posto tipo un dormitorio. Io avevo un sistema digestivo piuttosto fragile e così indossavo sempre un sarashi, così lo usai per legarla (un sarashi e un indumento di cotone lungo e sottile che è arrotolato intorno allo stomaco perché la medicina orrientale insegna che è importante tenere gli organi interni al caldo.). Finché indossai un sarashi ero sempre preparato a cogliere un’opportunità di bondage.</b></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Poi le cose per la famiglia di Akechi Shi vanno molto male e lui si ritrova a fare l’apprendista muratore.</div>
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<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>Dal momento che si viveva lì dovevamo alzarci alle 6. L'atmosfera era un po' come essere in carcere. Naturalmente era fuori questione persino toccare gli strumenti. <span style="text-decoration: underline;">Bisognava imparare soltanto guardando</span>.</b></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>Quando il dottore mi disse che difficilmente sarei vissuto oltre i trent'anni mi si oscurò la vista. Ma intristirmi non sarebbe servito a niente. Avevo due sorelle minori che erano state affidate a parenti diversi. Ogni tanto ricevevo delle lettere; non c'era una menzione specifica alla solitudine o alle difficoltà ma lo si poteva sentire dal tono generale delle lettere. Promisi a me stesso che avrei comprato una casa in cui di nuovo tutta la famiglia avrebbe vissuto unita. Se avessi vissuto ogni giorno con doppia intensità magari anche se fossi morto a 30 anni sarebbe stato come morire a 60. </b></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>Molto semplice, il trucco era non dormire.</b></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Poi parla del suo modo di provare su se stesso i primi esperimenti seri di bondage.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>Eseguii [</b>su se stesso<b>] anche alcune legature dello tsuri [</b>tsuri zene – tortura a mezzo di sospensione<b> </b>della polizia giapponese nel periodo Edo<b>] e probabilmente feci alcuni lavori di legatura assurdi. Mi ricordo che legare me stesso mi creava una strana sensazione d'intossicazione psicologia. Così penso che S ed M sono due lati di una stessa entità.</b></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>A notte fonda, quando il posto di lavoro era deserto io cercai di convincere una ragazza che lavorava per la mia società a farsi legare. Siccome il mio cuore non era molto in forma io indossavo sempre un sarashi sotto i miei vestiti. Lo presi e lo usai per legare la ragazza. Siccome il posto era spesso usato come negozio o magazzino noi giravamo nudi tra casse e manichini. Inventai un certo numero di giochi in quel periodo. Sebbene per un proprietario di un'azienda sedurre una dipendente richiedesse (a causa delle possibili future conseguenze) una certa quantità di audacia in questo modo ottenni anche una buona conoscenza [comprensione] del kinbaku.</b></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>In ogni caso iniziai a pensare che avevo solo dieci anni da vivere. Per me una ragazza (una fidanzata) era qualcuna che accettava di morire con me. Mi predevo giusto 3-4 ore di sonno a settima andando in giro in auto con la mia ragazza nella notte. Baciandoci mentre guidavo ad una velocità folle sull'orlo di una scogliera. Questo è un modo per verificare se sei fortunato. Non sapevo se questa ragazza avrebbe retto a lungo. Ma dopo lei scivolò nello spazio sotto il piantone del volante per succhiarmi il cazzo mentro guidavo. Mentre mi godevo un lavoro di bocca arrivò un colpo di sonno e prima di capire che stava succedendo ero entrato in una casa del villaggio. Eravamo completamente nudi.</b></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>Quando compii trent'anni iniziai a sputare sangue e fui portato in ospedale.</b></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>I dipendenti venivano in ospedale e protestavano di non poter lavorare sotto quel tipo (mio padre). Mio padre protestava, i debiti iniziarono ad accumularsi. Mia moglie piangeva. Sebbene non avrei dovuto ricevere visite intorno al mio letto c'era il caos. Alla fine mia moglie si prese mio figlio appena nato e scomparve. Mi sentivo in obbligo di fare qualcosa che era davvero al di sopra delle mie forze in quel momento e barcollando come un sonnambulo girovagavo nel mezzo della notte intorno all'ospedale. Inoltre in quel periodo mi capitava spesso di arrivare ad esperienze di premorte. Fluttuavo vicino al soffitto della stanza e potevo perfino vedere la cima della testa dei miei familiari nella stanza.</b></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>Mio padre era ancora nei guai per delle dubbie speculazioni. Gli chiesi se voleva di nuovo che la famiglia finisse dispersa e iniziai a picchiarlo. Ma mio padre, normalmente cocciuto e con forti braccia, collassò a terra e coperto di sporcizia iniziò a piangere. Vedendolo iniziai anch'io a piangere: “è solo una casa, ne costruiremo un'altra, non aver paura”.</b></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Poi parla del suo primo incontro con gli spettacoli SM del GSG Planning.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>Era davvero solo un bluff. Era solo un sostituto che non avrebbe soddisfatto le persone che venivano per "cose reali". Alla fine dello show riuscii a parlare con Sakurada. 'Quello che stai facendo non è buono', gli dissi. Così gli mandai anche un intero fascio di vecchi numeri di Kitan Club. Una cosa tira l'altra e alla fine mi unii al suo gruppo teatrale come "shibarista" o supervisore.</b></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>Legare la popolarissima attrice Kurokawa Mayumi fu davvero un'ottima occasione. Lei diceva di non avere per niente tendenze sub ed era davvero bella. Non c'era un vero e proprio progamma fisso, era più come un'improvvisazione ad-lib basata sulla sensazione del posto, uno spettacolo dove la legatura era davvero costruita al momento. </b></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>Mostrare diverse legature ogni volta è davvero, realmente difficile. Ma se ci riesci è davvero bello.</b></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>Ai tempi del GSG Planning c'era un'associazione di Membri Speciali che era una sorta di circolo dedicato ai performer fetish e io mi presi la responsabilità di quel circolo. I membri del circolo mi chiesero di ricominciare di nuovo le attività e questo fu l'inizio del Akechi Denki Club della Fotografia Kinbaku. Per inciso molti dei membri del circolo non erano così giovani e non potevano partecipare facilmente oppure erano stati riallocati e c'erano molti buchi dal punto di vista del budget. Con l'intenzione di prendere nuovi membri e fare di nuovo spettacoli iniziammo con il Phantom Show nel 1987. Il PS è il predecessore del presente [</b>1996<b>] Studio Phantom. </b></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>Durante il PS feci un gran numero di ‘tsuri-otosu’ (</b><b>吊り落とす, sospensioni a goccia) che consistono nel lasciar cadere la modella come una pietra da una sospensione fino a pochi centimetri dal suolo. Quando si cade la koshi-nawa [è la corda che si tiene sui fianchi] morde molto forte. E' molto impressionante da vedersi ma se fate errori la testa della modella colpisce terra e vi trovate tra le mani un grosso incidente. La tecnica richiede un buon controllo del tempo e il pieno controllo dela tensione della corda e non molte persone possono realizzarla.</b></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>C'erano anche delle volte in cui avrei tirato dei pezzi di cemento alla modella legata in modo che lei potesse schivarli solo all'ultimo momento. Lo sguardo gelato dalla paura della modella e le bocche aperte degli spettatori erano qualcosa di cui alcune volte non avevo mai abbastanza. Magari qualche volta sono andato anche un po' troppo oltre.</b></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>Dal momento che ero così interessato allo shibari andai in molte librerie e musei cercando informazioni sull’uso delle corde come armi. In un libro molto specializzato di arti marziali – ho dimenticato il titolo – trovai diagrammi per <span style="text-decoration: underline;">tre</span> esempi e li studiai con grande attenzione. Imparai alcune buone tecniche in questo modo ma le riadattai per usarle nel mio lavoro. <span style="text-decoration: underline;">Le scuole di hojojutsu che operano attualmente custodiscono il segreto delle antiche tecniche e non penso che tollerino che le loro tecniche appaiano in riviste sadomaso.</span></b></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>Nell’era Sengoku (circa 1478 – 1605) i guerrieri portavano corde come armi. Se perdevi la spada potevi acchiappare la tua corda e usarla per deviare la spada del nemico. Potevi lanciarla come un lazo per avvolgere la spada del tuo nemico o mettere pesi ad entrambe le estremità della corda e lanciarla così da avvolgere il corpo del tuo nemico e immobilizzarlo oppure avvolgerla intorno al suo collo per strangolarlo. Ho paura che molta di questa conoscenza non è stata tramandata [</b>è stata persa<b>].</b></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>Ma alcune moderne polizie e forze militari usano tecniche simili. Le forze speciali <span style="text-decoration: underline;">italiane</span> e statunitensi usano corde per immobilizzare i prigionieri, legando i polsi e immobilizzando i pollici. E’ semplice ma molto efficiente e molto più a buon mercato che le manette. Ho sentito dire che hanno imparato queste tecniche dalle arti marziali tradizionali giapponesi e che le corde che usano sono molto buone.</b></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>Ho fatto ricerche anche sulle <span style="text-decoration: underline;">tecniche della polizia nel periodo Edo</span>. Gli ufficiali di polizia avevano diversi tipi di legature in funzione dello stato sociale delle persone che dovevano trattare e svilupparono diversi modi di legare in funzione di come dovevano essere trasportate. Per esempio se i prigionieri erano inviati per nave alle isole penali dovevano avere le gambe libere per potersi avvicinare al lato della nave nel caso avessero mal di mare.</b></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>Per me la cosa più importante è che il lavoro di corda sia bello. Il mio stile si è sviluppato nel corso di spettacoli sul palco, nei tempi in cui non c’erano ancora i video. Sentivo che era importante dare agli spettatori qualcosa di unico, qualcosa che non avevano mai visto prima. Così sviluppai il mio stile. L’idea venne da dentro me e il mio goal, il mio principio guida, è di non ripetere mai due volte la stessa legatura. Naturalmente alcune volte capita che alla fine mi ripeta ma nella mente io cerco sempre di fare qualcosa di completamente nuovo. Così anche ora il mio stile sta ancora cambiando e si sta ancora evolvendo.</b></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b><i>Quando vado sul palco, all’inizio dello spettacolo, io non ho alcuna idea di quello che sto per andare e a fare. Svuoto la mente e in questo modo le idee semplicemente arrivano a me, dall’interno o dalla partner con la quale sto lavorando. Alcune volte le corde si muovono da sole e le mie mani semplicemente seguono e questa è sempre un’esperienza sorprendente. Io, semplicemente, scompaio. Lo shibari è sempre molto bello quando questo accade.</i></b></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Akechi Denki muore, come già scritto, nel 2005 più che raddoppiando le aspettative di vita che gli avevano dato i dottori anche solo in termini di conta degli anni ma, probabilmente, vivendo in una sola vita la vita di molti di noi.</div>
Maurizio Salinashttp://www.blogger.com/profile/14185795960660567443noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1581367353264526654.post-84758451737836889762012-09-21T23:39:00.005-07:002012-09-22T01:00:14.918-07:00Osada Steve intervista Akechi Denki - 2005<!--[if gte mso 9]><xml>
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<br />
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 5pt; text-align: justify;">
<span style="font-size: x-small;"><span style="font-family: Verdana,sans-serif;">Inserisco una mia traduzione di un articolo di Osada Steve, una sua intervista ad Akechi Denki del 2005. La traduzione è stata postata la prima volta nella Sezione Bondage del Forum di Gabbia. L'articolo originale è reperibile nel sito TokyoBound.com al seguente link:</span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 5pt; text-align: justify;">
<span style="font-size: x-small;"><span style="font-family: Verdana,sans-serif;"></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 5pt; text-align: center;">
<a href="http://tokyobound.com/blog/?p=316" target="_blank"><span style="font-size: x-small;"><span style="font-family: Verdana,sans-serif;"><u>http://tokyobound.com/blog/?p=316</u></span></span></a></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 5pt; text-align: justify;">
<span style="font-size: x-small;"><span style="font-family: Verdana,sans-serif;"></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 5pt; text-align: justify;">
<span style="font-size: x-small;"><span style="font-family: Verdana,sans-serif;">Buona lettura.</span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 5.0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana,sans-serif;"><b>___________________________________________________________</b></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 5.0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana,sans-serif;"><b><br /></b></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 5.0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana,sans-serif;"><b><u>Akechi Denki (</u></b><b><u>明智伝鬼</u></b><b><u>), Sep 11, 1940 — July 17, 2005</u></b></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 5.0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana,sans-serif;"><b><u>July 16th, 2011 </u></b></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 5.0pt; text-align: justify;">
<b><u><span style="font-family: "Calibri","sans-serif"; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-bidi-theme-font: minor-bidi; mso-hansi-theme-font: minor-latin;"><br /></span></u></b></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 5pt; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: Verdana,sans-serif;">Il [post]
seguente è un’intervista con Akechi Denki. L’intervista fu condotta da Osada
Steve nel luglio del 2005, due settimane prima della morte del maestro.</span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 5pt; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: Verdana,sans-serif;">L’intervista
fu pubblicata nella rivista SM Sniper (ora cessata), nella rivista Fetish Japan
(la pubblicazione dello stesso Osada Steve) così come in un certo numero di
media esteri.</span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 5pt; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: Verdana,sans-serif;">Riproporla
oggi ha un triplo significato. In primo luogo segna il sesto anniversario della
morte del maestro [sensei] Akechi Denki . In secondo luogo è l’ultima
intervista in ordine di tempo dove il maestro condivide i suoi ricordi per la
pubblicazione. In terzo luogo le ultime parole del maestro toccano gli aspetti
muga [stato Zen del non-io] dello shibari/kinbaku (leggete l’ultimo paragrafo
di questa intervista) e non possono essere pronunciate in un modo più bello. </span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 5pt; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: Verdana,sans-serif;"></span></span></div>
<a name='more'></a><br />
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 5pt; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: Verdana,sans-serif;"><b>Osada Steve: il rope bondage giapponese sta
diventando molto popolare negli Usa e in Europa e la gente desidera conoscere
di più. In Occidente c’è qualcosa che io chiamo “il bondage da camera”, - leghi
polsi e caviglie con giri molto semplici e quando il tuo partner è
immobilizzato inizi con il sesso o a giocare sadomaso. Però questo è diverso
dal rope bondage giapponese. Come definiresti lo shibari? Cosa è lo shibari per
te?</b></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 5pt; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: Verdana,sans-serif;">Akechi Denki:
nel <u>sadomaso</u> (<sup>1</sup>)lo shibari è comunicazione tra due persone
attraverso l’uso della corda. E’ una connessione fatta con la corda tra i cuori
di due persone. In questo modo la corda dovrebbe abbracciarti con amore, come
la braccia di una madre abbracciano il suo bambino. La sub ha riposto in te
tutta la sua fiducia.</span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 5pt; text-align: justify;">
<span style="font-size: x-small;"><span style="font-family: Verdana,sans-serif;"><span style="line-height: 115%;">[(1) va ricordato che in giapponese
"shiba-ri" </span>(<span style="font-size: small;"><b>縛り</b></span>)<span style="line-height: 115%;"> significa semplicemente "legare"; la frase
originaria dell'articolo “In SM, shibari is ...” può significare anche
"Nel SM legare è ...". Da qui in poi <b>shibari</b> può essere inteso
sia come "arte del legare" sia come "atto del legare" <u>a
seconda della fantasia di chi legge.</u> NdT]</span></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 5pt; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: Verdana,sans-serif;">La cosa più
importante è non causare mai danni fisici alla tua partner. Ci sono tendini e
nervi delicati nel corpo e devi essere molto cauto e non devi mai denneggiarli.
Se leghi qualcuno troppo stretto potresti danneggiare i suoi nervi. E se non
leghi abbastanza stretto una corda può scivolare e finire a stringere il collo
o le spalle della tua partner. </span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 5pt; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: Verdana,sans-serif;">E’ difficile
credere che un semplice pezzo di corda può causare danni permanenti ma ci sono
stati molti incidenti così. Devi costantemente controllare la tua partner ed
essere certo che lei stia bene. Non con le parole ma osservando la sua
espressione.</span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 5pt; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: Verdana,sans-serif;"><b>Osada Steve: però quasi tutti i nawashi </b>[縄師<span lang="EN-US"> </span>letteralmente corda+esperto]<b>
indossano occhiali da sole, in particolare quando si esibiscono. Se le modelle
non possono vederti gli occhi sono davvero in grado di comunicare con te?</b></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 5pt; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: Verdana,sans-serif;">Akechi Denki:
la comunicazione è qualcosa di più che il contatto oculare. La circondi con le
braccia per sentire come sta, o alcune volte le fai qualcosa per valutare la
sua reazione. E’ davvero una comunicazione con tutto il corpo. Può essere
davvero spaventoso essere legate, perdere la propria libertà. Devi avere una
buona comunicazione per fare in modo che la persona che stai legando si senta
sicura. Devi fare in modo che lei si senta bene.</span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 5pt; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: Verdana,sans-serif;"><b>Osade Steve: cosa possiamo dire del termine
nawashi? Penso che in Occidente le persone tendano a credere, sbagliando, che ci
sia una sorta di processo di qualificazione prima di poter diventare un
nawashi. Quando questo termine è entrato in uso?</b></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 5pt; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: Verdana,sans-serif;">Akechi Denki:
può darsi trent’anni fa [anni ‘80 circa]. Prima d’allora nessuno usava il
termine nawashi. Quando iniziai a fare spettacoli sadomaso tutti dicevano
“sado” (dalla parola “sadico/sadista” per indicare il dominante) e “mazo”
(dalla parola “masochista” per indicare il sottomesso). In quei giorni il mondo
sadomaso era molto più piccolo e le persone al suo interno prendevano la loro
relazione molto seriamente.</span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 5pt; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: Verdana,sans-serif;">Il sado era
il master, la maso era la sua schiava consensuale [willing]. Lui poteva
chiamarla a sè e metterle la sigaretta sul palmo della mano e questo era
accettato nel contesto della loro profondissima relazione. Era accettato che
poteva farle del male; di fatto lei era disposta a dare la sua vita per lui. </span></span>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 5pt; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: Verdana,sans-serif;">Solo più
tardi le persone iniziarono a usare il termine <u>nawashi per qualcuno che
eseguiva del rope bondage come parte di uno spettacolo sadomaso.</u></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 5pt; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: Verdana,sans-serif;"><b>Osada Steve: quindi come si diventava un
nawashi? Come sei diventato un nawashi?</b></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 5pt; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: Verdana,sans-serif;">Akechi Denki:
devi capire che la gente come me, la vecchia generazione, ha inziato questo
tipo di cose nell’adolescenza. Noi avevamo riviste come il vecchio Kitan Club
(non più pubblicato) e cercavamo d’imitare quello che vedevamo nelle riviste,
lavori con la corda molto più semplici di quelli che vedi al giorno d’oggi. E
si praticava molto. Non solo corde ma tutte le abilità che usavamo negli
spettacoli sadomaso. Io avevo una frusta di cinque o sei metri dall’america –
una vera frusta da cow-boy. Praticavo per ore lanciandola ancora e ancora e
ancora fin quando non imparai come usarla in uno spazio confinato e colpire con
precisione. Noi acquisivamo esperienza attraverso la ripetizione delle
pratiche.</span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 5pt; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: Verdana,sans-serif;">Ma la cosa
più importante è avere una partner con la quale condividire una relazione
profonda e basata sulla fiducia. Questa fu la parte più difficile per me –
trovare partner. Quarant'anni fa non potevi giusto venir fuori e dire che eri
interessato al sadomaso. Non c’erano club sadomaso dove andare e trovare una
donna che desiderava essere legata. Così dovevo incontrarmi con una ragazza
“regolare” e farle la corte in modo “regolare”, portarla ai caffè e al cinema
per sei mesi o perfino un anno, creare una relazione molto profonda prima di
azzardarmi a presentarle il bondage. E anche in questo modo molte ragazze erano
traumatizzate e inorridite quando tiravo fuori una corda. Mi lasciavano
immediatamente. Alla fine una mi disse “Ok, ma solo un pochino”. Ero così grato
che piangevo quando iniziai a legarla. Avrei fatto qualsiasi cosa per lei. Fu
come aver trovato un gioiello prezioso.</span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 5pt; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: Verdana,sans-serif;"><b>Osada Steve: quanti anni avevi allora?</b></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 5pt; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: Verdana,sans-serif;">Akechi Denki:
sedici o diciassette. Lo ricordo perché a quei tempi non ti era permesso di
entrare in un caffé fino a quando non avevi 18 anni. La ragazza lavorava come
cameriera in un caffè. La prima volta andammo in un posto tipo un dormitorio.
Io avevo un sistema digestivo piuttosto fragile e così indossavo sempre un
sarashi, così lo usai per legarla (un sarashi e un indumento di cotone lungo e
sottile che è arrotolato intorno allo stomaco perché la medicina orrientale
insegna che è importante tenere gli organi interni al caldo.). Finché indossai
un sarashi ero sempre preparato a cogliere un’opportunità di bondage.</span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 5pt; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: Verdana,sans-serif;"><b>Osada Steve: molto comodo!</b></span></span>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 5pt; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: Verdana,sans-serif;">Akechi Denki:
sì e non solo per il bondage. Portare un sarashi arrotolato intorno al corpo
può proteggerti in una lotta al coltello perché devia o ferma lama. E se sei
ferito l’indumento aiuta a fermare l’emorragia. A quei tempi lavoravo in
cantieri di costruzioni, che erano luoghi piuttosto carini. Io ero a capo di
circa cento persone ma sapevo di non essere un buon combattente così presi con
me persone leali. E indossavo il sarashi.</span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 5pt; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: Verdana,sans-serif;"><b>Osada Steve: hai imparato tutto da solo?
Qualcuno ti ha insegnato?</b></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 5pt; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: Verdana,sans-serif;">Akechi Denki:
nessuno mi ha insegnato. Diventai amico di Tsujimura Takashi, i cui lavori a
quel tempo erano pubblicati nella rivista Kitan Club, e del suo amico Yamamoto
Issho. Loro vivevano a Kansai (Osaka) ma ci si incontrava quando si poteva e si
praticava insieme e ci prestavamo le nostre partner uno con l’altro.</span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 5pt; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: Verdana,sans-serif;"><b>Osada Steve: cosa pensi del famoso artista Ito
Seiyu (1882 – 1961)? Le sue fotografie e i suoi quadri di donne legate ti hanno
influenzato?</b></span></span>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 5pt; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: Verdana,sans-serif;">Akechi Denki:
in effetti no. Ho raccolto libri delle sua arte ma lui ha esplorato molti
soggetti al di fuori dello shibari come i fantasmi tradizionali. Ho apprezzato
il suo lavoro come arte piuttosto che come ispirazione per il mio lavoro.</span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 5pt; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: Verdana,sans-serif;"><b>Osada Steve: ho capito che hai fatto molte
ricerche sullo hojojutsu che un’antica forma di arti marziali che utilizzava la
corda.</b></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 5pt; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: Verdana,sans-serif;">Akechi Denki:
sì, dal momento che ero così interessato allo shibari andai in molte librerie e
musei cercando informazioni sull’uso delle corde come armi. In un libro molto
specializzato di arti marziali – ho dimenticato il titolo – trovai diagrammi
per <u>tre</u> esempi e li studiai con grande attenzione. Imparai alcune buone
tecniche in questo modo ma le riadattai per usarle nel mio lavoro. <u>Le scuole
di hojojutsu che operano attualmente custodiscono il segreto delle antiche
tecniche e non penso che tollerino che le loro tecniche appaiano in riviste
sadomaso.</u></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 5pt; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: Verdana,sans-serif;">Nell’era
Sengoku (circa 1478 – 1605) i guerrieri portavano corde come armi. Se perdevi
la spada potevi acchiappare la tua corda e usarla per deviare la spada del
nemico. Potevi lanciarla come un lazo per avvolgere la spada del tuo nemico o
mettere pesi ad entrambe le estremità della corda e lanciarla così da avvolgere
il corpo del tuo nemico e immobilizzarlo oppure avvolgerla intorno al suo collo
per strangolarlo. Ho paura che molta di questa conoscenza non è stata
tramandata [è stata persa].</span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 5pt; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: Verdana,sans-serif;">Ma alcune
moderne polizie e forze militari usano tecniche simili. Le forze speciali <u>italiane</u>
e statunitensi usano corde per immobilizzare i prigionieri, legando i polsi e
immobilizzando i pollici. E’ semplice ma molto efficiente e molto più a buon
mercato che le manette. Ho sentito dire che hanno imparato queste tecniche
dalle arti marziali tradizionali giapponesi e che le corde che usano sono molto
buone.</span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 5pt; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: Verdana,sans-serif;">Ho fatto
ricerche anche sulle <u>tecniche della polizia nel periodo Edo</u>. Gli
ufficiali di polizia avevano diversi tipi di legature in funzione dello stato
sociale delle persone che dovevano trattare e svilupparono diversi modi di
legare in funzione di come dovevano essere trasportate. Per esempio se i
prigionieri erano inviati per nave alle isole penali dovevano avere le gambe
libere per potersi avvicinare al lato della nave nel caso avessero mal di mare.</span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 5pt; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: Verdana,sans-serif;"><b>Osada Steve: quello che ho veramente apprezzato
è che sei sempre positivo e incoraggiante. Sono venuto da te per imparare alcuni
sistemi di legatura e anche quando il mio impegno ha portato risultati
terribili mi hai fatto i complimenti. Sei così con tutti. Non dici mai “quel
ragazzo non può proprio legare”. Ovviamente ami le corde e ami vedere la gente
legare [doing shibari]. Io penso che per questo motivo sei così gradito e
rispettato nel mondo sadomaso. </b></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 5pt; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: Verdana,sans-serif;"><u>Akechi
Denki: ricordo com’era quando io ero agli inizi.</u></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 5pt; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: Verdana,sans-serif;"><b>Osada Steve: un’ultima domanda: ci sono pochi
nawashi professionisti e ciascuno ha uno stile distintivo. Il tuo stile è molto
intricato e bello. Come si è sviluppato?</b></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 5pt; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: Verdana,sans-serif;">Akechi Denki:
per me la cosa più importante è che il lavoro di corda sia bello. Il mio stile
si è sviluppato nel corso di spettacoli sul palco, nei tempi in cui non c’erano
ancora i video. Sentivo che era importante dare agli spettatori qualcosa di
unico, qualcosa che non avevano mai visto prima. Così sviluppai il mio stile.
L’idea venne da dentro me e il mio goal, il mio principio guida, è di non
ripetere mai due volte la stessa legatura. Naturalmente alcune volte capita che
alla fine mi ripeta ma nella mente io cerco sempre di fare qualcosa di
completamente nuovo. Così anche ora il mio stile sta ancora cambiando e si sta
ancora evolvendo.</span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 5.0pt; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: Verdana,sans-serif;"><i>Quando vado sul palco, all’inizio dello
spettacolo, io non ho alcuna idea di quello che sto per andare e a fare. Svuoto
la mente e in questo modo le idee semplicemente arrivano a me, dall’interno o
dalla partner con la quale sto lavorando. Alcune volte le corde si muovono da sole e le mie mani semplicemente seguono e questa è sempre un’esperienza
sorprendente. Io, semplicemente, scompaio. Lo shibari è sempre molto bello
quando questo accade.</i></span></span><i><span style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-style: normal; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-bidi-theme-font: minor-bidi; mso-hansi-theme-font: minor-latin;"></span></i></div>
<span style="font-size: xx-small;"></span>Maurizio Salinashttp://www.blogger.com/profile/14185795960660567443noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1581367353264526654.post-12619164016725106842012-06-07T00:29:00.000-07:002012-06-07T09:14:20.259-07:00Parusia<br />
<div align="right" class="MsoNormal" style="text-align: right;">
<b><span style="font-family: "Tahoma","sans-serif"; font-size: 10pt;"></span></b></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "Tahoma","sans-serif"; font-size: 10pt;"></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="MsoBodyText" style="text-align: justify;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhHgQiSgJfWLItWhpzFKWyJnRURZA6snikG7ley0EZuYhA7X-hiAUeY8y5dLUvO-ZxrapTlU5z8ISYUpOBRhVOoZBPJ1NXD5mdDi9_MpohYUcY1SNCQzEt8yfgF-vEExBnV6YaeV2y4LCw/s1600/f03.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhHgQiSgJfWLItWhpzFKWyJnRURZA6snikG7ley0EZuYhA7X-hiAUeY8y5dLUvO-ZxrapTlU5z8ISYUpOBRhVOoZBPJ1NXD5mdDi9_MpohYUcY1SNCQzEt8yfgF-vEExBnV6YaeV2y4LCw/s1600/f03.jpg" /></a></div>
Fluido scorrere di binari sotto ruote di treno. Acciaio
che morde acciaio a centotrenta chilometri all’ora; correre restando fermi in
un film proiettato dal finestrino, un film ricamato di strie d’acqua che
rompono il vetro in frammenti di paesaggio.<br />
<br />
Quando il treno si fermerà.<br />
<br />
Ascolto musica nello scomparti- mento vuoto e aspetto che il film sfumi tra le
ombre serali per chiudere gli occhi e sognare di nuovo. Sfilano campi di neve
coperti da gelida nebbia; senza sosta piove.<br />
<br />
Quando il treno si fermerà.<br />
<br />
Lontano, lontano da tutto ascolto musica per non ascoltare le voci che parlano
nelle stanze della mia mente. La tua voce, la sua voce, la vostra voce. Sono
voci che mi hanno stancato. La mia voce che incessante e solerte mi parla,
assume i timbri dissimili di mille altre voci, mi soffoca. Siamo le nostre
parole ma se, per un attimo, riusciamo a zittirci, se, per un attimo, riusciamo
a soffocarci, siamo.</div>
<div class="MsoBodyText" style="text-align: justify;">
</div>
<a name='more'></a>Ascolto musica e aspetto che il film sfumi nelle ombre serali. Quando il treno
si fermerà, e io con lui.<br />
<br />
Vagoni spopolati e silenziosi, quasi del tutto.<br />
<br />
Affronto la dura realtà del viaggio: non s’aprirà la porta sulla venere
incantata che cerca il calore del mio corpo. Non entrerà una femmina affamata
che ha comprato il biglietto per giacersi con me, per essere riempita del mio
sperma caldo, per gustare schizzi di viscido seme, del mio seme, tra labbra
oscenamente spalancate, sulla lingua, fino alla gola.<br />
<br />
“Buonasera, biglietto …”<br />
<br />
Neanche il controllore col cappello sulla nuca aspetta più, da secoli, la passeggera
sconosciuta e misteriosa che sale solo per amare ed essere amata, tra una
stazione e un’altra, tra un sibilo e il silenzio. E’ stanco, quasi quanto me,
di questo gioco puberale d’adulti adolescenti, di questa speranza invana nel
miracolo salvifico d’una apparizione impossibile più che improbabile.
S’allontana la fine dei tempi ad ogni tempo che scorre sotto le ruote del
treno.<br />
<br />
“Grazie, … buonasera”<br />
<br />
Perché provo questa soddisfazione infantile nell’essere in regola con il
biglietto? Certo che lo sono, ho pagato fior di quattrini per comprarlo. Certo
che lo sono, l’ho letto bene (ne sono capacissimo) e ho preso posto nel sedile
riservato, scritto qui, qui sullo schienale liso e qui, qui sul biglietto
cartonato. Certe volte mi chiedo se capita anche ad altri sentirsi sotto esame
quando mostrano il biglietto ad un controllore più stanco che vivo.<br />
<br />
Rimetto le cuffie dell’i-pod e mi rituffo nel Requiem.<br />
Quando il treno si fermerà.<br />
Dormo prima che il film sfumi nell’oscurità ma non è un problema, l’ho già visto.<br />
<br />
“Scusi? … la disturbo?”<br />
<br />
Eccome se mi disturbi.<br />
<br />
Apro gli occhi, interrogo il mondo. Il mondo mi risponde con i suoi occhi.<br />
Vorrei dire qualcosa d’ironico e maleducato come<br />
<br />
“Si, un tantinello …”<br />
<br />
oppure<br />
<br />
“Pesantemente … ma dato che ci siamo …”<br />
<br />
o, anche<br />
<br />
“sparisci rompipalle …”<br />
<br />
Occhi azzurri sotto un caschetto biondo, è più svelta di me:<br />
<br />
“Mi spiace svegliarla ma non c’è nessuno in giro. Cercavo il capotreno”<br />
<br />
(Ho la faccia da capotreno, io? Forse si.)<br />
<br />
“Non saprei come aiutarla, mi spiace”.<br />
<br />
(Ho la faccia da capotreno, io ???)<br />
<br />
“Magari posso chiedere a lei …”<br />
<br />
(Evidentemente ho la faccia da capotreno, devo farmene una ragione)<br />
<br />
“Prego, ma non ci faccia affidamento …”<br />
“Ho preso il treno al volo ma, forse, ho sbagliato, mi confondono tutti questi
binari, non sono italiana. Da noi è tutto diverso, molto più semplice”.<br />
<br />
L’ultima fermata è stata due ore fa; probabilmente la ragazza non brilla per
celerità di pensiero.<br />
<br />
“Questo treno va a Napoli, lei dove doveva andare?”<br />
“A Roma; sono nella direzione giusta?”<br />
“Direi perfetta. Se siamo in orario ci arriviamo tra un’ora, più o meno”.<br />
<br />
Si siede e apre la borsetta. Gonna stretta a tubino e calze in nylon. Scarpette
tacco alto. Come volete che si sieda una vestita così? Chiappe in bilico sul
bordo e gambe allineate di lato, classico.<br />
<br />
Rimira estasiata il suo biglietto e poi alza la testa, caschetto biondo
compreso:<br />
<br />
“Grazie, meno male, qui è tutto così complicato”.<br />
<br />
Sì lo hai già detto, ho afferrato il senso. Tu vieni dal paese del “tutto
facile” e noi viviamo nel labirinto di Dedalo. Le FFSS, poi, non sono il
massimo nel semplificare la vita, anche per chi è abituato ad affrontare ben
altre burocrazie.<br />
<br />
Ora, se fossimo in un racconto pornografico, ci starebbe un ringraziamento
tangibile, una scopata a novanta contro i sedili o un pompino sontuoso. Invece
niente: si rialza e, mentre sistema il biglietto nella borsetta nera, mi
saluta.<br />
<br />
“Ancora mille grazie, buon viaggio …”<br />
“Buon …”<br />
<br />
E’ già andata.<br />
<br />
Quando il treno si fermerà.<br />
L’avrò già dimenticata, spero.<br />
<br />
Chiudo gli occhi e sogno. Il viaggio deve continuare, in qualche modo.<br />
<br />
“Signore?”<br />
<br />
Ma non era vuoto questo cazzo di treno? Apro gli occhi e mi dò una grattata
alla barba mentre guardo quest’altro rompipalle in uniforme.<br />
<br />
“Si?”<br />
<br />
“Mi potrebbe cortesemente favorire i documenti?”<br />
<br />
Ma non c’è dogana tra qui e lì. Che cerca da me?<br />
<br />
“Perché?”<br />
<br />
Indurisce lo sguardo, non molto ma tangibilmente.<br />
<br />
“Normale controllo, routine … le ruberò solo un attimo”<br />
<br />
Routine. Però è in uniforme e mi accorgo che ha anche tre stellette. Faccio i
conti. Un capitano dei carabinieri non fa controlli di routine su treni
passeggeri. Mi alzo, prendo il portafoglio dalla tasca della giacca e cerco la
carta d’identità. Routine.<br />
Eccola, la passo, ben aperta, nelle sue mani.<br />
<br />
Guarda con attenzione la mia foto. Caruccio vero?<br />
<br />
“Grazie …”<br />
<br />
Mi rende il documento e sta per uscire ma si ferma, guarda il sedile vicino
alla porta, si china e raccoglie tra le dita guantate un capello biondo.<br />
<br />
“Scusi, ancora una domanda: ha visto una ragazza bionda, carina, sui
venticinque?”<br />
<br />
See, magari! No, aspetta, sì l’ho vista.<br />
<br />
“Si, una così è entrata qui un attimo per chiedermi un’informazione, poi è
andata”.<br />
“Ah … e quando?”<br />
“Perché?”<br />
<br />
Ora mi squadra in modo decisamente ostile. Non sopporto che la gente mi squadri
in modo decisamente ostile, soprattutto non sopporto che un capitano dei
carabinieri mi squadri in modo decisamente ostile, mi crea un certo disagio.
Routine. Certe volte mi chiedo se capita anche ad altri sentirsi a disagio
quando un capitano dei carabinieri li squadra in modo decisamente ostile.<br />
<br />
“Quando?”<br />
<br />
Guardo l’orologio, faccio due conti e rispondo di malavoglia:<br />
<br />
“Direi più o meno un’ora fa …”<br />
“Più o meno? Ne è sicuro?”<br />
“Si un’ora fa, più o meno”.<br />
<br />
Estrae con noncuranza la pistola e me la punta in faccia:<br />
<br />
“Alzi le mani e le metta dietro la testa … lei è in stato d’arresto
preventivo”.<br />
<br />
Alzo le mani e le metto dietro la testa. Ora sono veramente molto a disagio.
Certe volte mi chiedo se capita anche ad altri sentirsi molto a disagio quando
un capitano dei carabinieri li tiene sotto mira e chiama alla radio qualche
gendarme di rinforzo.<br />
<br />
“Posso sedermi almeno?”<br />
“Si, ma piano …”<br />
<br />
Mi siedo, ma piano. La pistola del caramba mi fissa in modo più ostile del suo
proprietario. Sarà che lei ha un solo occhio, sì, sarà sicuramente per questo.<br />
<br />
“Ma che succede?”<br />
“Niente … stia fermo e non succederà niente”.<br />
“Guardi che io non mi muovo ma qualcosa sta succedendo … vorrei essere
ottimista ma non capita tutti i giorni di stare seduto con una pistola in
faccia e un carabiniere che ti guarda come se fossi un assassino”.<br />
“Chi le ha detto che c’è stato un omicidio?”<br />
“Nessuno e non ho parlato di omicidio, ho solo detto …”<br />
“Lascia stare … stai zitto”.<br />
<br />
Carino passare al tu, da testimone a indagato in tre minuti; con questo ritmo
vado al patibolo prima dei prossimi cinque.<br />
<br />
Mi sveglio; era un sogno, per fortuna. Guardo l’ora, ancora poco all’arrivo.
Sono agitato, troppo agitato, mi alzo e vado in corridoio. Ci vorrebbe una
sigaretta, mi sa che ne approfitto del treno vuoto e l’accendo lo stesso.<br />
<br />
Silenzio e oscurità nella penombra del vagone. Eccola la nostra straniera
trafelata, dorme appoggiata al vetro dello scompartimento vicino al mio. Dorme,
ma Roma è passata da un pezzo.<br />
<br />
Apro la porta, non sono cazzi miei ma s’è persa la fermata.<br />
<br />
“Signora … signorina scusi, ma lei non doveva scendere?”<br />
<br />
Silenzio.<br />
<br />
“Signorina?”<br />
<br />
Un’inquietudine malsana mi annoda lo stomaco. Sono impressioni d’un attimo.
Colgo, in un lampo di coscienza, che non ha le scarpe, non addosso almeno.
Silenzio.<br />
<br />
“Signorina?”<br />
<br />
Le tocco la spalla. Scivola silenziosamente di lato e s’accascia, la guancia
sul velluto rosso del sedile. E’ grigia, occhi sbarrati, labbra livide, lingua
gonfia oscenamente esposta tra denti candidi. Al collo, stretta in garrota
impeccabile e micidiale, una frusta nera. Indietreggio nel corridoio fino al
finestrino. E’ un maledetto incubo, occhi sbarrati negli occhi vitrei del
cadavere e poi alla fusta che l’ha strozzata: non c’è dubbio che sia,
innegabilmente, d’ottima fattura, certo che lo è, è la mia frusta.<br />
<br />
Mi gira la testa, sto per cadere; una mano mi serra la spalla.<br />
<br />
“Che succede qui?”<br />
<br />
La morta accenna un sorriso e strizza, dispettosa, l’occhietto.<br />
<br />
“Io …”<br />
<br />
Il controllore mi scruta con stanca curiosità. Sono seduto nel mio scompartimento,
sono qui, sono ancora qui, non mi sono mosso. Un altro incubo … che viaggio!
Fuori buio, dentro luce fioca e rumore di binari.<br />
<br />
Quando il treno si fermerà.<br />
<br />
“Sì …?”<br />
“Niente, stavo dormendo …”<br />
<br />
Mi contempla dubbioso ancora un attimo poi si spinge il cappellino dietro la
testa, sulla nuca.<br />
<br />
“Biglietto per favore …”<br />
“Eccolo, ma l’ha già visto …”<br />
“No, non sono ancora passato …”<br />
<br />
Gli porgo il biglietto. Lascio perdere le discussioni, non voglio sprecare
fiato. Controlla il cartoncino e sorride.<br />
<br />
“Vede? Nessun buchino … comunque tutto a posto”.<br />
<br />
Deflora il biglietto con la macchinetta grigia e mi porge il cartellino con un
sorriso annoiato. Sono, nella sua testa, l’ennesimo sciroccato che sale sul suo
treno e, forse, ha ragione.<br />
<br />
Se ne va, non lo saluto, troppo impegnato a guardare il film buio oltre il
rettangolo di vetro.<br />
<br />
Tatamtatam, tatamtatam. Quando il treno si fermerà.<br />
<br />
Il suo volto è oltre il buio, riflesso dal vetro nel nulla del paesaggio:
caschetto biondo e labbra rosse. Mi volto lentamente e lei sorride, sorride
lasciva.<br />
<br />
“Non è scesa a Roma?”<br />
“No, certo …”<br />
“Perché?”<br />
<br />
Ride di cuore, ride di gola, ride di me …<br />
<br />
“Ma perché ero morta, no?”<br />
<br />
Non ho tempo per rispondere, chiude la porta dello scompartimento e tira le
tende. Velluto verde lercio tra dita di fata, unghie laccate, rosse.<br />
<br />
“Mi sembri viva ora …”<br />
<br />
E’ assurdo, è assurdo ma lascio che scivoli in ginocchio davanti a me. Mi
slaccia la cintura, la sfila, la divora con gli occhi; occhi che colano
lascivia, occhi che chiamano peccati.<br />
<br />
“La userai sul mio culetto? Mi piace se la usi sul mio culetto”.<br />
<br />
Libera il mio membro e gioca con la sua durezza, carne pulsante e calda tra
dita di fata, unghie rosse, laccate. Lingua morbida che scorre su liscio
piacere bagnato di saliva, turgido di desiderio. Mani, le mie mani, sulle sue
spalle, dita nel suo colletto alto e castigato, strappo. Sipario aperto sul
reggiseno in pizzo, tette piene, gonfie di carne, capezzoli eretti sotto seta
fine. Carezzo e afferro, cerco con le dita i suoi urli.<br />
<br />
Lecca, succhia, geme, si toglie con rabbia e impellenza i vestiti. Lecca,
succhia, geme. Una mano, la sua mano, sul seno tortura il capezzolo che lascio
libero dalla mia morsa. Una mano, la sua mano, le scorre al ventre. Lecca,
succhia, geme, si masturba. Affondo nella bocca calda di saliva, affondo
nell’intima essenza del suo verbo fino a toccarne il letto. Si stacca con
ferocia famelica, mi guarda. Occhi rossi intorno a cristalli azzurri
d’ossidiana rara.<br />
<br />
“Prendila!! Prendila!! Prendila!! Usala, prendimi!!!”<br />
<br />
Indica con disperazione la mia borsa. La mia borsa, la mia frusta.<br />
<br />
La prendo per i capelli della nuca: biondo caschetto scomposto tra le mie dita,
seta nei miei artigli. La spingo a lato, piega il collo e crolla a terra. Mani
di fata sul pavimento sporco dello scompartimento, unghie laccate, rosse,
spezzate, sanguinanti.<br />
<br />
La borsa cade sul sedile, apro la cerniera e prendo la frusta, nera,
luccicante, micidiale, arrotolata. Spire di pelle scura come la notte. L’annusa
come una lupa affamata, guaisce come una cagna in calore. La frusta scivola
intorno al suo collo. Stringo, stringo, stringo. La penetro da dietro e stringo
la frusta intorno al suo collo, rossa stria sul candore della tentazione. Il
suo sesso si apre al mio, bagnato, fradicio, inondato. La prendo e la scuoto.<br />
<br />
“E’ libero?”<br />
Apro gli occhi.<br />
<br />
Tatamtatam, tatamtatam. Quando il treno si fermerà.<br />
<br />
Occhi azzurri e caschetto biondo, si siede e apre la borsetta. Gonna stretta a
tubino e calze in nylon. Scarpette tacco alto. Come volete che si sieda una
vestita così? Chiappe in bilico sul bordo e gambe allineate di lato, classico.<br />
<br />
Guarda il biglietto:<br />
<br />
“Non ho la prenotazione, secondo lei mi cacciano?”<br />
<br />
Strappo con le unghie l’ultimo pezzo di sogno. Sorrido.<br />
<br />
“Io non lo farei …”<br />
<br />
Alza la testa e mi guarda seria.<br />
<br />
“Lei non ha la faccia da capotreno”.<br />
“No, non ho la faccia da capotreno”.<br />
<br />
Sorride, estrae dalla borsetta una pistola e ma la punta al naso:<br />
<br />
“Alzati e spogliati, porco!”<br />
<br />
Con una mano chiude la porta, urtare violento di metallo su metallo, tira le
tende dello scompartimento. Velluto verde lercio tra dita di fata, unghie rosse
laccate.<br />
<br />
“Sei un sogno, io lo so … non mi alzo”.<br />
<br />
Si alza lei, sorridendo, si china su di me, poggia la pistola alla mia fronte e
mi stacca una sberla epocale. Dolore che si apre la strada dalla guancia al
cervello poi alla nuca e, infine, alle spalle.<br />
<br />
Quando riapro gli occhi ancora sorride, ancora mi punta una pistola alla
fronte.<br />
<br />
“Sarò anche un sogno ma so far male …”<br />
<br />
Tatamtatam, tatamtatam. Quando il treno si fermerà. Se si fermerà.<br />
<br />
Ha ragione, sa far male. Mi spoglio e resto nudo davanti a lei, copro l’inguine
con le mani.<br />
<br />
Micidiale, precisa, crudele; mira e spara. Dolore senza nome, apro le mani
ridotte a brandelli urlando e lei spara ancora.<br />
<br />
“Svegliati delinquente …”<br />
<br />
Apro gli occhi e il capitano dei carabinieri mi guarda con severità, astio,
odio.<br />
<br />
“Cosa ? …”<br />
<br />
Due agenti mi prendono le braccia e mi tirano in piedi con brutalità. Uno dei
due è una femmina. Occhi azzurri, caschetto biondo, profumo di peccato, unghie
laccate, rosse.<br />
<br />
“Ti sbattiamo in cella e buttiamo via le chiavi, sei contento maiale?”<br />
<br />
Tatamtatam, tatamtatam. Quando il treno si fermerà. Se si fermerà.<br />
<br />
Mi spingono in corridoio. Nello scompartimento vicino al mio il corpo del
controllore giace a terra, nudo, strangolato dalla mia frusta. Gli occhi
sbarrati, la lingua gonfia protesa lecca oscenamente, nell’ultimo sussulto
isterico, il pavimento del vagone.<br />
<br />
“Sei contento? Sono stata brava?”<br />
<br />
Mi accarezza il membro ancora duro e ammantato di sperma, umori, sangue. La guardo
con tenerezza, quasi con amore: l’intreccio della frusta le disegna intorno al
collo un serpente rosso di dolore.<br />
<br />
“Quasi, sì …”<br />
<br />
Si solleva dal sedile e mi bacia.<br />
<br />
“Devo andare, è tardi, siamo quasi a Roma …”<br />
<br />
Ammiro il suo corpo e la sua classe mentre si riveste, ridendo dei suoi abiti
strappati …<br />
<br />
“Per fortuna ho l’impermeabile in borsa”<br />
<br />
Esce dallo scompartimento mandandomi un bacio sulla punta delle dita; mi torna
in mente una domanda:<br />
<br />
“Ma tu non eri …?”<br />
<br />
E’ già sparita, la inseguo nel corridoio ma lì non c’è nessuno.<br />
<br />
Tatamtatam, tatamtatam. Quando il treno si fermerà.<br />
<br />
Mi giro e mi trovo davanti un muro grigio, alto, freddo.<br />
<br />
Tatamtatam, tatamtatam. Quando il treno si fermerà.<br />
<br />
Scivolo in silenzio lungo il muro, in silenzio mi accascio a terra nella luce
obliqua che sporca il mio buio con un tramonto sudicio di periferia. Sopra la
testa, mille metri sopra, una finestra lercia con sbarre d’acciaio.<br />
<br />
Poggio la guancia al muro, disegno con il gessetto due ruote, poi. Un assale,
poi. Un rettangolo, poi. Un piccolo camino e fumo che esce, poi. Una linea che
è un binario.<br />
<br />
Le chiavi girano nella serratura, rumore brutale di metallo che graffia
metallo: mi portano la cena, che bello. La cena e la punturina per la notte.<br />
<div class="MsoBodyText" style="text-align: justify;">
Che bello!.<br />
<br />
Disegno, graffio, col gesso e unghie spezzate il mio treno. </div>
<div class="MsoBodyText" style="text-align: justify;">
Il MIO treno.</div>
<div class="MsoBodyText" style="text-align: justify;">
Appoggio la mano sul muro, sotto le dita la mia locomotiva. La MIA locomotiva.</div>
<div class="MsoBodyText" style="text-align: justify;">
Chiudo gli occhi.<br />
<br />
Tatamtatam, tatamtatam. Quando il treno si fermerà.<br />
Tatamtatam, tatamtatam. Quando il treno si fermerà.<br />
Tatamtatam, tatamtatam. Quando il treno si fermerà.<br />
<br />
Io morirò.</div>Maurizio Salinashttp://www.blogger.com/profile/14185795960660567443noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1581367353264526654.post-9038035798712377642012-06-06T14:02:00.000-07:002012-06-06T15:06:55.802-07:00Florence Willson<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">Sconsigliata la lettura a persone facilmente impressionabili, deboli di stomaco, non profondamente sadiche non profondamente masochiste. Se andate avanti lo fate a vostro rischio e pericolo, ovvero, se non volete sentire puzza non cacciateci il naso ;-).</span><br />
<span style="font-size: small;">____________________________________________________________</span></div>
<h1>
Florence Willson</h1>
<br />
<div align="right" style="text-align: right;">
<b>Il</b><b> re Salomone diede alla regina
di Saba quanto essa desiderava e aveva domandato, oltre quanto le aveva dato
con mano regale. Quindi essa tornò nel suo paese con i suoi servi.</b></div>
<div align="right" style="text-align: right;">
<b>Primo Libro dei Re, X-13</b></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjDQRbi2PGWGZ_ur5v4O5hVSURFV7yA_l3IkPEB7bdRVD1y6-yhjXonjNtAE-UYLW5gqk-ocAz8w8FecdxEYWWVl_FEsThNdsykK8zb6HewY_LhSm24hhDSXoU38DAPNp8ytjLyFIQ2pKc/s1600/50.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjDQRbi2PGWGZ_ur5v4O5hVSURFV7yA_l3IkPEB7bdRVD1y6-yhjXonjNtAE-UYLW5gqk-ocAz8w8FecdxEYWWVl_FEsThNdsykK8zb6HewY_LhSm24hhDSXoU38DAPNp8ytjLyFIQ2pKc/s320/50.jpg" width="320" /></a></div>
<span style="font-family: "Tahoma","sans-serif"; font-size: 10pt;">Il ventitsette agosto 1732
i cancelli del mercato di Williamsburg, Colonia della Virgina, si aprirono
nella sonnolenta indifferenza di una città soffocata dal caldo afoso di tarda
estate.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "Tahoma","sans-serif"; font-size: 10pt;">Pochi, pochissimi, i personaggi che
s'aggiravano, alle nove del mattino, nel recinto degli schiavi, per lo più
sfaccendati e trafficanti di bassa lega, gente con scarsa moneta e poca voglia
di lavorare; i mercanti importanti, quelli grossi di pancia e di borsa, stavano
ancora a letto, ancora spossati dall'afa incessante, ancora stremati dall'ennesima
notte insonne e per nulla ispirati dall'idea di scendere in campo fin dalle
prime ore della giornata. Gli affari migliori, comunque, erano in là da venire
e si sarebbero realizzati, forse, molto dopo l'ora di pranzo, con la nuova
infornata d'africani stivati nel ventre del "Prince Royale" approdato
due sere prima nel vicino porto di Jamestown.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "Tahoma","sans-serif"; font-size: 10pt;">Florence Willson arrivò così, tra
l'annoiata curiosità di pochi sfaccendati e la prima calura del mattino,
trascinata da un carretto malmesso e cigolante al quale era legata da una corta
catena, fissata saldamente al collare ferreo che le stringeva la gola
soffocandola ad ogni strattone.</span><br />
<br />
<a name='more'></a><span style="font-family: "Tahoma","sans-serif"; font-size: 10pt;"></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "Tahoma","sans-serif"; font-size: 10pt;">Non esistono, in realtà, cronache
dettagliate dell'ingresso di Florence nel mercato degli schiavi di Williamsburg
ma, per certo, il suo arrivo dovette sollevare non poca curiosità; la donna,
una ragazza per i nostri canoni, aveva poco più di vent'anni, camminava
barcollando nella polvere e gemeva come se coltelli roventi le aprissero la
schiena ad ogni passo. Vestita d'un sacco di juta, sporca, sudata e stremata, i
piedi nudi e sanguinanti non sarebbe stata uno spettacolo granchè orginale in
quell'ambiente, abituato a ben altre sofferenze, se la sua pelle fosse stata
nera o, almeno, scura.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "Tahoma","sans-serif"; font-size: 10pt;">La donna che arrivò a Williamsburg il
ventisette agosto 1732, poco dopo le nove del mattino,
trainata a forza, quasi trascinata, da un carretto, soffocata dal collare, i
polsi serrati dietro la schiena da nodi di canapa induriti nell'acqua,
incespicando nello sterrato a piedi nudi e sguardo basso, umiliata, vinta,
martirizzata dal dolore, era, invece, una giovane bianca, occhi verdi, capelli
castani tagliati a coltellate in corti spunzoni, che arrancò gemendo e
supplicando fino al box numero sette e lì venne gettata in malomodo dal negro
nerboruto, violento e scorbutico che l'aveva condotta al mercato. Questa sì,
questa era davvero una scena che sembrava sovvertire l'ordine naturale delle
cose in una grottesca rappresentazione dell'impossibile.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "Tahoma","sans-serif"; font-size: 10pt;">Florence Willson crollò di schianto
sulla paglia lercia del box e, mentre il cancello si serrava sul suo universo
di dolore, il custode apriva e leggeva un foglio di procura sigillato dallo
stemma nobiliare di Lord Gregory Lucius Willson III, Conte di Drawenshire, suo
attuale proprietario. Il foglio, vergato in elegante grafia, delegava al
direttore del mercato "la vendita della schiava nominata Florence,
possibilmente entro quel giorno e a qualsivoglia prezzo".</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "Tahoma","sans-serif"; font-size: 10pt;">L'arrivo di Florence suscitò, quindi,
una certa impressione e una notevole curiosità. Qualcuno che sapeva iniziò a
raccontare e, mentre il sole picchiava i suoi primi raggi infuocati sui box
degli schiavi, la giovane donna apprese, in parole frammezzate da risate e
sconci commenti, d'essere una celebrità.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "Tahoma","sans-serif"; font-size: 10pt;">A dire il vero non era una novità per
la ragazza, essere una celebrità; figlia d'una mezzosangue mulatta della
Lousiana e d'un fattore gallese scampato in America era stata venduta dal
padre, per saldare un pesante debito di gioco, all'età di otto anni. Lord
Willson l'aveva comprata, ufficialmente, per allietare con la sua presenza la
vita breve e tormentata d'una sorella malaticcia ma, in realtà, il suo aspetto
di bambolina "quasi bianca" era stato determinante sia nel segnare la
sua infanzia di solitudine sia nel condurla fino alla piantagione di tabacco
del nobile inglese, nelle stanze lussuose e decadenti d'un castello improbabile
edificato nel cuore della Virginia.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "Tahoma","sans-serif"; font-size: 10pt;">Lord Willson era, in fondo e a suo
modo, un esteta e possedeva il dubbio gusto dei contrasti: non si sarebbe mai
negato il piacere perverso di possedere, in ogni senso e modo quando fosse
stato il tempo, una femmina bianca fatta e finita nell'apparenza ma comunque
negra e schiava. Florence, infatti, era negra per la legge inglese, negra per
Editto Imperiale, negra in un tempo e in un luogo che la volevano negra anche
per una sola goccia di sangue nero e lei lo era per molto di più d'un quarto
anche se dei suoi parenti africani non solo aveva perso memoria ma ogni, seppur
vaga, somiglianza. Eppure quest'apparenza all'Impero non bastava, per sommo
diletto di Lord Willson, Florence era e rimaneva negra per legge seppur bianca
per aspetto e portamento, negra e schiava, quindi bersaglio indifeso d'ogni e
qualsiasi fantasia che il suo padrone volesse sperimentare sul suo corpo, in
modo assolutamente legale e con la benedizione di Sua Maestà Britannica.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "Tahoma","sans-serif"; font-size: 10pt;">Dopo la morte di Elizabeth, sua
sorella, Lord Willson l'aveva fatta trasferire nelle cucine del castello e lì
lasciata, quasi abbandonata, per anni. Quasi abbandonata ma non dimentica:
quando il nobile giudicò fosse arrivato il momento di godere, finalmente, delle
sue grazie, la ragazza avrebbe dovuto, per quei tempi e per quell'età, essere
già sposa e, magari, gravida di qualche marmocchio. Eppure, nonostante l'età
appropriata e le sensuali sembianze del suo corpo, nessuno degli schiavi aveva
mai, neanche lontanamente, pensato a lei come moglie o come madre dei propri
figli; che fosse destinata ai piaceri dissoluti del padrone era chiaro e
naturale per tutti, tutti lo sapevano e lei, se ancora non ne aveva cognizione,
lo apprese in modo traumatico e devastante pochi giorni dopo il suo sedicesimo
compleanno.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "Tahoma","sans-serif"; font-size: 10pt;">Lord Willson era tanto eccentrico
quanto perverso; il suo castello, una rocca inglese del tredicesimo secolo,
edificato al centro dell'immensa piantagione di tabacco, era stato smontato
fino alle fondamenta e ricostruito pietra su pietra in Virginia. Il contrasto
tra la pesante struttura medioevale del palazzo e le circostanti baracche degli
schiavi era stridente e inquietante; stridente quanto bastava per soddisfare lo
spirito di contraddizione del nobile britannico, inquietante quanto bastava per
terrorizzare i negri della piantagione che, negli anni, avevano sviluppato una
serie impressionante di leggende sugli orrori celati tra corridoi e segrete del
castello, non tutti e non del tutto frutto di semplici, infondate, fantasie.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "Tahoma","sans-serif"; font-size: 10pt;">Fu così che Florence, appena
sedicenne, accompagnata dal terrore d'un destino oscuro, impressionata a morte
dai macabri racconti degli schiavi, vestita unicamente d'un soffio di lino
candido, camminò sola, di notte, a piedi nudi come uno spettro diafano, tra le
opprimenti pareti di corridoi angusti, alla luce incerta di un candelabro che
illuminava di tanto in tanto i volti austeri di nobili avi, dipinti
nell'interminabile serie di quadri appesi, uno appresso all'altro, sul filo
corrotto della consunzione. Fu così che giunse alla porta del padrone, chiamò a
se tutto il coraggio che l'era rimasto nell'anima, bussò, nocche sbiancate su
legno massicio, e attese, cuore impazzito, sulla soglia dell'ignoto. I colpi
lievi s'erano persi in un silenzio che l'era sembrato durare in eterno poi,
finalmente, passi pesanti e il cigolare spettrale di cardini.</span><br />
<br />
<span style="font-family: "Tahoma","sans-serif"; font-size: 10pt;">Oltre quella
soglia era iniziato il suo viaggio, un viaggio lungo e tortuoso, delirante e
folle nei piaceri del suo padrone, un viaggio fatto di pratiche oscene e
morbose depravazioni che mai avrebbe immaginato potessero esistere sulla faccia
della terra.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "Tahoma","sans-serif"; font-size: 10pt;">La prima notte di Florence tra le
braccia del padrone era stata, per la ragazza, assolutamente sconvolgente; Lord
Willson non era nato per accontentarsi e, come al solito, non s'accontentò.
Sebbene la giovane fosse stata brevemente istruita qualche ora prima da una
vecchia megera scorbutica non poteva essere preparata, nessuna avrebbe potuto
esserlo, alla fame cruda e sfrenata del suo depravato padrone. Eppure, al
contrario di altre che l'avevano preceduta, Florence imparò molto presto ad
assecondare e saziare quella fame smodata e perversa appagando con altrettanta
depravazione gli appetiti del padrone e guadagnando, notte dopo notte, la
compiacente ammirazione del nobile debosciato.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "Tahoma","sans-serif"; font-size: 10pt;">Quattro anni dopo e poco più che
ventenne Florence aveva già sperimentato ogni colore e ogni sapore delle
morbose fantasie di Lord Willson, delle sue abiette perversioni, delle sue
sordide attitudini.</span><br />
<br />
<span style="font-family: "Tahoma","sans-serif"; font-size: 10pt;">All'età di vent'anni Florence iniziava la sua giornata
tergendosi con cura e in profondità l'ano, allargando con le dita il buchino
posteriore e infilandovi umide salviette di lino profumate di rosa.</span><br />
<br />
<span style="font-family: "Tahoma","sans-serif"; font-size: 10pt;">All'età di
vent'anni Florence continuava le sue abluzioni mattutine lavandosi e
depilandosi la vulva con la lama affilata d'un rasoio da barba, inginocchiata a
cosce larghe sul pavimento della sua stanzetta, usando un piccolo specchio che
le rifletteva il sinuoso percorso del filo mortale, dentro e fuori la carne
tenera del suo stesso sesso.</span><br />
<br />
<span style="font-family: "Tahoma","sans-serif"; font-size: 10pt;">All'età di vent'anni Florence s'immergeva in una
vasca d'acqua calda e si lavava coscenziosamente in ogni anfratto, bagnando i
capelli castani, morbidi come seta, lunghi fino alle natiche, con acque limpide
e schiumosi saponi. Alla fine del bagno usciva dalla vasca grondante e tiepida,
s'asciugava il corpo e i capelli, concludeva profumandosi le ascelle e il pube
con costose essenze floreali.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "Tahoma","sans-serif"; font-size: 10pt;">All'età di vent'anni Florence
indossava, ogni mattina come in un rito sacro di vestizione, uno stretto
corsetto nero di raso sulla pelle nuda, stringendo davanti ad uno specchio
enorme i numerosi laccetti ed esaltando il candore abbagliante della sua pelle,
la pienezza statuaria delle natiche, i seni sodi, gonfi, sfacciatamente
protesi; sul corsetto e senza frapporvi altro indumento, lasciava scivolare un
abito leggero in rossa seta pregiata decorato a broccato orientale, lungo fino
alle caviglie e stretto intorno alla gola in un colletto alto, rigido,
soffocante; un abito con decine di piccoli bottoni, quasi monacale nel taglio
ma tanto leggero da essere un soffio sui capezzoli forati e inananellati, una
carezza lasciva sul pube rasato, una lieve cortina tra la sua carne e gli
appetiti del padrone, tra la sua carne e i desideri dei maschi, tra la sua
carne e la sorda invidia delle femmine. Un abito sobrio ma osceno dal quale
Florence riceveva in ogni momento lussuriose carezze di seta e dal quale
ostentava, aperti i primi bottoni, le sue forme sode e perfette a Lord Willson,
nell'intimità delle sue stanze o nella penombra delle segrete.</span><br />
<br />
<span style="font-family: "Tahoma","sans-serif"; font-size: 10pt;">All'età di vent'anni Florence, così
acconciata, conduceva il suo lavoro giornaliero nelle cucine del castello,
controllava e ordinava, dirigeva e rimproverava le schiave, tutte e
indistintamente, sottoposte al suo arbitrio, ai suoi capricci. Così acconciata
lei, e solo lei, serviva ogni pasto al suo solitario signore e offriva
oscenamente il suo corpo per soddisfare ogni desiderio del nobile depravato, in
qualsiasi ora del giorno e della notte, in qualsiasi stanza o corridoio o
cubicolo dell'immenso castello.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
<span style="font-family: "Tahoma","sans-serif"; font-size: 10pt;">All'età di vent'anni ben poche erano
le cose che le venivano precluse, ben pochi i doveri ai quali, oltre alla
soddisfazione del padrone, dovesse attenersi; tra questi uno era fondamentale e
l'era particolarmente gradito: non doveva mai e per nessun motivo lavare o
asciugare lo sperma di Lord Willson dopo esserne stata schizzata o riempita.
Florence di questo dovere era sommamente orgogliosa e, con viscidi rivoli
colanti lungo le cosce, come battezzata in messa blasfema, continuava esaltata
il suo lavoro tra le schiave, invidiata per la sua vita lussuosa e dissoluta,
odiata per il colore della sua pelle, temuta per il suo potere nelle stanze del
castello, maledetta per la sua stessa presenza sulla faccia della terra.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
<span style="font-family: "Tahoma","sans-serif"; font-size: 10pt;">Alla lunga Florence che, come tutti
gli schiavi, aveva assunto il cognome del padrone s'illuse d'averne carpito
anche il cuore e l'anima; giorno dopo giorno, assecondando mansuetamente ogni
depravazione del nobile e, anzi, a sua volta suggerendo nuove ed eccitanti
varianti all'uso del suo corpo, arrivò a sentirsi più padrona che schiava, più
moglie che oggetto di piacere. Di questo stato mentale, di questa pericolosa
illusione, di questa ingenuo miraggio, Lord Gregory Willson s'era accorto molto
presto e, perversamente, concedeva alla ragazza una libertà che, agli occhi dei
suoi amici, appariva ripugnante e grave tanto più la giovane, con loro stessi,
assumeva atteggiamenti d'equivoca familiarità, in questo istigata e protetta
dal padrone e dal suo degenerato gusto per la provocazione.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
<span style="font-family: "Tahoma","sans-serif"; font-size: 10pt;">Lord Gregory, più eccitato che
inibito dalle critiche, iniziò quindi a tenerla presso di sè sempre più spesso
e portarla nelle segrete anche quando somministrava ad altre schiave, colpevoli
di qualche mancanza reale o inventata, le sue scellerate punizioni. Florence
scoprì in questo modo, e integralmente, la sua stessa morbosa natura svelando
un'attitudine sadica che deliziava ed eccitava visceralmente il nobile
depravato. Non le fu mai concesso di frustare lei stessa e di suo pugno le
schiave nude, inermi e piangenti legate alle travi delle segrete, a quel
compito era preposto Jeremy, lo stalliere, ma più d'una volta le fu concesso il
piacere sordido di decidere quanti colpi di flagello avrebbero meritato le
colpe che, sempre più spesso, riportava al padrone attribuendole malignamente
alle ragazze del castello, anch'esse schiave ma con la sfortunata ventura di
essere anche più scure, molto più scure, della loro aguzzina.</span><br />
<br />
<span style="font-family: "Tahoma","sans-serif"; font-size: 10pt;">Florence non fu
mai parca nel decretare la punizione, mai fu ingenerosa nel conteggiare
innumerevoli e dolorosi colpi di flagello, mai si riservò e si trattene dal
donare al padrone interminabili ore di sofferenza, secoli d'urla strazianti e
suppliche pietose, millenni di leziosi svenimenti.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "Tahoma","sans-serif"; font-size: 10pt;">Presa da questo gioco ed esaltata dal
suo potere, una sera in cui si sentiva particolarmente predisposta, scivolò in
ginocchio tra le gambe di Lord Willson e, guardandolo con espressione accesa di
lussuria, lo coinvolse in una fantasia di perversa crudeltà che per settimane
aveva accarezzato nella mente e stuzzicato nel corpo, selvaggiamente eccitata
dal suo stesso delirio di depravazione.</span><br />
<br />
<span style="font-family: "Tahoma","sans-serif"; font-size: 10pt;">Una ragazza poco più giovane di lei
era legata alla trave della segreta, denudata e tremante di terrore, i polsi
stretti in dure corde di canapa, i seni pieni, il ventre piatto impietosamente
ed oscenamente esposti alla vista di Lord Willson.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
<span style="font-family: "Tahoma","sans-serif"; font-size: 10pt;">Florence pregò il padrone, lo
implorò, di lasciarle succhiare la sua verga, lasciare che la sua bocca
conservasse al caldo la sua eccitazione mentre lui godeva della sua giustizia.
Voleva, desiderava, sospirava, che fossero le sue labbra, la sua lingua agile,
la sua bocca sensuale e dolce di depravazione a decretare quanto dovesse durare
la punizione della schiava. Lo pregò, lo supplicò, di ordinare a Jeremy di
frustare la penitente fino a quando il seme salato del padrone non le fosse
schizzato sul palato e colato in gola, tutto, tutto fino all'ultima goccia. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "Tahoma","sans-serif"; font-size: 10pt;">L'uomo intuì che la sua schiava era
gelosa, mortalmente gelosa, dell'attenzione che stava rivolgendo a quel corpo
indifeso; questo intuì e ne fu deliziato; lasciò che Florence prendesse tra le
labbra il suo membro già duro, ne leccasse con avidità la punta liscia e
gonfia, ne succhiasse il sapore di sudore misto al sentore d'orina, ne
assaporasse la consistenza.</span><br />
<br />
<span style="font-family: "Tahoma","sans-serif"; font-size: 10pt;">Fu lunga e dolorosa la fustigazione
della ragazza, fu lunga dolorosa e intensa; quando staccarono la sventurata
dalla trave era praticamente morta: solo un miracolo e unguenti speciali la
salvarono, a stento, dalla tomba. Jeremy, che aveva dovuto più volte alternare
la mano con la quale somministrava i colpi di flagello, stette tre giorni con
vistose bende ai polsi. Florence, che mai aveva succhiato tanto a lungo il membro
di Lord Willson, che mai aveva inghiottito con ingorda lascivia tanto sperma,
fu congedata senza altre richieste e rimase quasi delusa di questo trattamento
seppure nel cuore si sentì orgogliosa e felice d'avere, ancora una volta,
stupito e soddisfatto il padrone.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
<span style="font-family: "Tahoma","sans-serif"; font-size: 10pt;">Questo modo inusuale e sconcio di
conteggiare la durata delle punizioni diventò normalità nella piantagione e ben
presto la disciplina, già ferrea, di Lord Willson si trasformò, per le ragazze
più attraenti, in una pietosa e continua marcia forzata verso l'inferno delle
segrete. Florence gioiva e godeva del suo potere ma desiderava altro,
desiderava ben altro, desiderava tutto e non meno di tutto. L'unica cosa che
ancora non le veniva concessa e non poteva gustarsi erano le fustigazioni, dure
e cruente, a volte mortali, inferte ai braccianti della piantagione. Lei stessa
immaginando i corpi muscolosi degli schiavi legati alla trave, raffigurandosi i
loro sessi oscenamente esposti e oscillanti sotto le sferzate e ascoltando,
eccitata a sangue, gli urli disumani che giungevano attenuati ma distinti dalle
segrete, lei stessa capiva perché Lord Willson difficilmente le avrebbe
concesso d'assistere a quelle torture.</span><br />
<br />
<span style="font-family: "Tahoma","sans-serif"; font-size: 10pt;">S'accontentava, per ora, d'immaginarle e
nell'immaginare i membri giganteschi degli schiavi torturati a morte, i loro
corpi muscolosi d'ebano nero grondanti di sangue e sudore, le loro urla
strazianti di suppliche inascoltate s'impregnava, come immersa in olio viscoso,
di perverso desiderio, di morboso appetito, di sordido piacere. Immergeva le
dita nel lago rovente del suo sesso e scavava nelle profondità della sua
eccitazione fino a quando veniva in orgasmi squassanti gemendo oscenità nel
cuscino. Immancabilmente e sempre l'orgasmo più devastante le sopraggiungeva
mentre sognava d'essere lei stessa la carnefice, l'aguzzina, la padrona e,
frusta alla mano, aprire profonde, mortali ferite nelle schiene dei suoi
schiavi, strapparne a frustate la carne, il membro, i testicoli, evirarli e
succhiarne i sessi troncati prima d'assaporarne, sotto i candidi denti, tra
lingua e palato, il gusto selvatico di sangue e di sperma.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
<span style="font-family: "Tahoma","sans-serif"; font-size: 10pt;">Continuava così, tra illusioni e
sogni sanguinari, la vita serena e perversa di Florence Willson, quasi bianca,
quasi moglie, totalmente depravata negli atti e nelle fantasie, totalmente
odiata dagli schiavi, totalmente immersa in un delirio di potere tanto
pericoloso quanto impossibile.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
<span style="font-family: "Tahoma","sans-serif"; font-size: 10pt;">Continuava così la vita serena e
perversa di Florence e neanche l'arrivo di una scialba, insignificante
pretendente, fidanzata per procura dalla lontana Inghilterra turbò i due o li
potè distogliere, neanche per un attimo, dai loro giochi. Mary Rosaline,
duchessa di qualchepaese venne e partì convinta che il futuro marito avesse
trovato una prefetta governante bianca, piena di grazia e gentilezza, semmai un
poco yankee, semmai esageratamente puritana e costantemente impegnata a celare
in ampi e scuri vestiti le sue forme, semmai fin troppo devota e un pizzico
bigotta ma, comunque, di piacevole compagnia. Ignorava, e quindi non potè
riferire all'augusto padre, che la deliziosa Florence, puritana, ritrosa,
bigotta non era per niente muta ma rispondeva con segni e cenni del capo solo
perché la sua bocca era costantemente colma dello sperma del suo padrone,
sperma che doveva attingere da una bottiglietta in cristallo ogni qualvolta
chiamata dall'intrusa e, sempre, prima di presentarsi a lei. Non si chiese mai
Florence, dal canto suo, se il contenuto di quella bottiglietta di cristallo
provenisse realmente ed unicamente dai testicoli di Lord Willson ma, conoscendo
il suo depravato quanto immorale padrone, avrebbe dovuto seriamente, molto
seriamente, pensarci.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
<span style="font-family: "Tahoma","sans-serif"; font-size: 10pt;">La visita di Mary Rosaline fu breve,
qualche settimana, una mera formalità per un matrimonio combinato, già deciso e
basato su solide e tangibili convenienze economiche: le nozze di Lord Gregory
furono fissate per l'anno a venire e dell'argomento non si parlò più. Florence
non ebbe comunque il tempo di chiedersi come avrebbero potuto, dopo le nozze
del padrone, continuare i loro giochi perversi e, semmai ne ebbe il tempo,
siamo sicuri che non se lo chiedeva più alle undici e dieci del ventitsette
agosto 1732, i lunghi capelli tagliati a colpi di coltello
in cioche scomposte, la polvere sulla pelle, la gola stretta nel collare mentre
veniva trascinata, incespicando e singhiozzando, sul palco del mercato.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
<span style="font-family: "Tahoma","sans-serif"; font-size: 10pt;">"Lotto numero sette, cuoca
esperta, sana, ottima come fattrice, già esplorata davanti e dietro, buona per
ogni occasione, con piccolo difetto fisico di trascurabile entità … prezzo a
base d'asta dieci sterline."</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
<span style="font-family: "Tahoma","sans-serif"; font-size: 10pt;">Prezzo a base d'asta dieci sterline,
come dire offerta libera, neanche il prezzo di uno schiavo qualsiasi sulle
coste africane. Questo il suo padrone l'aveva valutata, niente e nulla, solo un
fastidio da togliersi di torno.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
<span style="font-family: "Tahoma","sans-serif"; font-size: 10pt;">L'altra, l'ashanti, la troia, era
stata proposta sullo stesso mercato con base d'asta di trecento sterline e,
alla fine, Lord Willson l'aveva avuta per duemilaottocento. Con lo stesso
prezzo avrebbe potuto raddoppiare la manodopera della piantagione.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
<span style="font-family: "Tahoma","sans-serif"; font-size: 10pt;">Poche settimane prima, solo poche
settimane prima ma nella vita di Florence erano millenni di sofferenze, secoli
dall'inizio dell'inferno in terra.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
<span style="font-family: "Tahoma","sans-serif"; font-size: 10pt;">"Vediamola bene 'sta cuoca,
toglile il sacco!"</span><br />
<br />
<span style="font-family: "Tahoma","sans-serif"; font-size: 10pt;">Florence alzò per un attimo lo
sguardo verso il pubblico di mercanti, tra loro quanche ombrellino da signora,
signora bianca, vera signora bianca; per la prima volta in vita sua si
vergognò, mortalmente. Mani rudi la tirarono in piedi, un coltello brillò nel
sole accecante della Virginia e in pochi secondi lei rimase nuda, i polsi ben
stretti dietro la schiena, i seni esposti, alti, sodi, il ventre levigato e
umido di sudore, il sesso depilato, totalmente, impietosamente offerta agli
sguardi eccitati dei compratori, al giudizio delle poche ed agiate, quanto
curiose, signore dabbene che stavano oltre lo steccato a godersi lo spettacolo
della sua vendita.</span><br />
<br />
<span style="font-family: "Tahoma","sans-serif"; font-size: 10pt;">"Belle tette! Bella pancia.
Facci vedere anche il culo …"</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
<span style="font-family: "Tahoma","sans-serif"; font-size: 10pt;">Gli affari sono affari e i clienti
avevano tutti i diritti di valutare apppieno la mercanzia, prima d'acquistare:
venne girata con brutalità su se stessa in modo da rivolgere schiena e natiche
al pubblico impietoso. La mano sporca e callosa del custode la costrinse a
piegarsi profondamente in avanti spingendole la nuca in basso, fin quasi a
perdere il già precario equilibrio; le venne imposto, a forza e con il tocco
persuasivo del manico d'una frusta, di divaricare le cosce. Così fu lasciata
fino alla fine dell'asta, quasi strozzata dal collare, le mani legate dietro la
schiena, scomodamente quanto oscenamente esposta, in modo da ostentare, peggio
di una bestia e senza ombra di pudicizia, sedere e sesso al morboso ludibrio
dei compratori.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "Tahoma","sans-serif"; font-size: 10pt;">"Chi è quella?"</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
<span style="font-family: "Tahoma","sans-serif"; font-size: 10pt;">Florence aveva quasi assalito Lord
Willson sui gradini dell'ingresso, un'azione sicuramente disdicevole per una
schiava, se solo lei si fosse sentita una schiava. Lord Willson l'aveva
guardata con un certo divertito disprezzo ed era passato oltre.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
<span style="font-family: "Tahoma","sans-serif"; font-size: 10pt;">Occhi negli occhi lei e la nuova, lei
e l'ashanti. Odio profondo, immediato, reciproco. La negra aveva girato la
testa ma solo per farle dispetto, per toglierle il gusto della sfida e poi, con
calma, aveva sputato per terra.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "Tahoma","sans-serif"; font-size: 10pt;">Era bella, era sicuramente bella la
nuova, l'ashanti. Era africana, pura, nera come una notte di velluto, gli occhi
scintillanti, il naso sottile, il volto nobile, il seno pieno, le gambe dritte
e muscolose, i glutei duri e lo sguardo da principessa. Era bella, la nuova, e
lei si sentiva già vecchia, già superata, in bilico tra la paura e il terrore.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
<span style="font-family: "Tahoma","sans-serif"; font-size: 10pt;">S'era avvicinata alla donna, ancora
legata alla carrozza del padrone, e le aveva girato la testa con rabbia,
prendendone il viso tra le mani:</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
<span style="font-family: "Tahoma","sans-serif"; font-size: 10pt;">"Sei morta bagascia negra,
capisci la mia lingua? Sei morta."</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "Tahoma","sans-serif"; font-size: 10pt;">"Capisco la tua lingua, la
capisco e la parlo. Parlo molte lingue dei barbari e tra queste anche quella
del tuo padrone …"</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "Tahoma","sans-serif"; font-size: 10pt;">"Una negra istruita, meglio
così, capirai bene quello che ti dirò mentre ti strapperò il cuore."</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
<span style="font-family: "Tahoma","sans-serif"; font-size: 10pt;">L'ashanti l'aveva squadrata con
disgusto, come fosse, lei schiava, lei negra, lei carne da macello, sul trono
di qualche regno antico e dovesse degnare d'uno sguardo un oggetto immondo.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
<span style="font-family: "Tahoma","sans-serif"; font-size: 10pt;">"So chi sei troia bianca, tutti
sanno chi sei. Sei una negra che non è negra, una bianca che non è bianca …
cosa vuoi fare, tu, più di quello che hanno fatto loro? Io sono già morta, mesi
fa, ma tu, tu non sei mai neanche nata e morirai presto, prima di quanto
immagini."</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
<span style="font-family: "Tahoma","sans-serif"; font-size: 10pt;">S'erano guardate negli occhi allora,
non s'erano più guardate negli occhi, mai più, dopo.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
<span style="font-family: "Tahoma","sans-serif"; font-size: 10pt;">La nuova cucina arrivò lo stesso
giorno, moderna, efficiente, bella e colorata. Ghisa, si chiamava così il nuovo
materiale con il quale era stata costruita, il metallo che avrebbe aperto le
porte al progresso. Florence non sapeva che il Signor Abraham Darby aveva
brevettato quel materiale solo qualche anno prima, nel 1709, e
già quel ferro che non era ferro stava cambiando il mondo, accorciando le
distanze, trasformando la terra. Poche gocce di sangue nero facevano di lei una
negra in Virginia, poche gocce di carbone trasformavano il ferro in ghisa in
tutto il mondo.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
<span style="font-family: "Tahoma","sans-serif"; font-size: 10pt;">Quante cose potrebbero essere fatte
se sapessimo leggere con chiarezza tra le similitudini e le differenze e
sapessimo usare queste e quelle per migliorare il mondo.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
<span style="font-family: "Tahoma","sans-serif"; font-size: 10pt;">La sera, subito dopo cena, Florence
fu punita duramente e Makeda, l’ashanti, fu punita con lei, nello stesso
momento, nello stesso posto, dalla stessa mano, con lo stesso flagello, a
futura memoria per Florence, a futura memoria per entrambe; entrambe legate,
braccia tese e polsi slogati, alla trave del soffitto; entrambe nude, in punta
di piedi sul pavimento gelido della segreta, una al fianco dell’altra, vicine,
tanto vicine da sentire, una dell’altra, l’acre odore di paura scorrere a
rivoli con il sudore gelato lungo i corpi tesi e vanamente scalcianti nella
disperazione della sofferrenza. A futura memoria per entrambre, a futura
memoria per Florence.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
<span style="font-family: "Tahoma","sans-serif"; font-size: 10pt;">Il giorno dopo, verso mezzogiorno,
Lord Willson piegò disgustato il giornale e lo ripose sul tavolo, vicino al
piatto coperto. Sempre le stesse cose, sempre le stesse notizie; gli americani
protestavano chiedendo al governo della madrepatria una drastica riduzione
delle tasse d’importazione, qualche esaltato abolizionista pretendeva la fine
delle leggi schiaviste, un paio di meticci fuggitivi avevano massacrato una
famiglia di coloni ed erano finiti sul patibolo di una contea dispersa nel sud
della Virginia, a poche miglia dalla Louisiana, brutto affare, davvero
disdicevole affare questa liberalità dei francesi con i mezzosangue. Sollevò il
coperchio pregustando la bistecca che Florence gli aveva servito e fissò
incredulo, per più di qualche momento, lo spettacolo del suo piatto occupato
dai resti carbonizzati d’un filetto di vitello.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
<span style="font-family: "Tahoma","sans-serif"; font-size: 10pt;">Alzò lo sguardo dal tavolo con
flemmatica, divertita tranquillità e fissò Florence che attendeva, come al
solito, ad occhi bassi e braccia dietro la schiena, gli ordini del padrone.
L’ombra d’un sorriso malizioso e trionfanate illuminava il volto della ragazza.
L’ombra d’un sorriso, inquietante e perverso e adombrava il viso di Lord
Gregory Willson.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
<span style="font-family: "Tahoma","sans-serif"; font-size: 10pt;">“Florence, sai spiegarmi cosa c’è nel
mio piatto?”</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "Tahoma","sans-serif"; font-size: 10pt;">“Una bistecca di filetto signore,
come lei ha ordinato, signore. Ben cotta, signore.”</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "Tahoma","sans-serif"; font-size: 10pt;">“Ah, bene, ecco, lo avevo intuito.
Puoi andare, ti chiamerò più tardi.”</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
<span style="font-family: "Tahoma","sans-serif"; font-size: 10pt;">Florence s’allontanò verso la porta
camminando all’indietro e quando fu sulla soglia s’inchinò con enfasi per
ostentare agli occhi del padrone i seni pieni, quasi straripanti dal vestito di
seta maliziosamente aperto sulle sue grazie. Generosamente offerti alla vista
del padrone i seni della ragazza non aveva mai mancato di suscitare effetti
afrodisiaci nei pantaloni del nobile pervertito ma questa volta la cosa andò
diversamente, questa volta, quando Florence alzò lo sguardo dal pavimento,
rimase delusa, mortalmente delusa: Lord Willson aveva ripreso il giornale e,
gambe accavallate a lato del tavolo, stava leggendo con attenzione altri
articoli, evidentemente più interessanti dei suoi.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
<span style="font-family: "Tahoma","sans-serif"; font-size: 10pt;">Arrivò la sera senza che nessuna
punizione le venisse somministrata e poi giunse anche l’ora del riposo.
Florence attendeva, sempre più in ansia, la reazione del padrone: conosceva fin
troppo bene Lord Gregory per sperare di farla franca dopo la scenetta di
mezzogiorno. Passarono le ore scandite, nel silenzio del palazzo, dal pendolo
dell’antico orologio d’ebano nero che Lord Willson aveva recuperato tra le
macerie d’un castello caduto in rovina secoli prima. Passarono le ore per
Florence, tra paura ed angoscia, sussultare di nervi ad ogni scricchiolio del
pavimento e vana speranza d’essere stata, almeno per quella notte, graziata.
Verso le due, finalmente, la stanchezza ebbe ragione sull’apprensione e lei
scivolò in un sonno leggero ed inquieto. Non si rese conto, in questo modo, a
quale ora le sue ansie assunsero brutalmente la forma e la consistenza della
realtà. Venne svegliata bruscamente da mani forti, callose, dure che la
buttarono impietosamente a terra. Le stesse mani le ghermirono i lunghi capelli
e la trascinarono così, a viva forza, nuda e scalciante, attraverso i corridoi
oscuri del castello fino alla sala da pranzo dove fu gettata, come un sacco di
concime, ai piedi di Lord Willson.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
<span style="font-family: "Tahoma","sans-serif"; font-size: 10pt;">Sul bordo del lungo tavolo, dalla
parte in cui usualmente il nobile consumava i suoi pasti solitari, era stata
coricata e saldamente legata a cosce oscenamente divaricate, l’ashanti. Alla
luce delle candele il suo corpo nudo e sudato rifletteva scintille di lussuria
e ricordi di rituali perduti. Sembrava essere stata disposta così per essere
immolata, come una vittima sacrificale, al piacere di Lord Gregory, divaricata,
aperta nell’intimità e pronta a riceverne il membro duro e corposo fin dentro
la sua stessa essenza. Inerme, indifesa, esposta, i capezzoli sanguinanti
brutalmente trafitti con rozzi aghi di ferro, pestata duramente sul volto con
calci e pugni, eppure ancora principesca nella figura e nella voce, persino
mentre gorghi di saliva, muco e sangue le intasavano il naso, la gola,
l’esofago in rochi gemiti gutturali di delirante dolore.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
<span style="font-family: "Tahoma","sans-serif"; font-size: 10pt;">“Vieni Florence, vieni qui baldracca,
vieni a vedere che colore ha la carne ben cotta, guarda .. guarda bene.”</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
<span style="font-family: "Tahoma","sans-serif"; font-size: 10pt;">Lord Willson l’aveva fatta inginocchiare
a forza davanti alla vulva splancata dell’ashanti, in modo che i suoi occhi
fossero di poco sotto il sesso della negra.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
<span style="font-family: "Tahoma","sans-serif"; font-size: 10pt;">“Visto Florence? Visto bene? Rosa e
rosso, dentro, anche se fuori è tutto nero. Così volevo la mia bistecca, oggi,
hai capito? Hai capito?”</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
<span style="font-family: "Tahoma","sans-serif"; font-size: 10pt;">Le aveva spinto con violenza la testa
contro il tavolo e s’era goduto con sadico piacere il rumore secco del naso che
impattava contro il bordo tagliente; solo per un miracolo non le si ruppe il
setto nasale ma non importava, non era mai importato, a Lord Gregory, che il
suo naso fosse dritto o storto, che lei fosse viva o morta; mentre il sangue le
sgorgava copioso dalle narici mescolandosi a lacrime di rabbia e dolore
Florence, intuiva, sapeva, che la punizione non era ancora finita.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
<span style="font-family: "Tahoma","sans-serif"; font-size: 10pt;">“Allargale la fica, ben larga, e
tienila aperta, non è bagnata come la tua, è secca, questa non gode quando le
prende.”</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
<span style="font-family: "Tahoma","sans-serif"; font-size: 10pt;">Florence allargò con dita tremanti,
con entrambe le mani, le grandi labbra della schiava e sentì il padrone
sovrastarla, lo intravvide dal basso, nella luce incerta delle candele,
nell’ombra soffusa del dolore, estrarre dai calzoni il membro duro, teso,
marmoreo e scappellarlo con lenta lascivia. Lo vide puntare il glande tra le
sue mani, vide il membro scivolare, caldo e liscio, sfirando le sue dita tra le
intime labbra della negra aperte al suo ingresso e affondare con violenta
passione nelle viscere dell’ashanti, passando con indifferenza ad un soffio
dalla sua testa, ad un fremito dalla sua fronte.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
<span style="font-family: "Tahoma","sans-serif"; font-size: 10pt;">“Guarda Florence, guarda bene troia,
guarda come mi fotto la tua amica, guarda e non abbassare gli occhi o te li
strappo con le mie stesse mani …”</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
<span style="font-family: "Tahoma","sans-serif"; font-size: 10pt;">Florence guardò, guardò inferocita,
guardò umiliata il membro del padrone entrare ed uscire innumerevoli volte dal
sesso della schiava nera, sopra di lei, mentre lei, lei in ginocchio, lei
annullata, lei osceno oggetto d’arredo per la lussuria del padrone, lei teneva
aperte, inutilmente ma vergognosamente, le porte del piacere nel quale Lord
Gregory affondava selvaggiamente la sua asta. Florence sentiva i testicoli
dell’uomo sfiorarle la fronte, sentiva nelle narici, frammisto all’odore del
suo stesso sangue il profumo penetrante e selvatico dell’ashanti. Quell’odore,
quel trasudare di sesso poco sopra il suo volto, quel vago sentore di piacere
maligno estorto ad un corpo costretto dalle corde e dalle percosse, le
soffocava l’anima e la strozzava, le toglieva il respiro, la distruggeva,
annientava, colpo dopo colpo, ogni sua illusione, ogni sua speranza, ogni
attimo d’esaltato compiacimento.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
<span style="font-family: "Tahoma","sans-serif"; font-size: 10pt;">Lord Gregory venne dopo un tempo che
a Florence sembrò infinito. Allagò prima il sesso dell’ashanti e poi, spruzzo
dopo spruzzo, riempì anche la sua fronte di densi schizzi bianchi. Mentre
rimaneva in ginocchio davanti al sesso aperto della sua rivale, mentre
osservava il lento fluire di sperma dalla vulva dell’ashanti sul ripiano del
tavolo, mentre lei stessa sentiva scivolare sul suo volto rivoli di seme caldo
e viscoso il padrone si ripulì la punta del membro usando i suoi lunghi capelli
di seta e le orinò sul viso, in un gesto d’assoluta e sprezzante indifferenza.
Fatto questo, e soddisfatto della sua opera, Lord Willson si ricomporse e
s’avviò al meritato riposo, non prima, però, d’aver impartito le sue ultime
disposizioni.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
<span style="font-family: "Tahoma","sans-serif"; font-size: 10pt;">“Slegala, lavala e portala nelle
segrete, a lei penserà Jeremy. Domani a pranzo filetto di vitello, ben cotto.
Mi raccomando Florence, ben cotto.”</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
<span style="font-family: "Tahoma","sans-serif"; font-size: 10pt;">Chiuse la porta e le lasciò,
entrambe, nella luce fioca del candelabro che ardeva le ultime tenui fiammelle.
Nella luce fatua di candele morenti l’ashanti gemeva litanie funebri in una
lingua sconosciuta e Florence, ancora in ginocchio, dolorante, umiliata,
furiosa, si ripuliva con il dorso delle mani le labbra bagnate d’orina. Fu
allora che s’accorse, con sospresa, mentre inghiottiva suo malgrado i grumi del
suo stesso sangue e lo sconcio aroma del padrone, d’essere lei e non l’ashanti
a singhiozzare nel nulla angosciante della stanza. La schiava nera, ancora
legata, ancora divaricata come una bestia da monta e ancora bagnata, colante,
dello sperma di Lord Willson, ancora sprofondata nel dolore, serrava le labbra
e ascoltava, immobile, con odio impietoso, con un sorriso di delirante trionfo,
il pianto della schiava bianca.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
<span style="font-family: "Tahoma","sans-serif"; font-size: 10pt;">Il giorno dopo, verso mezzogiorno, il
padrone piegò disgustato il giornale e lo ripose sul tavolo, vicino al piatto
coperto. Sollevò il coperchio pregustando la bistecca che Florence gli aveva
servito e fissò, per qualche momento, incredulo, lo spettacolo del suo piatto
occupato dai resti carbonizzati di un filetto di vitello.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "Tahoma","sans-serif"; font-size: 10pt;">Alzò lo sguardo con flemmatica
curiosità e fissò Florence che attendeva, come al solito, ad occhi bassi e
braccia dietro la schiena, gli ordini del padrone. Il viso tumefatto e pesto
della ragazza testimoniava alla luce del giorno la realtà della dura punizione
notturna, i capelli cascavano al lato del volto sporchi e arruffati, lasciati
andare a se stessi per la prima volta dopo anni di cure puntigliose e lavaggi
quotidiani.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
<span style="font-family: "Tahoma","sans-serif"; font-size: 10pt;">“Florence, sai dirmi cosa c’è nel mio
piatto?”</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "Tahoma","sans-serif"; font-size: 10pt;">“Una bistecca di filetto signore,
come lei ha ordinato stanotte, signore, ben cotto. Signore.”</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "Tahoma","sans-serif"; font-size: 10pt;">“Ah, ecco. Dimmi Florence com’è la
nuova cucina?”</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "Tahoma","sans-serif"; font-size: 10pt;">“Bella signore, mi piace, rossa come
il fuoco che le brucia nella pancia, con deliziosi fiorellini gialli disegnati
sugli sportelli.”</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "Tahoma","sans-serif"; font-size: 10pt;">“Bene Florence e, dimmi ancora, è
facile da usare?”</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "Tahoma","sans-serif"; font-size: 10pt;">“Si signore, molto semplice, si
scalda subito e consuma pochissima legna.”</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "Tahoma","sans-serif"; font-size: 10pt;">“Bene, sono contento che incontri il
tuo gusto, puoi andare, ti chiamerò più tardi.”</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
<span style="font-family: "Tahoma","sans-serif"; font-size: 10pt;">Non la chiamò più tardi e nemmeno fu
trascinata nelle segrete o nella sala da pranzo. Vennero in tre, forse quattro,
vennero di notte, vennero incappucciati, vennero, inviati da Lord Willson, e la
strapparono dal letto trascinandola a forza sull’aia. La legarono alla cima
inanellata di un palo che avevano piantato proprio per lei, proprio per la sua
festa di plenilunio. Per arrivare all’anello di ferro, e qui fissarle i polsi
in rozzi giri di corda, le braccia le furono tese a forza sopra la testa,
slogate brutalmente e dolorosamente fin quasi a lussarne le articolazioni. In questo
modo Florence si mostrava ai suoi aguzzini, involontariamente e per la prima
volta in vita sua senza ricavarne alcun piacere, nella sua più cruda bellezza.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
<span style="font-family: "Tahoma","sans-serif"; font-size: 10pt;">I seni pieni sollevati ed esposti, il
ventre stirato e ancor più appiattito dalla postura, le natiche perfette di
muscoli e carne, le cosce, le gambe snelle e toniche, il corpo intero impegnato
nello sforzo immane di poggiare sulle punte dei piedi almeno un poco del peso
che le gravava sulle braccia slogate, paralizzandole il torace e strappandole il
respiro, l’intera figura della giovane donna legata al palo, vittima
sacrificale d’una religione blasfema, appariva, nella luce quasi abbagliante
della luna piena, come un’opera d’arte d’inquetante e dolorosa bellezza.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
<span style="font-family: "Tahoma","sans-serif"; font-size: 10pt;">Nella nebbia del dolore sentì una mano
prenderle i capelli e tagliarle brutalmente, a coltellate e ciocca dopo ciocca,
la chioma di seta.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
<span style="font-family: "Tahoma","sans-serif"; font-size: 10pt;">“Il padrone ha detto che vuole un
cuscino fatto coi tuoi capelli troia bianca, sei contenta?”</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
<span style="font-family: "Tahoma","sans-serif"; font-size: 10pt;">Riconobbe la voce di Jeremy, la
riconobbe nell’odio e nella brutalità dell’accento ma soprattutto la riconobbe
nel tanfo di marcio che la investì mentre l’uomo le parlava sfiorandole il
volto con le labbra e sputandole addosso le parole.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
<span style="font-family: "Tahoma","sans-serif"; font-size: 10pt;">Fu rapido, per lo meno, ma non per
pietà. C’era molto da fare sul suo corpo e con il suo corpo, molto da fare e di
molto più interessante.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
<span style="font-family: "Tahoma","sans-serif"; font-size: 10pt;">Il primo a sollevarle e allargarle le
cosce artigliandole con dita legnose fu proprio Jeremy; lui non ebbe bisogno
d’aiuto per inchiodarla con la schiena al palo e fottersela a duri, violenti,
profondi colpi di reni. Florence gli fu quasi grata mentre riceveva nel ventre
il suo uccello gigantesco, gli fu grata perché mentre se la scopava come una
bestia almeno la teneva alzata da terra e le sue braccia, ormai del tutto
anchilosate, non dovevano reggere da sole il peso di un corpo più morto che
vivo. Jeremy non fu né rapido né clemente, questa volta, e quando venne dentro
di lei lo fece con odio, disprezzo e crudeltà. Finito di riempirla del suo
sperma le si avvicinò con le labbra all’orecchio le sibilò un augurio
agghiacciante.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
<span style="font-family: "Tahoma","sans-serif"; font-size: 10pt;">“Spero che rimani incinta troia,
spero che stanotte rimani incinta così ci sarà un altro negro bastardo in giro
per il mondo e una puttana bianca che se lo deve allattare”.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
<span style="font-family: "Tahoma","sans-serif"; font-size: 10pt;">Gli altri non erano così forti da
potersela godere come aveva fatto Jeremy, uno dopo l’altro chiesero l’aiuto
fraterno dei solerti compagni: mentre due la sorreggevano con le cosce
divaricate un terzo, a turno, se la fotteva rudemente sbattendola contro il
palo di legno, assaporandone la morbida pelle in morsi crudeli e lunge sconce
leccate, palpandola come una vacca, schizzando, con sadico gusto di rivincita,
denso seme africano in quella fessura che fino a qualche giorno prima era
appartenuta, solo ed unicamente, ad un blasonato lord ingelse. Finirono presto,
tutto sommato, ma non abbastanza presto per Florence. Quando furono soddisfatti
del loro lavoro, alla maniera di Lord Willson, le orinaro addosso e la
lasciarono sola e gemente sull’aia, sotto una luna piena tanto luminosa quanto
insensibile, lontana ed estranea a quel profondo, insanabile dolore del corpo e
dell’anima che, colpo dopo colpo, aveva assunto, per Florence, l’aspetto
bizzarro della follia.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
<span style="font-family: "Tahoma","sans-serif"; font-size: 10pt;">La quieta ed alienata solitudine di
Florence non durò, purtroppo per lei, a lungo: un altro incappucciato, questo
molto più grande, massiccio e spaventoso dei primi arrivò sulla scena quasi in
silenzio, quasi come uno spettro d’altri tempi. Arrivò in silenzio, in silenzio
srotolò lentamente, molto lentamente, una lunga frusta da bovaro e la fece
schioccare un paio di volte a pochi centimetri dalla sua pelle. Florence sentì
il soffio crudele del cracker che la sfioravava e poi, subito dopo, quando il
suo carnefice decise che la ragazza poteva essere suffcientemente terrorizzata
per iniziare, sentì il bruciore intenso del primo colpo andato a segno sul seno
destro. Ne contò venti, forse trenta prima di svenire urlando e gemendo
bestemmie, svegliando i pochi schiavi dispersi nella piantagione e ancora
addormentati in quella notte di sciagura. Furono colpi, tutto sommato, neanche
troppo duri, davvero, non ci fu neanche bisogno di ricucirla, non tanto,
almeno.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
<span style="font-family: "Tahoma","sans-serif"; font-size: 10pt;">Passarono giorni prima che Florence
riuscisse ad alzarsi. Annebbiata dalla febbre, oppressa nel delirio del dolore,
debole e barcollante, trascinandosi lungo i corridoi, poggiandosi alle pareti,
scivolando in ginocchio più e più volte, riuscì ad arrivare alle cucine.
Passarono giorni prima che Florence riuscisse ad alzarsi e raggiungere le
cucine ma quel giorno servì lei stessa il pranzo a Lord Willson.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
<span style="font-family: "Tahoma","sans-serif"; font-size: 10pt;">Verso mezzogiorno, il padrone piegò
disgustato il giornale e lo ripose sul tavolo, vicino al piatto coperto.
Sollevò il coperchio pregustando la bistecca che Florence gli aveva servito e
fissò, per qualche momento, incredulo, lo spettacolo del suo piatto occupato
dal cadavere, perfettamente cucinato, d’un ratto gigantesco, scuoiato, ripulito
a dovere e preparato in agrodolce.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
<span style="font-family: "Tahoma","sans-serif"; font-size: 10pt;">Alzò lo sguardo con flemmatica
curiosità e fissò Florence che attendeva, come al solito, ad occhi bassi e
braccia dietro la schiena, gli ordini del padrone. Martoriata dal dolore,
distrutta da giorni di febbre e debole come mai era stata in vita sua la
ragazza aspettava in silenzio, ostinata e scontrosa, l’ira del padrone.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
<span style="font-family: "Tahoma","sans-serif"; font-size: 10pt;">“Florence, tesoro, cosa c’è nel mio
piatto?”</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "Tahoma","sans-serif"; font-size: 10pt;">“Selvaggina signore, ben cotta
signore, spero che sia di suo gradimento. Signore.”</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "Tahoma","sans-serif"; font-size: 10pt;">Lord Willson aveva un senso
dell’umorismo e un gusto del macabro unici al mondo; sorrise a Florence e
tagliò con cura un pezzo di ratto, lo portò alle labbra, l’addentò e lo masticò
lentamente, a lungo, senza mostrare alcun segno di ribrezzo.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "Tahoma","sans-serif"; font-size: 10pt;">“Si, bene Florence, puoi andare.
Ottimo pasto comunque, brava, davvero brava.”</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
<span style="font-family: "Tahoma","sans-serif"; font-size: 10pt;">Florence andò, letteralmente lasciò
questa terra. Cadde stremata sul pavimento della sala da pranzo e da lì navigò
nel nulla confortante del deliquio.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
<span style="font-family: "Tahoma","sans-serif"; font-size: 10pt;">Si risvegliò dolorante e stordita, la
testa trafitta da chiodi di sofferenza infissi fino al centro del cranio. Si
rese conto, pian piano e con orrore, emergendo a fatica dalla nebbia plumbea
del dolore, d’oscillare sospesa ad una trave con vari giri di corde robuste,
costretta in una posa oscena, a cosce divaricate poco sopra la nuova fiammante
cucina, quasi a cavallo del piano di cottura, appesa come una sconcia altalena
a meno di tre spanne dal calore infernale della ghisa arroventata. La pelle
sensibile delle cosce, le natiche, il sesso depilato erano esposti, indifesi e
già riscaldati all’aria rovente che si alzava, mefitica e maligna, dai fornelli
circolari per lambirla, carezzarla, circondarla e penetrarla nell’intimità
aperta del sesso e nel buco posteriore, già dilatati dalla passione morbosa del
padrone che l’aveva posseduta davanti e dietro anche mentre giaceva incosciente
sul pavimento della sala da pranzo.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
<span style="font-family: "Tahoma","sans-serif"; font-size: 10pt;">Intorno a lei le figure confuse
nell’ombra dell’enorme stanza interrata iniziarono a prendere forma e volto. Il
primo viso che riconobbe fu quello di Lord Willson, ironico, sprezzante,
disgustoso ed equivoco nella luce incerta di qualche candela.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
<span style="font-family: "Tahoma","sans-serif"; font-size: 10pt;">Florence s’accorse che ai piedi del
padrone era accucciata, nuda e vinta, martoriata da sevizie e frustate,
l’ashanti. Un alto collare borchiato le cingeva la gola e una pesante
catena usata come guinzaglio la teneva stretta stretta a Lord Gregory, la
guancia pressata sugli stivali, la bocca dischiusa e le labbra, che
fino a qualche giorno prima erano state belle nella loro perfezione, spaccate
in più punti e sanguinanti, devastate da innumerevoli colpi di bastone.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
<span style="font-family: "Tahoma","sans-serif"; font-size: 10pt;">“Bentornata tra i vivi Florence, ti
stavamo aspettando.”</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
<span style="font-family: "Tahoma","sans-serif"; font-size: 10pt;">Il nobile inglese sorrise affabile
alla sua schiava mentre lei dondolava, appesa come carne da macello, sulla
cucina di ghisa. Le sorrise affabile come se parlasse ad una gentildonna del
suo stesso lignaggio ad un ballo di corte. La crudeltà di Lord Gregory che
giocava, adesso, sulla pelle di Florence come pochi avrebbero fatto persino con
un animale gelò l’anima di tutti in una morsa di terrore profondo e inusuale,
inusuale persino in quei tempi di violenza e abusi, inusuale persino in quelle
terre dove la vita di un essere umano valeva meno di qualche sterlina.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
<span style="font-family: "Tahoma","sans-serif"; font-size: 10pt;">“Ora, mia schiava devota voglio
concederti l’onore e il piacere d’insegnarti direttamente e personalmente
alcune regole per il corretto uso di questa nuova, fiammeggiante e moderna
cucina. Presta attenzione, Florence, e impara perché non ci saranno altre
lezioni, per te.”</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
<span style="font-family: "Tahoma","sans-serif"; font-size: 10pt;">L’uomo slacciò i calzoni, lentamente,
un bottone per volta poi, senza neanche abbassare lo sguardo verso l’ashanti,
la forzò a prendere in bocca il suo sesso eretto, duro ed esigente. Penetrò le
labbra della negra tra sangue e saliva e ne tenne la testa con forza tirando il
guinzaglio, nel contempo, fino a strozzarne il respiro in corti asfitici
rantolii.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
<span style="font-family: "Tahoma","sans-serif"; font-size: 10pt;">“Lezione numero uno, la cucina, prima
d’essere usata deve essere riscaldata a lungo con legna abbondante, secca e ben
stagionata …”</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
<span style="font-family: "Tahoma","sans-serif"; font-size: 10pt;">Florence s’accorse che vicino allo
sportello dal quale s’introduceva la legna stava una catasta di tronchetti
tagliati a misura e, in ginocchio davanti alla cucina, addetta ad alimentarne
le fiamme, anche lei nuda, a testa bassa e stremata dalle percosse per ridurne
ai minimi termini il piacere di una qualsiasi vendetta, stava la schiava che
per prima aveva sperimentato sulla sua pelle il maligno potere di Florence, la
sua diabolica capacità di succhiare per ore il membro del padrone senza farlo
venire.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "Tahoma","sans-serif"; font-size: 10pt;">“Lezione numero due, la carne, prima
d’essere cucinata, deve essere ben battuta e poi scaldata sull’aria rovente
delle piastre …”</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
<span style="font-family: "Tahoma","sans-serif"; font-size: 10pt;">Florence sentì le viscere smuversi in
una danza incontenibile di puro terrore; dietro di lei, ad un cenno del capo
del padrone, qualcuno lasciò scivolare per qualche centimetro le corde che la
sospendevano sulle piastre roventi, qualche centimetro appena ma il calore già
intenso che le tormentava le natiche e il sesso diventò quasi insopportabile.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
<span style="font-family: "Tahoma","sans-serif"; font-size: 10pt;">“Lezione numero tre … tempi di
cottura. Sempre adeguati alla carne. Ad esempio per il filetto di vitello
bastano tre, quattro minuti, al massimo …”</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
<span style="font-family: "Tahoma","sans-serif"; font-size: 10pt;">La corda perse ancora qualche
centimetro, Florence iniziò a gemere e supplicare.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
<span style="font-family: "Tahoma","sans-serif"; font-size: 10pt;">“… per la carne di ratto ci vuole più
tempo, diciamo, in agrodolce ad esempio, una decina di minuti, poco più, poco
meno …”</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
<span style="font-family: "Tahoma","sans-serif"; font-size: 10pt;">Dietro di lei le mani che
trattenevano le corde le lasciarano scorrere ancora per qualche centimetro.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
<span style="font-family: "Tahoma","sans-serif"; font-size: 10pt;">“… per la carne di schiava dipende
dal colore della pelle …”</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
<span style="font-family: "Tahoma","sans-serif"; font-size: 10pt;">La piastra rovente s’avvicinò ancora
alle natiche di Florence che scalciava, per quel che poteva, strillando e
supplicando, bestemmiando e piangendo.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
<span style="font-family: "Tahoma","sans-serif"; font-size: 10pt;">“… se sono negre è meglio cuocere a
lungo, molto a lungo …”</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
<span style="font-family: "Tahoma","sans-serif"; font-size: 10pt;">Florence sentiva già il calore vivo
della piastra sfiorarle di tanto in tanto, oscillazione dopo oscillazione, le
natiche ustionate. Iniziò a strillare come un’ossessa divincolandosi e
torcendosi nel tentativo assolutamente vano d’allontanarsi dal calore
insopportabile.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
<span style="font-family: "Tahoma","sans-serif"; font-size: 10pt;">“… se sono puttane negre coperte da
pelle bianca, nere troie depravate che si camuffano da gentildonne, allora, ci
vuole il tempo di un pompino, un lungo, succoso e appagante pompino …”</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
<span style="font-family: "Tahoma","sans-serif"; font-size: 10pt;">Sotto di lui l’ashanti sentì il
membro dell’uomo gonfiarsi e irrigidirsi, pronto a schizzarle in gola il suo
carico di sperma, tentò di staccarsi, allontanarsi ma il guinzaglio la tenne
stretta e immobile, a bocca spalancata, pronta a ricevere tutto il piacere del
padrone senza perderene neanche una goccia.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
<span style="font-family: "Tahoma","sans-serif"; font-size: 10pt;">Lord Gregory venne in un orgasmo di
pura e sadica esaltazione e, come aveva ordinato, allo stesso momento Florence
atterrò completamente sui fornelli roventi della cucina in un urlo straziante
di dolore che scosse il castello fin dalle fondamenta.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
<span style="font-family: "Tahoma","sans-serif"; font-size: 10pt;">La staccarono quasi subito e quasi
morta dalla ghisa incandescente, sulla quale, però, rimase ben più di qualche
centimetro quadro della sua pelle.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
<span style="font-family: "Tahoma","sans-serif"; font-size: 10pt;">Quando ebbe finito Lord Willson
allontanò con indifferenza la testa dell’ashanti e si ricompose con calma,
assaporando voluttuosamente l’odore nauseabondo di carne umana carbonizzata,
l’odore del suo potere assoluto. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
<span style="font-family: "Tahoma","sans-serif"; font-size: 10pt;">“Lezione numero quattro,
manutenzione. Pulire bene, grattare via i resti di carne dalle piastre ed
accertarsi che tutto sia perfettamente in ordine per la prossima cottura. Tu,
negra, hai riposato abbastanza, datti da fare …”</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
<span style="font-family: "Tahoma","sans-serif"; font-size: 10pt;">La schiava in ginocchio vicino alla
cucina alzò lo sguardo verso i fornelli e poi verso Florence che ancora
dondolava incosciente sopra la sua testa; svenne anche lei, un attimo dopo,
scivolando di lato sulla catasta di legna.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
<span style="font-family: "Tahoma","sans-serif"; font-size: 10pt;">Florence restò praticamente morta per
tre settimane prima d’essere rimessa in piedi, in qualche modo, ed essere
smerciata sottocosto al mercato degli schiavi di Williamsburg.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
<span style="font-family: "Tahoma","sans-serif"; font-size: 10pt;">L’ultima cosa che vide il ventisette
agosto del 1732, uscendo dal castello di Lord Willson
trainata dalla carretta e catena al collo, fu l’ashanti crocefissa nuda, a
testa in giù e coperta da sterco di maiale.</span><br />
<span style="font-family: "Tahoma","sans-serif"; font-size: 10pt;">Ai suoi piedi, in cima alla croce
capovolta, come in una blasfema pantomima della passione di Cristo, un cartello
scritto con il suo stesso sangue, sangue color rosso rubino come quello di
Florence: "MPOS, Makeda Princess Of Sheba".</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
<span style="font-family: "Tahoma","sans-serif"; font-size: 10pt;">“Dieci sterline e tre ghinee
d’argento …”</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
<span style="font-family: "Tahoma","sans-serif"; font-size: 10pt;">Il sedere deturpato di Florence non
impressionò Jeffry Fergusson, un irlandese massiccio e di poche parole, fabbro
e maniscalco fin dalla nascita.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
<span style="font-family: "Tahoma","sans-serif"; font-size: 10pt;">“Dieci sterline e tre ghinee
d’argento, altre offerte? No? Nessuna?”</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
<span style="font-family: "Tahoma","sans-serif"; font-size: 10pt;">Oltre lo steccato alcune signore
stavano ancora respirando a fatica dopo aver vomitato in lindi fazzolettini lo
spettacolo osceno offerto dalla devastazione di Florence. Leggero difetto
fisico. Cerchi concentrici in cicatrici ancora accese d’infezione, la pelle
corrugata e incartapecorita delle natiche e, a contorno, focolai purulenti in
piaghe profonde nella carne viva, questo era, per Lord Willson, un “leggero
difetto fisico”.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
<span style="font-family: "Tahoma","sans-serif"; font-size: 10pt;">“Aggiudicata per dieci sterline e tre
ghinee. E’ tua Fergusson, vieni a prendertela, complimenti.”</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
<span style="font-family: "Tahoma","sans-serif"; font-size: 10pt;">Jeffry salì sul palco, afferrò con
malagrazia la catena e sparirono nella polvere dello sterrato dopo pochi
minuti. L’ultima cosa che i mercanti videro di questa storia fu Florence che
incespicava nei suoi stessi piedi, cadeva per terra, si rialzava a stento,
malferma sulle gambe e riprendeva la sua via crucis trascianta nella calura
soffocante di mezzogiorno. Fergusson non si girò, non fermò la carretta, non
rallentò con le redini il passo greve del mulo, continuò la trainare a peso
morto la sua schiava lungo il sentiero, verso qualche meta oltre la curva del
mercato, verso qualche meta oltre l’orizzonte dei vivi.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
<span style="font-family: "Tahoma","sans-serif"; font-size: 10pt;">Qualcuno raccontò che il maniscalco
l’avesse comprata per provare su di lei i marchi prima d’imprimerli a fuoco
sulle natiche dei cavalli ma nessuno può dire se fosse vero o solo il frutto
d’esaltata fantasia. In realtà di Florence Willson e della sua vita, oltre quel
giorno, resta soltanto un’annotazione a margine del del Primo Libro dei Re
X-13, vergata dal pugno di Lord Willson sulla sua Bibbia personale:</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
<i><span style="font-family: "Tahoma","sans-serif"; font-size: 10pt;">“AD
millesettecentotrentadue, 27 del mese di Agosto, venduta Florence sterline dieci ghinee tre
d’argento.”</span></i></div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
<span style="font-family: "Tahoma","sans-serif"; font-size: 10pt;">Subito sotto, un’altra annotazione:</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
<i><span style="font-family: "Tahoma","sans-serif"; font-size: 10pt;">“In stessa data acquistato Brody, di
mesi sei, razza beagle addestrato per caccia, pagato sterline trenta ghinee due
d’argento. Speriamo non aver speso male il nostro denaro.”</span></i><span style="font-family: "Tahoma","sans-serif"; font-size: 10pt;"></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
<b><span style="font-family: "Tahoma","sans-serif"; font-size: 10pt;">Fine</span></b><span style="font-family: "Tahoma","sans-serif"; font-size: 10pt;"></span></div>Maurizio Salinashttp://www.blogger.com/profile/14185795960660567443noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-1581367353264526654.post-31592481127051014902012-05-29T21:28:00.003-07:002012-06-05T23:03:07.053-07:00La vera schiava<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg8ze6jzzGhuIqrr_sX-jAFd6HVK2txp5FD-RmwlwHqNR4FaLndoclrQF6g4PPotdEbrpgfhI4UfBlccbV6VGyvVUyxnlIVff-aLohA1nkSIBd0-L67EpNsfH6chVZdSYKooOgcHcXpK2w/s1600/vera+schiava.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg8ze6jzzGhuIqrr_sX-jAFd6HVK2txp5FD-RmwlwHqNR4FaLndoclrQF6g4PPotdEbrpgfhI4UfBlccbV6VGyvVUyxnlIVff-aLohA1nkSIBd0-L67EpNsfH6chVZdSYKooOgcHcXpK2w/s400/vera+schiava.jpg" width="260" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<b><span style="font-size: small;"><span style="font-family: Verdana,sans-serif;">"I AM NOT A REAL SLAVE" DAY</span></span></b><br />
<b><span style="font-size: small;"><span style="font-family: Verdana,sans-serif;">(Chiamata alle armi)</span></span></b><br />
<span style="font-size: small;"><br style="font-family: Verdana,sans-serif;" /><span style="font-family: Verdana,sans-serif;">Mi son rotto il cazzo. Il che, fatto tutto da solo e da un presunto "Top/Dom/Master" in un sito SM ha sapore di autolesionismo ma non è così. Mi son rotto il cazzo di sentire donne (soprattutto donne) che mi raccontano dell'esistenza in vita di uomini (soprattutto uomini) che le accusano (come fosse una vergogna tra le vergogne) di non essere "vere schiave".</span><br style="font-family: Verdana,sans-serif;" /><br style="font-family: Verdana,sans-serif;" /><span style="font-family: Verdana,sans-serif;">Davvero mi son rotto il cazzo, non me lo raccontate neanche più se no vi metto in conto il Maaloz e il ticket per la gastroskopia.</span><br style="font-family: Verdana,sans-serif;" /><br style="font-family: Verdana,sans-serif;" /><span style="font-family: Verdana,sans-serif;">Non ve ne faccio una colpa, siamo chiari, nessuna colpa deriva dal frequentare un ignorante presuntuoso se non sai che stai frequentando un ignorante presuntuoso. Il problema non sta qui. Il problema sta nel fatto che non ci vuole una laurea in legge, una specializzazione in sessuologia e un master in psicologia (ahahah ... che ridere :-|) per capire che stiamo ben oltre la barzelletta. Qui, su questa cosetta, una volta tanto, basterebbe il famigerato <b>buonsenso</b> e tutto sarebbe finito già prima ancora d'iniziare.</span></span><br />
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: Verdana,sans-serif;"></span></span><br />
<a name='more'></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><br style="font-family: Verdana,sans-serif;" /></span><span style="font-size: small;"><span style="font-family: Verdana,sans-serif;">Apro una parentesi dolorosa (ma la chiudo subito) sul buonsenso: se la gente l'applicasse alle "pratiche" sadomaso come (non) lo applica alle "chiacchiere" sadomaso apriti cielo. Ci sarebbero ospedali pieni di feriti e moribondi. Per fortuna tanto più se ne parla tanto meno se ne fa e per questo motivo siamo tutti relativamente sereni. </span></span><br />
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: Verdana,sans-serif;">Chiusa parentesi.</span></span><br />
<br />
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: Verdana,sans-serif;">Scusate, per tornare al discorso iniziale, ma che cazzo è una "vera schiava"? Pensiamo un attimo prima di lanciarci in definizioni da teatrino o da circo. Intanto non può essere "vera vera" perché per legge una persona non può essere ridotta in schiavitù. E' un reato. Quindi già dire "una vera schiava" è una cazzata immane. Già chi lo dice dovrebbe essere bloccato su ogni social network che frequentate e chiusa qui la faccenda, neanche a parlarne più, fine della storia. Anche se il tipo sembra papabile di spirito o di corpo. Se ve lo tenete tra le caviglie perché vi sta bene per altri servigi contente voi ma poi non sfracassate i maroni in giro per il netvuork aprendo discussioni chilometriche sul fatto che siete o no vere schiave.</span></span><br />
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: Verdana,sans-serif;">Ci azzecca come spararsi in testa con una calibro 7,65 e poi fare causa alla Beretta perché siete morte davvero: siete voi che caricate l'arma e tirate il grilletto frequentando certa gente, in netvuork è innocente, vi da solo il mezzo per farvi del male da sole.</span></span><br />
<br />
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: Verdana,sans-serif;">Detto e fatto che le vere schiave non esistono nell'occidentale tessuto sociale del ventunesimo secolo vediamo che potrebbe significare sta fola in altri ambiti. Escludo a priori la commedia dell'arte e il teatro di De Filippo, i Monty Python e le parodie dell'antichità classica alla "Treciento" e provo a vederla come una <i>robba interiore</i>.</span></span><br />
<br />
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: Verdana,sans-serif;">Facciamo finta che dire "<i>tu non sei una vera schiava</i>" implichi, come significato esteso, "<i>i tuoi desideri reali, il tuo comportamento e la tua postura non coincidono con la definizione di schiava in ambito SM</i>". </span></span><br />
<br />
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: Verdana,sans-serif;">Esticazzi!! Ma neanche Giucazz Kasella e Silvano il mago di Milano messi insieme!! Prima di tutto sa esattamente cosa desiderate e cosa no. Fico, un vero Mentalist </span><span style="font-family: Verdana,sans-serif;">Profiler di CSI con tutti i Numb3rs a posto!! Secondus sa la definizione di "schiava" in ambito sadomaso. Più o meno la stessa cosa della definizione di "pompinara" in ambito sessuale. Dicesi pompinara colei la quale fa pompini. Sì ma per passione o per mestiere? Sì ma con ingoio o senza? Sì ma leccando solo in punta o lungo tutta l'asta? Con o senza risucchio? Con le catene o con le corde? In privato o in pubblico? Prendendo frustate a sangue o cucinando la casseuola senza gli slip? </span></span><br />
<br />
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: Verdana,sans-serif;">L'apoteosi si raggiunge quando la frase viene accompagnata con un "al massimo sei una masochista" e qui a me salta il tappo e vorrei avere un fucile mitragliatore con caricatore da 100 colpi, di quelli che quando hai finito ti fuma tra le mani. MA COME??? "Masochista" per definizione stessa di masochismo (e lasciate la treccani in santa pace, sono più ignoranti di voi in questioni di pene, vagina e modalità d'incastro delle summenzionate parti) è quella che ambisce (cazzi suoi come ci può arrivare) a diventare in tutto e per tutto una schiava, che si arrovella per mesi tra masturbazioni al limite del funambolismo e voli di fantasia a redigere contratti senza né capo né coda per consegnarsi senza né "se" né "ma" a chi se la usa fino allo sfinimento e ora ... non è una vera schiava è <u><b>SOLO</b></u> una masochista? Alla faccia dei master che tutto sanno e hanno studiato e vi dicono (A VOI VI ...) cosa è una vera schiava e perché voi non lo foste. (Qui ci starebbe un SIC! ma SICcome non tutti sanno che cazzo vuol dire non ce lo metto). </span></span><br />
<br />
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: Verdana,sans-serif;">Risultato: le donne, che sono esseri assolutamente (mica tutte ma la gran parte) adattabili si cuccano l'etichetta di "not a real slave, only masochistic stuff" (non schiava vera, solo robaccia masochista) qualche volta la ritrasferiscono alla rivale (perché mica c'é rivalità tra le "vere schiave", tutte sorelline carine carine, tutte sorrisine e scambi di tracciati tuttuncinetto, tutte pinkpower) e andiamo avanti coi carri. Si aprono le scuole di perfezionamento, si diacola per ore e ore in chat sui massimi sistemi schiavistici e si attende in fremente stordimento che qualche anima pia, un master più pietoso degli altri emetta sto maledetto diploma di real slave certificata con numero tre incontri annuali di ore due ciascuno e sedicimila ore in chat parlando di sadomaso scarso (quello degli altri) e di veri sentimenti e profonda appartenenza (i nostri).</span></span><br />
<br />
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: Verdana,sans-serif;">Tutti felici? Parrebbe di sì. Ma poi vengono i dubbi.</span></span><br />
<br />
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: Verdana,sans-serif;">Eccheccazzo! Certo che vi vengono i dubbi di essere lievemente schizofreniche perché mentre c'è da litigare con Equitalia che vi sta sradicando la casa da sotto il culo e uscite fuori con un fucile a pallettoni per difendere le mura domestiche è difficile rispondere al sms (sado-maso-stronzo) che vi ordina (se no non siete "vere schiave") di mettere la testa nel cesso e tirare l'acqua, possibilmente documentando tutto con foto-ricordo 50 mm pancromatico 400 ASA. Ci credo che dopo qualche mese la scorta di tavor scarseggia, le ore passate al computer per capirci qualcosa sono arrivate a superare le ore passate a pettegolare con la Vane del terzo piano sul pianerottolo dell'ammezzato e ogni giorno, giorno dopo giorno, vi trovate ad inseguire un modello che non c'è, che ciascuno se lo disegna a suo uso e consumo, che ciascuno se lo rigira tra le mani perché non può semplicemente dirvi "brutta e cattiva che non fai le cagate che io pensavo di farti fare"; no!! Deve dire "tu non sei una vera schiava, via, sciò, alla larga dall'aristocrazia del D/s". </span></span><br />
<br />
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: Verdana,sans-serif;">Ho esaurito la scorta di Maaloz, la pazienza e la santità.</span></span><br />
<br />
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: Verdana,sans-serif;">Raccolgo adesioni per il "I AM NOT A REAL SLAVE" DAY, un giorno dedicato a tutte le donne che avendo desideri di sottomissione e non potendoli sempre spalmare sulle esigenze schizoidi del virtualone masterone di turno si sono sentite dire (o hanno letto) "tu non sei una vera schiava, al massimo sei una masochista ma ... ti comporti da Padrona". E qui l'atomica ci starebbe bene, peccato che il fallout radioattivo sarebbe un po' troppo esteso anche se, come ritorsione per la bomba della "ti comporti come una Padrona", non del tutto immeritato.</span></span><br />
<br />
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: Verdana,sans-serif;">Insomma, sono stato definito di volta in volta un serpente, un sadico (eddaiieeeeiiie certo che lo sono se no che ci sto a scrivere in siti SM, anche se per ipocrisia li chiamano BDSM?), un violento frustaiolo, un pericoloso solo perché agli ordini virtuali preferisco le scudisciate reali date perché CI PIACE farlo e senza scuse di percorsi educativi. Se non faccio così, se non apro giornate di rivendicazione sindacale come cazzo raccatto qualche numero di telefono? Mica ci azzecco tra le fanciulle che cercano il master azzurro allenandosi in palestra per essere vere slave; le altre si nascondono tutte, timorose e pudiche; le capisco porelle, non vorrai far sapere in giro che ti fai frustare, legare, insultare e comandare solo perché lì, tra le gambe, ti si apre un lago ogni volta che lo fa quello giusto! Non è fine, non è educato! Non è neanche troppo civile in fondo in fondo!!</span></span><br />
<br />
<div style="text-align: center;">
<b><span style="font-size: small;"><span style="font-family: Verdana,sans-serif;">"I AM NOT A REAL SLAVE" DAY </span></span></b></div>
<br />
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: Verdana,sans-serif;">Partecipate numerose e inviatemi il cell in pvt, ne faremo buon uso ... io e voi ;-).</span></span></div>Maurizio Salinashttp://www.blogger.com/profile/14185795960660567443noreply@blogger.com12tag:blogger.com,1999:blog-1581367353264526654.post-15203869104842407462012-05-01T23:50:00.000-07:002012-06-06T08:44:42.194-07:00Vaniglia, un racconto di redenzione<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
</div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="font-size: small;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiYRmH2R2pmcxbtfm3PaA57xhfsN-IiGUZtitvMou7btQYCLv-owl6w3YHS0lbJ7WcI_pVVlV5BJX44siPA5jZtWg2hV9LXUuaY60ykX_2ioEJjUr87UgKTQESFVY0ZAQ9TG0dG-s8tsmo/s1600/inquisizione.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="243" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiYRmH2R2pmcxbtfm3PaA57xhfsN-IiGUZtitvMou7btQYCLv-owl6w3YHS0lbJ7WcI_pVVlV5BJX44siPA5jZtWg2hV9LXUuaY60ykX_2ioEJjUr87UgKTQESFVY0ZAQ9TG0dG-s8tsmo/s320/inquisizione.jpg" width="320" /></a></span></div>
<div class="MsoBodyText" style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">Vaniglia,
in inglese vanilla, è la parola usata dai praticanti sadomaso per indicare
tutto ciò che non è sadomaso, il sesso non sadomaso, le relazioni non sadomaso,
i giocattoli erotici non sadomaso, i rarissimi e misconosciuti videoclip di
Lady Gaga non sadomaso.</span></div>
<div class="MsoBodyText" style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><br /></span></div>
<div class="MsoBodyText" style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">Mi
hanno chiesto di scrivere un racconto erotico totalmente vanilla, una storia
che non avesse niente di sadomaso, nessun accenno, nessuna allusione, nessuna
suggestione, nessun riferimento al sadomaso: un editore non dovrebbe avere il
diritto di torturare così i suoi autori, non sempre almeno, non tutti almeno,
non me … per certo. </span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><br /></span><br />
<a name='more'></a></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">La fate facile
voi, ed è davvero facile se non avete vissuto e respirato sadomaso fin dai
tempi di Tutankamon, se non frequentate quasi esclusivamente amici sadomaso, se
non parlate e non vivete il sadomaso se non per qualche pubblicità di jeans
prestrappati; comunque, anche se non siete così, anche se non siete dei
vanillosi normalosi e vi sentite, e siete, dei veri trasgressivi frustaioli, il
mio problema non cambia: mi hanno chiesto di scrivere un racconto erotico senza
sadomaso e io, coglione, ho pure accettato. </span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">Dopo la
telefonata, nella quieta solitudine del bagno, assiso sul water in meditazione
trascendentale, ripercorro i come e i perché della mia scomoda posizione e mi
rendo conto d’essere entrato, con i miei stessi incauti piedi, in un labirinto
dedalico: io non so neanche da dove cominciare, neanche me lo ricordo come si
fa una scopata senza sadomaso, neanche so se esiste una scopata senza sadomaso,
mai considerato neanche lontanamente l’idea di dover, anche solo
letterariamente, rinunciare al sadomaso.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">Per quattro
giorni mi sono aggirato nell’ufficio inviperito e frustrato cercando
d’immaginare amplessi che non iniziassero o non finissero con qualche graziosa
tortura, qualche deliziosa sevizia, una qualche dolce efferata violenza.
Quattro giorni di pura angoscia, quattro giorni di straziante agonia, al quinto
mi sono arreso, falliti tutti i tentativi d’immaginare una qualsiasi situazione
erotica senza il necessario e naturale apporto di perversione sadomaso, falliti
i tentativi di mantenere viva l’eccitazione per un bel corpo femminile senza
pensarlo strettamente legato in artistici giri di corda, naufragata l’illusione
d’esser ri-omologabile con un semplice schiocco di dita e poter immaginare,
anche solo immaginare, un amplesso senza urli di straziante dolore e mi sono
collegato ad un sito di escort decidendomi, da vero professionista, a
rivolgermi ad una vera professionista per la necessaria … ispirazione. </span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">Ho passato più di
qualche ora a consultare profili e foto di svariate ragazze senza mai neanche
iniziare a comporre un numero di cellulare. Vi assicuro che davvero vorrei
farlo, tutto farei pur di scrivere qualche riga d’erotismo totalmente vanilla
ma quella strada m’è sembrata fin troppo squallida, meccanica, priva d’anima e,
a suo modo, ancora più perversa: del tutto aliena a me a al mio portafoglio. </span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">Alla fine mi
decido per un tipo diverso di specialista e chiamo la mia ex consulente del
lavoro, psicologia ed esperta sia nel campo variegato delle dinamiche di gruppo
sia in quello delle mie personali menate. Sono sicuro che mi può aiutare, non
so come ma per certo, in qualche modo, mi aiuterà. Spero.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Verdana,sans-serif; margin-left: 36pt; text-align: justify; text-indent: -18pt;">
<span style="font-size: small;">-<span style="-moz-font-feature-settings: normal; -moz-font-language-override: normal; font-size-adjust: none; font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; line-height: normal;">
</span></span><span style="font-size: small;">Ciao Marta, come stai?</span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">Marta sta sempre
bene per definizione, ha quarant’annuzzi suonati ma sembra la sorella minore di
mia figlia, che ne ha ventitrè. </span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Verdana,sans-serif; margin-left: 36pt; text-align: justify; text-indent: -18pt;">
<span style="font-size: small;">-<span style="-moz-font-feature-settings: normal; -moz-font-language-override: normal; font-size-adjust: none; font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; line-height: normal;">
</span></span><span style="font-size: small;">Come una merda sto, ma se devo dirlo
in altre parole preferisco dirti che sto bene.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Verdana,sans-serif; margin-left: 36pt; text-align: justify; text-indent: -18pt;">
<span style="font-size: small;">-<span style="-moz-font-feature-settings: normal; -moz-font-language-override: normal; font-size-adjust: none; font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; line-height: normal;">
</span></span><span style="font-size: small;">Come al solito, allora.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Verdana,sans-serif; margin-left: 36pt; text-align: justify; text-indent: -18pt;">
<span style="font-size: small;">-<span style="-moz-font-feature-settings: normal; -moz-font-language-override: normal; font-size-adjust: none; font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; line-height: normal;">
</span></span><span style="font-size: small;">No peggio. Che vuoi?</span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">Marta sa che io
la chiamo solo se ho un urgente bisogno di qualcosa, di qualcosa d’importante,
di qualcosa di fondamentale. Marta sa questo perché Marta mi conosce bene ma,
soprattutto, conosce perfettamente il suo onorario e sa, altrettanto bene, che io non sono un masochista finanziario.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Verdana,sans-serif; margin-left: 36pt; text-align: justify; text-indent: -18pt;">
<span style="font-size: small;">-<span style="-moz-font-feature-settings: normal; -moz-font-language-override: normal; font-size-adjust: none; font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; line-height: normal;">
</span></span><span style="font-size: small;">Diciamo che avrei bisogno di … come
dirla se non così? … Scopare.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">Silenzio
dall’altra parte del telefono, preoccupante silenzio. M’accorgo che, forse, ho
fatto una gaffe epocale. O forse no?</span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Verdana,sans-serif; margin-left: 36pt; text-align: justify; text-indent: -18pt;">
<span style="font-size: small;">-<span style="-moz-font-feature-settings: normal; -moz-font-language-override: normal; font-size-adjust: none; font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; line-height: normal;">
</span></span><span style="font-size: small;">Scusa, magari non mi sono spiegato
bene, non intendevo con te …</span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Verdana,sans-serif; margin-left: 36pt; text-align: justify; text-indent: -18pt;">
<span style="font-size: small;">-<span style="-moz-font-feature-settings: normal; -moz-font-language-override: normal; font-size-adjust: none; font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; line-height: normal;">
</span></span><span style="font-size: small;">Perché no? Sono proprio così da
buttare?</span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">Marta, se avete
una buona memoria a breve termine e vi ricordate come l’ho descritta qualche
riga sopra, non è per niente da buttare, anzi. Rinunciare a Marta sarebbe un
po’ come rinunciare a qualche ora di sesso con Sharon Stone solo perché ha le
occhiaie, tutto qui.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Verdana,sans-serif; margin-left: 36pt; text-align: justify; text-indent: -18pt;">
<span style="font-size: small;">-<span style="-moz-font-feature-settings: normal; -moz-font-language-override: normal; font-size-adjust: none; font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; line-height: normal;">
</span></span><span style="font-size: small;">No, non era questo il punto, con te
o con un’altra, non fraintendermi di nuovo,
sarebbe lo stesso, certo meglio con te … Dicevo, insomma, ci possiamo
vedere? </span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Verdana,sans-serif; margin-left: 36pt; text-align: justify; text-indent: -18pt;">
<span style="font-size: small;">-<span style="-moz-font-feature-settings: normal; -moz-font-language-override: normal; font-size-adjust: none; font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; line-height: normal;">
</span></span><span style="font-size: small;">… ma sei così in fregola? Passi tu o
vengo io con una scorta di preservativi?</span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">Marta non si
capisce mai quando scherza e quando fa sul serio e io ho la strana impressione
che non scherzi mai. Sì, insomma, lei prende davvero con professionalità e
impegno il suo lavoro ma non mi è mai capitato di pensarla in versione “bomba
sexy prezzolata” pronta ad amplessi selvaggi pur di mantenersi un cliente di
seconda scelta, lievemente sfigato e dotato di discutibili risorse finanziarie
come me.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">E’, in fin dei
conti, decisamente uno scherzo, almeno così penso, all’inizio.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Verdana,sans-serif; margin-left: 36pt; text-align: justify; text-indent: -18pt;">
<span style="font-size: small;">-<span style="-moz-font-feature-settings: normal; -moz-font-language-override: normal; font-size-adjust: none; font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; line-height: normal;">
</span></span><span style="font-size: small;">Marta, non ti ci mettere anche tu,
davvero ho la necessità impellente ma professionale di avere un rapporto
sessuale con una donna di classe, disinibita e che sappia gestire la sua sessualità
dispensando e godendo del piacere senza pregiudizi … </span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">Mentre sparo a
raffica le suddette minchiate mi passa per la testa che questo potrebbe essere,
parola per parola, proprio il suo profilo e mi stupisco di non averla mai
considerata, fino ad ora, sotto questo destabilizzante quanto arrapante aspetto
sessuale.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Verdana,sans-serif; margin-left: 36pt; text-align: justify; text-indent: -18pt;">
<span style="font-size: small;">-<span style="-moz-font-feature-settings: normal; -moz-font-language-override: normal; font-size-adjust: none; font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; line-height: normal;">
</span></span><span style="font-size: small;">Appunto dicevo, quando vengo? Nel
senso di “quando ti raggiungo?” ovviamente.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Verdana,sans-serif; margin-left: 36pt; text-align: justify; text-indent: -18pt;">
<span style="font-size: small;">-<span style="-moz-font-feature-settings: normal; -moz-font-language-override: normal; font-size-adjust: none; font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; line-height: normal;">
</span></span><span style="font-size: small;">Grazie per la sollecitudine ma è
meglio ti “raggiunga” io a casa tua, così ti spiego la cosa senza forzature e senza
equivoci …</span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Verdana,sans-serif; margin-left: 36pt; text-align: justify; text-indent: -18pt;">
<span style="font-size: small;">-<span style="-moz-font-feature-settings: normal; -moz-font-language-override: normal; font-size-adjust: none; font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; line-height: normal;">
</span></span><span style="font-size: small;">Ma … casa mia, a dire il vero, ci
sono i bambini …</span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Verdana,sans-serif; margin-left: 36pt; text-align: justify; text-indent: -18pt;">
<span style="font-size: small;">-<span style="-moz-font-feature-settings: normal; -moz-font-language-override: normal; font-size-adjust: none; font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; line-height: normal;">
</span></span><span style="font-size: small;">Ecco, appunto, tanto ci vorranno sì
e no dieci minuti, non ho molto da dire …</span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Verdana,sans-serif; margin-left: 36pt; text-align: justify; text-indent: -18pt;">
<span style="font-size: small;">-<span style="-moz-font-feature-settings: normal; -moz-font-language-override: normal; font-size-adjust: none; font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; line-height: normal;">
</span></span><span style="font-size: small;">Mi libero in pochi minuti,
aspettami, sei in ufficio vero?</span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">Vaffanculo alle
donne in carriera volitive e decisioniste! Potrei mentire, sì lo potrei,
certamente, ma Marta ha lunghe gambe affusolate e porta di quelle camicette
strette strette che mi fanno venir sempre una voglia pazzesca di strapparle a
zampate. Potrei inventare una riunione oppure un appuntamento ma Marta è come
se fosse il sogno erotico del novanta per cento dei maschi italiani e chi sono
io per farmi compiangere da tutta questa gente? Potrei trovare una scusa banale
ma Marta è sempre Marta e, francamente, se capita d’essere costretto ad un
amplesso vanilla per amore della letteratura cosa c’è di meglio se non
consumarlo con una psicologa gemella sputata della Stone cinematografica? </span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Verdana,sans-serif; margin-left: 36pt; text-align: justify; text-indent: -18pt;">
<span style="font-size: small;">-<span style="-moz-font-feature-settings: normal; -moz-font-language-override: normal; font-size-adjust: none; font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; line-height: normal;">
</span></span><span style="font-size: small;">Va bene ma davvero io voglio solo
parlare del mio problema.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Verdana,sans-serif; margin-left: 36pt; text-align: justify; text-indent: -18pt;">
<span style="font-size: small;">-<span style="-moz-font-feature-settings: normal; -moz-font-language-override: normal; font-size-adjust: none; font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; line-height: normal;">
</span></span><span style="font-size: small;">Sì sì, certo, arrivo non
preoccuparti, poi parliamo … poi.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">Non so perché ma
non mi sento preso molto sul serio.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">Non ci mette
molto, anzi decisamente sospetto abbia scoperto il segreto del teletrasporto:
si presenta alla porta dopo neanche un’ora, radiosa, con un vestitino rosso
rosso, attillato attillato e provocante provocante, i seni pieni ben
evidenziati, importanti, le lunghe gambe inguainate in nere calze e classiche,
immancabili scarpette in vernice tacco dodici con relativo portamento annesso:
una vera baldracca, insomma, ma di quelle che ti fanno dimenticare pure il tuo
nome, anche se lo devi declinare per farti pagare una fattura.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Verdana,sans-serif; margin-left: 36pt; text-align: justify; text-indent: -18pt;">
<span style="font-size: small;">-<span style="-moz-font-feature-settings: normal; -moz-font-language-override: normal; font-size-adjust: none; font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; line-height: normal;">
</span></span><span style="font-size: small;">Ti sarebbe possibile chiudere la
bocca tesoro? E’ disturbante fare il censimento delle tue otturazioni.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">Chiudo la bocca,
in effetti era lievemente splancata, e la invito ad entrare nel mio ufficio,
quello in fondo al corridoio, una stanza luminosa, una scrivania in ciliegio,
qualche arredo sostanziale, tre sedie e un tavolo rotondo per riunirmi con i
miei fantasmi.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Verdana,sans-serif; margin-left: 36pt; text-align: justify; text-indent: -18pt;">
<span style="font-size: small;">-<span style="-moz-font-feature-settings: normal; -moz-font-language-override: normal; font-size-adjust: none; font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; line-height: normal;">
</span></span><span style="font-size: small;">Siediti pure dove vuoi.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">Mi guarda dal
profondo penetrante di due pozzi azzurri e mi sorride con un fremito tra labbra
e mento, poggia la pochette Gucci pitone nero (cazzo se guadagna l’amica) sulla
scrivania, spazza con un gesto ampio e teatrale le carte dal tavolo rotondo
(addio bilancio del 2009, tutto da rifare) tira su la gonnellina aderente fino
alle anche e si siede sul ripiano del tavolo a cosce larghe, come una bambolina
sconcia, un soprammobile erotico tanto kitsch quanto improbabile. </span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">Secondo voi che
devo fare? Ovviamente mi avvicino, la guardo dritta dritta negli occhi e non
solo. E’ troppo attraente, è bello
sentire nei calzoni il calore dolce e confortante del membro che pulsa di sensi
allertati, di desiderio e di voglia.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">Mi afferra la
cravatta e mi trascina verso le sue labbra, le gambe si stringono intorno a me,
ai miei fianchi, alla mia schiena, la sua lingua cerca, tra il sapore forte di
rossetto e quello lieve di saliva, il mio personale ingresso al piacere, al
desiderio. La bacio e lei si solleva, gemendo nella mia bocca, oscenamente
offrendosi, slacciando e allargando con dita agili la mia cintura, sfilandola,
passante per passante, strusciando i seni sul mio petto, le guance sulle mie
guance, la lingua, la bocca dischiusa, sul mio collo, dietro l’orecchio.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">E’ un sussurro
lieve e senza sbavature, quasi un ordine che lascia dolcemente fluire, colare
come veleno di piacere, miele di lussuria, essenzio di lascivia dalle sue
labbra verso il centro dei miei sensi infiammati:</span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Verdana,sans-serif; margin-left: 36pt; text-align: justify; text-indent: -18pt;">
<span style="font-size: small;">-<span style="-moz-font-feature-settings: normal; -moz-font-language-override: normal; font-size-adjust: none; font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; line-height: normal;">
</span></span><span style="font-size: small;">Ti prego … cinghiami, frustami,
picchiami, fammi male …</span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">Ecchecazzo
ragazzi!! Iniziamo bene! Inziamo alla grande! Se per scrivere qualcosa che non
ha nulla di sadomaso m’ispiro alla scopata con una psicologa masochista sono
sulla strada giusta per il successo: la prossima volta per evadere le tasse telefono direttamente
alla guardia di finanza e chiedo un controllo a tappeto su tutta la mia
contabilità.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">Che fare ora?
Invento, è chiaro. La prendo per i capelli e la ribalto sul tavolo, alla pecorina, strappando e distruggendo
anche le ultime carte sopravvissute:
tanto il bilancio del 2009 lo presento a settembre, vaffanculo. Le alzo
la gonna fino alla schiena e le abbasso le mutandine di pizzo nero a metà
coscia. Sono eccitato, cazzo se lo sono, il culo di Marta non è il culo della
Belen Rodriguez ma gareggia bene e supera per certo quello della Demi Moore.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">Sono tentato,
mortalmente tentato, di darle soddisfazione e farle provare la mia cintura
sulle chiappe ma l’arte vuole le sue rinunce, i suoi sacrifici e le sue vittime
sacrificali. Le muse, capricciose figlie di
Mnemosine (guardatevi wikipedia se non ci credete) e gli editori
tormentano il poeta perché egli crei con i suoi sensi ciò che prediligono e
possono vendere meglio. Insomma, se per oscure ragione artistiche, non posso
cinghiarla, frustarla, picchiarla e farle male come da gentile ed
inequivocabile richiesta posso, almeno, prenderla dove più mi piace e, oggi, mi
piace allagarle ben bene il bucchino posteriore.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Verdana,sans-serif; margin-left: 36pt; text-align: justify; text-indent: -18pt;">
<span style="font-size: small;">-<span style="-moz-font-feature-settings: normal; -moz-font-language-override: normal; font-size-adjust: none; font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; line-height: normal;">
</span></span><span style="font-size: small;">Tieniti larghe le natiche … con le
tue stesse mani.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">Sobbalza,
singulta e, forse, vorrebbe chiedermi di smettere ma ormai è troppo tardi,
ormai è qui, ormai è nel gioco e non vuole smettere di giocare, non può
smettere di giocare perché lei stessa lo vuole, lo sogna. S’arrende
all’umiliazione e alla parte di se stessa che la desidera dal profondo.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">Un sussurro:</span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Verdana,sans-serif; margin-left: 36pt; text-align: justify; text-indent: -18pt;">
<span style="font-size: small;">-<span style="-moz-font-feature-settings: normal; -moz-font-language-override: normal; font-size-adjust: none; font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; line-height: normal;">
</span></span><span style="font-size: small;">Fai piano … sono quasi vergine lì.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">Un sorriso
velenoso: </span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Verdana,sans-serif; margin-left: 36pt; text-align: justify; text-indent: -18pt;">
<span style="font-size: small;">-<span style="-moz-font-feature-settings: normal; -moz-font-language-override: normal; font-size-adjust: none; font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; line-height: normal;">
</span></span><span style="font-size: small;">Non ti preoccupare.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">Bagno le dita con
i suoi umori grondanti e li uso per lubrificarle il buchino palpitante, piano
piano dischiuso sotto il mio tocco dolce e gentile, sadicamente dolce,
perversamente gentile. Mentre raccolgo ancora il suo stesso miele di desiderio
per allargarle il grazioso, segreto buchetto la masturbo e le sussurro parole
oltraggiose, le descrivo minuziosamente il suo stesso sedere allargato dalle
sue mani raffinate, aristocratiche, curate e ingioiellate, arricchite d’anelli
portati con sobria eleganza. Le racconto del suo sesso pieno, sapientemente
depilato, oscenamente esposto al mio sguardo, al mio desiderio, ai miei occhi.
Masochista nell’anima letteralmente cola e cola e cola fin quasi all’orgasmo
sotto il mio tocco, sotto le mie intime, impietose carezze, nel gorgo delle mie
parole. La lascio solo per un istante mentre la penetro con decisione nel retto
caldo, stretto, accogliente con unico, fluido movimento fino al fondo, senza
violenza, senza fretta senza nessuna esitazione, senza nessuna pietà. Appena la
tocco di nuovo carezzandole il clitoride pulsante, il sesso gonfio di
desiderio, lei viene contraendosi e agitandosi come una serpe, ansimando e
pregandomi di sventrarla. Io non resisisto molto di più ma il tempo è
sufficiente per soddisfare, almeno in parte, le sue suppliche oscene. Mi chiedo
solo, mentre esco da lei dopo averla riempita del mio sperma, se questa è una
scopata vanilla o se debbasi, invece, considerarla sadomaso. </span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">Ci ricomponiamo
in silenzio e alla fine saluto Marta con la promessa di una prossima volta
nella quale la frusterò davvero, fino a scarnificarla: lei è così contenta che
mi da pure un bacino prima d’uscire. Il mondo è pieno di pervertiti celati sotto
le più variegate spoglie, credetemi, è così.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">Resta il problema
del racconto vanilla. Resta perché io stesso non so se ho fatto una roba così
lontana dal sadomaso. A dire il vero la suggestione c’era eccome, c’era anche
il desiderio e ordinare ad una donna di stare alla pecorina sul tavolo rotondo
d’un ufficio, tenendosi le natiche divaricate mentre la si penetra da dietro
riempendola d’insulti non sarà un sadomaso di fruste e manette, corde e croci
di Sant’Andrea ma tanto vanilla non è, secondo me.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">Telefono
all’editore che conferma i miei dubbi ridacchiando sadicamente: tutto da
rifare. Cazzo!</span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">Dopo una notte
quasi insonne di profonde riflessioni e una mattinata di variegate sorprese mi
decido, finalmente, a telefonare ad un amico (per così dire) di vecchia data,
noto puttaniere fin dai tempi dell’università, mai troppo frequentato dopo la
laurea ma mai cancellato dall’agenda.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Verdana,sans-serif; margin-left: 36pt; text-align: justify; text-indent: -18pt;">
<span style="font-size: small;">-<span style="-moz-font-feature-settings: normal; -moz-font-language-override: normal; font-size-adjust: none; font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; line-height: normal;">
</span></span><span style="font-size: small;">Giacomo?</span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Verdana,sans-serif; margin-left: 36pt; text-align: justify; text-indent: -18pt;">
<span style="font-size: small;">-<span style="-moz-font-feature-settings: normal; -moz-font-language-override: normal; font-size-adjust: none; font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; line-height: normal;">
</span></span><span style="font-size: small;">Sì? Chi parla?</span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Verdana,sans-serif; margin-left: 36pt; text-align: justify; text-indent: -18pt;">
<span style="font-size: small;">-<span style="-moz-font-feature-settings: normal; -moz-font-language-override: normal; font-size-adjust: none; font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; line-height: normal;">
</span></span><span style="font-size: small;">Sono Maurizio, ciao, come stai?</span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Verdana,sans-serif; margin-left: 36pt; text-align: justify; text-indent: -18pt;">
<span style="font-size: small;">-<span style="-moz-font-feature-settings: normal; -moz-font-language-override: normal; font-size-adjust: none; font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; line-height: normal;">
</span></span><span style="font-size: small;">Maurizio chi?</span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Verdana,sans-serif; margin-left: 36pt; text-align: justify; text-indent: -18pt;">
<span style="font-size: small;">-<span style="-moz-font-feature-settings: normal; -moz-font-language-override: normal; font-size-adjust: none; font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; line-height: normal;">
</span></span><span style="font-size: small;">Maurizio, il tuo compagno
d’università, quello che scriveva racconti porno, ricordi?</span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Verdana,sans-serif; margin-left: 36pt; text-align: justify; text-indent: -18pt;">
<span style="font-size: small;">-<span style="-moz-font-feature-settings: normal; -moz-font-language-override: normal; font-size-adjust: none; font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; line-height: normal;">
</span></span><span style="font-size: small;">Ahh sì, ricordo, quello che si
tirava le seghe nei bagni di matematica.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Verdana,sans-serif; margin-left: 36pt; text-align: justify; text-indent: -18pt;">
<span style="font-size: small;">-<span style="-moz-font-feature-settings: normal; -moz-font-language-override: normal; font-size-adjust: none; font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; line-height: normal;">
</span></span><span style="font-size: small;">Non mi sono mai tirato seghe nei
bagni dell’istituto di matematica!!</span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Verdana,sans-serif; margin-left: 36pt; text-align: justify; text-indent: -18pt;">
<span style="font-size: small;">-<span style="-moz-font-feature-settings: normal; -moz-font-language-override: normal; font-size-adjust: none; font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; line-height: normal;">
</span></span><span style="font-size: small;">Allora erano quelli di fisica, chi
si ricorda? E’ passato un casino di tempo.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">Mi domando perché
l’ho chiamato e non sono il solo:</span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Verdana,sans-serif; margin-left: 36pt; text-align: justify; text-indent: -18pt;">
<span style="font-size: small;">-<span style="-moz-font-feature-settings: normal; -moz-font-language-override: normal; font-size-adjust: none; font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; line-height: normal;">
</span></span><span style="font-size: small;">Perché mi hai chiamato?</span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Verdana,sans-serif; margin-left: 36pt; text-align: justify; text-indent: -18pt;">
<span style="font-size: small;">-<span style="-moz-font-feature-settings: normal; -moz-font-language-override: normal; font-size-adjust: none; font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; line-height: normal;">
</span></span><span style="font-size: small;">Così, per sentire come andava e
anche per un favore che potresti farmi, se ancora frequenti i tuoi giri d’una
volta.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">E’ una resa al
meretricio, lo so, ma dopo aver ricevuto la parcella di Marta per il “supporto
psicologico” del giorno prima non me la sento di lottare contro i mulini a
vento. Gli spiego come stanno le cose e aspetto per dieci minuti buoni che
smetta di ridere. Odio quando Giacomo ride così, mi sento un cretino totale e non
amo particolarmente sentirmi un cretino totale, anzi non lo amo per niente!
Cazzo!!</span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Verdana,sans-serif; margin-left: 36pt; text-align: justify; text-indent: -18pt;">
<span style="font-size: small;">-<span style="-moz-font-feature-settings: normal; -moz-font-language-override: normal; font-size-adjust: none; font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; line-height: normal;">
</span></span><span style="font-size: small;">Finito di strozzarti di risate
pirla?</span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Verdana,sans-serif; margin-left: 36pt; text-align: justify; text-indent: -18pt;">
<span style="font-size: small;">-<span style="-moz-font-feature-settings: normal; -moz-font-language-override: normal; font-size-adjust: none; font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; line-height: normal;">
</span></span><span style="font-size: small;">Eddai non te la prendere, ammetti
che è una stronzata grossa come una casa vero?</span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">L’ammetto, certo
che lo ammetto ma resta il problema. Ho bisogno di trovare ispirazione in
qualche rapporto particolare, magari un po’ perverso ma non sadomaso, anzi del
tutto sado-free, senza neanche la suggestione del sadomaso.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Verdana,sans-serif; margin-left: 36pt; text-align: justify; text-indent: -18pt;">
<span style="font-size: small;">-<span style="-moz-font-feature-settings: normal; -moz-font-language-override: normal; font-size-adjust: none; font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; line-height: normal;">
</span></span><span style="font-size: small;">Hai provato un trans?</span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Verdana,sans-serif; margin-left: 36pt; text-align: justify; text-indent: -18pt;">
<span style="font-size: small;">-<span style="-moz-font-feature-settings: normal; -moz-font-language-override: normal; font-size-adjust: none; font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; line-height: normal;">
</span></span><span style="font-size: small;">Niente in contrario ma … troppo
maschio per i miei gusti sessuali.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Verdana,sans-serif; margin-left: 36pt; text-align: justify; text-indent: -18pt;">
<span style="font-size: small;">-<span style="-moz-font-feature-settings: normal; -moz-font-language-override: normal; font-size-adjust: none; font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; line-height: normal;">
</span></span><span style="font-size: small;">Due per volta? Dico due belle
gnocche per volta?</span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">Faccio i conti e
se si esclude la volta che … bhè in effetti no, mai provato due per volta, non
rientra nelle mie fantasie ma pare che sia una figata e io devo scrivere
qualcosa di erotico senza sadomaso: scartato il sentimental-carnale del tipo
“Liala erotica” resta solo il perverted patinato dei bravi ragazzi di American
Pie, escludendo per scelta morale (anch’io ho una morale sapete, eccheccazzo)
tutto il mondo degli amplessi selvaggi col gatto della vicina.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Verdana,sans-serif; margin-left: 36pt; text-align: justify; text-indent: -18pt;">
<span style="font-size: small;">-<span style="-moz-font-feature-settings: normal; -moz-font-language-override: normal; font-size-adjust: none; font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; line-height: normal;">
</span></span><span style="font-size: small;">No, due per volta no, tu ne conosci
qualcuna disponibile?</span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Verdana,sans-serif; margin-left: 36pt; text-align: justify; text-indent: -18pt;">
<span style="font-size: small;">-<span style="-moz-font-feature-settings: normal; -moz-font-language-override: normal; font-size-adjust: none; font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; line-height: normal;">
</span></span><span style="font-size: small;">Eccomeno, certo, una mareata.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Verdana,sans-serif; margin-left: 36pt; text-align: justify; text-indent: -18pt;">
<span style="font-size: small;">-<span style="-moz-font-feature-settings: normal; -moz-font-language-override: normal; font-size-adjust: none; font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; line-height: normal;">
</span></span><span style="font-size: small;">In che senso una mareata?</span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Verdana,sans-serif; margin-left: 36pt; text-align: justify; text-indent: -18pt;">
<span style="font-size: small;">-<span style="-moz-font-feature-settings: normal; -moz-font-language-override: normal; font-size-adjust: none; font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; line-height: normal;">
</span></span><span style="font-size: small;">Nel senso che ne conosco tante.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Verdana,sans-serif; margin-left: 36pt; text-align: justify; text-indent: -18pt;">
<span style="font-size: small;">-<span style="-moz-font-feature-settings: normal; -moz-font-language-override: normal; font-size-adjust: none; font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; line-height: normal;">
</span></span><span style="font-size: small;">Sì? E … presentarmele? </span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Verdana,sans-serif; margin-left: 36pt; text-align: justify; text-indent: -18pt;">
<span style="font-size: small;">-<span style="-moz-font-feature-settings: normal; -moz-font-language-override: normal; font-size-adjust: none; font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; line-height: normal;">
</span></span><span style="font-size: small;">Nessun problema amico mio, basta che
paghi tu … da bere.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Verdana,sans-serif; margin-left: 36pt; text-align: justify; text-indent: -18pt;">
<span style="font-size: small;">-<span style="-moz-font-feature-settings: normal; -moz-font-language-override: normal; font-size-adjust: none; font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; line-height: normal;">
</span></span><span style="font-size: small;">Non è che mi stai proponendo solito
puttan-tour a Milano e provincia, rientro alle tre di notte in bianco
immacolato e rischi di pestaggio da magnaccia incazzati …</span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Verdana,sans-serif; margin-left: 36pt; text-align: justify; text-indent: -18pt;">
<span style="font-size: small;">-<span style="-moz-font-feature-settings: normal; -moz-font-language-override: normal; font-size-adjust: none; font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; line-height: normal;">
</span></span><span style="font-size: small;">No, no è così, sereno, è una roba
tranquilla, per noi vecchietti, dalle parti di Lodi, un localino nella
campagna, un club, subito fuori città, carino, pulito, ben gestito, pieno di
bellle ragazze, vedrai.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">In effetti
l’impressione è più che buona, almeno da fuori. Alle undici di sera il locale
apre i battenti e noi s’entra già un po’ brilli dopo qualche amaro (e non solo)
tracannato nei venti bar che stanno sulla strada provinciale da Milano a Lodi.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">Giacomo parla con
gran confidenza ai buttafuori, mi porta in pompa magna dal proprietario
(simpatico elemento anche lui, debbasi dire) e mi fa fare la tessera
SuperSocioGold, solo dieci euro in più ma con due consumazioni gratuite ad ogni
ingresso al posto di una: un vero affarone.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">Ci sediamo e
iniziamo a guardarci le tipe che pian piano entrano nel locale a piccoli
gruppi, a coppie, da sole. Gli ospiti fissi, i navigati di lungo corso,
salutano le ragazze a botte di bacini tre per uno, i più timidi, i novizi
guardano imbesugati e si danno un contegno esplorando gli oscuri fondali di
bicchieri colmi di ghiaccio, additivati con dosi massice di alcool etilico, omeopatiche
porzioni di whiskey e colorante quanto basta. Il locale, in fin della fiera, è
una specie di piccola discoteca tramutata in anticamera di bordello, la musica
è gradevolmente diffusa a milleseicento decibel da tre casse da incubo
postatomico incatenate al soffitto come prede elettroniche pronte al sacrificio
rituale e l’ambiente tende a riscaldarsi solo grazie all’arrivo di gnoccolone
chiaramente straniere, chiaramente desiderose di far cambiare tasca a più d’una
banconota da cinquanta euro, chiaramente esperte in questo sport finanziario.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">Decisamente non è
il mio ambiente e l’orticaria scroto-inguinale ne è la più lampante evidenza.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Verdana,sans-serif; margin-left: 36pt; text-align: justify; text-indent: -18pt;">
<span style="font-size: small;">-<span style="-moz-font-feature-settings: normal; -moz-font-language-override: normal; font-size-adjust: none; font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; line-height: normal;">
</span></span><span style="font-size: small;">Giacomo, scusa, io sarei un po’ a
disagio, non è che magari sarebbe meglio fare un’altra volta? Dico tra duecento
o trecento anni? Così per darmi modo di rifletterci.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Verdana,sans-serif; margin-left: 36pt; text-align: justify; text-indent: -18pt;">
<span style="font-size: small;">-<span style="-moz-font-feature-settings: normal; -moz-font-language-override: normal; font-size-adjust: none; font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; line-height: normal;">
</span></span><span style="font-size: small;">Sttt, aspetta, tra due minuti
arrivano le nostre, vedrai che roba.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">Sono puntuali, a
quanto pare, due minuti dopo, infatti, già mi sono dimenticato del mio
desiderio di tornare a casa, a dire il vero dimentico pure di averla, una casa,
del tutto. Vi dico solo una cosa: in fatto di gnocca Giacomo sa il fatto suo.
Quando entrano cade qualche mandibola, schizza via più d’un bulbo oculare, un
paio di cuori smettono per sempre di pompare emoglobina e qualche mutanda
troppo candeggiata si strappa, sottoposta ad improvvisa quanto insostenibile
trazione erettile. </span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">Immagino che
anche per strada possa essere successo qualche accidente del genere e
focalizzando (per quanto possibile) nella memoria mi sovviene pure il rumore
stridente d’un paio di frenate e l’inconfondibile straziare accartocciante di
lamiere incidentate. Ma forse neanche è questo, semplicemente è il mio cervello
che ribollendo abbandona in fumosi vapori il cranio attraverso narici e
padiglioni auriculari.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Verdana,sans-serif; margin-left: 36pt; text-align: justify; text-indent: -18pt;">
<span style="font-size: small;">-<span style="-moz-font-feature-settings: normal; -moz-font-language-override: normal; font-size-adjust: none; font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; line-height: normal;">
</span></span><span style="font-size: small;">Ci vado a parlare un attimo …</span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Verdana,sans-serif; margin-left: 36pt; text-align: justify; text-indent: -18pt;">
<span style="font-size: small;">-<span style="-moz-font-feature-settings: normal; -moz-font-language-override: normal; font-size-adjust: none; font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; line-height: normal;">
</span></span><span style="font-size: small;">Cosa? Eeehhh?</span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Verdana,sans-serif; margin-left: 36pt; text-align: justify; text-indent: -18pt;">
<span style="font-size: small;">-<span style="-moz-font-feature-settings: normal; -moz-font-language-override: normal; font-size-adjust: none; font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; line-height: normal;">
</span></span><span style="font-size: small;">Vado a parlarci un attimo …</span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Verdana,sans-serif; margin-left: 36pt; text-align: justify; text-indent: -18pt;">
<span style="font-size: small;">-<span style="-moz-font-feature-settings: normal; -moz-font-language-override: normal; font-size-adjust: none; font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; line-height: normal;">
</span></span><span style="font-size: small;">Uhnn, sì … come?</span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">Giacomo è un
omone di circa due metri e pesa tre quintali, svestito. Quando si alza da un
divanetto si sente, davvero si sente. Poggia la mano sul mio ginocchio e fa
leva. Il dolore lancinante dei legamenti crociati che esplodono sotto il suo
peso mi riporta per un attimo nel mondo dei vivi.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Verdana,sans-serif; margin-left: 36pt; text-align: justify; text-indent: -18pt;">
<span style="font-size: small;">-<span style="-moz-font-feature-settings: normal; -moz-font-language-override: normal; font-size-adjust: none; font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; line-height: normal;">
</span></span><span style="font-size: small;">Sì, scusa, certo, parlare, ragazze …
se vuoi vengo anch’io …</span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Verdana,sans-serif; margin-left: 36pt; text-align: justify; text-indent: -18pt;">
<span style="font-size: small;">-<span style="-moz-font-feature-settings: normal; -moz-font-language-override: normal; font-size-adjust: none; font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; line-height: normal;">
</span></span><span style="font-size: small;">No, no, non ti preoccupare, ci parlo
io, spiego la cosa e vedrai che saranno felici di farti divertire un po’ senza
troppe perversioni.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Verdana,sans-serif; margin-left: 36pt; text-align: justify; text-indent: -18pt;">
<span style="font-size: small;">-<span style="-moz-font-feature-settings: normal; -moz-font-language-override: normal; font-size-adjust: none; font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; line-height: normal;">
</span></span><span style="font-size: small;">Ti sono grato …</span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Verdana,sans-serif; margin-left: 36pt; text-align: justify; text-indent: -18pt;">
<span style="font-size: small;">-<span style="-moz-font-feature-settings: normal; -moz-font-language-override: normal; font-size-adjust: none; font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; line-height: normal;">
</span></span><span style="font-size: small;">Figurati caro, se poi vuoi
tangibilmente mostrare la tua gratitudine puoi sempre pagarmi un giro con la
bionda che sta al bar, sì quella con la mini nera e gli stivaloni con tacco a
spillo, mica devo scrivere racconti vanilla io.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Verdana,sans-serif; margin-left: 36pt; text-align: justify; text-indent: -18pt;">
<span style="font-size: small;">-<span style="-moz-font-feature-settings: normal; -moz-font-language-override: normal; font-size-adjust: none; font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; line-height: normal;">
</span></span><span style="font-size: small;">Alla faccia dell’amicizia
disinteressata …</span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Verdana,sans-serif; margin-left: 36pt; text-align: justify; text-indent: -18pt;">
<span style="font-size: small;">-<span style="-moz-font-feature-settings: normal; -moz-font-language-override: normal; font-size-adjust: none; font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; line-height: normal;">
</span></span><span style="font-size: small;">Perché? Non è disinteressata? A me
frega una sega del perché e del percome, basta che paghi, più disinteressato di
così …</span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Verdana,sans-serif; margin-left: 36pt; text-align: justify; text-indent: -18pt;">
<span style="font-size: small;">-<span style="-moz-font-feature-settings: normal; -moz-font-language-override: normal; font-size-adjust: none; font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; line-height: normal;">
</span></span><span style="font-size: small;">Amen …</span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Verdana,sans-serif; margin-left: 36pt; text-align: justify; text-indent: -18pt;">
<span style="font-size: small;">-<span style="-moz-font-feature-settings: normal; -moz-font-language-override: normal; font-size-adjust: none; font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; line-height: normal;">
</span></span><span style="font-size: small;">Così sia.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">S’allontana come
una specie di palazzo caracollante su rotelle troppo piccole e le due divinità
gli sorridono (cazzo come sorridono bene!) mentre si dirige con serafica
decisione verso il loro divanetto.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">Si siede e mi
sembra di cogliere fin da lì e oltre i settemila decibel delle casse, lo
scricchiolìo del divanetto che cede sotto i suoi chiletti di troppo. Le due
ridono (cazzo come ridono bene!) e lo circondano d’attenzioni; parlano un po’
con Giacomo e tra loro (cazzo come parlano bene!), mi guardano e sorridono, mi
guardano e ridono, mi guardano e … arrivano.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">Sono due pantere,
due feline, una rossa da infarto e una mora da sogno. Alte, alte quasi quanto
me ma con i tacchi mi sovrastano, per certo, di qualche centimetro; sinuose e
perfidamente sensuali, belle, erotiche, favolose. Due gnocche da sballo.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">La rossa mi tende
la mano, dorso in alto, quasi a sollecitare un baciamano, mi sorride con la
bocca, mi azzanna il pene con gli occhi verdi e spiritati.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Verdana,sans-serif; margin-left: 36pt; text-align: justify; text-indent: -18pt;">
<span style="font-size: small;">-<span style="-moz-font-feature-settings: normal; -moz-font-language-override: normal; font-size-adjust: none; font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; line-height: normal;">
</span></span><span style="font-size: small;">Ciao, io sono Helda, di Romania, e
lei è Andrea di Spagna, noi per insieme in nostra casa fa solo duecento euro,
tuo amico sa, noi ti fa vedere paradiso.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">Un baciamano non
si nega a nessuna Helda di Romania e la casa è davvero carina, un monolocale
con un bellissimo letto ampio e pulito, la tv accesa per evitare la fuga di
gemiti sensuali nei vicini appartamenti (la scelta del canale, Rai Educational,
denota anche una certa cultura, credo) e luci soffuse, in tono rosso-bordello
ma non sgradevoli, anzi. Mi fanno sdraiare sul letto e iniziano a spogliarmi e
spogliarsi con lenta, divertita sensualità (cazzo come sono brave a spogliarsi
con lenta e divertita sensualità!!) fino a quando restiamo completamente nudi,
totalmente e naturisticamente primordiali; tra le due pantere del sesso mi
sento come un Adam Kadmon tra Eva e Lilith, entrambe disponibili e desiderose
di farmi sentire meglio del Creatore.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">Helda alla mia
sinistra giocherella con la mia asta già tesa e dura mentre Andrea, alla mia
destra, mi carezza i testicoli con dolce possesso, sopra di me si baciano e si mordono
labbra su labbra, lingua intorno a lingua, bocca su bocca. Non fingono, sono
eccitate e i loro sessi me lo dicono con l’odore forte e afrodisiaco dei loro
umori. Le tocco, le carezzo, ne sfioro i capezzoli duri, eretti, li succhio, li
mordo e mi perdo tra seni e fianchi, nel verde degli occhi di Helda, nel mare
oscuro di quelli di Andrea, nel piacere di labbra sulla mia cappella tesa e
lucida, nell’abbandono di dita e lingue che carezzano i miei capezzoli, il mio
collo, la schiena, le natiche e iniziano a succhiare anche lì, il mio ano che
sotto l’inaspettato trattamento inizia a palpitare, a dischiudersi, a reclamare
più profonde esplorazioni. Sono perso tra alcool e piacere, tra mulinare di
sensi e desiderio impellente. Non so come ma ora io sono su Helda e la
sovrasto, il cazzo teso e lucido, caldo, liscio, bagnato della loro saliva a
pochi millimetri da lei, dalla sua orchidea umida e spalancata, dalla sua
intimità pronta ad essere penentrata, esplorata, invasa. </span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">Andrea mi afferra
l’asta, mi masturba ancora, la riveste d’un preservativo sottile ed evanescente
come la promessa di ridurre le tasse e mi guida dentro l’amica. E’ puro piacere
puro, dimentico ogni cosa e la fotto ansimandole parole di puro amore puro,
tanto sono comprese nel prezzo. E’ distillato di desiderio, quintessenza di
delizia mentre Andrea mi stimola, mi bacia soffocandomi dolcemente con la
lingua, mi carezza la schiena, le natiche, ritorna al mio ano, indugia e,
infine, mi penetra con un dito, mentre sto quasi per venire, trovando in un
solo istante come amplificare il mio piacere e, quasi, costringendomi a godere
dentro Helda: mentre io possiedo la sua amica sono penetrato, posseduto da lei,
dalla strega iberica, dalla passione che s’è fatta carne e femmina, con grandi
seni sodi e occhi di cerva selvatica.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">Vengo e urlo il
mio orgasmo nel corpo di Helda, mentre ancora Andrea mi esplora nelle recondite
intimità, per un tempo che mi sembra infinito. </span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">Non ricordo come
e non ricordo in che modo mi ritrovo nella sala del club a pagare, del tutto
insensibile e stono, il conto del mio “amico” alla sua bella della serata; cerco Giacomo e lo trovo ubriaco fradicio al
bar: mi guarda, sorride serafico e rende di botto gli ettolitri di negroni che
s’è ingurgitato usando, per pagarli, anche la mia tessera SuperSocioGold. Per fortuna non mi
rovina la giacca nuova, non molto per lo meno.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">Chiamo l’editore,
due giorni dopo, ho il mio racconto vanillissimo pronto nel computer e glielo
mando per e-mail. Stasera? No grazie, stasera niente cena dal Barabba, vado a
letto presto, brodino vegetale e il “Justine” di De Sade, edizioni Oscar
Mondadori: non vorrei, ma proprio per niente, prendere qualche brutto vizio.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"> </span></div>Maurizio Salinashttp://www.blogger.com/profile/14185795960660567443noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-1581367353264526654.post-39955936818789383312012-05-01T02:59:00.001-07:002012-06-05T23:47:29.862-07:00Possessione<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgFpvO46OIe7BBCsg9ToIVusVzrKl9aQXjrSDGveBGHu5y8WnKDczw2xNpF7xOmQ2F9mcNMaOZpwrdHu7kTlSsj-Pk57nKaUJo-9HdmsXuXupLYj2aORGgZwXLpdW-9swhaCPej1DSQh5E/s1600/398712_195324287232586_100002650472811_319335_1964570488_a.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgFpvO46OIe7BBCsg9ToIVusVzrKl9aQXjrSDGveBGHu5y8WnKDczw2xNpF7xOmQ2F9mcNMaOZpwrdHu7kTlSsj-Pk57nKaUJo-9HdmsXuXupLYj2aORGgZwXLpdW-9swhaCPej1DSQh5E/s320/398712_195324287232586_100002650472811_319335_1964570488_a.jpg" width="240" /></a></div>
<span style="font-size: small;">Il sole d’ottobre sguscia radente tra i palazzi del centro,
sconfigge e spazza la tenue resistenza dell’aria, gioca tra le tue
ciglia e si frantuma nel verde dei tuoi occhi, scintillando schegge di
luce fino al mio cuore.</span></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">Mi ferisce la tua bellezza,
la tua quieta e inarrivabile bellezza, i tuoi capelli neri come il
peccato, le tue labbra rosse come petali straziati di rose, la tua pelle
bianca, immacolata, senza nei, senza imperfezioni, marmorea e diafana
fino alla freddezza, solcata da linee immaginarie di desiderio, del mio
desiderio.</span></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">Seduta al tavolo dinnanzi al mio mi sei
panorama ed orizzonte. Bevi il tuo improbabile cappuccino e leggi, con
attenta distrazione, un orario ferroviario. Sembri assorta nel nulla di
numeri e stazioni, numeri e orari ma di tanto in tanto, come richiamata dal mio desiderio,
abbandoni il tuo nulla di arrivi e partenze, alzi lo sguardo al mondo e
punti le tue armi assassine, i tuoi occhi avvelenati di promesse, nei
miei occhi scavando, impietosa, nell'infruttuosa ricerca della mia anima.</span></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<br />
<a name='more'></a><br /></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">Una
volta tanto non sono in ritardo, una volta tanto non ho affanni, grane
da sbrogliare, nodi d’ansia da sciogliere in qualche credibile scusa,
minuti da conquistare al tempo beffardo, secondo dopo secondo, e da
perdere subito dopo in una coda inaspettata, ad un letargale semaforo,
incastrato dietro un camion in doppia fila. Una volta tanto ho tempo, tanto tempo, e uso del tempo per perdermi nella bellezza. Nella tua bellezza.</span></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">Ti
alzi e sei, sì è così, inarrivabile. Il tuo vestitino improbabile
nella Milano autunnale mi ricorda che l’estate non ha nessuna
intenzione di morire, quest’anno, e pretende ancora un tributo di
desiderio al suo altare infuocato di promesse, di scorci di pelle, di
narcisistiche voluttà. I tuoi seni hanno sfrontata e matura pienezza. Il
tuo sguardo ha la dissoluta arroganza della sensualità, le tue gambe
hanno la snellezza nervosa della vitalità e portano al mio ventre la
promessa oscena di serrarsi intorno al mio bacino e spingermi in te, in
te trattenermi fino alla fine dei tempi. E oltre.</span></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">- Posso?</span></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">Accenni
col mento alla sedia dinnanzi alla mia mentre riponi l'orario
ferroviario nella borsa di cuoio in stile "figlia prediletta dei fiori".</span></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">Non capisco (non oso capire) la domanda e chiedo, a mia volta.</span></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">- Scusi?</span></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">- Dicevo, ti dispiace se mi siedo qui un attimo?</span></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">Un
retrogusto di francese rotola dalla tua lingua alla mia anima e cuspidi
di velluto s’infiggono nel centro stesso del mio desiderio. Hai un
accento lieve che mi sa di Parigi e d’inverno in pelliccia, di suoni e
luci della capitale, di notti fredde e amplessi all’angolo d’una strada,
complice il cielo coperto e la fantasia d’un momento.</span></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">- Ah, sì certo … è libero.</span></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">E’ una mossa inaspettata ma le parigine, già le parigine, sono un’altra cosa.</span></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">Davvero.</span></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">-
Ti ricordo qualche tua antica fiamma? Una donna che conoscevi e che hai
perso di vista molti anni fa? Un’amica d’infanzia? Una vicina di casa
della gioventù?</span></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">Ancora una mossa inaspettata; davvero le
parigine, che donne! Provo a rispondere come posso ma sto, soprattutto,
litigando con la trachea per non farmi andare il te di traverso.</span></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">- No, a dire il vero, no.</span></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">- Bene! Sono contenta, così sono sicura di piacerti per me stessa e non per altre intruse. Ci tengo sai?</span></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">- A cosa?</span></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">-
A non essere il feticcio di un’altra donna. E’ così noioso farsi carico
delle aspettative di uomini delusi che ti vogliono solo perché gli
ricordi la cugina, la vicina di casa, la parrucchiera della moglie, la
compagna di classe …</span></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">- Capisco. No, niente di tutto questo. Sei bellissima per quello che sei, te l’assicuro.</span></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">So essere sfacciato, a volte, non sempre ma quando l’occasione lo richiede so essere molto sfacciato.</span></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">L’occasione lo richiede.</span></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">- E tu? Ti ricordo qualcuno io?</span></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">- No, nessuno in particolare. A dire il vero non ti avrei neanche notato
se non ti fossi così ampiamente imposto alla mia attenzione con la tua
intrusiva ispezione.</span></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">- Scusa, non mi ero reso conto …</span></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">- No, no, niente, sono abituata ad essere misurata, pesata, guardata,
desiderata e sognata. Ho qualche specchio anch’io ...</span></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">- ... davvero?</span></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">- ... spiritoso! Dicevo ... ho qualche specchio anch'io e mi dispiace quando
non riesco a far diventare un po’ maleducato ed invadente un uomo. E’ come se perdessi il mio potere.</span></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">- Capita spesso?</span></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">- Cosa?</span></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">- Di perdere il tuo potere?</span></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">Sorride, quasi ride, guardandomi, occhi negli occhi.</span></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">- Mai!</span></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">Il
sole, sconfitto dal palazzone rosa abbandona le sue iridi piangendo e
supplicando di poterne adorare, almeno per qualche secondo ancora, le
scintille fatate; supplicando di potersi, per qualche secondo ancora,
affogare nell'indicibile verde dei suoi occhi, nel profondo nulla nero
delle sue pupille.</span></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">Io abito lontano. In ogni senso
lontano. Lontano dalla città, lontano dal centro abitato. Io abito
lontano ma lei non ha fretta, è più curiosa che frettolosa. Quella calda
curiosità che nelle donne, mediamente, mi dà un fastidio viscerale, che
mi sa di guanti di gomma, bigodini, pattine per il pavimento e buchi di
serratura, cortili e case di ringhiera. Quella curiosità che in lei
diventa armonia di domande e piccanti allusioni. Le parigine! Tutt’altra
stoffa. Le loro piccanti allusioni sono fatte in modo diverso, sono più
piccanti ma allo stesso tempo, come dire, più lievi, più ... parigine,
appunto.</span></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">- Abiti lontano?</span></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">- Molto.</span></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">- Che carino! Io non sono mai stata nel tuo "molto lontano", mi ci porti?</span></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">L’ho
guardata per un attimo come se mi fosse sbarcato sotto il naso tutto il
cast di Guerre Stellari Chewbecca in testa e la principessa Leila in
topless.</span></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">- Davvero, io abito molto lontano.</span></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">- Pure io, per questo. Sei sposato? Fidanzato? Gay? Ti piacerebbe fare l’amore con me?</span></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">- No, no, no. Sì.</span></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">- Sì cosa?</span></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">- Sì, mi piacerebbe molto fare l’amore con te ma non so se a te piacerebbe farlo con me.</span></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">- Perché?</span></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">- Perché io non sono, come si dice, un uomo normale, anzi.</span></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">- In che senso? A parte che a me gli anormali piacciono da impazzire, ovviamente.</span></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">- Io faccio cose che normalmente le persone considerano malate, perverse, diaboliche.</span></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">- Io non sono “normalmente le persone” …</span></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">- Lo vedo.</span></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">-
Ci speravo lo vedessi. Quindi andiamo? Non hai fame? Io da morire! So
cucinare benissimo sai? No, non puoi saperlo. Te lo dico io.</span></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">S’è già alzata e m’ha preso la mano, quasi tirandomi in piedi.</span></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">- Dai mio pervertito amore, fammi vedere cosa ti piace e vediamo se riesci a scandalizzare una parigina …</span></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">- Sei di Parigi?</span></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">- Oui mon amour, Montparnasse.</span></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">- Ah, bello!</span></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">- Conosci?</span></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">- ... Vagamente.</span></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">Io
vivo lontano, lontano da tutto. Ma questo già lo sapete. Ci abbiamo
messo un bel po’ ad arrivare ma non è stato un viaggio noioso, no no,
per niente. Anzi.</span></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">Lei sa parlare un italiano praticamente
perfetto, con un accento francese che m’istigava, ad ogni curva, a
fermare la macchina, ribaltare i sedili e prendermela lì, come
antipasto, sul ciglio della provinciale mentre i camionisti sfrecciavano
verso serali aree di sosta e i pendolari pendolavano indietro, verso
casa, verso trepidanti massaie in attesa d’un paio d’orecchie nelle
quali riporre le loro abnormi e fumose frustrazioni.</span></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">Lei
sa parlare un italiano praticamente perfetto, con un accento francese
che mi manteneva eretto anche mentre mi raccontava del suo lavoro, delle
sue galanti avventure, dei suoi incontri folli come stasera, come con
me, come in quel momento.</span></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">Sì io abito lontano ma per la
prima volta penso che forse è davvero un po’ troppo lontano. Ci dovrò
ragionare meglio la prossima volta. O mi faccio abbordare nel bar del
paese o mi trasferisco in città.</span></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">Vedremo.</span></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">In ogni
caso davvero lei cucina benissimo ma il mio vino ha una parte non
secondaria nella cena, vino italiano, vino siciliano, di quello che fino
a vent’anni fa non piaceva a nessuno e che ora, ora, fa faville anche a
Parigi. Ve l’assicuro.</span></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">A proposito, si chiama
Marguerite. Marguerite Ferranti. Semmai vi capitasse d’incontrarla però
non ditele che ho scritto di lei, mi raccomando, è così riservata.</span></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">Sotto
il vestitino leggero porta solo un paio di slip rigorosamente bianchi.
Toglie anche quelli in sala da pranzo e li appoggia sulla sedia dove già
il vestitino è finito, subito dopo il caffè. Mentre si spoglia mi
chiede se voglio fare la doccia con lei o se preferisco dopo.</span></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">Ci penso un attimo. Il box doccia è stretto, troppo stretto per due persone, opto per il dopo.</span></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">- Se vuoi puoi guardarmi mentre mi lavo. Ti piace guardare e, magari, masturbarti un pochino? A molti uomini piace.</span></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">- Sì piace anche a me ma preferisco qualche altra cosa per ora, magari dopo.</span></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">- Sei timido?</span></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">E’
nuda, davanti a me, in piedi. Le prendo la nuca e la chiamo al mio
desiderio, labbra quasi sulle labbra, un lieve sfiorarsi di bocche
socchiuse, assaporarsi senza gustarsi, giocare con la passione
sfiorandone gli sfrangiati contorni, carezzarsi senza divorarsi e
toccarsi senza penetrarsi. Un guizzare di lingue e sotto le mie mani la
pelle morbida, elastica e tiepida di Marguerite, i suoi seni, i suoi
fianchi, le sue cosce, le sue braccia.</span></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">- No, non sei timido, vedo.</span></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">Spinge
il bacino verso il mio bacino e struscia il sesso depilato e fresco sul
mio sesso duro, desideroso di farsi strada il lei, in ogni lei
penetrabile e accessibile, in ogni lei aperto a me o che sarò in grado
di farmi aprire, prima che tutto finisca e il sogno svanisca nel sole
pallido d’una città morente.</span></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">Mentre fa la doccia parliamo,
parliamo di lei, di me, dei miei desideri e dei suoi. Aveva ragione,
non si può scandalizzare una parigina, non si riesce mai a scandalizzare
una parigina, una parigina è inscandalizzabile.</span></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">- Resti vestito?</span></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">- Per ora sì.</span></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">- Ma poi?</span></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">- Poi si vedrà.</span></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">E’
flessuosa Marguerite, è lei il serpente originario che morse Adamo
prima ancora di vendere ad Eva la mela. E’ morbida e soda la sua carne
che cede tra le mie braccia, che bacia il mio collo, che struscia il
nudo sesso alla stoffa dei miei calzoni mentre la lego al cavalletto, le
braccia aperte trattenute per i polsi, le cosce spalancate, fissate con
giri di corda grezza poco sopra le ginocchia, poco sotto i polpacci.
Mentre lavoro alle sue caviglie sopra di me la sento respirare e gemere,
la sento desiderare e chiamarmi.</span></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">- Mi farai male?</span></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">Mi
guarda armata di occhi verdi e scintille di lascivia, mi guarda
irridente mentre coi denti si martirizza deliziata il labbro inferiore.
Mi guarda e mi sfida a risponderle. Non puoi scandalizzare una parigina.
Lo sapevo bene, fin dall’inizio.</span></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">- Si Marguerite, ti farò molto male; ti farò un male infinito.</span></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">- E ti piacerà?</span></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">La
bacio, prima giocando con le sue labbra e poi possedendola, in bocca,
con la lingua. Lingua su lingua, lingua intorno alla lingua ne assaporo
il gusto di femmina, di donna, di preda. Poggio il mio bacino su di lei,
le lascio sperimentare la consistenza dura, invasiva, del mio sesso, le
prendo un capezzolo tra le dita e gioco con la sua eccitazione, la sua
attesa. Il primo gemito ansioso di dolore lo bevo direttamente dalla sua
bocca, lo esalto, lo prolungo fino a sentirne gli spasimi ambrati
colare verso dimensioni d’ansia convulsa e poi lo smorzo in una carezza
di puro desiderio, di pura passione.</span></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">Piano, con calma,
stacco le mie labbra dalle sue gustando ancora per un attimo il sapore
forte della sua saliva, della sua bocca. Piano, con calma, la carezzo,
percorro al curva eccitante del seno, l’areola e ancora il capezzolo;
coi polpastrelli ne disegno la turgida insistenza, la sfacciata
prominenza. Lascio che il piacere si avvicendi al dolore e le prendo il
mento tra le mani, bevo ai suoi occhi umidi di lacrime e perversione.
Bevo alle sue labbra inondate di lascivia. E’ un sussurro che mi carezza
il membro la sua voce, così francese, così parigina.</span></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">- Oui, spero che sarà una lunga notte …</span></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">- Lo sarà te lo assicuro.</span></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">- Mercì.</span></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">Il
cavalletto è resistente, pesante, inchiodato al pavimento. Nella stanza
dei miei giochi non mancano le fruste e sarei tentato, ora, di
prenderne una e disegnare sulla sua pelle strisce sottili di dolore,
sottili segni d’intenso e rovente e sofferto piacere ma ancora non è
tempo, la notte sarà lunga e non mi piace bruciare le tappe, non quando
ho tra le mani una vera parigina.</span></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">La guardo, nuda e
legata, esposta ai miei occhi, bella, i seni pieni, i fianchi stretti, i
capezzoli piccoli e sfacciati, le gote arrossate, la linea eccitante
del collo, le cosce scattanti, gli occhi verdi scintillanti desiderio i
capelli neri, morbidi e vivi. Perfetta, semplicemente perfetta, la pelle
chiara e pura dei suoi avi normanni.</span></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">Potrei anche amare una creatura così, se fossi capace d’amare.</span></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">Le
sorrido e lascio che per un attimo si abbandoni al piacere, la masturbo
lievemente, ne tasto la consistenza del clitoride duro, quasi pulsante,
ne invado il lago di umori che gocciola, quasi, tra le mie dita, gioco
con le piccole labbra aperte come petali d’orchidea e indugio con
languore all’ingresso morbido del suo sesso, da qui, bagnate le dita di
lei stessa vado ad esplorarla, ne lubrifico l’ingresso e piano, pochi
millimetri per ora, ne varco la soglia, in delicata ma decisa conquista
della sua riposta intimità.</span></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">Geme la cagna, geme la troia e
gemendo mi supplica di penetrarla, di scioglierla, di fotterla dietro e
davanti. Geme e si struscia, apre la bocca in aneliti di desiderio e
ostenta la lingua, lecca dinnanzi a sé la mia mano che le permetto di
assaporare e che lei gusta come animaletto devoto, devota cagnolina in
calore, devota schiava della sua stessa oscena eccitazione.</span></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">- Sei una scrofa Marguerite, sei una vera scrofa. Cosa devo fare con te
tesoro? Ti picchio o ti fotto? Cosa preferisci bestiolina?</span></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">- Entrambi ... ti prego …</span></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">E’
un sussurro ma ben s’intende un sussurro nel silenzio spezzato solo
dalla musica antica e mai demodé degli ansiti profondi e dei singulti
d’inappagata eccitazione.</span></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">“Entrambi ... ti prego” non è possibile, per ora, ma vedremo che fare, in seguito, per accontentarla.</span></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">La
lascio a se stessa pochi secondi, il tempo d’aprire un armadio in legno
di noce ed estrarre una cassettina di rovere colma d’interessanti
giochini. Poggio la cassetta sul top del cavalletto e la apro guardando
lei e sorridendo a lei e nutrendomi di lei, della sua attesa, della sua
speranza.</span></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">I piccoli pesi s'adattano perfettamente alle sue
grandi labbra e le clamp - che spettacolo mentre le minuscole pinze si
serrano sui capezzoli - la mordono affamate di sofferenza pretendendo e
strappandole dolore come brani d'anima. Urla e per un attimo, lo vedo
nei suoi occhi sbarrati, pensa di non riuscire a farcela, di non
riuscire a reggere l’intensa e bruciante e pungente pena che le apre il
seno e s’insinua da questo fino alla nuca, al centro stesso del suo
essere, al centro stesso della sua mente.</span></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">Danno soddisfazione le
parigine, l’ho sempre detto, anche in altri e passati tempi, anche
quando col mio amico Donatien Alphonse …, ma quella è tutta un'altra
storia, tutto un altro mondo.</span></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">Tu, Marguerite, tu sei già
trasmutata, sei già oltre. Il semplice guardarti mi suscita pensieri
scabrosi di viva adorazione. Dinnanzi a me non più una femmina, una
donna bella ma di bellezza usuale, dinnanzi a me una Dea, una Creatura
di Celestiale ed Infernale bellezza fiammeggia dolore e piacere, come
stella splende di propria luce. Basta così poco per rendere unica una
donna, basta così poco per renderla sovraumana e adorabile come una vera
Divinità.</span></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">Ansimi e farfugli lievemente parole in francese
e in italiano, qualche frammento di una lingua ancora più antica che mi
solletica l’orecchio come se ... come se ci fosse tra noi un legame che
va oltre l’adesso. Una lingua così antica che lo stesso Lucifero
potrebbe averla inventata e poi dimenticata ma che noi, sue imperfette
creature, ancora ascoltiamo con infinita nostalgia del perduto Eden, del
perduto primordiale peccato.</span></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">Ti bacio e ora la tua saliva
ha il sapore dolce del dolore che incessante ti trafigge i capezzoli
come ago rovente, ti risale lungo i seni e ti brucia il collo, le
orecchie, le tempie. Ti bacio e tu mi baci lanciandoti sulla mia bocca
come su anestetico alle tue triviali sofferenze. Com’è facile farsi
amare da una piccola e stupenda parigina. Con quale impeto di passione
succhi la mia lingua e implori il mio membro, ora. Con quale infinito
amore, con quanta infinita devozione leccheresti il mio sperma pur anche
dal pavimento adesso che il dolore intenso ti trapassa il cervello come
lama arroventata e ti fornisce un commendevole alibi per il più osceno
abbandono.</span></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">Quanto amore riversa la mia piccola preda nelle
mie mani sbavando e succhiando le mie dita, lavandole dai suoi stessi
umori, dagli umori che raccolgo colanti dalla sua vulva, dalle sue cosce
spalancate, e con la quale mi diletto dissetarla.</span></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">Ti
guardo negli occhi e ti poso una mano sul collo, un attimo d’intesa e
sai che è ora d’urlare forte, molto forte, più forte che puoi per
superare con la voce il rumore assordante del tuo stesso dolore. Tolgo
le pinze da un capezzolo e mi delizi della tua armonia arrochita di
sofferenza. Non lascio che si spenga il primo urlo, non sarebbe generoso
farti questo favore, tolgo anche la seconda pinza e sotto il palmo
della mia mano, ancora poggiata sul collo, vibra un grido potente che ha
il sapore inebriante dell’angoscia e della disperazione.</span></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">La
lascio riprendersi, lascio che singhiozzando mi lecchi le dita e lascio
che il piacere torni a dominare i suoi nervi carezzandone la pelle
calda e morbida, la diafana, candida pelle.</span></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">- Encore, je vous en prie, encore.</span></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">- Ancora mia piccola cagnetta? Ancora cosa? Ancora dolore? Ancora piacere?</span></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">- A la fois mon maitre. Entrambi mio padrone.</span></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">- Ne sei certa?</span></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">- Oui, ne sono certissima, ti prego …</span></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">Sono così speciali le parigine, così particolari, così perverse.</span></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">La
slego dal cavalletto e la prendo in braccio. Come fosse una bimba la
sollevo e la porto verso il grande letto della casa persa nel lontano
dei suoi sogni, dei suoi più intimi desideri, delle sue più riposte
perversioni.</span></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">E’ forte il diavolo, sa come sollevare i
sogni di una donna e trasportarli al talamo della sua stessa perdizione.
Ci sarà tempo per frustarti e leccare dalla tua schiena le dolci gocce
del tuo sangue caldo d’eccitazione. Ci sarà tempo per penetrarti da
dietro mentre supplichi e gemi e piangi di dolore, umiliazione, piacere,
desiderio. Ci sarà tempo per farti leccare a lungo il mio ano
soffocando i tuoi gemiti sconci ed osceni sotto i miei glutei mentre
lievemente, profondamente, ti martirizzo i capezzoli e ti masturbo senza
mai più consentirti, mai più per l’eternità, d’appagare l’eccitato
devastante desiderio, l’impellente, fragorosa eccitazione.</span></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">Ci
sarà tempo per riempirti la bocca del mio sperma bollente, per
ustionarti la lingua con il mio seme partorito dal magma stesso della
creazione e depositato dal Padre mio nel mio ventre perché ne infettassi
le figlie di Eva.</span></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">Ci sarà tempo per ghermirti i neri
corvini capelli e schiacciarti il volto sul mio membro ancora duro e
ordinarti di leccarlo e succhiarlo, ripulirlo dei tuoi umori e del mio
seme e adorarlo in eterna, prostrata venerazione.</span></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">Ci sarà
tempo per farti firmare, col tuo stesso sangue, il patto eterno che ti
donerà un’immortale scintillante bellezza in cambio di un’anima comunque
già persa oltre gli oscuri, monumentali portali del peccato. In cambio
di un’anima comunque già mia prima dei tempi e prima del tempo stesso.</span></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">Ci sarà tempo per questo e anche per altro ma io non ho fretta.</span></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">Mentre
ti porto sul grande letto assaporo le tue carezze e il caldo sapore
d’intimità, il forte profumo di donna che s’espande come onda di
maremoto dal tuo sesso ancora bagnato di lusinghe e promesse.</span></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">Il diavolo a volte riesce anche quasi ad amare le anime che miete, quasi a scaldarsi con la loro fiamma.</span></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">Quasi.</span></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">In ogni caso lei sarà presto mia.</span></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">Per tanto, tanto, tanto tempo ancora. </span></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">[Fine ...]</span></div>Maurizio Salinashttp://www.blogger.com/profile/14185795960660567443noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-1581367353264526654.post-20050536842068256852011-12-18T04:40:00.000-08:002012-06-05T23:47:42.162-07:00Mi casa es tu casa<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg8gKi38VUUhjymoGqjVDYKzYdBSdKpZpU6bbGey8AsMokRV0JkgsbuhY1-cTeqKfQdEEx-Cd4j4akoZlfryJUWK3bFkCFdf1uEEO8CwnpBmJ0K_92EVyxabP0WOaJY_CePtXLYGAVL_ws/s1600/06C.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg8gKi38VUUhjymoGqjVDYKzYdBSdKpZpU6bbGey8AsMokRV0JkgsbuhY1-cTeqKfQdEEx-Cd4j4akoZlfryJUWK3bFkCFdf1uEEO8CwnpBmJ0K_92EVyxabP0WOaJY_CePtXLYGAVL_ws/s320/06C.jpg" width="240" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: tahoma,sans-serif;"><span style="font-size: 10pt;"><span style="color: black;">Una giovane donna. Ecco come gli altri t'hanno vista mentre salivi le ampie scale del palazzo. Una giovane donna, certo, una bella donna, alta, con un seno importante, questo hanno visto di te. Questo ha visto di te, soprattutto, il portinaio. Una giovane, bella donna con pantaloni di lino e una maglietta chiara aderente, fin troppo aderente, questo di te ha visto la vedova inconsolabile del primo piano, quella che veste a lutto da vent'anni per nascondere sotto il nero funebre un'anima oscura come la morte stessa.</span></span></span></div>
<a name='more'></a><br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: black;"><span style="font-family: tahoma,sans-serif;"><span style="font-size: 10pt;">Un profumo intrigante, una scia di desiderio mista ad una promessa, un'aura di sensualità che chiama al peccato. Un profumo raffinato e seducente sul profumo ancora più intenso, voluttuoso e afrodisiaco d'una pelle giovane, fresca, morbida, d'accarezzare, da mordere, da dilaniare. Questo di te ha sentito il mio vicino di casa, oltre la porta eternamente sbarrata che separa lui dal mondo, il mondo dal suo terrore di viverlo.</span></span><br />
<br />
<span style="font-family: tahoma,sans-serif;"><span style="font-size: 10pt;">Abbassi la maniglia, spingi ed entri a casa mia, entri sicura nell'anima ma titubante nei gesti perchè non conosci nulla del nuovo e inesplorato territorio, del mondo di cui ho voluto fornirti, si è sadici per qualcosa, solo una mappa sommaria, sommarie istruzioni, sommarie e generiche informazioni. Ti seguo, seguendo con la mente i tuoi passi e so, so che stai cercando una colonnina in marmo, una porta a volta, un lungo corridoio oltre la porta a volta, un'altra porta che si apre a mezzo del lungo corridoio.</span></span><br />
<br />
<span style="font-family: tahoma,sans-serif;"><span style="font-size: 10pt;">La semioscurità della stanza, il controluce della poltrona sulla quale sono seduto e i raggi che filtrano dalle persiane chiuse. Questo probabilmente vedi appena entri nella nuda e grande sala, quasi un loft, che ti ho riservato, che riservo alle mie nuove amiche, ai miei nuovi amori.</span></span><br />
<br />
<span style="font-family: tahoma,sans-serif;"><span style="font-size: 10pt;">Sei, semplicemente, bellissima. Una donna completa, affascinate, femminile, giovane, sicura del tuo mondo, sicura di te.</span></span><br />
<br />
<span style="font-family: tahoma,sans-serif;"><span style="font-size: 10pt;">- Buongiorno, eccomi ...</span></span><br />
<br />
<span style="font-family: tahoma,sans-serif;"><span style="font-size: 10pt;">Mi chiedo cosa stai veramente provando nel tuo cuore, se nella tua anima limpida si stia agitando, ora, un desiderio d'annullamento o la morbosa curiosità di te stessa flagellata o la paura o l'eccitazione sessuale o la tensione dell'attesa. Mi chiedo se davvero è la tua prima volta, se hai mentito, se hai raccontato di te, come molte fanno, solo quello che, di te, vorresti si raccontasse.</span></span><br />
<br />
<span style="font-family: tahoma,sans-serif;"><span style="font-size: 10pt;">Mi alzo, la frusta in mano. Ti ho dato modo di scegliere, tuo diritto, tra una bull lunga e guizzante, nera come i peccati che mai confesseremo, e una target marrone, ancora più lunga, simile a quella vista tante volte nei film d'avventura, precisa, puntuale, inappellabile, cattiva come la tempesta. Tu ha scelto la bull, saggia ragazza, mi hai scritto che la preferivi nera, che il nero è il colore principe del tuo sadomaso. Tante volte nella vita facciamo cose giuste per motivi sbagliati ma questo è un particolare che ti racconterò più avanti, forse, molto più avanti.</span></span><br />
<br />
<span style="font-family: tahoma,sans-serif;"><span style="font-size: 10pt;">L'aria tra noi s'è fatta densa, un metro scarso di melassa, un metro scarso d'emozioni che grondano dall'anima al ventre in lente, snervanti e deliziose promesse di dolore e piacere, contrastanti e stimolanti sensazioni, pelle che brucia di fredda paura, pelle gelata dall'intenso e scottante calore del desiderio.</span></span><br />
<br />
<span style="font-family: tahoma,sans-serif;"><span style="font-size: 10pt;">Ti metto le mani sulle spalle e ti guardo negli occhi verdi, verdi come come posssono essere verdi solo gli occhi d'una giovane donna in attesa della sua punizione, del suo desiderio coccolato da mesi, da anni, nel silenzio assordante della sua camera, tra lenzuola che frusciano inascoltati, inamidati, inondati, rimproveri.</span></span><br />
<br />
<span style="font-family: tahoma,sans-serif;"><span style="font-size: 10pt;">La frusta ti sfiora il viso e tu ne aspiri l'odore forte di pelle e di olio, il profumo intenso che ti parla di altre sofferenze, di altre donne, di altri gemiti, di altri corpi che tu non ha visto, che non conoscerai mai.</span></span><br />
<br />
<span style="font-family: tahoma,sans-serif;"><span style="font-size: 10pt;">- L'hai già usata? </span></span><br />
<br />
<span style="font-family: tahoma,sans-serif;"><span style="font-size: 10pt;">Sai che non ti risponderò e un brivido ti scorre la schiena, rapido ma evidente. E' il contrastante sentirsi una delle tante e nel contempo speciale; l'ennesima ma nel contempo l'unica presente, viva, reale, al mio cospetto, nella mia anima, nella mia mente. </span></span><br />
<br />
<span style="font-family: tahoma,sans-serif;"><span style="font-size: 10pt;">Assapori in quel brivido il tuo corpo che si sveglia, assapori nei miei occhi il mio desiderio e, finalmente, abbandoni il passato oltre la porta, frantumi il futuro nell'eccitata voluttà del presente e sei pronta a darti a me, al mio volore, al mio piacere.</span></span><br />
<br />
<span style="font-family: tahoma,sans-serif;"><span style="font-size: 10pt;">- Sfilati la maglietta e poggia le mani ai lati dello specchio.</span></span><br />
<br />
<span style="font-family: tahoma,sans-serif;"><span style="font-size: 10pt;">Sulla parete un alto specchio riceve la tua immagine, la tua forma, i tuoi occhi scintillanti e attenti, i tuoi gesti offuscati d'emozione, d'attesa, d'eccitato timore. Ti rifletti in esso e ti perdi nell'immagine di te stessa come in un sogno, come in allucinata e morbida ovatta di lucida, calda follia. Sfili la maglietta e la lasci cadere a terra, ai tuoi piedi. I tuoi seni mi chiamano, ti chiamano, insolenti e reclamano la mia, la nostra, attenzione. Sono così attraenti ed eccitanti i tuoi capezzoli eretti, minuti, le areole disegnate in cerchi precisi, la curva delle mammelle piene, scolpite dalla fantasia perversa d'una madre incomprensibile che dona tutto o niente, che alcune riempie mentre ad altre toglie senza badare né a spese né a reclami.</span></span><br />
<br />
<span style="font-family: tahoma,sans-serif;"><span style="font-size: 10pt;">Ti appoggi, obbediente, le mani ai lati dello specchio, il sedere lievemente in fuori, il busto lievemente chinato in avanti e mi guardi riflesso, e io guardo te, dinnanzi a me a tua volta riflessa e presente. Lievemente tremi e di questo tremito che non puoi controllare mi nutro come di miele prima d'un pasto pieno e abbondante. Le natiche disegnano nei pantaloni di lino, tessuto leggero fatto per svelare, simmetrici globi di desiderio, simmetriche voluttà di piacere. T'allargo un poco le gambe usando il manico duro della frusta, ti spingo un pochino il sedere in dentro perchè il busto si alzi di qualche centimetro. Il tuo respiro si fa più rapido, i tuoi occhi accennano una risposta, una preghiera, un ringraziamento. So che ti piace essere trattata così, essere posizionata, essere guidata, essere centrata da mani esperte, da mani che non conoscono indugi, perplessità, dubbi. Mani che non conoscono pietà.</span></span><br />
<br />
<span style="font-family: tahoma,sans-serif;"><span style="font-size: 10pt;">Mi allontano, arretro d'un passo e tu mi segui con pupille dilatate. Respiri alla soglia del gemito, respiri sulla soglia del desiderio, nell'atrio della paura. Ora so che non avevi mentito, respiri ora la tua prima volta e forse tu non lo ricorderai ma io, in eterno, conserverò nell'anima il tuo respiro come fosse mio.</span></span><br />
<br />
<span style="font-family: tahoma,sans-serif;"><span style="font-size: 10pt;">L'alto soffitto della stanza accoglie il giro elegante della frusta, il suo volteggiare nella lieve calura d'un pomeriggio estivo, nei lievi intarsi di luce e calore che scaldano anima e corpo, mente e pelle.</span></span><br />
<br />
<span style="font-family: tahoma,sans-serif;"><span style="font-size: 10pt;">Non c'è fretta, non c'è bisogno d'iniziare con forza, con crudeltà. Per quello c'è tempo. La frusta volteggia ancora un paio di volte e poi scende a carezzarti le natiche, sui pantaloni di lino. Poco più d'uno scherzo tra noi per alleggerire il fardello, troppo pesante, della tensione, della tua tensione.</span></span><br />
<br />
<span style="font-family: tahoma,sans-serif;"><span style="font-size: 10pt;">- Il lino non si stira ...</span></span><br />
<br />
<span style="font-family: tahoma,sans-serif;"><span style="font-size: 10pt;">Protesti.<br />
Sorridi.</span></span><br />
<span style="font-family: tahoma,sans-serif;"><span style="font-size: 10pt;">Sorrido.</span></span><br />
<br />
<span style="font-family: tahoma,sans-serif;"><span style="font-size: 10pt;">- No, però c'era un piega che mi dava fastidio, sai l'estetica è tutto quando frusti.</span></span><br />
<br />
<span style="font-family: tahoma,sans-serif;"><span style="font-size: 10pt;">- Solo l'estetica?</span></span><br />
<br />
<span style="font-family: tahoma,sans-serif;"><span style="font-size: 10pt;">Il tuo volto corrucciato e infantile nello scherzo mi scalda il cuore. E' davvero bella la tua anima, è davvero intensa la tua aura. Ma quale donna non è bella quando si sottopone alla frusta? Quale anima non è splendente quando fa a sé stessa, e a me, dono del suo dolore, del suo piacere?</span></span><br />
<br />
<span style="font-family: tahoma,sans-serif;"><span style="font-size: 10pt;">La frusta rotea in un ampio semicircolo e colpisce sotto la spalla destra senza schioccare, per ora. T'inarchi un poco di lato, inconsciamente il dolore ti muove i muscoli, t'obbliga a piegarti.</span></span><br />
<br />
<span style="font-family: tahoma,sans-serif;"><span style="font-size: 10pt;">- Stai ferma ...</span></span><br />
<br />
<span style="font-family: tahoma,sans-serif;"><span style="font-size: 10pt;">Un attimo di silenzio, ti ricomponi.</span></span><br />
<br />
<span style="font-family: tahoma,sans-serif;"><span style="font-size: 10pt;">Decidi che puoi osare:</span></span><br />
<br />
<span style="font-family: tahoma,sans-serif;"><span style="font-size: 10pt;">- Sì ... padrone.</span></span><br />
<br />
<span style="font-family: tahoma,sans-serif;"><span style="font-size: 10pt;">Sei titubante, ma già l'eccitazione ti sta prendendo la mano, ti sta trascinando dove tu stessa non sapevi di poter arrivare. So che ti stupirai di quanto facile può essere il passaggio dall'io al dono di sé, so che ti stupirai di quanto facile può essere varcare la soglia della sottomissione quando è questo, alla fine, che si desidera più di tutto al mondo.</span></span><br />
<br />
<span style="font-family: tahoma,sans-serif;"><span style="font-size: 10pt;">Il terzo colpo è sotto la spalla sinistra, pure questo senza schiocco. Vedo che volentieri ti piegheresti ancora, ancora il tuo corpo vorrebbe moversi, flettersi, consolarsi, cullarsi, curarsi del dolore ma resisti. Così t'è stato ordinato e così farai, così farai sempre, per tutto il tempo.<br />
<br />
Lo so.<br />
<br />
So che sei brava.</span></span><br />
<br />
<span style="font-family: tahoma,sans-serif;"><span style="font-size: 10pt;">Arrivano uguali e simmetrici, uno per ciascuna spalla, il quarto e il quinto colpo. Pian pian m'abbasso con la mira e mi sposto verso il centro della schiena, ancora a distanza di sicurezza dalle vertebre, sono dure e resistenti loro, molto forti rispetto una frusta creata solo per deliziosi e perversi supplizi, ma non si sa mai e, soprattutto, non voglio che tu abbia paura di nulla, che nulla turbi la bolla di silenziosa magia che ci sta avvolgendo, che sta fermando il tempo dentro noi, che sta creando per noi un universo senza inizio e senza fine.</span></span><br />
<br />
<span style="font-family: tahoma,sans-serif;"><span style="font-size: 10pt;">Il primo colpo dato con uno schiocco, un secco strappo all'immobile continuità dell'aria, ti estorce un gemito che sa quasi di pianto. Non subito, non all'istante, qualche secondo dopo, senti con forza la forza del dolore che assedia i nervi e strira i tendini. Ti lascio il tempo d'assorbirne il gusto metallico, acre e forte; ti guardo, oltre lo specchio, inghiottire un paio di lacrime. Sulla tua schiena un primo segno rosso solca la pelle bianca.<br />
<br />
Quel solco scorre lungo la via di non ritorno.<br />
<br />
Se non sei saltata ora, se non hai, ora, preso la maglietta urlando vuol dire che siamo riamasti amici, che la frusta è ancora tua amica.</span></span><br />
<br />
<span style="font-family: tahoma,sans-serif;"><span style="font-size: 10pt;">Un bel terzetto di squinternati a dire il vero, ma di questo non ho voglia di parlare, ora.</span></span><br />
<br />
<span style="font-family: tahoma,sans-serif;"><span style="font-size: 10pt;">Ancora due colpi schioccanti, un terzo e un quarto. Ti lascio sempre il tempo tra uno e l'altro d'assorbire, registrare, gustare e contrastare il dolore, assaporarne il colore intenso, sentirtelo nella testa quasi intollerabile e poi sentirlo scivolare via mentre dentro di te sale forte, sale inarrestabile, l'eccitata selvaggia comprensione di essere riuscita a vincerlo, di averlo trasformato ancora una volta in ...</span></span><br />
<br />
<span style="font-family: tahoma,sans-serif;"><span style="font-size: 10pt;">M'avvicino, la frusta arrotolata nel pugno, e tu ti volti, mi mostri il tuo viso radioso d'eccitazione. Ti poggio la mano sulla spalla, sei calda, bollente, liscia, eccitante, bella, bella, bella. Mi guardi, le tue pupille cercano le mie, i tuoi occhi cercano i miei e quando li trovano, quando ci leggi quello che ti serve abbassi le palpebre, carezzi il dorso della mia mano con la guancia, lo baci, lo lecchi. Non smetti mentre ispeziono la sua intimità tra le gambe, insinuandomi sotto l'elastico dei pantaloni leggeri leggeri, sotto il sottile tessuto degli slip, fino al tuo sesso, oscenamente aperto, grondante desiderio e intima, celata lussuria. </span></span><br />
<br />
<span style="font-family: tahoma,sans-serif;"><span style="font-size: 10pt;">Non smetti di baciare e leccare mentre ti masturbo, mentre ad occhi chiusi ti godi, sgualdrinella senza ritegno, questa minimo anticipo di piacere che arriverà, dopo, copioso, intenso, profondo fino ad essere quasi (quasi) intollerabile.</span></span><br />
</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: black;"> <span style="font-family: tahoma,sans-serif;"><span style="font-size: 10pt;">- Ancora padrone, ancora ... ti prego.</span></span><br />
<br />
<span style="font-family: tahoma,sans-serif;"><span style="font-size: 10pt;">Sì, la frusta qualche volta fa questo effetto. Lo ammetto. Qualche volta la frusta eccita, soprattutto se chi la usa sa farlo decentemente, soprattutto se chi la subisce la ama, la desidera, la fa sua, la implora e la trasforma, colpo dopo colpo, in grazia, piacere, estasi, eccitazione dei sensi, cibo per l'anima affamata, ambrosia per il cuore assetato.</span></span><br />
<br />
<span style="font-family: tahoma,sans-serif;"><span style="font-size: 10pt;">Piano, senza strapparmi da te ti lascio ancora a te stessa ma sai, ora, che sono con te; ora sai di non essere sola anche se tieni chiusi gli occhi e vaghi in terre sconosciute, in deserti accecanti di dolore e desiderio, dolore e piacere, dolore e scintillante nulla.</span></span><br />
<br />
<span style="font-family: tahoma,sans-serif;"><span style="font-size: 10pt;">Frustate intense, frustate sempre più dure e tu gemi, gemi, gemi ma non strilli, non supplichi di smettere, non chiedi pietà. Assapori nel tuo universo questo piccolo miracolo di vita, ne succhi con forza l'inaspettata bellezza, ne godi, ne gusti ogni colore, ogni sapore. La schiena rigata in alcuni punti s'è aperta, in superficie soltanto, soltanto in piccoli tagli appena accennati ma già così sufficienti perchè piccole, rosse, splendenti gocce di rubino, sottili gocce di sangue scivolino lungo la pelle immacolata, verso la curva sfacciata delle natiche.<br />
<br />
Eccitante e ipnotizzante il potere, ipnotizzante il controllo e l'arbitrio su di te, sulla bellezza, sull'universo.<br />
<br />
Ipnotizzante ma non abbastanza per scagliarmi oltre i limiti.</span></span><br />
<br />
<span style="font-family: tahoma,sans-serif;"><span style="font-size: 10pt;">Smetto. E' anche fin troppo per una novizia, anche se così ben disposta.</span></span><br />
<br />
<span style="font-family: tahoma,sans-serif;"><span style="font-size: 10pt;">Ancora una volta assapori la mia pelle, il tocco delle mie dita sul tuo sesso. Sto dietro di te e gioco con i tuoi capezzoli, li torturo un poco, giusto un secondo, giusto al limite del gemito, ti trattengo, ti lego a me con un braccio intorno al busto, la mano poggiata sulla tua gola in un rituale di possesso, di vita e di morte antico come la razza umana, come i nostri antenati, come i rettili che ci hanno preceduto, antico come il respiro stesso della terra. Ti masturbo, pochi secondi bastano, carezzandoti il clitoride, lievemente, e lievemente aprendo le grandi labbra con delicata attenzione. </span></span><br />
<br />
<span style="font-family: tahoma,sans-serif;"><span style="font-size: 10pt;">Il tuo orgasmo arriva presto e ti trasporta oltre il soffitto pur alto della stanza, ti scaraventa a testa in giù verso il cielo, ti catapulta in universi d'estasi. Il piacere contrae e scuote il tuo corpo liscio, sudato di piacere, profumato di lussuria; scuote i tuoi nervi e i tuoi tendini, i tuoi muscoli, la tua essenza stessa in sussulti intensi che dopo averti smembrata pian piano si calmano, uno all'altro lasciandosi come testimone il tuo corpo sempre più fragile, sempre più debole e arreso. Quando anche l'ultima contrazione svanisce nell'affanno del passato piacere ti lascio scivolare pian piano a terra, ai miei piedi, seminuda e sfinita, vinta e vittoriosa. Una mano, la tua mano sulla frusta e una mano, la tua mano, tra le gambe, le tue gambe, sul centro caldo e palpitante della tua intimità, del tuo intimo appagamento, della tua lussuria che sotto il tessuto s'allarga in un lago di grondante felicità.</span></span><br />
<br />
<span style="font-family: tahoma,sans-serif;"><span style="font-size: 10pt;">Lascio che ti riprenda, in secoli di lenta risalita dal cielo più profondo.<br />
<br />
Lascio che ti alzi da sola, giusto aiutando il tuo corpo senza sfiorare l'anima sensibile e tesa, ancora sguarnita di ogni difesa.<br />
<br />
Nei tuoi occhi un universo di domande, risposte, altre domande.</span></span><br />
<br />
<span style="font-family: tahoma,sans-serif;"><span style="font-size: 10pt;">Ti stringi a me e io t'abbraccio. Così deve essere, così e non diversamente.</span></span><br />
<br />
<span style="font-family: tahoma,sans-serif;"><span style="font-size: 10pt;">Ci vorrà un po' di tempo prima che tu sia di nuovo capace d'affrontare il mondo lo so. </span></span><span style="font-family: tahoma,sans-serif;"><span style="font-size: 10pt;">Le frustate non sono mai poche, per nessuno, non dopo che l'eccitazione è scesa sotto i talloni e il corpo riprende il controllo su sé stesso leccandosi le ferite inferte dalla mente.<br />
<br />
Per ora goditi il dopo, la pace, la sensazione che tutto è stato bello, goditi il dolore che piano torna ad esigere la sua dignitosa funzione, il calore d'un corpo, il tuo corpo, che per ora è tornato proteggerti da tutto, è tornato ad essere tuo nel piacere più intenso, tuo, nel più intenso soffrire.</span></span><br />
<br />
<span style="font-family: tahoma,sans-serif;"><span style="font-size: 10pt;">Non alzi lo sguardo, non ti muovi, semmai ancora più forte ti stringi e sussurri la tua prima, unica, ineludibile, richiesta</span></span><br />
<br />
<span style="font-family: tahoma,sans-serif;"><span style="font-size: 10pt;">- Posso restare? ... Ancora un po' ... Almeno?</span></span><br />
<br />
<span style="font-family: tahoma,sans-serif;"><span style="font-size: 10pt;">Non c'è neanche da chiederlo, tesoro.</span></span><br />
<br />
<span style="font-family: tahoma,sans-serif;"><span style="font-size: 10pt;">Mi casa es tu casa.</span></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<b><span style="color: black;"><span style="font-family: tahoma,sans-serif;"><span style="font-size: 10pt;">Per ora.</span></span></span></b></div>Maurizio Salinashttp://www.blogger.com/profile/14185795960660567443noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1581367353264526654.post-58248318541703062402011-12-18T04:30:00.000-08:002012-06-05T23:04:11.351-07:00Parlami di te ... ma non troppo<div style="text-align: justify;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhsBbt0w2bCu_2aurOt5RsnQGHppbrOs8zTHbC7zkN2iCf7sf2RSMv3Bbkc-lqGkhjKqW8P-ejl7f0ZDSfVrJphX_tgfwNTOjfhpBeRX_BElA4qYf5HEw4WncMdh23o-kFkz-8Aa6ar5wM/s1600/15.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhsBbt0w2bCu_2aurOt5RsnQGHppbrOs8zTHbC7zkN2iCf7sf2RSMv3Bbkc-lqGkhjKqW8P-ejl7f0ZDSfVrJphX_tgfwNTOjfhpBeRX_BElA4qYf5HEw4WncMdh23o-kFkz-8Aa6ar5wM/s1600/15.jpg" /></a></div>
<span style="color: black;"><span style="font-size: 12px;"><span style="font-family: Tahoma,Geneva,sans-serif;">Qualche giorno fa, mentre tornavo indietro sui miei passi ricalcando orme impresse nella memoria e percorrevo la mia strada verso casa riavvolgendo un film che mai più vorrò ripetere, pensavo che ci sono persone incapaci di vedere se stesse se non raccontandosi come in un romanzo, se non presentandosi al mondo, ai propri occhi, al proprio io come eroi o eroine di tragiche o epiche storie, di tragiche o epiche epopee di fronte alle quali “Radici” diventa una commediola all’italiana e “Via col vento” un telefilm wester lunghetto e noioso.</span></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 12px;"><span style="font-family: Tahoma,Geneva,sans-serif;"><span style="color: black;">Il più delle volte le storie che queste persone si cuciono addosso sono storie di profondi, intensi e disperati amori in quanto gli accessori di scena per queste drammatiche epopee sono disponibili a prezzi più accessibili rispetto tutte le altre tipologie, da quelle d’avventura ove necessita (almeno) comprare una bussola e una borraccia a quelle di fantasy dove se non hai un drago, anche di seconda mano, anche asfittico come Fumè (il padre di Grisù) non sei nessuno. Qualche strizzata di cuore, un paio di fazzoletti ricamati, tramonti ingialliti su viali alberati e bianche selvagge scogliere battute dalle onde e dal vento sono mediamente a basso prezzo, in genere gratuitamente offerte da una Madre Natura più che generosa e dispendiosa in melensi scenari romantici.</span></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 12px;"><span style="font-family: Tahoma,Geneva,sans-serif;"><span style="color: black;"><br />
</span></span></span></div>
<a name='more'></a><div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 12px;"><span style="font-family: Tahoma,Geneva,sans-serif;"><span style="color: black;"><br />
Le persone di cui parlo non sono però gl’inguaribili romantici, gli sdolcinati e vecchi adolescenti che spesso ci fanno sorridere, nostalgici di un passato che noi abbiamo abbandonato alle spalle al giro di boa dei vent’anni e che loro si portano sul groppone fino ai novanta suonati. Magari! Le persone di cui parlo sono persone che di ogni evento, di ogni minimo accadimento, di ogni parola, di ogni starnuto, fanno un racconto, una novella, un poema, un’opera in prosa … su se stessi. Queste persone di ogni inezia fanno una celebrazione in cui, invariabilmente pongono se stessi sul trono del protagonista, del supremo e unico e reale motore di ogni avvenimento o di ogni accadimento l’unico vero destinatario. Di ogni evento fosse anche l’esplosione d’una supernova, un cataclisma siderale, l’invasione degli alieni, la venuta del Salvatore per un secondo masochistico giro di croce, il Big One in California o una strage di bertucce in Nuova Guinea in qualche modo loro ne sono parte e personaggio principale, principio attivo per il quale l’Universo ha deciso di mettersi in moto, generare il Big Bang e tutto ciò che ne consegue.<br />
<br />
Gli psicologi chiamano queste persone, giustamente, “narcisisti”.<br />
<br />
Io gli psicologi li capisco poverini, in fin dei conti prendere soldi dalle persone per dire “lei è pazzo” deve essere un po’ come per gli avvocati prender soldi dai mafiosi e dire, restando incolumi, che sono pericolosi criminali, codardi e meritori d’essere sciolti nell’acido solforico. Bisogna in qualche modo indorare la pillola. Così s’inventano questi nomi fantasiosi, questi fantasiosi accostamenti mitologici più per darsi un tono nelle diagnosi che per reale necessità operative. Io che psicoterapeuta non sono e che non prendo soldi da pazienti o impazienti d’alcun tipo posso permettermi di parlare senza parafrasare, con lingua dritta e sicuro di non sbagliare; io che non ho ricette da scrivere e articoli psicoanalitici da pubblicare posso permettermi di sostituire alle parole “disturbo narcisistico della personalità” il termine più diretto e intuibile di “vampirismo emotivo” ed i portatori insani di questo malanno chiamarli “vampiri emotivi” o, come li definisce una mia cara amica, “larve psichiche” .<br />
<br />
Chi ha mai avuto a che fare con questi personaggi conosce e sa come possono essere davvero pericolosi e destabilizzanti per la vita di chiunque.<br />
<br />
I vampiri emotivi hanno sempre e solo un chiodo fisso: sé stessi e il proprio nutrimento, sé stessi e la propria ingorda, insaziabile, incolmabile, inarrivabile fame. Il fatto che siano spesso anche irriducibilmente grassi o diafanamente magri è un indice del fisico riverbero sul loro corpo della loro forma mentale. Questo non significa che essere sovrapeso o magri implichi per forza essere un vampiro emotivo ma, all’opposto, nessun vampiro emotivo riesce a regolarsi con il peso perché il suo confine col mondo è solo un labile segno di gesso tra ciò che vuole e ciò che ottiene, tra ciò che un attimo prima desidera e un attimo dopo averlo fagocitato rigurgita in decomposta mistura di disprezzo e sdegno per dedicarsi al prossimo punto del suo distruttivo elenco di desideri repressi e insaziabili.<br />
<br />
Come tutti i vampiri che si rispettano sanno camuffarsi tra la gente comune e, anzi, in un primo momento sono persino simpatici e attraenti a loro modo, soprattutto se di sesso femminile. Hanno una certa grazia, una notevole educazione, correttezza e rispetto a non finire. Come il famoso Conte Dracula hanno un certo tocco di nobiliare apparenza che li rende quasi speciali anche se, all’inizio, tendono a rimanere un po’ nell’ombra, a raccogliere dati, a scribacchiarli psicoticamente su blocchi note reali o immaginari, a comporli nella mente per identificare e soppesare se potete o non potete essere loro cibo, loro fonte di nutrimento emotivo, loro vittima sacrificale. Se capiscono che siete pascolabili per i loro canini usano la tattica del piede nella porta, pian piano, una mossettina per volta, riluttanti (apparentemente) ad entrare si fanno invitare nella vostra casa, si fanno condurre a spasso per le vostre stanze e prendono possesso di ciò che è vostro con la scusa di rendervelo ancor più gradevole, più bello, più funzionale, sempre più loro e sempre meno vostro.<br />
<br />
Può accadere in questa fase che compiano un gesto troppo audace, un attimo d’eccessiva sicurezza, un atto che voi cogliete e di cui chiedete ragione. Non preoccupatevi il vampiro, saprà come anestetizzarvi ancora e ancora farvi sentire in colpa anche solo per aver pensato male di lui, di averlo offeso, di averlo maltrattato; nel frattempo si prenderà cura dei vostri cagnolini, procurerà il miglior cibo per i vostri gattini, avrà nella borsa una medicina omeopatica per voi, un simpatico regalino per vostra figlia, un paio di biglietti per un concerto da godersi all’aperto sotto la pioggia scrosciante.</span></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 12px;"><span style="font-family: Tahoma,Geneva,sans-serif;"><span style="color: black;">Cose da poco, i vampiri emotivi sono in genere piuttosto restii, quasi stitici, nel donare davvero cose di valore e lo fanno solo quando non possono farne a meno, solo per ottenere da voi una schiavitù pressoché totale; cose da poco ma costantemente introdotte, contrabbandate, intrufolate nella vostra casa, nella vostra vita, nel vostro mondo, roba da poco, di poco prezzo, paccottiglia relazionale, favori che potevate evitarvi e piccole attenzioni che suonano più come invadenza che come aiuto fattivo ma non potete rifiutare perché in questo modo li ferite, ne minate il delicato equilibrio psicologico, ne risvegliate i problemi infantili di accettazione, il drammi dell’adolescenza bruciata, delle violenze subite, delle terribili conseguenze d’esperienze allucinanti, del genitoriale rifiuto, di profondi deficit di accudimento, di traumi postoperatori preadolescenziali. In linea generale chi davvero ha subito questi eventi (e non sono poche persone) tende a dimenticarseli, a cancellarli dalla memoria fino a seppellirli nella cantina della cantina della cantina dell’inconscio mentre per i vampiri emotivi sono manna dal cielo, la più potente arma a disposizione oltre i loro canini. Il più delle volte queste tragedie sono vissute (semmai) sui romanzi o in minima parte o per “procura” e poi vengono esaltate per darvi in pasto il vero veleno di questi predatori, la loro mortale mistura: il senso di colpa. Con abilità e spregiudicatezza alcuni sono così bravi nell’arte del travestimento da farvi sentire fortunati al loro confronto anche se avete avuto un padre ergastolano e una madre tossicodipendente e prostituta, insomma, un vero inferno il loro, un paradiso il vostro, in ogni caso, in ogni situazione, comunque la vogliate rigirare loro hanno diritto a lamentarsi e pretendere, voi NO.<br />
<br />
Se a questo punto fate l’errore capitale e vi fate colpevolizzare, vi fate responsabilizzare come se queste larve psichiche fossero sangue del vostro sangue siete fregati. Se a questo punto dimenticate che, qualsiasi cosa sia successo al “povero” o alla “povera” vampira emotiva NON è STATO per CERTO colpa vostra, essendosi consumati gli avvenimenti mediamente in luoghi e tempi così lontani dalla vostra conoscenza da non essere più neanche comprovabili; se dimenticate questo piccolo e banale particolare, se al posto di eclissarvi (sì, anche codardamente, tanto alla fine se vorrete sopravvivere dovrete lo stesso troncare qualsiasi relazione con la minaccia d’una denuncia per stalking) prestate orecchio a queste lamentazioni siete finiti. Non ci sarà più nulla di certo nella vostra vita e la vostra stessa sanità mentale sarà a serio rischio.<br />
<br />
Il vampiro emotivo si lamenta costantemente e i motivi delle sue lamentazioni sono sempre le stesse: mancanza di gratitudine, mancanza di rispetto, mancanza di comprensione, se fosse nato in altro secolo,in altro mondo, in altra famiglia avrebbe avuto tutto tra le mani, se il cielo fosse amaranto lui/lei sarebbe davvero un dio e se deve sopportare una vita grama è colpa del mondo che non lo capisce, della sorte che non l’aiuta, di voi che non lo state neanche ad ascoltare, tutti presi da cazzate di ordinaria quotidianità come lavorare per sopravvivere, pagare le bollette e tirare la fine del mese. Tutte queste lamentazioni vi saranno propinate anche dopo esservi svenati per lui/lei, dopo aver venduto l’ultimo gioiello di famiglia per fargli passare una serata al cinema perché è triste ed inconsolabile per il terremoto di Messina del 1908, dopo avergli donato un rene ed esservi offerti volontari per essere fucilati al posto suo. Nonostante questo e due minuti dopo troverà il modo per denunciarvi un vostro insopportabile sgarbo, una pesante offesa, una profonda ferita emotiva, con reprimende fino al limite della tragedia che culmineranno in un reciproco perdono in cui voi, coglioni, vi farete perdonare cose che non avete mai fatto e loro, paraculi, si saranno ancora meglio assestati sul vostro collo per continuare a succhiarvi come otri fino a sgonfiarvi di ogni stilla vitale. Non osate rifiutare i loro espertissimi consigli medici o vi augureranno di crepare di cancro tra atroci tormenti per averli così profondamente feriti mentre loro, per puro amore dell’umanità, volevano solo aiutarvi a guarire nonostante il vostro cattivo dottore. Non osate comprare la macchina che al vostro vampiro emotivo non piace perché sarà come dire che non vi volete far vedere in giro con lui/lei. Non guardate i film che non vi hanno consigliato perché così state criticandone i gusti. Non parlate con i loro nemici, non parlate con i loro amici, non parlate con altri che non con loro e se fate diversamente è perché così state dicendo che non sono degni d’intrattenere con voi adeguate conversazioni, ingrati senza cuore, mentre per lui/lei stare con voi è l’unica aspirazione della sua vita e per questo rinuncerebbe persino a respirare e vincere al superenalotto.<br />
<br />
I vampiri emotivi sono in grado di farvi fare cose innominabili, arrivano alla soglia del plagio perché si insinuano giorno dopo giorno, si fanno amare (all’inizio), vi trascinano in promesse, impegni, si presentano innocenti, vittime, altruisti, generosi, onesti. Soprattutto onesti, sempre veritieri e quindi in diritto di pretendere da voi sempre la verità, ogni volta che ve la chiedono anche se NON hanno UN CAXXO di diritto di chiedervi nulla e non hanno UN CAXXO di nulla da pretendere da voi. In linea generale chi afferma di dire sempre la verità è un vampiro emotivo di prima grandezza, un maestro tra i vampiri, un anziano tra i manipolatori narcisistici. Non credete mai a chi afferma di dire sempre la verità, sono i peggiori bugiardi di questa terra, sono i più disonesti mentitori perché se fossero onesti riconoscerebbero ciò che sono e per fare un favore all’umanità, come pretendono di fare ogni giorno, o si affiderebbero alle cure di uno bravo (veramente bravo) o si lancerebbero a peso morto dal ventesimo piano d’un qualsiasi palazzo pur di smettere di massacrare gli zebedei del prossimo loro.<br />
<br />
Le persone affette da questo vampirico disturbo (più che altro disturbano gli altri, a dire il vero, loro stanno mediamente benissimo) in genere non conservano il posto di lavoro per più di un paio d’anni di fila anche perché dopo tre mesi d’apprendistato alla catena di montaggio andrebbero con tranquillità da Marchionne ad insegnargli come gestire la FIAT pur non sapendo neanche come cambiare una gomma alla propria auto. I vampiri emotivi inoltre cercano sempre di occupare posizioni e mansioni in cui risultano “utili” alla società, sono spesso volontari di una qualche specie ma solo un’ora al mese e senza troppo fare, sempre molto spargendo fumo, mostrandosi addolorati ed empatici, prendendo nota con accuratezza a precisione, sul loro blocco note, dei punti deboli dell’umanità che risucchiano facendo finta di aiutare, che usano per sé stessi facendo finta di servire. Se volete sapere se una persona che si dà al volontariato è un vampiro emotivo basta puntare il cronometro: nel caso in cui regge più di tre mesi forse non lo è, se viene cacciato al primo accenno di lavoro vero lo è. Un vampiro vive la sua vita di larva parassita per evitarsi di fare fatica, per risucchiare le fatiche altrui già belle e digerite, siete matti a pretendere lavori davvero, volontariamente e, soprattutto, non pagato!<br />
<br />
Il problema con questi tipi di vampiri è che per scrollarseli di dosso bisogna diventare a propria volta disumani, non farsi più incantare dai loro pianti, dal loro falso dolore, non farsi spaventare dalle loro minacce quando, allorché scoperti per quello che sono, graffiano, mordono e urlano la loro rabbia e la loro frustrazione, sputano sbavando come indemoniati il loro odio in tutti i modi, con messaggini, mail, contattando comuni amici, spargendo ovunque le peggiori infamie su di voi. Non farsi irretire dalle loro richieste di perdono quando, accorgendosi d’aver troppo perso la presa in un impeto d’ira e necessitando di qualche goccia ancora di vitale nutrimento da voi (prima di trovare la prossima vittima) vi spiegheranno che hanno sbagliato ma, sì, davvero vi amano ancora con tutti sé stessi e se hanno fatto e detto le porcate che hanno fatto e detto è solo per questo amore profondo e sincero, per questo loro incontenibile e incontenuto sentimento che li devasta e li annienta.<br />
<br />
Ora mi chiederete come si fa a battere questi tipi umani senza soffrirne e io non so cosa dirvi, ciascuno ha il suo metodo e il suo segreto. Se sono i vostri genitori potete solo emigrare, se sono i vostri figli potete solo emigrarli. Per gli altri ci sono ben poche difese a parte i paletti di frassino, le mazze ferrate e le croci dell’indifferenza.<br />
<br />
Io, ad esempio tendo sempre più ad evitare d’incontrarli: anche in questo caso la prevenzione è tutto. Se sospettate che il vostro fidanzato, la vostra fidanzata, la vostra “schiava”, il vostro vicino di casa, la “mistress” o il “master” con il quale state chattando mentre leggete queste righe, l’amica del cuore appena salutata e con la quale avete chiacchierato tre ore parlando solo di lei e dei suoi inesistenti problemi, il collega di lavoro che vi ha rifilato la sola d’un sabato in ufficio perché lui è troppo esaurito mentre voi state benissimo, sia un “vampiro emotivo” non esitate, non attendete, non fate nulla che vi possa ulteriormente compromettere. Staccate la corrente, eclissatevi, sparite dal suo mondo, cambiate casa, cambiate lavoro, cambiate nome e connotati ma sparite dalla circolazione. Proverà a seguirvi per un po’ ma, per vostra fortuna, la sua fame è così profonda e insaziabile che presto, in vostra assenza, dovrà passare ad altra vittima. </span></span></span></div>Maurizio Salinashttp://www.blogger.com/profile/14185795960660567443noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-1581367353264526654.post-76581624577992930482011-12-18T04:18:00.000-08:002012-06-28T09:24:53.607-07:00Scusi, lei è masochista?<div style="text-align: justify;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj8gzjlj0TTjk4HiyNvNfXL3nOdTtjH4XhD4T-EULGPKCkU66HOCgs6xyxWqkF4z1fuMe0eZGC0RbZNeyAztyb6WYg35b_Vdeo2bvQ-tV2Sjod_AVoCioK8C1fE7iMZ1pL5K-XYROYfOZI/s1600/venere_in_pelliccia002.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj8gzjlj0TTjk4HiyNvNfXL3nOdTtjH4XhD4T-EULGPKCkU66HOCgs6xyxWqkF4z1fuMe0eZGC0RbZNeyAztyb6WYg35b_Vdeo2bvQ-tV2Sjod_AVoCioK8C1fE7iMZ1pL5K-XYROYfOZI/s320/venere_in_pelliccia002.JPG" width="285" /></a></div>
<span style="color: black;">Ormai è una certezza che il mondo, una volta ristretto e quasi elitario, del sadomaso è destinato ad emergere e diventare, nel bene e nel male, materiale di consumo. Questa ascesa è determinata da internet, dai siti a tema, dai social network e dai forum ma anche dal mercato della pornografia spicciola, dalle immagini patinate, delle moderne icone del sadomaso, flessuose modelle in ruoli di Mistress o schiava, il più delle volte professioniste disponibili - il lavoro è lavoro - a cambiare anche ruolo purché il servizio fotografico sia ben remunerato e le garanzie minime di sicurezza siano rispettate.</span></div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: black;">Personalmente tendo ad evitare i giudizi morali sulla pornografia (e sull’erotografia in genere) perché il limite tra ciò che è “volgare, dozzinale, inaccettabile” e ciò che è “raffinato, di buon gusto, godibile” è un limite fin troppo intimo e variabile per poter essere assoggettato a cose serie come la morale e l’etica. Più prosaicamente ritengo inguardabile ciò che a me non piace e godibile ciò che mi piace senza troppo disturbare il prossimo mio che della stessa cosa, sono certo, ha una diversa percezione.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: black;">Tutto questo montare internettiano d’immagini, racconti, storie e discussioni ha però un rovescio della medaglia che ci sta costando molto (in quanto praticanti del sadomaso) sia in termini politici sia in termini d’identità.</span><br />
<br />
<i><span style="color: black;"></span></i></div>
<a name='more'></a><br />
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: black;">In termini politici perché stiamo, in qualche maniera, rinunciando a definirci, circoscriverci, identificarci per quello che siamo in base a quello che ci piace e, soprattutto, ai valori che in noi portiamo. In termini d'identità perché, alla fine, la lettura che si ha del sadomaso è una lettura distorta e fumettistica con torme di schiave, schiavi, Dominanti e Mistress, Master e Padroni dove il nome che ci si dà sostituisce quello che si è, fino al punto di non capire più chi siamo e perché ci piace qualcosa di così fondamentalmente diverso (ma poi è veramente così?) rispetto la maggioranza delle persone.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: black;">L’ultimo e mortale colpo alla nostra presenza “politica” nel mondo è arrivato dal BDSM, da questa sigla che nasce da un errore di fondo e ripete due volte la stessa cosa, D/s e SM, come se fossero due cose diverse. Siccome il BDSM ha vent’anni e chi è nato anche trent’anni fa ha la percezione che sia sempre esistito è meglio chiarire che, come l’SSC, anche il BDSM è banalmente un falso ideologico, ma tanto falso da essere addirittura un vero e proprio fake, un termine inesistente, il risultato di un’operazione di totale de-culturizzazione del sadomaso, di svuotamento dei suoi contenuti, di creazione artificiosa d’un termine che non significa assolutamente nulla neanche come elencazione di pratiche o comportamenti.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: black;">Il problema nasce a monte, nasce dalla necessità/volontà di distinguersi dal sadomasochismo descritto da Freud (e colleghi dei bei tempi che furono) come insana perversione dell’istinto sessuale. Questa necessità/volontà di distinguersi ha portato i praticanti a fare la cosa più semplice che si potesse fare, quasi istintiva ma sommamente deleteria: si sono inventati altri nomi per autodefinirsi. Come se cambiare il nome ad una cosa la rendesse diversa o più accettabile o fosse sufficiente per togliersi di dosso l’aura di malattia o di cattiveria o di follia che decine d’anni di “scienze della psiche” ci avevano caricato sul groppone.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: black;">In poche parole non potendo combattere il nemico a casa sua abbiamo deciso di abdicare alla battaglia, cambiarci il vestito e nasconderci. Al posto di chiedere ai luminari della psicologia di mostrarci e dimostrarci perché quello che affermavano era pura verità e non una fantascientifica illusione letteraria abbiamo deciso di dire “non siamo così, noi, quindi non ci chiamiamo così”. Il problema è che quando si tratta di descrivere (senza dare fantasiose interpretazioni sulle motivazioni) il “fenomeno” sadismo, ma ancor più il “fenomeno” masochismo, noi siamo inequivocabilmente così, innegabilmente così. Il sole, che sia una stella che brucia idrogeno in una reazione nucleare o che sia un carro splendente guidato da uno con un nome strano e tirato da un numero imprecisato di cavalli alati, è sempre una palla luminosa nel cielo, accecante e calda che sorge ad oriente per tramontare ad occidente. Chiamarlo Sole o Helios o Pippo non ne cambia la natura, il modo di comportarsi, le motivazioni interiori a bruciare, emanare luce e calore. Quindi comunque lo si voglia chiamare sempre quello è ma dire che il sole splende perché è un’enorme fornace nucleare o dire che splende perché è un dio fa una certa differenza, eccome se la fa, come il giorno della conoscenza con la notte della superstizione.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: black;">Ad oggi, dopo l’ennesima operazione suicida di camuffaggio, neanche noi sappiamo più cosa siamo e ci perdiamo in definizioni senza senso, in labirinti d’una cultura (o subcultura) che è fatta di forma senza contenuti, di nomi senza corrispondenti significati, di sigle senza sostanza.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: black;">La parte SM del BDSM è quindi diventata SadoMasochismo con questo intendendo una sorta d’attività ginnica, una specie d'incontro di boxe dove quello che prevale è la fisicità d’un rapporto in cui uno picchia e l’altro gode nell’essere picchiato. Tutto qui. Tutto sbagliato, ovviamente, ma ormai così fortemente incuneato nei meati delle menti da essere parte fondante di un abeccedario virtuale di sciocchezze, una sorta di dizionario della Terra di Mezzo pazientemente spiegato dai Soloni del BDSM a tutti i neofiti come se, davvero, von Mascoch fosse stato soltanto un povero idiota che non poteva trattenere copiosi orgasmi ogni volta che si trovava in presenza d’un dentista o d’una impellicciata picchiatrice.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEggr9Lj5dc9riGQl6IHZpnqi71Xl75QzggAa27B4zzM0WmeadJb7wI-gZplRf7I-1pjDyVn9jwOf1Ts28GYRm30ce6UK2E1FII4O2_yoHN_EkrIQ3ief7rm37gb88dI3jfZiuD3L9-XyuY/s1600/14b.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEggr9Lj5dc9riGQl6IHZpnqi71Xl75QzggAa27B4zzM0WmeadJb7wI-gZplRf7I-1pjDyVn9jwOf1Ts28GYRm30ce6UK2E1FII4O2_yoHN_EkrIQ3ief7rm37gb88dI3jfZiuD3L9-XyuY/s400/14b.jpg" width="285" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="font-size: xx-small;"><i>La Venere in Pelliccia - Crepax</i></span></td></tr>
</tbody></table>
<span style="color: black;">Il fatto è che, a dimostrazione di quanto poco ne sappiamo noi stessi praticanti sadomaso, la cose stanno in maniera diametralmente opposta e i masochisti DOC teoricamente non si dovrebbero toccare neanche con un fiore perché loro stessi amano, adorano, supplicano di essere solo sottomessi, solo usati, solo abusati, in poche parole sono i perfetti “s” del termine D/s del BDSM. E allora? Come diavolo ci sono finiti nel SM violento e picchiatore questi fiori d’abnegazione che pur di strisciare inermi ai piedi d’una Padrona venderebbero l’anima al diavolo?</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: black;">Per capirci qualcosa bisogna munirsi d’una macchina del tempo e tornare al 1886, in un’Europa che ancora non aveva conosciuto le due guerre mondiali e nella quale Freud era ancora ai suoi primi studi, ben lontano dall’elaborare la balzana teoria pulsionale e dall’usare il masochismo, il suo personale e addomesticato concetto di masochismo, per provarla al mondo.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: black;">Il termine "masochismo" fu introdotto per la prima volta dal Dottor Richard von Krafft-Ebing nel suo trattato "Psychopathia Sexualis" nel 1886.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: black;">Il testo ebbe notevole fortuna e venne ristampato più volte sia durante la vita dell'autore sia dopo la sua morte quando uno dei suoi collaboratori, il Dottor Moll, vi mise mani nel 1920 (circa 18 anni dopo la morte di Krafft-Ebing) per costruirne un'edizione totalmente rivisitata nella quale però viene mantenuta e rafforzata la definizione originaria di masochismo.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: black;">Non che sia tanto facile tornare alle origini, i testi del 1886 non sono a disposizione così come dirlo e, infatti, la mia macchina del tempo s’è fermata al 1895, anno in cui veniva pubblicata una versione francese del tomo di Krafft-Ebing. Per noi è sufficiente perché quell’edizione è ancora “pulita”, non ancora integrata dagli interventi “post mortem” operati dal Moll, in poche parole la più vicina (e disponibile) all’edizione in lingua tedesca del 1886. La versione è presente in internet ma se me la chiedete educatamente potrei decidere di farvela avere a mezzo e-mail senza farvi faticare le mie sette camicie per trovarla.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: black;">Il paragrafo sul masochismo dell’edizione francese di Psycopathia Sexualis esordisce nel seguente modo:</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: black;"><<Par masochisme, j'entends cette perversion particulière de la vita sexualis psychique qui consiste dans le fait que l'individu est, dans ses sentiments et dans ses pensées sexuels, obsédé par l'idée d'être soumis absolument et sans condition à une personne de l'autre sexe, d'être traité par elle d'une manière hautaine, au point de subir même des humiliations et des tortures.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: black;">R. Krafft-Ebign - PSYCHOPATHIA SEXUALIS TRADUIT SUR LA HUITIÈME ÉDITION ALLEMANDE PAR ÉMILE LAURENT ET SIGISMOND CSAPO - 1895>></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: black;">Per masochismo pertanto s'intende (e così ha inteso chi ha coniato questo termine) quella particolare "perversione" della vita sessuale <span style="text-decoration: underline;">consistente nel fatto che l'individuo, nei suoi sentimenti e nei suoi pensieri sessuali, è ossessionato dall'idea di essere sottomesso in modo assoluto e senza condizioni ad una persona di un altro sesso, di essere trattato da questa in modo altezzoso, fino al punto di subire anche (perfino) umiliazioni e torture.</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: black;">E' chiaro quindi che fin dal momento della sua invenzione il termine masochismo è fortemente incentrato sui concetti di sottomissione e di possesso, di appartenenza e di distanza emotiva del soggetto dominante dal soggetto dominato; questi aspetti sono ben espressi nei romanzi di von Masoch dove il carattere "punitivo" della relazione masochistica tra Wanda e Severin (si faccia riferimento al testo "La venere in pelliccia") è davvero secondario rispetto il carattere ampiamente dominante d’incondizionata appartenenza di questo alla sua Padrona e anzi, quando la punizione più paventata diventa reale l’atto stesso porta alla chiusura del rapporto.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: black;">Moll, come anticipato, a partire dal 1920 riscrive (a più riprese) il testo di Krafft-Ebing e la XVI-XVII edizione di questa riscrittura (1931) trova traduzione anche in italiano, nel 1952.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: black;">In tale edizione (1931) si legge:</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: black;"><<Contro i termini “sadismo” e “masochismo” si sono elevate disperse critiche. Schrenck-Notzing ha proposto in loro vece il termine “algolagnia”, dal greco algos, dolore e lagneia, voluttà. Krafft-Ebing ha ritenuto meglio però mantenere i primi due termini, <span style="text-decoration: underline;">in quanto l’elemento essenziale di questi stati patologici non è il dolore, ma risiede piuttosto nell’assoggettamento</span>, per il quale talvolta il dolore rappresenta certo un mezzo di espressione. Ed effettivamente l’obiezione di Krafft- Ebing è giustificata.>> </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: black;">Quindi viene ancora una volta ribadita da un discepolo di Krafft-Ebing che <span style="text-decoration: underline;">la natura descrittiva del masochismo non sta nel dolore o nell'umiliazione o nell'atto in se stesso ma nell'asservimento ad una persona dell'altro sesso che genera sentimenti di voluttà o, come più semplicemente si potrebbe definirla, eccitazione mentale e sessuale, profondo e coinvolgente desiderio</span>.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: black;">C’è una bella differenza rispetto la visione scellerata di un masochista da operetta che spesso si legge anche nei nostri forum, un personaggio irreale che fissa gli appuntamenti dal dentista come se andasse da una prodomme.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi3oHV94-jR60-5WzeWpZz0oPj9U_S6UwuA9fMhgbISs6zVcXcX33KvvhnHXYBxycPSrz6otRQU2g_5vK6McjAOmR4As5glyiQd3esjSWGZV-J2q0BoBoxYLJg9yUBgctqyiqIM5znyV3o/s1600/14c.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi3oHV94-jR60-5WzeWpZz0oPj9U_S6UwuA9fMhgbISs6zVcXcX33KvvhnHXYBxycPSrz6otRQU2g_5vK6McjAOmR4As5glyiQd3esjSWGZV-J2q0BoBoxYLJg9yUBgctqyiqIM5znyV3o/s400/14c.jpg" width="315" /></a></div>
<span style="color: black;">Sia Krafft-Ebing sia Moll si dilungano (il secondo più del primo a dire il vero) sul masochismo femminile. In particolare mentre Krafft-Ebing muore nel 1902 in una situazione sociale ben diversa da quella vissuta da Moll questi ha modo e tempo di verificare come la rivoluzione economica, soprattutto statunitense e inglese, abbia "costretto" le donne ad uscire dal ruolo familiare che le voleva culturalmente (e quasi) senza scelta assoggettate agli uomini. In queste condizioni, una volta elevato il livello di autodeterminazione femminile Moll ha modo di osservare casi molto più chiari e definiti di masochismo femminile, casi in cui la sottomissione al di là dell’essere un obbligo sociale e morale diventava palesemente una voluttà, un desiderio, uno scopo sessuale.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: black;">Secondo Krafft-Ebing quindi i caratteri che legano il masochismo (desiderio di sottomissione) al dolore e all'umiliazione (flagellantismo e masochismo ideale) sono secondari e lo stesso flagellantismo (piacere nel dolore) può essere del tutto assente nel masochista. Moll si spinge oltre e arriva a descrivere casi in cui il masochista idealizza la scena di dolore e di punizione ma all'atto pratico non regge che pochi colpi (cfr. Moll - 1931); non vi sembra un po’ umiliante vedere qui, scritta da uno psichiatra, la soluzione anticipata di tante diatribe da forum sulla “vera schiava” e sulla “vera sottomissione”? Non solo, Moll si spinge oltre e arriva a descrivere la banale algolagnia (piacere del dolore) come poco più d’un "vizo" una sorta di modo distorto per aumentare il piacere in un rapporto attraverso stimoli nervosi meccanici senza che insorga una variazione effettiva dello scopo sessuale finale: una sorta di famolostranismo ante-litteram.</span></div>
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<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: black;">Sia Moll sia Krafft-Ebing, inoltre, mettono a fuoco la differenza (se leggete ancora qualche forum sapete quanto sia attuale questo tema) esistente tra masochismo ed asservimento sessuale proprio in relazione allo scopo dei due comportamenti apparentemente simili. <span style="text-decoration: underline;">E’ propria del masochismo la voluttà nella realizzazione della sottomissione che è lo scopo principale della relazione</span> mentre nel caso di asservimento sessuale la sottomissione è solo la garanzia di poter ottenere soddisfazione sessuale e diventa, pertanto non il fine ma lo <span style="text-decoration: underline;">strumento per preservarsi un rapporto sessuale o, ancora più ampiamente, un rapporto amoroso</span>.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: black;">Masochismo è pertanto per definizione di chi ha coniato il termine il desiderio sessuale di essere sottomessi ad altra/altre persone senza vincoli e senza difese, essere usati come schiavi, paggi, oggetti o animali, essere asserviti in maniera assoluta.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: black;">Se tali pensieri portano ad eccitazione (anche solo mentale) si parla di masochismo sia che vengano accompagnati da desideri di subire dolore e umiliazioni sia che rimangano a livello di semplice sottomissione psicofisica ritualizzata senza punizioni e senza umiliazioni. La punizione, l’umiliazione, la sofferenza <span style="text-decoration: underline;">sono solo sottolineature</span> di una frase che ha ben altre parole, ben altri significati.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: black;">Tutto chiaro? Sì direi. Un solo appunto che serve a riportare la bilancia dalla parte giusta e capire in quale quadro Krafft-Ebing e Moll si muovono e scrivono; i due autori, in assenza delle moderne conoscenze neurologiche, ritenevano il masochismo (come il sadismo) malattie degenerative praticamente incurabili. Ammettevano che coppie formate da una sadica e da un masochista non dovessero per forza finire male come Severin e Wanda (o Leopold e Aurora nella vita reale) ed ammettevano in un certo modo che gli effetti dei desideri masochistici si potessero controllare e limitare ma attribuivano la causa del masochismo ad una degenerazione fisica del sistema nervoso, irreversibile, che mutando in forma tutto l’apparato dei nervi causava la perdita (materiale) di contatto di questi con gli elementi del cervello deputati alla sessualità e quindi portavano alla variazione dell’oggetto sessuale naturale e alla sua sostituzione con un oggetto sessuale secondario, la sottomissione o il desiderio di sottomettere. Come sarebbe facilmente opinabile oggi questa fantasiosa teoria senza alcuna base scientifica! Come potremmo seraficamente tenerci il caro vecchio Masoch senza doverci nascondere dietro il BDSM se solo avessimo il coraggio di conoscere e imparare con i nostri occhi gli errori grossolani dei nostri detrattori, degli “scienziati” <span style="text-decoration: underline;">che hanno usato per descriverci gli occhi della ragione e per spiegarci gli occhi della loro personale e opinabile morale</span>.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: black;">Ma non è tutto qui. La successiva confusione e le successive diversificate definizioni sono probabilmente legate al lavoro di Freud che pur non essendo direttamente interessato alle psicopatologie sessuali ne ha spesso usato e abusato per supportare i suoi studi e le sue ricerche speculative.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: black;">Freud riprende e rielabora i concetti di "masochismo" nel 1905 mescolandone allo stesso livello e senza distinzione particolare gli aspetti di sottomissione, dolore e umiliazione e definendolo come “secondario” nei confronti di un sadismo primario, praticamente ipotizzando (o pontificando, è meglio) che il masochismo deriva dal sadismo, è una forma particolare (secondaria) di sadismo, una sorta di sadismo rivolto verso il soggetto stesso. Di questa fugace interpretazione si fa poi egli stesso (1924) critico (perché così gli conviene) ma non fino in fondo con la pubblicazione d’un articolo intitolato "Il problema economico del masochismo" dove introduce per l'ennesima volta il suo nuovo giocattolo: il concetto di pulsione di morte. Così la pulsione di morte diventa motore primario del masochismo e in questo modo usa il masochismo per dimostrare l’esistenza della pulsione di morte e le pulsioni per spiegare il masochismo in un’operazione autoreferenziale a circolo chiuso paragonabile solo al racconto del Barone di Münchhausen che asseriva di potersi alzare da terra e così volare semplicemente tirandosi per il codino. Solo ad un illusionista della parola come Freud poteva riuscire così bene un inganno del genere ma il trucco non sfugge né a Lacan né, soprattutto, a Deleuze il quale smonta tutto il costrutto freudiano, fin dalla base, in pochissime pagine, giusto un’introduzione al suo libro su von Masoch di cui leggerete più avanti.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: black;">Per meglio capire la distorsione introdotta da Freud alla definizione originaria e originale di masochismo si può fare riferimento a due testi fondamentali: "Tre saggi sulla sessualità" (1905) e "Il problema economico del masochismo" (1924).</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: black;">E' inoltre necessario sapere (per lo stesso scopo) che la vita e l'opera del fondatore della psicanalisi si dividono, scientificamente e biograficamente, in due grandi periodi detti, sommariamente, "prima" e "seconda topica". Nella prima topica Freud lavora sostanzialmente su Io, Es e Super-io mentre nella seconda topica introduce il concetto di "pulsione di morte" come energia involontaria alla disgregazione della materia. La pulsione di morte (secondo Freud) è una forza altrettanto intensa rispetto l'energia pulsionale di vita (libido) e la spinta al piacere riproduttivo. Il fatto che Freud abbia usato le attività batteriche per definire fantasiosamente questa pulsione, questa presunta spinta allo stato di quiete della materia inanimata, poco importa agli psicanalisti moderni, la gran parte delle volte formati più come filosofi che come scienziati e disposti a credere al <span style="text-decoration: underline;">credibile</span> più che al <span style="text-decoration: underline;">dimostrabile</span>, soprattutto se il <span style="text-decoration: underline;">credibile</span> costituisce un comodo sistema fideistico nel quale alloggiare e dal quale emettere parcelle d’una certa consistenza.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: black;">Nella prima topica, alla quale resta ancorato Jung nello sviluppo della sua psicologia analitica e fregandosene altamente dei batteri che crepano nella loro stessa cacca, esiste per Freud una sola forza pulsionale, una sola energia, ed è quella che spinge al piacere o all'interruzione del dolore. In questo senso quindi il masochismo non dovrebbe esistere né come elemento di tipo fisico né come elemento di tipo psicologico né come desiderio di sottomissione. Il masochismo sarebbe allora un sadismo (istinto primario, legato all'aggressività nella ricerca del piacere) rivolto contro se stessi.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: black;">Freud liquida (chiaramente infastidito) il masochismo nel 1905 come un prodotto del sadismo rivolto dal soggetto a se stesso e lo descrive in modo del tutto banale come un generico desiderio di soffrire. Fa però un'operazione al limite del lecito, scientificamente e moralmente parlando. Al posto di descrivere direttamente il masochismo definisce il sadismo come algolagnia attiva, un generico piacere d'imporre sofferenze, ne dà una sua particolare spiegazione antropologica e trascura, dopo averla solo vagamente citata, la definizione di Krafft-Ebing dove l'aspetto legato alla sottomissione è preponderante. Freud nel 1905 opera una totale distorsione del masochismo che dal modo d'intendere originario diventa l'opposto dell'algolagnia attiva; quindi, e in poche parole, il padre della psicanalisi "inventa" di sana pianta e per suo uso e consumo il masochista che "gode" dal dentista. E' questo il masochismo irreale e inventato che le riviste non specializzate, i pessimi articoli e la divulgazione giornalistica pseudo-psicologica faranno pian piano diventare il modello effettivo di masochista DOC con la complicità di scritti per lo meno infondati.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiXj8GBfCLmPTdAv-auIz0_BaX0WCPW9nZ2gOffJecb2-oPDMyYEfJmnw0P6dn3qc8bKhxAGcNRQWafGzhPToTA6j_wEaZgCNAQB8M30zcBy_c9VwB_Km2MGDUhAQJhWUk9W9XEOZfLudA/s1600/14d.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiXj8GBfCLmPTdAv-auIz0_BaX0WCPW9nZ2gOffJecb2-oPDMyYEfJmnw0P6dn3qc8bKhxAGcNRQWafGzhPToTA6j_wEaZgCNAQB8M30zcBy_c9VwB_Km2MGDUhAQJhWUk9W9XEOZfLudA/s400/14d.jpg" width="331" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="font-size: xx-small;"><i>La Venere in Pelliccia - Crepax</i></span></td></tr>
</tbody></table>
<span style="color: black;">La lettura del masochismo fatta da Freud nel 1905 però non è armonica con tutto il costrutto teorico della psicanalisi Io, Es e Super-Io inclusi. Il masochismo non dovrebbe esistere neanche come fenomeno secondario se è vero che l'unica pulsione esistente è quella libidica, tesa alla riproduzione. Quindi, e giocoforza, nel 1924 Freud compie una seconda rilettura del masochismo nel suo testo "Il problema economico del Masochismo" definendo tre tipi di masochismo: un masochismo erotico, fisico, che ritiene primario, (algolagnia) un masochismo definito come femmineo (o femminile, avete presente le sissy-maid?) e un masochismo comportamentale o morale. Il primo masochismo viene presentato come poco più di una mera ricerca del piacere nel dolore o algolagnia passiva. Il secodo tipo di masochismo (femminile) è, in base alla definizione di Freud, il masochismo che si genera nelle persone che desiderano essere trattate passivamente, essere sottomesse, battute magari in relazione a colpe immaginarie o realmente commesse per incarnare l’ideale di sottomissione di tutti i tempi: la donna.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: black;">Nella descrizione del masochismo morale Freud ritorna, per contrasto, ad una definizione originaria e corretta di Krafft-Ebing. Nel definire il masochismo morale infatti scrive:</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: black;"><<Tutte le altre sofferenze masochistiche [erotiche e femminili] sottostanno alla condizione di provenire dalla persona amata, di essere sopportate per suo ordine; questa clausola viene meno nel masochismo morale [...]</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: black;">Sempre quando esiste la prospettiva di ricevere uno schiaffo il vero masochista porge la guancia>>.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: black;">La sottomissione e il dolore quindi, nel masochismo erotico e femminile, vengono interpretati da Freud come mezzo per ottenere una soddisfazione sessuale e non come fine; Freud confina il piacere nella sottomissione (e in questa a prescindere dall'amore che pare basilare nelle prime due forme) nel masochismo morale, quella forma di masochismo che indipendentemente da chi infligge sottomissione o dolore o punizione è già di per se stesso soddisfacente. Lo fa però (credo scientemente e per suo scopo personale) usando un esempio molto fisico e con un certo disprezzo. Che Freud considerasse, in effetti, tra sadismo e masochismo il secondo più "lontano dal fine sessuale", più "perverso" non è un mistero e che avesse nei confronti del masochismo una certa avversità lo si capisce da molti suoi scritti. In effetti il masochismo è stato ed è tuttora lo scoglio sul quale si arenano tutte le navi psicoanalitiche di vecchia e nuova concezione da Freud a Lacan e oltre. Si può capire che una tale riottosità a farsi spiegare dalle categorie freudiane, una tale resistenza ai modelli interpretativi di Freud dovesse essere vista di pessimo occhio da uno psicoterapeuta che aveva trovato il sistema per aver ragione anche quando sballava in pieno, dall’inventore delle “resistenze”, elementi di lettura comportamentale per i quali se rifiuti di ammettere che lo psicanalista ha ragione il suddetto può ben pensare di essere decisamente sulla strada giusta.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: black;">Per ritrovare un barlume di consistenza nella definizione di "masochismo" bisogna rifarsi a Deleuze che nel 1967, con il suo testo <i>Présentation de Sacher Masoch. Le froid et le cruel</i> (Les Editions de Minuit, Paris, 1967, trad. it., Il freddo e il crudele, ES, Milano, 1991), riprende le fila del masochismo masochiano, denuncia le profonde contraffazioni freudiane apportate a scopi tutt'altro che scientifici e analizza a fondo i meccanismi eccitativi del vero masochismo, del principio basilare della sottomissione incondizionata come elemento costitutivo proprio del masochismo. Finalmente, e dopo quasi 60 anni, Deleuze spezza il (mai dimostrato) legame intimo tra masochismo e sadismo, legame che Freud aveva voluto instaurare coniando il termine di <span style="text-decoration: underline;">sadomasochismo</span>; questo termine, mantenuto nella seconda topica, vincola e obbliga le due passioni ad un eterno balletto di specchi negli specchi per cui uno è di volta in volta forma riflessa dell’altro a seconda che allo psicanalista di turno convenga l’un cosa o l’altra o, nel medesimo istante, entrambe.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhayCEn-Wn60llbbDE-aH6u9bLQB6GySmKmqAXrKPNM20P0bMzpIwdZlFtDo26-M8TctNV9o0Rf9SWYE_UrkZB9bLjuDWU2MIPGnR8qjTKLz2Y_xesRdqbnKLQ2SKJXTtIvzIj7Lnc89Ss/s1600/14e.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhayCEn-Wn60llbbDE-aH6u9bLQB6GySmKmqAXrKPNM20P0bMzpIwdZlFtDo26-M8TctNV9o0Rf9SWYE_UrkZB9bLjuDWU2MIPGnR8qjTKLz2Y_xesRdqbnKLQ2SKJXTtIvzIj7Lnc89Ss/s320/14e.jpg" width="320" /></a></div>
<span style="color: black;">Mandiamo avanti ancora un poco la nostra macchina del tempo e arriviamo quasi ai giorni nostri, quasi a ieri. Incontriamo nel nostro lungo viaggio un altro "strizzacervelli" d'eccezione, uno che rispetto gli altri qui citati e visti ha un paio di qualità in più: sta "dalla nostra parte" e, soprattutto, è ancora vivo, vivente e vegeto, ... molto vegeto. Il soggetto è Charles A. Moser, un tipo piuttosto interessante, sessuologo e studioso (sul campo) di omosessualità e sadomasochismo. La sua visione ribalta totalmente il problema (non solo quello "economico") ed è interessante osservare come affronta scientificamente e socialmente la definizione di masochismo. In un lavoro del 2001 (Paraphilia: A critique of a confused concept) al posto di concentrarsi sul perché e il percome del masochismo dimostra che non esiste ad oggi una sola spiegazione sensata sul masochismo (e sul sadismo) ma non solo, afferma che quando si tratta di attività consensuali non c'è neanche la necessità di trovare una spiegazione e la spiegazione è legata al fatto che la gente è fatta com'è fatta ed avere desideri di un certo tipo non è neanche sufficiente per essere designati come "masochisti". Secondo Moser "essere" masochisti, sadici, omosessuali non è altro che una forma semplificata di descrizione utile a noi stessi per auto-catalogarci ma del tutto ininfluente dal punto di vista scientifico o clinico perchè non configura nessuna patologia, nessun effettivo malanno di per sé, nessun reale inclinazione: il comportamento sessuale non manifesta un "essere" quanto un "gradire" o "non gradire" alcune relazioni o alcune sensazioni, esattamente come gradire un piatto di pasta non manifesta per forza l'"essere italiano". </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: black;">Sembrerà strano a tutti coloro che ancora leggono on-line (o sulle riviste di gossip) gli articoletti pseudo-psicanalitici (e ci credono pure) ma questo è l'orientamento perseguito, chi più chi meno, dalla maggior parte dei sessuologi/psicologi moderni. Come dire che ci siamo dati un altro nome, ci siamo svuotati di identità, ci siamo camuffati per prendere le distanze da qualcosa che nel 2001 già non esisteva più, per difenderci da un "nemico" che ormai neanche ci considerava. Abbiamo fatto da soli (aiutati da una certa dose d'ignoranza e di superficialità) il lavoro di svuotare le parole del significato originario, dare al termine "masochismo" un significato che nulla aveva a che fare con quanto coniato da Krafft-Ebing (il quale pur considerandolo una malattia ne aveva tratteggiato con rispetto e acume le caratteristiche salienti e fondamentali) e trattarlo come se fosse una cosa che, in realtà, non è. Ci siamo piegati senza contrastarlo (o contrastandolo in modo inefficace) ad un pensiero pseudoscientifico che ad oggi ha più oppositori che sostenitori, anche nella stessa comunità scientifica. Molto si potrebbe dire dell'aiuto della de-cultura internettiana a questa operazione di suicidio ma sarebbe (sarà) materia di altri articoli, altre riflessioni. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: black;">Siamo alla fine del nostro viaggio nel tempo, come con la macchina di Wells pian piano i rotori si fermano e le luci della stanza si stabilizzano. Abbiamo percorso cento anni di storia, cento anni di errori, cento anni di pregiudizi che noi stessi abbiamo accettato e fatto nostri e siamo tornati al punto di partenza, al nostro mondo.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: black;">Serve sapere cosa significa veramente "essere masochista"? Non si potrebbe cambiare tutto il lessico? Reinventare tutto da capo? Certo si potrebbe ma, davvero, crediamo che ci porterebbe dei vantaggi? Quanto tempo servirebbe per rifondare la nostra cultura in base a altre definizioni meno inflazionate? Quanti sforzi ci vorrebbero e quanta cultura si dovrebbe sprecare per cambiare nome? Quanta inutile energia servirebbe per inventare nomi nuovi sul nulla assoluto?</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: black;">Il masochismo (e il sadismo) in realtà non si chiamano così per puro caso: sono elementi culturali, innovativi e rivoluzionari del XVIII e XIX secolo, sono segni evidenti dei tempi moderni, sono elementi destabilizzanti e non solo, in più escono allo scoperto, si fanno vedere e pretendono attenzione. Già nel lavoro di Krafft-Ebing vengono citate inserzioni (nei giornali di tiratura nazionale) a tema chiaramente sadomaso, Severin che cercano Wande, Wande che incontrerebbero Severin. Già allora il sadomaso è talmente, sfacciatamente, diffusamente evidente da essere considerato importante. Non il flagellantismo, fenomeno quasi secondario, ma il sadismo e il masochismo la cui forza è nell'impostazione teorica e culturale dei loro modelli: de Sade e von Masoch. A ragione Krafft-Ebing sceglie i due autori/filosofi/politici per identificarne i caratteri più importanti. La concezione rivoluzionaria e destabilizzante del masochismo sta proprio nella sua apparente "innaturalità" nella sua abissale distanza dallo scopo riproduttivo, nella sua disturbante arroganza nei confronti di una società che vorrebbe come naturale l'opposto. Un masochismo masochiano così inteso è effettivamente destabilizzante oggi come nel 1886, quando il termine venne coniato. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: black;">Non è ugualmente forte e convincente però, come icona, come valore, come elemento culturale d'identità quando viene spezzato in due parti, svuotato di succo e trasformato in un gioco di ruolo (D/s) e in una serie di pratiche percepite come "al limite della violenza" (SM). Se riunito nelle sue componenti e sottolineature il masochismo somiglia molto (troppo per alcuni) ad una sorta di rivoluzione sessuale con la </span><span style="color: black;"><span style="text-decoration: underline;">riaffermazione del piacere</span>,</span><span style="color: black;"> qualsiasi forma assuma, sulla morale convenzionale, qualsiasi essa sia. Un nome centrato quindi, perfettamente armonico con gli intenti del suo inventore e che una volta liberato dal peso di patologia incarna, rappresenta e valorizza quanto di più vicino ci sia (ieri e oggi) ad una rivoluzione sessuale.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: black;">Per altri aspetti diversi ma simili il sadismo è del masochismo non complementare sessuale ma complemento sociale, culturale, perfino filosofico, se vogliamo. Racconterò volentieri questa storia, appena la macchina del tempo sarà di nuovo a posto, sistemata e tagliandata per un altro viaggio nel passato remoto e recente del nostro mondo. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify; text-size: 10;">
<span style="color: black;"><span style="font-size: x-small;"><i>Per questo articolo si ringrazia vivamente la preziosa collaborazione critica e le pazienti riletture di Fulvio Brumatti che ha dimostrato una sadica propensione nel farmi riscrivere più volte alcuni paragrafi per chiarire i punti più complessi e una masochistica inclinazione nel <span style="text-decoration: underline;">rileggersi davvero</span> le mie correzioni. Questo dimostra che non in tutto Freud aveva sbagliato e che, in alcune persone pervase da insana passione per la cultura e la conoscenza, queste perversioni posso benissimo coesistere ma sono casi rari, per nostra fortuna, rari e isolati.<br />
<br />
<a href="http://www.gabbia.com/" target="_blank">http://www.gabbia.com</a></i></span><br />
</span></div>Maurizio Salinashttp://www.blogger.com/profile/14185795960660567443noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-1581367353264526654.post-50626343948421021972011-12-18T04:07:00.000-08:002012-06-05T23:18:23.626-07:00SSC - Storia e geografia di una perversione<div style="font-family: "Trebuchet MS",sans-serif;">
</div>
<table border="0" cellpadding="0" style="font-family: "Trebuchet MS",sans-serif;"><tbody>
<tr><td style="width: 70%;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi3309Pr9R5Kw6jaLwsG1cj9thbA5sPGd1bGReERBD0_01V0Q8IoQqYMHZJ_yI2AI0_UIATADbL3jzB9TVr4mB2QlYThJSVKBbnIx3c4C4LUWC6Y5Y3x7kvFryULC1zPAmeNomN5Hkbapk/s1600/13.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="101" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi3309Pr9R5Kw6jaLwsG1cj9thbA5sPGd1bGReERBD0_01V0Q8IoQqYMHZJ_yI2AI0_UIATADbL3jzB9TVr4mB2QlYThJSVKBbnIx3c4C4LUWC6Y5Y3x7kvFryULC1zPAmeNomN5Hkbapk/s400/13.jpg" width="400" /></a></div>
<span style="font-size: small;"><br />
</span></td> </tr>
<tr> <td><span style="font-size: small;"> </span><br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-size: small;"><b>Perchè lo slogan di un'associazione gay S/M è diventato, alla fine, un "modus" operandi e lo slogan di tutto il mondo BDSM? Proviamo a ripercorrere le tappe della costruzione della frasetta secondo le stesse indicazioni che Stein ci dà in suo articolo del 2000. Tenetevi forte ... saranno fuochi artificiali!!</b></span><br />
<br />
<span style="font-size: small;"></span><br />
<a name='more'></a><br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhrZ5TUah9iK4h2-dPUSvMueqK-u7yNAi-Nj-T1H3AQQnywpnZtt1rcQ4Y6QyIgrKmQqFxRETSe98lDZHNy6pwUxeSYWpoDC-9N8puGMPvN1tbOga0_-kxTQz6ZaDXnwR5Fu8vHtiKy-iM/s1600/calvatoIMG_63261.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhrZ5TUah9iK4h2-dPUSvMueqK-u7yNAi-Nj-T1H3AQQnywpnZtt1rcQ4Y6QyIgrKmQqFxRETSe98lDZHNy6pwUxeSYWpoDC-9N8puGMPvN1tbOga0_-kxTQz6ZaDXnwR5Fu8vHtiKy-iM/s1600/calvatoIMG_63261.jpg" /></a></td></tr>
<tr align="left"><td class="tr-caption"><span style="font-size: xx-small;"><i>Foto Calvato</i></span></td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: center;">
<br />
<span style="font-size: small;"> </span></div>
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"> </span><span style="font-size: small;">Mi ha fatto un po' d'impressione trovare, mentre grattavo la scorza d'internet e scartavo la crosta di leggende metropolitane, un articolo di <b>David Stein</b> (indicato come l'inventore dell'<b>SSC</b> - Sicuro Sano Consensuale) redatto nel 2000 nel quale si ripercorreva la storia del "famoso" acronimo:<br />
<br />
</span><span style="font-size: small;"> <i><b>GMSMA(1)</b> is a not-for-profit organization of gay males in the New York City area who are seriously interested in <u>safe, sane, and consensual</u> S/M. Our purpose is to help create a more supportive S/M community for gay males, whether they desire a total lifestyle or an occasional adventure, whether they are just coming out into S/M or are long experienced.<br />
</i><i>Our regular meetings and other activities attempt to build a sense of community by exploring common feelings and concerns. We aim to raise awareness about issues of safety and responsibility, to recover elements of our tradition, and to disseminate the best available medical and technical information about S/M practices. We seek to establish a recognized political presence in the wider gay community in order to combat the revailing stereotypes and misconceptions about S/M while working with others for the common goals of gay liberation.</i><br />
<b><i>Agosto 1983</i></b><br />
<i> </i></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><i><a href="http://www.blogger.com/post-edit.g?blogID=1581367353264526654&postID=5062634394842102197&from=pencil" name="t1">GMSMA</a> è un'organizzazione senza scopo di lucro di maschi gay dell'area di New York City che sono seriamente interessati nell'<b>S/M</b> sicuro, sano (inteso come mentalmente sano) e consensuale. Il nostro proposito è aiutare a creare una più consistente comunità S/M per maschi gay sia laddove essi desiderino un coinvolgimento totale in questo stile di vita sia laddove desiderino avventure occasionali, siano novizi dell'S/M siano in possesso di lunga esperienza.</i><br />
<i>I nostri incontri regolari e le altre attività hanno lo scopo di costruire un senso di comunità mediante l'esplorazione di comuni sentimenti e comuni argomenti d'interesse. E' nostra intenzione aumentare l'attenzione (informazione - awareness) rispetto gli argomenti di sicurezza e responsabilità, recuperare gli elementi della nostra tradizione [americana] e diffondere la migliore informazione medica e tecnica relativa alle pratiche S/M. Noi cerchiamo di stabilire una presenza politica riconoscibile nell'ambito della più ampia comunity gay con l'intenzione di combattere gli stereotipi prevalenti e gli errati pregiudizi riguardo l'S/M lavorando con gli altri per il comune risultato della liberazione dei gay.</i><br />
<br />
</span><span style="font-size: small;">Eccolo qui, il mitico "sicuro, sano e consensuale - SSC" alla sua prima apparizione sulla scena, in un paragrafo di uno <u>statuto associativo</u> (redatto fra gli altri anche da Stein) che ha espresso ben altro e ben altri concetti prima e oltre la formuletta "incriminata".<br />
<br />
</span><span style="font-size: small;">Alcune volte la storia è maestra di vita o, come lo stesso Stein ci suggerisce, la storia è quello che accade mentre noi facciamo altro ... o crediamo di fare altro.<br />
<br />
</span><span style="font-size: small;">Stein ci racconta poi, e sempre nel suo articolo, come queste tre paroline siano diventete lo slogan del gruppo 'S/M-Leather-Fetish Contingent' durante una manifestazione gay del 1987 e come da qui abbia preso definitivamente il volo, aiutato dal web, verso il mondo.<br />
<br />
</span><span style="font-size: small;">Quindi non una teoria astratta ma uno statuto operativo di un'associazione gay di New York City che si presenta più al mondo dei gay "vanilla" che al mondo degli etero. Eppure ogni singola parola di questo statuto è universalmente valida per ogni praticante di qualsiasi sesso e qualsiasi orientamento sessuale.<br />
<br />
</span><span style="font-size: small;">La domanda è: <u><b>perchè?</b></u></span><span style="font-family: "Trebuchet MS",sans-serif; font-size: small;"><br />
</span><span style="font-size: small;"> </span><span style="font-family: "Trebuchet MS",sans-serif; font-size: small;"><u><b> </b></u></span><br />
<span style="font-family: "Trebuchet MS",sans-serif; font-size: small;"><u><b>Perchè</b></u> lo slogan di un'associazione gay S/M è diventato, alla fine, un "modus" operandi e lo slogan di tutto il mondo BDSM fino ad indurre alcuni a ritenerlo fin troppo opprimente o, come è capitato in Gabbia (uno dei siti storici dell'S/M italico <a href="http://www.gabbia.com/" target="_blank"><span style="color: blue;">http://www.gabbia.com</span></a> ) con un articolo di Fulvio Brumatti, un <b>falso ideologico</b>?<br />
<br />
Proviamo ora a ripercorrere le tappe della costruzione della frasetta secondo le stesse indicazioni che Stein ci dà nel suo articolo. Tenetevi forte ... ci saranno fuochi artificiali!!</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "Trebuchet MS",sans-serif; font-size: small;"><br />
</span><span style="font-size: small;"> </span> <span style="font-family: "Trebuchet MS",sans-serif; font-size: small;">Sì perchè quando David Stein si trovò ad elaborare, con altri associati, lo statuto c'era da introdurre il concetto di "<b>responsabilità</b>", "<b>sicurezza</b>" e "<b>sanità mentale</b>" (intesa come capacità di riconoscere cos'è pura fantasia da cosa è realtà) in modo che fosse immediatamente comprensibile e digeribile dall'americano medio. David allora pensò allo slogan usato dai media per esortare a "stare attenti" ai fuochi artificiali che, durante i festeggiamenti del 4 Luglio, provocano negli States tanti morti, feriti e successivi invalidi quanti ne possono provocare (in paragone) i festeggiamenti di capodanno a Napoli. Lo slogan era ... indovinate quale? Sì proprio quello, Safe & Sane. Così dallo slogan coniato per limitare gli accidenti provocati dall'uso insicuro e insano dei fuochi artificiali nasce lo slogan che da più di 26 anni regola le attività S/M nel mondo. </span><span style="font-family: "Trebuchet MS",sans-serif; font-size: small;"><br />
</span><span style="font-size: small;"> </span><span style="font-family: "Trebuchet MS",sans-serif; font-size: small;"> </span><br />
<span style="font-family: "Trebuchet MS",sans-serif; font-size: small;">Quindi la prima ragione del dilagare dell'SSC negli States è stata la capacità di David Stein e dei suoi amici di collegare alla tradizione e alla comprensione culturale americana un concetto innovativo. Nessuna formalizzazione ma solo un'operazione che rasenta la Programmazione Neurolinguistica: se associ ad uno slogan già noto e condiviso dal buon senso comune un nuovo significato tutto diventa più facile, più ... tranquillizzante.</span><span style="font-family: "Trebuchet MS",sans-serif; font-size: small;"><br />
</span><span style="font-size: small;"> </span><span style="font-family: "Trebuchet MS",sans-serif; font-size: small;"> </span><br />
<span style="font-family: "Trebuchet MS",sans-serif; font-size: small;">Ed era questo il motivo per cui lo slogan era stato costruito, per tranquillizzare. Oltre che ad SS c'è anche una <b>C - Consensuale</b>. Si scopre nell'articolo di Stein che lui stesso dubita e non ricorda se l'ha introdotta di suo o solo "corretta" nelle bozze dello statuto ma per certo ci voleva per separare le forme di S/M insane, insicure e non-consensuali da quelle sane e sicure e consensuali.</span><span style="font-family: "Trebuchet MS",sans-serif; font-size: small;"><br />
</span><span style="font-size: small;"> </span><span style="font-family: "Trebuchet MS",sans-serif; font-size: small;"> </span><br />
<span style="font-family: "Trebuchet MS",sans-serif; font-size: small;">In poche parole non c'era la pretesa di dire cosa fosse o non fosse S/M in base all'SSC ma solo di dire QUALE tipo di S/M l'associazione intendeva sostenere. Al più un'operazione descrittiva ma non certo classificativa. Questa operazione classificativa lo stesso Stein la definisce "ingenua" perchè ciò che non è consensuale è di per se stesso sanzionato per legge e lo scopo non era mostrare di non essere criminali quanto dare dignità in modo tollerabile alla propria presenza nel movimento gay, lo stesso movimento che vedeva nella presenza di praticanti S/M gay un pericolo per la propria politica di liberazione ed emancipazione. Insomma tutta una cosa all'interno del movimento gay americano.</span><span style="font-family: "Trebuchet MS",sans-serif; font-size: small;"><br />
</span><span style="font-size: small;"> </span><span style="font-family: "Trebuchet MS",sans-serif; font-size: small;"> </span><br />
<span style="font-family: "Trebuchet MS",sans-serif; font-size: small;">L'effetto di "tranquillante" dello slogan è però dilagato perchè, ovviamente, c'è sempre (e leggendo i vari siti e forum a tema ci si può ben rendere conto di quanto sia diffusa) da parte di tutti i neofiti la paura, l'apprensione e il dubbio che nell'S/M si annidi la follia e il rischio tangibile per la propria incolumità fisica e mentale.</span><span style="font-family: "Trebuchet MS",sans-serif; font-size: small;"><br />
</span><span style="font-size: small;"> </span><span style="font-family: "Trebuchet MS",sans-serif; font-size: small;">Tant'è che entrando nel mondo del BDSM con tale paura e avendo in eredità dal web queste paroline magiche "SSC", diventate il salvagente per il primo tuffo, capita che poi si diventi cavalieri strenui per la salvaguardia dell'SSC (come il sottoscritto) rischiando di dimenticare quello che nel testo dello statuto del GMSMA fa da contorno non proprio secondario: <b>responsabilità</b>, <b>conoscenza delle implicazioni mediche</b>, <b>sicurezza</b>, <b>informazione</b>. </span><span style="font-family: "Trebuchet MS",sans-serif; font-size: small;"></span><br />
<span style="font-family: "Trebuchet MS",sans-serif; font-size: small;"><br />
</span><span style="font-size: small;"></span><span style="font-family: "Trebuchet MS",sans-serif; font-size: small;">Torniamo a noi e in Italia per la chiusura del cerchio. L'acronimo SSC presenta, <u>preso da solo</u>, elementi di chiara ambiguità, zone grigie molto estese. E' contestato all'SSC (ma ora abbiamo capito che non potrebbe essere diversamente) il fatto di non definire in modo oggettivo né ciò che è sano né ciò che è sicuro.</span><span style="font-family: "Trebuchet MS",sans-serif; font-size: small;"><br />
</span><span style="font-size: small;"> </span><span style="font-family: "Trebuchet MS",sans-serif; font-size: small;"> </span><br />
<span style="font-family: "Trebuchet MS",sans-serif; font-size: small;">In realtà questa posizione nasce da fantasiose forzature che limitano tutta la discussione ad una sigla: in poche parole è come <u>parlare del gusto di un cibo in base al solo nome che si legge dal menù.</u> Il BDSM/SSC prevede capacità negoziale e capacità di ragionamento, assunzione di responsabilità informata. La pratica del BDSM (o S/M) in realtà, se condotta con onestà materiale e morale, non può prescindere da pochi ma innegabili capisaldi comuni e, gratta gratta, alla fine i capisaldi sono proprio consensualità (in assenza è violenza), maggiore età (in assenza non c'è capacità negoziale), piena capacità d'intendere e di volere (come sopra con l'aggravante di non distinguere realtà tangibile da fantasia) e assenza di lesioni guaribili in più di 20 giorni. L'elemento delle lesioni guaribili in più di 20 giorni non è del tutto campato in aria, neanche come requisito interno al BDSM: pensateci un attimo, io l'ho letta così e così m'è piaciuta: oltre i 20 giorni lo Stato interviene d'ufficio quindi oltre questa soglia non sei più padrone del tuo corpo, è lo Stato che decide quindi ... non puoi negoziare ciò che non ti appartiene, anche se vorresti.</span><span style="font-family: "Trebuchet MS",sans-serif; font-size: small;"><br />
</span><span style="font-size: small;"> </span><span style="font-family: "Trebuchet MS",sans-serif; font-size: small;"> </span><br />
<span style="font-family: "Trebuchet MS",sans-serif; font-size: small;">In poche parole se aggiungiamo <b>GRADUALITA', SICUREZZA</b> (intesa in termini pratici e pratica per pratica) e <b>SINTONIA</b> arriviamo ad imboccare una strada ben diversa da quello che giorno per giorno internet ed i vari siti erotografici dozzinali ci propongono. Magari meno scintillante dei fuochi artificiali del 4 Luglio ma, per certo, di gran lunga più realizzabile ed appagante.</span></div>
</td> </tr>
</tbody> </table>
<div style="font-family: "Trebuchet MS",sans-serif;">
<span style="font-size: small;"><br />
</span></div>
<div style="font-family: "Trebuchet MS",sans-serif;">
<span style="font-size: small;"><b>(1) GMSMA: Gay Male S/M Activists</b></span></div>Maurizio Salinashttp://www.blogger.com/profile/14185795960660567443noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1581367353264526654.post-49707234219452468822011-12-18T03:49:00.001-08:002012-06-05T23:48:36.294-07:00I non vivi<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; word-spacing: 0pt;">
<span style="color: black; font-size: small;"><span style="font-family: Verdana,Geneva,sans-serif;">Esistono nel mondo scintillante del cyberspazio i "non vivi". Non sono un'evoluzione dei più famosi succhiasangue "non morti", i vampiri che si nutrono di fluidi umani e di globuli rosei, non ne sono neanche la pallida (!!) effige eggià che pallidi sono, e di molto, i nostri vampirici zannuti eroi.</span></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-size: small;"><br />
</span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="font-size: small;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjowJBFD72XbuARuv0ysCPj_iLPVHy-WWCvDIT4P2iTotlIp8y0fsYdFuIUYfRkHar04rLrPPVdic2bei6LQvMqjZIEoSGLkjBpeytyGaYQyA_2QcpHqMTslJvoqNJ25gYDxdF77jwWFAE/s1600/12a.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjowJBFD72XbuARuv0ysCPj_iLPVHy-WWCvDIT4P2iTotlIp8y0fsYdFuIUYfRkHar04rLrPPVdic2bei6LQvMqjZIEoSGLkjBpeytyGaYQyA_2QcpHqMTslJvoqNJ25gYDxdF77jwWFAE/s320/12a.jpg" width="310" /></a></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-size: small;"><br />
</span></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; word-spacing: 0pt;">
<span style="color: black; font-size: small;"><span style="font-family: Verdana,Geneva,sans-serif;">I "non vivi" i non-nosferatu sono esseri parziali, la cui unica somiglianza con i vampiri e con alien è la virulenta fittizia vitalità, la sempri-presente obiquità.</span></span></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; word-spacing: 0pt;">
<br /></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; word-spacing: 0pt;">
<span style="color: black; font-size: small;"><span style="font-family: Verdana,Geneva,sans-serif;">I non vivi, che d'ora in poi chiamerò nv sono riconoscibili da pochi segni distintivi, tutti palesi quando si abbia il tempo e il modo di osservarli in azione:<br />
<br />
1) sono presenti sempre e ovunque;<br />
2) non hanno la benché minima cognizione teorica o pratica dell'argomento di cui discutono;<br />
3) infettano con la loro presenza ogni byte di un sito, richiamandosi l'un l'altro e componendo metastasi sempre più estese fino ad uccidere qualsiasi cosa possa vagamente somigliare ad un'idea.</span></span><br />
<span style="color: black; font-size: small;"><span style="font-family: Verdana,Geneva,sans-serif;"><br />
</span></span></div>
<a name='more'></a><br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><span style="font-size: small;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjciHmGvAjRG2KadCH8sqAopCqqedIumzRGpAnNpKlAmBe1xljOmFViK7Dsm8J5pH8UpYvCyLnGgmjeDrrGybEjVezKOpbySguk8-u3lcQa-Ha0Gi5_gSx4w6ffvf89GJxrrp-w9-jAYkU/s1600/12b.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="273" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjciHmGvAjRG2KadCH8sqAopCqqedIumzRGpAnNpKlAmBe1xljOmFViK7Dsm8J5pH8UpYvCyLnGgmjeDrrGybEjVezKOpbySguk8-u3lcQa-Ha0Gi5_gSx4w6ffvf89GJxrrp-w9-jAYkU/s320/12b.jpg" width="320" /></a></span></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="font-size: small;"><span style="font-size: x-small;"><i>Fotografia al naturale di un <b>non vivo</b> al suo primo ingresso in un nuovo sito</i></span></span></td></tr>
</tbody></table>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; word-spacing: 0pt;">
<span style="color: black; font-size: small;"><span style="font-family: Verdana,Geneva,sans-serif;">Iniziamo ad esemplificare perché la trattazione non divenga troppo teorica e chi deve fruirne non ne ritenga eccessivamente gravoso l'apprendimento, tanto da abbandonare la vitale lettura dopo poche righe.</span></span></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; word-spacing: 0pt;">
<span style="font-size: small;"><br />
</span> <span style="color: black; font-size: small;"><span style="font-family: Verdana,Geneva,sans-serif;"><b>1) Sono presenti sempre e ovunque.</b><br />
<br />
Già la scelta del sito è indicativa: in questo sono formidabili, li troverete sempre in siti che rappresentano la loro diametrale opposta. In un sito ove trattasi di libera sessualità troverete nv che vi si oppongono con tutte le loro forze in virtù di un distinguo che solo madre Teresa di Calcutta e Papa Ratzinger potrebbero condividere: bisogna che ci sia sentimento se no è un atto fisico senza soddisfazione. Attenzione i nv si mescolano e si camuffano, non dicono mai "è peccaminoso, brucerete all'inferno" o "l'utero è mio me lo gestisco io tanto a nessun'altro interessa", no, sono abili nel nascondersi nelle pieghe del non detto: loro asseriscono che "non è la stessa cosa, prima la relazione, prima la persona, prima l'amore". Così come un ateo in un sito di credenti devoti della Madonna potrebbe dire, "sì, certo, Gesù ma dei 4 vangeli solo tre sono contemporanei, sinottici, il quarto non lo è ... quindi com'è che Dio ci ha ripensato e ha dettato la sua parola qualche anno dopo? Era un sequel? S'era dimenticato qualcosa della biografia del figlio?"</span></span></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; word-spacing: 0pt;">
<br /></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; word-spacing: 0pt;">
<span style="color: black; font-size: small;"><span style="font-family: Verdana,Geneva,sans-serif;">Ecco i nv già scelgono di entrare in siti che percepiscono come nemici, come pericolosi, come avversi alla loro verità, al loro modesto e rancoroso sentire di mediocri venditori, disilluse casalinghe, disoccupati cronici, ragionieri dello stato, single sempre in cerca, coppia sempre sfasata.<br />
<br />
Entrano pian piano, uno alla volta, poi ... dilagano.<br />
<br />
Se in un sito sadomaso, ad esempio, si tratta del rapporto tra schiavo e mistress il nv anche se masterone dichiarato entrerà a dire la sua, in forza di un "io non so ma se fossi ..." oppure di un, ancora migliore: "la cugina di mio zio, che era amica di una mistress napoletana ormai deceduta -e quindi non invitabile qui a testimoniare- mi ha riferito ..."<br />
<br />
Il nv è ovunque, è presente in ogni discussione, è sempre vigile, sempre attento a spargere ovunque il suo seme e tessere ovunque la sua appicicosa ragnatela, a incontrarsi, annusarsi il culo in maniera canina con altri nv, costruire intere bande di nv che come gli zombie si muovono in sincronia per cibarsi ... di cosa e come lo vedremo più avanti.</span></span></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; word-spacing: 0pt;">
<span style="font-size: small;"><br />
</span> <span style="color: black; font-size: small;"><span style="font-family: Verdana,Geneva,sans-serif;">Quindi la prima regola per riconoscere il nv è verificare in quanti thread, taccuini, puntine, spillette, commenti di foto, profili, chattate leggete il suo nome di battaglia: se potete dire "praticamente tutti" sapete che siete in presenza di un non vivo e da qui è solo vostra scelta: o lo fuggite o ne sarete fagocitati.</span></span></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; word-spacing: 0pt;">
<br /></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; word-spacing: 0pt;">
<span style="color: black; font-size: small;"><span style="font-family: Verdana,Geneva,sans-serif;"><b>2) Non hanno la benché minima cognizione teorica o pratica dell'argomento di cui discutono.</b></span></span></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; word-spacing: 0pt;">
<br /></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; word-spacing: 0pt;">
<span style="color: black; font-size: small;"><span style="font-family: Verdana,Geneva,sans-serif;">Ovviamente la necessità di essere costantemente presenti, disinnescare e affossare discussioni che potrebbero portare a idee e opinioni serie, qualche volta risolutive, i nv sono costretti ad attingere in ogni dove cognizioni che non hanno a portata di mano, che devono o copiare o mutuare e trasformare da altro. Così se qualcuno per scherzo scrive, una volta, "praschifraschi" il nv che non sa nulla usa ripetutamente la parola "praschifraschi" nella speranza che non ci sia nessuno a chiedergli ragione e sbotta istericamente incazzato, offeso e infelice se capita il contrario. Il nv più astuto, invece, usa le sue conoscenze del liceo e qualche ricordo di latino (aiutato dai dizionari on line) per passare come degne di attenzione e fondamento idee del tutto astruse fidando nella diffusa ignoranza del volgo e abusando di filosofi che mai si sarebbero, mai!, sognati di discutere per mille anni dell'uso delle lasagne in un contesto di sadomaso. I nv così evoluti sono alcune volte anche intellettualmente stimolanti ma non meno perniciosi dei non vivi "per sentito dire". Ogni sito che si rispetti dovrebbe coltivarsi un "non vivo" acculturato ma solo se sottovetro, tenuto a distanza di sicurezza dagli altri, per dare informazioni sulle ultime pubblicazioni di fantascienza e sui progressi della ricerca medica rispetto l'annoso problema dei geloni invernali.<br />
<br />
Il nv non sa, ovviamente, di cosa sta parlando e quando glielo fate notare inizia un'operazione di cortina fumogena cyberspazicomicamente sbraitando e sperando di farvi cadere nella trappola del moderatore amico (la prima cosa che fanno i nv è arruffianarsi i moderatori e i gestori dei siti che infettano) e, se può, del banning. Così un anticorpo ai nv è quello di non cagarli neanche di striscio quando parlano di vostra madre, del suo modo di guadagnare i suoi soldi, del culo della vostra fidanzata o delle vostre scarse attitudini sessuali: al momento in cui iniziano è come se si fossero piantati un paletto in mezzo al petto da soli e se ne andassero in giro con la bandierina "picchiate qui": per salvarsi si devono aggregare e se si aggregano troppo presto sono visibili, verificabili, estinguibili con un paio di risate e poco più. Sì, quelle che vi state facendo ora :-)<br />
<br />
<b>3) Infettano con la loro presenza ogni byte del sito che occupano.</b><br />
<br />
I nv hanno necessità di due cose: un posto dove cazzeggiare in attesa di vittime e la tranquillità di farlo senza essere smascherati. Un po' come il film "Il giorno dei trifidi" i non vivi hanno bisogno di una "pelle" che li renda in qualche modo simili al sito che stanno infettando quindi si dispongono in ranghi sempre più compatti e non pensate di poterne venire fuori. In un sito di cucina la banda di non vivi anoressici è riuscita ad imporre il fatto che il significato reale della parola "mangiare" fosse: "emettere dalla trachea residui semidigeriti e acidi di cibi fagocitati precedentemente". Il sito è stato sottoposto a disinfestazione e chiuso dopo che alcuni frequentatori assidui, invischiati nella ragnatela dei non vivi, si erano lanciati in spettacolari vomitate nei ristoranti della capitale.<br />
<br />
Il fatto è che i non vivi si annidano nel cyberspazio ma si nutrono della vostra anima mentre i più modesti non morti svolazzano nei freddi cieli notturni e si accontentano del vostro sangue. </span></span><span style="font-size: small;"><br />
</span></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; word-spacing: 0pt;">
<span style="color: black; font-size: small;"><span style="font-family: Verdana,Geneva,sans-serif;">I non vivi sono indistruttibili organismi primordiali che hanno la necessità di far somigliare tutto a se stessi e siccome falliscono regolarmente nella vita reale si sono trovati nel cyberspazio una loro dimensione perfetta. Nel virtuale teatrino esternano i cazzi loro come se neanche li riguardassero, rigurgitano pantomime di sentimenti per sembrare come gli altri esseri umani (in questo eccedendo sempre), raccontano pubblicamente particolari della loro vita che un vivo (o anche un non morto) neanche penserebbe di mettere in scena, si sostengono a vicenda nelle liti virtuali che immancabilmente innescano e si fortificano in queste fino a diventare i pieni padroni del sito, e in esso morire soffocati, come i protozoi di Weissmann, della loro stessa merda.</span></span><span style="font-size: small;"><br />
</span> </div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; word-spacing: 0pt;">
<span style="font-size: small;"><br />
</span></div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><span style="font-size: small;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh7g4B25jETJ3TrGBftnrYvKASeUjcuPlyyQ3urrQWS4N55eUoeUTQZ4Go_hG9wYACesEAUC8JrJyGDfu6jM307CVp_nVXkG25F4q5q9JgiYcvz04ptPEVwF3kQIHezWUcLPzE3_4TNq-c/s1600/12c.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh7g4B25jETJ3TrGBftnrYvKASeUjcuPlyyQ3urrQWS4N55eUoeUTQZ4Go_hG9wYACesEAUC8JrJyGDfu6jM307CVp_nVXkG25F4q5q9JgiYcvz04ptPEVwF3kQIHezWUcLPzE3_4TNq-c/s1600/12c.jpg" /></a></span></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="font-size: small;"><span style="font-size: x-small;"><i>Non vivi in stato avanzato di colonizzazione, poco prima della collettiva abboffata di merda</i></span></span></td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">C'è un solo modo per non diventare cibo dei non vivi, spegnere il computer, alzarsi, andare a respirare aria vera e lasciarli a urlare come osse</span><span style="font-size: small;">ssi dietro il monitor, dietro lo schermo dimenarsi e sbavare supplicando, strillando, ordinando, sbiascicando di farli entrare nella vostra vita. Non fatelo. In breve sarete anche voi trascinati e consumati dalla lora pseudovita perchè i non vivi si nutrono di voi, delle vostre conoscenze, delle vostre emozioni, della vostra personalità, la usano per camuffarsi, per continuare a riprodursi e, alla fine, la espellono nel mare di merda nel quale affogano.</span></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; word-spacing: 0pt;">
<span style="color: black; font-size: small;"><span style="font-family: Verdana,Geneva,sans-serif;"> <br />
Io un consiglio buono ve l'ho dato.<br />
Poi ... fate voi<br />
:-)</span></span></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; word-spacing: 0pt;">
<span style="color: black; font-size: small;"><span style="font-family: Verdana,Geneva,sans-serif;"><br />
Click</span></span></div>Maurizio Salinashttp://www.blogger.com/profile/14185795960660567443noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1581367353264526654.post-16173470842020632992011-12-18T03:19:00.001-08:002012-06-05T23:20:09.747-07:00Il BDSM compie 20 anni!!<div class="separator" style="clear: both; font-family: "Trebuchet MS",sans-serif; text-align: justify;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjX3NYMhyVK9TFCzgROXlVcGyv_KEn-KQ8FiY3eQjFD_L4L9GAE-7buIVDXKQvUNkMvloyveL_jdKUmwvMnEVzTRz_B2IP2w7ObtFfETmLXnS2lhHBm7nLCyhB1f1mJqS2aA50CHjAt5Us/s1600/11.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjX3NYMhyVK9TFCzgROXlVcGyv_KEn-KQ8FiY3eQjFD_L4L9GAE-7buIVDXKQvUNkMvloyveL_jdKUmwvMnEVzTRz_B2IP2w7ObtFfETmLXnS2lhHBm7nLCyhB1f1mJqS2aA50CHjAt5Us/s320/11.jpg" width="307" /></a><span style="font-size: small;"></span></div>
<div style="font-family: "Trebuchet MS",sans-serif; text-align: justify;">
<span style="color: black; font-size: small;">Il 21 dicembre 1990 può essere considerato come la data di nascita di una percezione errata e distorta del S/M (Sado/Maso) che ha portato nei tre anni successivi a coniare, post dopo post in una nota newsgroup[1] di alt.sex, il termine BDSM fino ad allora non solo non utilizzato <u>ma mai neanche teorizzato in nessun sito, racconto, lavoro o statuto associativo.</u><br />
<br />
Possiamo dire buon compleanno!!! E sono tanti 20 anni di esistenza senza giustificazione se pensiamo che molti degli utenti di internet ancora non erano nati e moltissimi ancora neanche ci pensavano al sadomaso, che chi c'era non ci credeva neanche lontanamente alla possibilità che uno scherzo (o poco più) in rete sarebbe diventato l'acromino seriamente e dottamente sostenuto da tutti quanti da lì a pochi anni e solo per "sentito dire" o "letto nei forum".</span><br />
<span style="color: black; font-size: small;"><br />
</span></div>
<a name='more'></a><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj8gzjlj0TTjk4HiyNvNfXL3nOdTtjH4XhD4T-EULGPKCkU66HOCgs6xyxWqkF4z1fuMe0eZGC0RbZNeyAztyb6WYg35b_Vdeo2bvQ-tV2Sjod_AVoCioK8C1fE7iMZ1pL5K-XYROYfOZI/s1600/venere_in_pelliccia002.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj8gzjlj0TTjk4HiyNvNfXL3nOdTtjH4XhD4T-EULGPKCkU66HOCgs6xyxWqkF4z1fuMe0eZGC0RbZNeyAztyb6WYg35b_Vdeo2bvQ-tV2Sjod_AVoCioK8C1fE7iMZ1pL5K-XYROYfOZI/s320/venere_in_pelliccia002.JPG" width="285" /></a></div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<span style="color: black; font-size: small;">Vi risparmio sia il testo integrale delle mail che, mese dopo mese, hanno artificialmente creato l'acronimo, sia la mia pessima traduzione dall'inglese, semmai foste interessati posso comunque aggiungerla a posteriori o darvi gli indirizzi che servono ma non è difficile arrivarci da soli, la newsgroup alt.sex.bondage è raggiungibile ancora oggi in google con il seguente link:<br />
<br />
</span><span style="font-size: small;"><a href="http://groups.google.com/groups/adult_confirm?_done=/group/alt.sex.bondage/topics%3Fmsg%3Dsubscribe" target="_blank"><span style="color: black;">http://groups.google.com/groups/adult_confirm?_done=/group/alt.sex.bondage/topics%3Fmsg%3Dsubscribe</span></a></span><br />
<span style="font-size: small;"><span style="color: black;"> </span><br />
</span> <span style="color: black; font-size: small;"> Tutto inizia con il signor <b>cohen</b> (un utente della newsgroup) il quale scrive, il 21/12/1990: <i>perchè usare il termine S/M o sadomaso quando quello che noi chiamiamo dominante non è un sadico (perchè non agisce senza consenso) e quello che chiamiamo sottomesso non è masochista perchè un masochista gode del dolore che sia o no legato ad una stimolazione erotica (erotic nature)? .</i><br />
<br />
Inoltre, il buon <b>cohen</b> argomentava dimostrando che, soprattutto il Marchese de Sade (con specifico riferimento alle "120 Giornate di Sodoma") <i>era uno al quale fregava una sega della gente che torturava e che si fotteva i sunnominati a morte.</i><br />
<br />
Letto nel 2010, quindi, sembra che tutta la faccenda del S/M inteso come pratica violenta, fisica e non consensuale <u>nasca da qualcosa di molto simile ad una flamme innescata in una newsgroup.</u><br />
<br />
La risposta di un utente molto attivo, tale <b>Heresiarch</b>, risulta, a mio parere, limpida e corretta:<br />
<i> </i></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: black; font-size: small;"><i>se ti leggessi qualcosa di De Sade, specialmente la sua biografia capiresti che non solo non ha mai fatto niente di cui tu lo stai accusando ma che, anzi, nelle 120 Giornate di Sodoma esprime una critica profonda al modo di trattare le donne nella società del tempo e con il sistema della metafora fa intendere che, alla fine, usarle come merce di scambio predestinata o contenitore per figli o prostituirle sulla strada o in matrimoni combinati non è né più né meno che mangiarsele a cena, svelando così un'ipocrita bugia del suo tempo che con la scusa della morale e dell'educazione sacrificava persone alla schiavitù (e peggio) solo per il destino di essere nate donne.</i></span><br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhbIF55uhqfGnLMkR79OX0YyZzUkK0c_ju3EVANpom-9GW555wvgsBSoDfxQrcV-zj_J8OT3lCje02gMeRT4PnmOkBXNSDz7AHoIg8jEuPUzOWfone1fW9bvXOqOXHQLrNtyigX5cA-ouU/s1600/11b.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhbIF55uhqfGnLMkR79OX0YyZzUkK0c_ju3EVANpom-9GW555wvgsBSoDfxQrcV-zj_J8OT3lCje02gMeRT4PnmOkBXNSDz7AHoIg8jEuPUzOWfone1fW9bvXOqOXHQLrNtyigX5cA-ouU/s1600/11b.jpg" /></a></div>
<div>
<span style="color: black; font-size: small;"> Questa era la posizione di <b>Heresiarch</b> e nel dichiarsi sadico (sadistic) e nel dichiarare che non aveva nessun desiderio o voglia di cambiarsi nome per apparire più "carino" al mondo vanilla (<i>I find that the designation "s/m" represents the true nature of what i do, and i don't feel any need to make my behavior palatable for the vanilla masses.)</i> chiudeva il 3d senza sostanziali altri interventi pro o contro a parte uno, di tale <b>Rich Chandler</b> il quale scrive, in buona sostanza:<br />
<br />
<i>e allora che facciamo con il termine BD per quelli che come me sono interessati al Bondage e della Disciplina se ne stracatafottono?</i><br />
<br />
(traduzione non letterale ma alquanto vicina al tono del post)<br />
<br />
In definitiva nulla di sostanziale e sostanzioso, solo opinioni più o meno opinabili fino al 1993, 2 agosto, con la prima pubblicazione, nella stessa newsgroup del post intitolato "<b>The alt.sex.bondage FAQ List - Where the kinky knowledge resides! Part 1 of 2</b>" (<u>La lista delle più frequenti domande di alt.sex.bondage ovvero il luogo in cui risiede la conoscenza del kinky</u>).</span><br />
<br />
<span style="color: black; font-size: small;">Il post è la prima parte di una specie di decalogo scritto da <b><span class="fontsize2 author">Rob Jellinghaus </span></b><span class="fontsize2 author">che da qui rimbalza in ogni dove grazie, soprattutto, alla contemporanea diffusione internazionale delle funzioni di ctrl+c/ctrl+v, più italicamente dette copia/incolla, che permette di trasferire papiri indigeribili da un sito all'altro senza doversi neanche prendere la briga di leggerne una sola riga prima di postarli.</span><br />
<br />
<span class="fontsize2 author">Neanche Rob Jellinghaus, però, osa istituzionalizzare un acronimo che utilizza per semplice comodità, e come banale abbreviazione, </span>accanto al termine SMDSBD ed i termini B&D/D&S/S&M utilizzati separatamente. Ma non c'è solo questo, udite udite, giusto per esemplificare ecco la definizione di D&S:<br />
<br />
<i>It can be a very hot thing for someone to say to you, "I'm yours. Use my body for your pleasure." This is D&S; one person is dominating, the other submitting. Slave/master, harem girl/sultan, boy/daddy, student/schoolmistress. D&S is an erotic power game, where both people are getting off--one on the thrill of controlling, the other on the thrill of being controlled [...]</i><br />
<br />
<b>Può essere una cosa molto eccitante per qualcuno dirvi: "io sono tuo/a. Usa il mio corpo per il tuo piacere": Questo è D&S; una persona è <u>dominante</u>, l'altra è <u>sottomessa</u>. Schiavo-a/padrone, ragazza dell'harem/sultano, padre/figlio, studente-essa/presidessa (schoolmistress ;-)). D&S è un gioco erotico di potere dove entrambi sono eccitati sessualmente -- uno nel <u>piacere del controllo</u> e l'altro nel piacere di <u>essere controllato</u>.</b><br />
<br />
In poche parole la fantomatica relazione D/s (deliziosa scappatoia di tutti quelli che si dichiarano non sadici/non masochisti pur essendo in pieno catalogabili come praticanti sadomaso) indica, ai suoi albori, poco più <u>di un gioco di ruolo</u> in cui i termini slave/master hanno lo stesso peso di harem girl/sultan, ragazzo/papà, ... e così via.<br />
<br />
Ho trovato estremamente istruttivo percorrere questi post che ci danno la storia di una leggenda metropolitana che è diventata nel tempo "filosofia di vita" sostituendo la realtà (<u>avere desideri sadici o masochistici ed esternarli in modi diversi anche con diverse persone ma sempre legandoli a legalità e consensualità</u>) ad un gioco di ruolo ed elevando un gioco di ruolo al rango di relazione stabile.<br />
<br />
Non che una relazione stabile e profonda in una coppia S/M non possa esistere ma è, appunto una relazione S/M perchè, ahimè, anche secondo la FAQ list di alt.sex.bondage il D/s niente altro è che un modo per "inscenare il S/M" come inteso prima e, per differenziarlo dal S/M, subito dopo descrive, tiepidamente, un S/M basilarmente fisico ma non solo e senza andarci troppo preciso con la definizione, tanto sarà la gente, con il tempo e con gli anni, a creare e ingigantire questa leggenda e farsi secoli di seghe mentali.<br />
<br />
In questo senso davvero "sentirsi schiava/o" nel D/s ha lo stesso significato di "sentirsi scolaretta" o "sentirsi prigioniera dei pirati", mentre <u>sentire desiderio di sottomissione</u> e <u>controllo</u> è, sempre, inequivocabilmente, essere masochisti nel senso già ampiamente presentato da Freud nel 1924 (Il problema economico del masochismo) e come sempre inteso e discusso da tutti fino al 1993, anno in cui la de-cultura internettiana inizia il suo lavoro di imbarbarimento del sadomaso, imbarbarimento che tuttora continua nei vari forum a tema, siti personali e blog sparsi per ogni dove e in ogni luogo dell'universo virtuale.<br />
<br />
</span><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhOhs8KyBzEVn9XH7UFH6WErYpi2omynQkfbAyg_bfOHgLxih9YBhJo9e9icqAAP3zaDRf11D70XzCkspiOxPGvOHfhc1Z3MfAMmS6S0yr4ymxWhPaRsoNpcWyRoofuOTtmpUrLLGVubPI/s1600/11c.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhOhs8KyBzEVn9XH7UFH6WErYpi2omynQkfbAyg_bfOHgLxih9YBhJo9e9icqAAP3zaDRf11D70XzCkspiOxPGvOHfhc1Z3MfAMmS6S0yr4ymxWhPaRsoNpcWyRoofuOTtmpUrLLGVubPI/s400/11c.jpg" width="275" /></a><span style="color: black; font-size: small;"></span></div>
<span style="color: black; font-size: small;"><br />
Io auguro un buon compleanno alla sigla BDSM ma non mi si vorrà del male se la uso con un minimo di ironia perchè, a me, dà tanto l'impressione che sia un modo molto codardo, al limite della slealtà, d'infilare la testa nella sabbia e gridare al mondo che non sì è malati, il tutto semplicemente cambiando il nome di quello che si fa.<br />
<br />
Oppure neanche il mondo è l'interlocutore che bisogna convincere e forse, sotto sotto, quelli che cerchiamo di convincere della nostra improbabile normalità siamo noi stessi, confondendo sempre la parola "normale" con la parola "naturale" e la parola "sano" con la parola "insipido, usuale, senza peso".<br />
<br />
Happy Birthday BDSM!!!<br />
<br />
:-)<br />
<br />
[1] Newsgroup erano i gruppi di discussione in voga in USENET, un network tuttora in funzione basato su server dedicati e una struttura di software che permetteva discussioni a mezzo mail visualizzabili, più o meno, come gli attuali forum. Data la natura e struttura del software era necessario un moderatore che riceveva e postava le mail nell'area d'accesso comune. Google ha acquisito gli archivi di vari gruppi, tra i quali alt.sex.bondage, riproponendoli nella sua struttura di servizi agli utenti e, pertanto, per molti gruppi di discussione si dispone della quasi totalità di mail inviate e del relativo contenuto.</span></div>
</div>Maurizio Salinashttp://www.blogger.com/profile/14185795960660567443noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-1581367353264526654.post-59074815006650845302011-12-18T02:47:00.000-08:002012-06-05T23:21:35.648-07:00E' qui la festa? Prima parte Sadistique e Secret<link href="./ayzad4_file/filelist.xml" rel="File-List"></link><br />
<style type="text/css">
<!--{cke_protected}{C}%3C!%2D%2D%0A%20%2F*%20Font%20Definitions%20*%2F%0A%40font-face%0A%09%7Bfont-family%3AWingdings%3B%0A%09panose-1%3A5%200%200%200%200%200%200%200%200%200%3B%0A%09mso-font-charset%3A2%3B%0A%09mso-generic-font-family%3Aauto%3B%0A%09mso-font-pitch%3Avariable%3B%0A%09mso-font-signature%3A0%20268435456%200%200%20-2147483648%200%3B%7D%0A%40font-face%0A%09%7Bfont-family%3AVerdana%3B%0A%09panose-1%3A2%2011%206%204%203%205%204%204%202%204%3B%0A%09mso-font-charset%3A0%3B%0A%09mso-generic-font-family%3Aswiss%3B%0A%09mso-font-pitch%3Avariable%3B%0A%09mso-font-signature%3A536871559%200%200%200%20415%200%3B%7D%0A%20%2F*%20Style%20Definitions%20*%2F%0Ap.MsoNormal%2C%20li.MsoNormal%2C%20div.MsoNormal%0A%09%7Bmso-style-parent%3A%22%22%3B%0A%09margin%3A0cm%3B%0A%09margin-bottom%3A.0001pt%3B%0A%09mso-pagination%3Awidow-orphan%3B%0A%09font-size%3A11.0pt%3B%0A%09mso-bidi-font-size%3A12.0pt%3B%0A%09font-family%3AVerdana%3B%0A%09mso-fareast-font-family%3A%22Times%20New%20Roman%22%3B%0A%09mso-bidi-font-family%3A%22Times%20New%20Roman%22%3B%7D%0Ah1%0A%09%7Bmso-style-next%3ANormale%3B%0A%09margin%3A0cm%3B%0A%09margin-bottom%3A.0001pt%3B%0A%09text-align%3Ajustify%3B%0A%09mso-pagination%3Awidow-orphan%3B%0A%09page-break-after%3Aavoid%3B%0A%09mso-outline-level%3A1%3B%0A%09font-size%3A11.0pt%3B%0A%09mso-bidi-font-size%3A12.0pt%3B%0A%09font-family%3AVerdana%3B%0A%09mso-font-kerning%3A0pt%3B%7D%0Ap.MsoBodyText%2C%20li.MsoBodyText%2C%20div.MsoBodyText%0A%09%7Bmargin%3A0cm%3B%0A%09margin-bottom%3A.0001pt%3B%0A%09mso-pagination%3Awidow-orphan%3B%0A%09font-size%3A11.0pt%3B%0A%09mso-bidi-font-size%3A12.0pt%3B%0A%09font-family%3AVerdana%3B%0A%09mso-fareast-font-family%3A%22Times%20New%20Roman%22%3B%0A%09mso-bidi-font-family%3A%22Times%20New%20Roman%22%3B%0A%09font-weight%3Abold%3B%7D%0Ap.MsoBodyText2%2C%20li.MsoBodyText2%2C%20div.MsoBodyText2%0A%09%7Bmargin%3A0cm%3B%0A%09margin-bottom%3A.0001pt%3B%0A%09text-align%3Ajustify%3B%0A%09mso-pagination%3Awidow-orphan%3B%0A%09font-size%3A11.0pt%3B%0A%09mso-bidi-font-size%3A12.0pt%3B%0A%09font-family%3AVerdana%3B%0A%09mso-fareast-font-family%3A%22Times%20New%20Roman%22%3B%0A%09mso-bidi-font-family%3A%22Times%20New%20Roman%22%3B%0A%09font-weight%3Abold%3B%7D%0Aa%3Alink%2C%20span.MsoHyperlink%0A%09%7Bcolor%3Ablue%3B%0A%09text-decoration%3Aunderline%3B%0A%09text-underline%3Asingle%3B%7D%0Aa%3Avisited%2C%20span.MsoHyperlinkFollowed%0A%09%7Bcolor%3Apurple%3B%0A%09text-decoration%3Aunderline%3B%0A%09text-underline%3Asingle%3B%7D%0A%40page%20Section1%0A%09%7Bsize%3A595.3pt%20841.9pt%3B%0A%09margin%3A70.85pt%202.0cm%202.0cm%202.0cm%3B%0A%09mso-header-margin%3A35.4pt%3B%0A%09mso-footer-margin%3A35.4pt%3B%0A%09mso-paper-source%3A0%3B%7D%0Adiv.Section1%0A%09%7Bpage%3ASection1%3B%7D%0A%2D%2D%3E-->
</style><br />
<div class="Section1">
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEheUK5ZaOKZzBsSdgJx04Chh5Toh2uMH4cIyZW_Ie-m8CZatisddaikN4ctqpQQOvC7ID5kBxYqqV11CYzWjOumIho1ql-jRnYyRI-GH1Ge-htNV-RTuCb8-Zer6uh0Jy8sgBCdG8PJEyw/s1600/09a.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEheUK5ZaOKZzBsSdgJx04Chh5Toh2uMH4cIyZW_Ie-m8CZatisddaikN4ctqpQQOvC7ID5kBxYqqV11CYzWjOumIho1ql-jRnYyRI-GH1Ge-htNV-RTuCb8-Zer6uh0Jy8sgBCdG8PJEyw/s1600/09a.jpg" /></a><span style="color: black;"><span style="font-size: 12px;"><span style="font-family: verdana,geneva,sans-serif;">Da qualche anno chi naviga in internet e, soprattutto chi visita frequentemente i siti BDSM (sadomaso) più importanti del panorama italico, ha realizzato che qualcosa sta accandendo e, a quanto pare, qualcosa di grosso.</span></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: black;"><span style="font-size: 12px;"><span style="font-family: verdana,geneva,sans-serif;">Nel tempo le feste a tema BDSM si sono moltiplicate e appena iscritti a qualche sito o comunity state certi che sarete subissati d'inviti a feste, cene aperitivi e incontri di ogni sorta e natura, in ogni dove, o quasi, della penisola.<br />
Tutto bene direi, se ci s'incontra e dal virtuale si passa al normale dov'è il problema? Il problema è che non esiste un modo per definire la qualità di una festa se non ... partecipando; però una volta che vi siete sobbarcati qualche chilometro, vi siete vestiti come pensavate fosse indicato e avete anche speso qualche soldino in attrezzatura che fare se la festa non vi soddisfa? La formula soddisfatti o rimborsati non esiste, guai se fosse così.</span></span></span><br />
<span style="color: black;"><span style="font-size: 12px;"><span style="font-family: verdana,geneva,sans-serif;"> </span></span></span><br />
<div style="text-align: center;">
<span style="color: black;"><span style="font-size: 12px;"><span style="font-family: verdana,geneva,sans-serif;"> </span></span></span><br />
<a name='more'></a></div>
<span style="color: black;"><span style="font-size: 12px;"><span style="font-family: verdana,geneva,sans-serif;"> Per la serie ... provate per voi (o quasi) mi sono rivolto a due persone che organizzano feste da anni nella scena italiana e ho chiesto, chiesto e chiesto fino a sfinirli di domande.<br />
<br />
Ho impacchettato il tutto in un articolo in due parti sulle feste milanesi più "datate": Ultimo Lunedì del mese, Festa del Piede, Sadistique, Secret. La prima parte, giusto per motivi organizzativi sarà tutta su Secret Fetish Party e su Sadistique. La seconda parte (che uscirà domani o al massimo dopodomani) sarà su Ultimo Lunedì del mese e Festa del Piede e a parlarne sarà, come si dice in TV, un ospite d'eccezione.<br />
<br />
Pronti allora?<br />
<br />
Controllato il dress-code?<br />
<br />
Allacciate le cinture?<br />
<br />
Si parte<br />
<br />
:-)</span></span></span><br />
<br />
<span style="color: black;"><span style="font-size: 12px;"><span style="font-family: verdana,geneva,sans-serif;">Primo scalo: Secret Fetish Party & Sadistique ... nelle parole di Ayzad.<br />
<br />
<b>D: </b></span></span></span><span style="font-size: 12px;"><span style="font-family: verdana,geneva,sans-serif;"><b><a href="http://www.ayzad.com/"><span style="color: black;">Ayzad</span></a></b></span></span><span style="color: black;"><span style="font-size: 12px;"><span style="font-family: verdana,geneva,sans-serif;"><b> è un signore sulla quarantina, flemmatico e tranquillo, che vive <u>il</u> e <u>nel</u> sadomaso (</b>o, come preferisce chiamarlo lui, BDSM<b>) da quanti anni?</b></span></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: black;"><span style="font-size: 12px;"><span style="font-family: verdana,geneva,sans-serif;">Ayzad: avendone ora quasi 42 facciamo 24, oppure sbagliamo casualmente i conti e facciamo 27.</span></span></span></div>
<div class="MsoBodyText2" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoBodyText2" style="text-align: justify;">
<span style="color: black;"><span style="font-size: 12px;"><span style="font-family: verdana,geneva,sans-serif;"><b>D: la domanda era tendenziosa perchè vorrei andare all'origine della tua presenza come praticante nella Scena italiana (sempre che “Scena italiana” non sia un esagerare) fin dagli albori o all’incirca</b>.</span></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: black;"><span style="font-size: 12px;"><span style="font-family: verdana,geneva,sans-serif;">Ayzad: mi sa che parlare di Scena italiana è un'esagerazione davvero, ma è questione di punti di vista e su quest’argomento, se vuoi, possiamo tornare dopo o in un’altra occasione. Per rispondere alla tua domanda posso farti una cronistoria della mia esperienza nel BDSM. Riassumendo, i passi sono questi: avere colto da piccino tanti stimoli a sfondo BDSM peraltro molto comuni nella controcultura di quei tempi; avere avuto la fortuna di poter viaggiare all'estero non appena compiuti i 18 anni e aver quindi vissuto alcuni ambienti più maturi della situazione italiana; un po' d’esperienza con le partner, come capita a tutti; e ad un certo punto l'incontro con una ragazza che mi ha "costretto" a conoscere il giro allora nascente di coloro che s’incontravano tramite i primi gruppi basati su Internet. A quel punto mi sono trovato non so bene come fra i "fondatori" della Scena italiana.</span></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: black;"><span style="font-size: 12px;"><span style="font-family: verdana,geneva,sans-serif;">Mah, cose che capitano.</span></span></span></div>
<div class="MsoBodyText2" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoBodyText2" style="text-align: justify;">
<span style="color: black;"><span style="font-size: 12px;"><span style="font-family: verdana,geneva,sans-serif;"><b>D: cose che capitano però, ad oggi, Ayzad ha in curriculum un (forse l'unico) </b></span></span></span><span style="font-size: 12px;"><span style="font-family: verdana,geneva,sans-serif;"><b><a href="http://www.ayzad.com/bdsmpage.htm"><span style="color: black;">testo</span></a><span style="color: black;"> "serio" di BDSM in Italia, un (forse l'unico) </span><a href="http://www.ayzad.com/xxxpage.htm"><span style="color: black;">libro-dizionario</span></a><span style="color: black;"> aggiornato di perversioni (<span style="font-weight: normal;">o, come preferisce Ayzad, parafilie</span>) in Italia, una festa mensile in co-gestione/co-organizzazione con Fulvio Brumatti (</span><i><a href="http://www.sadistique.com/"><span style="color: black;">Sadistique</span></a></i><span style="color: black;">) e una meno periodica ma più "di richiamo" in co-gestione con LadyMaster, il </span><i><a href="http://www.secretfetishparty.com/"><span style="color: black;">SECRET Fetish Party</span></a></i></b></span></span><span style="color: black;"><span style="font-size: 12px;"><span style="font-family: verdana,geneva,sans-serif;"><b>… Qualcosa deve essere successo per trasformare un ragazzo che viaggia e che sperimenta i propri desideri in uno dei più conosciuti divulgatori e uno dei più seri organizzatori di feste in Italia: un po' di storia e qualche accenno di geografia della "scena italiana" prima di Ayzad lo vogliamo fare?</b></span></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: black;"><span style="font-size: 12px;"><span style="font-family: verdana,geneva,sans-serif;">Ayzad: direi che possiamo dividere la risposta in più parti. Partiamo dall'ultima domanda: la "Scena italiana". È chiaro che quello che oggi chiamiamo BDSM non sia una novità: sono attività che si sono sempre fatte, tanto che vengono citate persino dai biografi di Aristotele [<u>vedasi articolo “Fillide e il filosofo, la puttana e il cavallo umano” – inserire il link</u>]. Ciò detto, fino al 1980 circa nessuno in Italia si era posto il problema di suddividere il sadomasochismo patologico dai giochi innocui fra adulti consenzienti (il BDSM, appunto). Direi che la "nostra storia" comincia in quel periodo con le Edizioni Moderne, una casa editrice di riviste di settore che pubblicava anche quattro testate dirette da Fulvio Brumatti in cui veniva spiegata, teorizzata e dimostrata proprio questa distinzione. La Scena è nata da lì, con la piccolissima comunità di appassionati lettori che emergeva dal buio conoscendosi tramite gli annunci (i famosi "fermoposta") pubblicati nelle ultime pagine di quelle riviste.</span></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: black;"><span style="font-size: 12px;"><span style="font-family: verdana,geneva,sans-serif;">Con gli anni sono arrivati altri aspetti, un passetto dopo l'altro. I video su cassetta VHS, importati dal Nord Europa a prezzi folli, in cui si poteva vedere effettivamente come si svolgessero certe pratiche; le prime "serate d'incontro" in case private o locali che si prestavano a ospitare queste strane bande di “depravati”… Tutto si sarebbe fermato lì se, nel frattempo, non fosse spuntata anche Internet con la sua capacità di divulgazione di tecniche, oggetti, termini, filosofie.</span></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: black;"><span style="font-size: 12px;"><span style="font-family: verdana,geneva,sans-serif;">Quindi Internet, i primi newsgroup, minisiti e altre, varie ed eventuali. Intorno alla fine degli anni '90 era diventato più semplice organizzare incontri e confrontarsi con tempi più rapidi dell'invio di buste tra un fermoposta e l'altro. Non a caso ci fu, come in tutti gli altri Paesi, un fiorire di aperitivi, cene, occasioni d'incontro varie fra appassionati.</span></span></span></div>
<div class="MsoBodyText2" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoBodyText2" style="text-align: justify;">
<span style="color: black;"><span style="font-size: 12px;"><span style="font-family: verdana,geneva,sans-serif;"><b>D: quindi con Internet si forma un circuito di conoscenze, una rete effettiva di relazioni anche a livello nazionale?</b></span></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: black;"><span style="font-size: 12px;"><span style="font-family: verdana,geneva,sans-serif;">Ayzad: la rete c'era anche prima, con personaggi di notevole spessore che dedicavano energie a mantenere vitale la propria rete di contatti. Internet ha semplificato tutto e ha permesso a persone magari meno esperte ma più entusiaste di creare nuove reti di più facile accesso per tutti. Nello stesso periodo Fulvio Brumatti organizzava le prime feste vere e proprie, che tuttavia erano ben diverse - a causa della mancanza di cultura specifica e della paura delle persone - da quelle di adesso.</span></span></span></div>
<div class="MsoBodyText2" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoBodyText2" style="text-align: justify;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhIlpyv8op-NCKkepIZFD1KWWCMs_4g4E_IYoo4XPgPl0JgsTKRtNySCJCZQf1dVp9zLGKYE0qWqvP87jUWnVhN42L2dtIdOM-oROmKn8za6Sp3fPWNi3saBsHiaoGV94ERYbsfm1zFqHE/s1600/09b.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhIlpyv8op-NCKkepIZFD1KWWCMs_4g4E_IYoo4XPgPl0JgsTKRtNySCJCZQf1dVp9zLGKYE0qWqvP87jUWnVhN42L2dtIdOM-oROmKn8za6Sp3fPWNi3saBsHiaoGV94ERYbsfm1zFqHE/s1600/09b.jpg" /></a></div>
<br />
<span style="color: black;"><span style="font-size: 12px;"><span style="font-family: verdana,geneva,sans-serif;"><b>D: già altre volte è saltato fuori il nome di Fulvio Brumatti. Con lui collabori anche per l'organizzazione del </b></span></span></span><span style="font-size: 12px;"><span style="font-family: verdana,geneva,sans-serif;"><b><a href="http://www.sadistique.com/"><span style="color: black;">Sadistique</span></a></b></span></span><span style="color: black;"><span style="font-size: 12px;"><span style="font-family: verdana,geneva,sans-serif;"><b>, come vi siete incontrati? Perchè ad una festa già rodata a Milano (<span style="font-weight: normal;">l'Ultimo Lunedì del Mese</span>) avete pensato di affiancare un'altro evento a frequenza mensile?<br />
<br />
<br />
</b></span></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: black;"><span style="font-size: 12px;"><span style="font-family: verdana,geneva,sans-serif;">Ayzad: stai correndo in avanti! A questo punto della storia siamo già saltati al 2000 circa, quando per una serie di motivi personali e professionali le feste di Fulvio avevano subito una battuta di arresto e sia su Internet che nei rari incontri fra appassionati l'argomento principale era "peccato che non ci siano più feste nelle quali trovarsi con altri amanti del genere". A furia di ripetersi per migliaia di volte che ci sarebbe piaciuto avere le feste "come le fanno all'estero" e avere constatato che nessuno si metteva a organizzarle ho pensato che fosse il caso che ci provassi io. E questa è la storia di come sono finito a organizzare feste… Per la questione della carriera come divulgatore invece…</span></span></span></div>
<h1 style="text-align: justify;">
<span style="color: black;"><span style="font-size: 12px;"><span style="font-family: verdana,geneva,sans-serif;">D: no no, aspetta, torna indietro di un passo tu, questa volta …</span></span></span></h1>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: black;"><span style="font-size: 12px;"><span style="font-family: verdana,geneva,sans-serif;">Ayzad: Dica.</span></span></span></div>
<div class="MsoBodyText2" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoBodyText2" style="text-align: justify;">
<span style="color: black;"><span style="font-size: 12px;"><span style="font-family: verdana,geneva,sans-serif;"><b>D: battuta d’arresto delle feste di Fulvio Brumatti e tu fai l'organizzatore, con lui, del Sadistique... Non ti sembra che ci sia un buco tra le due cose? Come vi siete incontrati? Chi ha avuto l'idea? Cosa si pensava di fare al Sadistique che già non fosse <i>nell'Ultimo Lunedì</i>?</b></span></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: black;"><span style="font-size: 12px;"><span style="font-family: verdana,geneva,sans-serif;">Ayzad: semplicemente la Casa Editrice di cui ho parlato prima aveva chiuso e Fulvio aveva altre preoccupazioni più urgenti che non organizzare feste, con tutte le complicazioni che comportano i rapporti con i titolari dei locali e la scarsa o nulla remunerazione economica che ne deriva. Con Fulvio c’eravamo incontrati molti anni prima, quando avevo collaborato con le sue riviste (così come collaboravo con altre testate BDSM straniere). Il </span></span></span><span style="font-size: 12px;"><span style="font-family: verdana,geneva,sans-serif;"><a href="http://www.sadistique.com/"><span style="color: black;">Sadistique</span></a></span></span><span style="color: black;"><span style="font-size: 12px;"><span style="font-family: verdana,geneva,sans-serif;"> invece nasce proprio dal riprendere delle feste di Fulvio; lui aveva ricominciato con due appuntamenti: l'Ultimo Lunedì<i> </i>(che c'è ancora oggi) e la <i>Prima Domenica</i>, un appuntamento con scarsa partecipazione anche perché pomeridiano - entrambi determinati dalla disponibilità del locale che ospitava gli eventi. Io, nel frattempo, curavo un evento chiamato <i>Revolution</i>, sponsorizzato da uno dei primi negozi online di articoli BDSM. Peccato che questo negozio fosse gestito da personaggi poco raccomandabili che si sono volatilizzati da un giorno all'altro lasciando sia qualche parcella insoluta (non so quante ma le mie per certo) sia un certo numero di appassionati (e non erano pochi) con tanta voglia di continuare il Revolution, che in effetti non era venuto niente male. Fulvio ebbe allora l'idea di chiamare gli organizzatori di Revolution, cioè il mio ex socio Shakner ed io, per dare nuova linfa vitale all'appuntamento della domenica pomeriggio. Da questo nacque Sadistique, una festa con un concetto un po' diverso da quelle che si erano viste fino a quel momento.</span></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: black;"><span style="font-size: 12px;"><span style="font-family: verdana,geneva,sans-serif;">Ossia:</span></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: black;"><span style="font-size: 12px;"><span style="font-family: verdana,geneva,sans-serif;">alle feste non si va per parlare ma per giocare;</span></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: black;"><span style="font-size: 12px;"><span style="font-family: verdana,geneva,sans-serif;">l'atmosfera non deve essere quella di un salotto ma di una festa, quindi con musica adatta e uno spirito di un certo tipo;</span></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: black;"><span style="font-size: 12px;"><span style="font-family: verdana,geneva,sans-serif;">chi partecipa non ha nulla di cui vergognarsi, quindi chi vuole può tranquillamente mettersi in mostra con foto, nome e tutto il corollario anche sul sito web dell'evento.</span></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: black;"><span style="font-size: 12px;"><span style="font-family: verdana,geneva,sans-serif;">Mi rendo conto che detto così sembra assurdo ma si trattò di una vera rivoluzione rispetto al passato. Tanto per dire: la prima volta che a un Sadistique tirai fuori una bullwhip (frusta lunga) Fulvio, abituato a ben altre dinamiche, accorse allarmatissimo a dirmi che giochi così intensi era meglio non farne per non spaventare nessuno. Era l’effetto pienamente comprensibile di un’esperienza dettata dalle cautele, necessarie negli anni trascorsi, per “sdoganare” il BDSM. Ripeto, comprensibilissima e condivisa a suo tempo, ma che sentivamo fosse il caso di superare, come in effetti è accaduto, introducendo un'atmosfera e un senso di gioco "moderno" che ora è comune in qualsiasi evento.</span></span></span></div>
<div class="MsoBodyText2" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoBodyText2" style="text-align: justify;">
<span style="color: black;"><span style="font-size: 12px;"><span style="font-family: verdana,geneva,sans-serif;"><b>D: ma, di fatto, cosa “succede” al Sadistique e cosa invece succede (succederà) alla prossima festa che organizzerai, il Secret?</b></span></span></span><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgCKvfTsYu77X-EroWEeMNrlzRPuTQRlI7SUcqFDasjKdWI7m7Fdnp6I7KrC16EjndJoi08As_pnWh8CyND-M4g8_Fih-9ZIF-_Hy0CTbDwuMXlZVt8oMRjJNAhIdkQmkr5RIaJzSSfYBk/s1600/09c.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgCKvfTsYu77X-EroWEeMNrlzRPuTQRlI7SUcqFDasjKdWI7m7Fdnp6I7KrC16EjndJoi08As_pnWh8CyND-M4g8_Fih-9ZIF-_Hy0CTbDwuMXlZVt8oMRjJNAhIdkQmkr5RIaJzSSfYBk/s1600/09c.jpg" /></a></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: black;"><span style="font-size: 12px;"><span style="font-family: verdana,geneva,sans-serif;"><b></b></span></span></span></div>
<span style="color: black;"><span style="font-size: 12px;"><span style="font-family: verdana,geneva,sans-serif;"><b> <br />
</b></span></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: black;"><span style="font-size: 12px;"><span style="font-family: verdana,geneva,sans-serif;">Ayzad: Ok. Partiamo dal Sadistique. Per capire cosa succeda un buon punto di partenza è il sito </span></span></span><span style="font-size: 12px;"><span style="font-family: verdana,geneva,sans-serif;"><a href="http://www.sadistique.com/"><span style="color: black;">http://www.sadistique.com/</span></a></span></span><span style="color: black;"><span style="font-size: 12px;"><span style="font-family: verdana,geneva,sans-serif;">, sul quale si può vedere il regolamento dell'evento, il luogo in cui si svolge, alcuni dei partecipanti e qualche foto di ciò che vi avviene. "Quel che succede" è che persone appassionate di BDSM provenienti da tutta Italia e occasionalmente dall'estero trovano ad accoglierle un locale riservato completamente a loro, con un personale che non le giudica o prende in giro (come accade in altri club). All'ingresso viene fatta una semplice selezione basata sul dresscode. Questa è fonte di infinite diatribe sui vari siti a tema, ma è semplicemente un’esigenza dettata da due necessità:</span></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: black;"><span style="font-size: 12px;"><span style="font-family: verdana,geneva,sans-serif;">a) tenere fuori chi non ha voglia di fare nemmeno lo sforzo di vestirsi adeguatamente all'occasione (un ottimo modo per non avere buzzurri bavosi fra gli ospiti);</span></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: black;"><span style="font-size: 12px;"><span style="font-family: verdana,geneva,sans-serif;">b) creare un'atmosfera fuori dall'ordinario durante la festa e stimolare fantasia ed erotismo.</span></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: black;"><span style="font-size: 12px;"><span style="font-family: verdana,geneva,sans-serif;">Tornando a noi, gli ospiti hanno a disposizione spogliatoio, guardaroba e cassette di sicurezza per cambiarsi e riporre tutti i loro abiti quotidiani in assoluta comodità, dopodiché entrano nel locale vero e proprio.</span></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: black;"><span style="font-size: 12px;"><span style="font-family: verdana,geneva,sans-serif;">Qui trovano da 60 a 200 altre persone come loro che ogni mese si ritrovano lì per conoscere nuovi amici e soprattutto per giocare in quei modi che a casa propria sono preclusi. Il che vuol dire approfittando di tanto spazio a disposizione, di attrezzature solide e spettacolari, potendo fare liberamente rumore (ad esempio schiocchi di frusta e mugolii vari) e gustandosi il senso di esibizione davanti agli occhi di altre persone che comprendono e apprezzano ciò che sta succedendo.</span></span></span></div>
<div class="MsoBodyText2" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoBodyText2" style="text-align: justify;">
<span style="color: black;"><b><span style="font-size: 12px;"><span style="font-family: verdana,geneva,sans-serif;">D: la scorsa domenica c'è stato un Sadistique: mi/ci racconti tre scene interessanti? Qualcosa che spesso capita di vedere e di "gustare" in una festa come questa? A proposito, da quanti anni ripetete?<br />
</span></span></b></span><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhKemXP1P8nmZJYnvF0BXUMrIHAq5MxTPpoJry5UPnOONMsZgYUCeKCQfG_Ics7pJ7LEvzMhmzGA5sQKmQAVhW_YVEQ7LOrQPEQ0-CZomH0NYBdrYIAlSuwWLuTXQUqdvm5N9YH-UyIPA8/s1600/09d.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhKemXP1P8nmZJYnvF0BXUMrIHAq5MxTPpoJry5UPnOONMsZgYUCeKCQfG_Ics7pJ7LEvzMhmzGA5sQKmQAVhW_YVEQ7LOrQPEQ0-CZomH0NYBdrYIAlSuwWLuTXQUqdvm5N9YH-UyIPA8/s1600/09d.jpg" /></a></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: black;"><b><span style="font-size: 12px;"><span style="font-family: verdana,geneva,sans-serif;"> </span></span></b></span></div>
<span style="color: black;"><b><span style="font-size: 12px;"><span style="font-family: verdana,geneva,sans-serif;"> <br />
</span></span></b></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: black;"><span style="font-size: 12px;"><span style="font-family: verdana,geneva,sans-serif;">Ayzad: A ciascun Sadistique partecipano parecchie persone esperte di questa o quell'altra pratica, pertanto è anche un'ottima occasione per confrontarsi e apprendere nuove tecniche, scoprire "segreti" utili e così via.</span></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: black;"><span style="font-size: 12px;"><span style="font-family: verdana,geneva,sans-serif;">Tre scene interessanti?</span></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: black;"><span style="font-size: 12px;"><span style="font-family: verdana,geneva,sans-serif;">Vediamo...</span></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: black;"><span style="font-size: 12px;"><span style="font-family: verdana,geneva,sans-serif;">C'è stato un bel momento in cui tre dei migliori bondager italiani hanno sospeso contemporaneamente e in tre modi differenti le loro partner di gioco con legature di notevole valore artistico oltre che sensuale;</span></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: black;"><span style="font-size: 12px;"><span style="font-family: verdana,geneva,sans-serif;">Poi c’è stato il "debutto" di una giovane coppia venuta apposta da Palermo a Milano (e rimasta molto soddisfatta);</span></span></span></div>
<h1 style="text-align: justify;">
<span style="color: black;"><span style="font-size: 12px;"><span style="font-family: verdana,geneva,sans-serif;">D: che hanno fatto per debuttare? Com'era composta la coppia?</span></span></span></h1>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: black;"><span style="font-size: 12px;"><span style="font-family: verdana,geneva,sans-serif;">Ayzad: ma non sarai un po' un voyeur?</span></span></span></div>
<h1 style="text-align: justify;">
<span style="color: black;"><span style="font-size: 12px;"><span style="font-family: verdana,geneva,sans-serif;">D: solo un po'?? :-)</span></span></span></h1>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: black;"><span style="font-size: 12px;"><span style="font-family: verdana,geneva,sans-serif;">Ayzad: per debuttare innanzitutto sono venuti lì. Sembra un'ovvietà, ma in Italia c'è moltissima gente che si lamenta di non incontrare il partner adatto o di non vivere mai situazioni speciali, ma non fa nulla per favorire queste cose e resta rintanata in casa. La nostra coppia, invece ha piacevolmente conversato con un po' di persone e quando hanno scoperto che fra gli ospiti c'era anche Calcabrina, un Master molto quotato anche per il bondage … (ma i lettori già sanno di chi stiamo parlando, ne hai scritto anche tu in un’altra intervista) <u>[inserire link]</u>ne hanno approfittato per apprendere nuove tecniche di legatura.</span></span></span></div>
<div class="MsoBodyText2" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoBodyText2" style="text-align: justify;">
<span style="color: black;"><b><span style="font-size: 12px;"><span style="font-family: verdana,geneva,sans-serif;">D: però scusa, magari è un'ovvietà anche la mia ma, relativamente all’incontrare l’anima gemella alle feste, loro erano già in coppia prima di venire al Sadistique … o mi sbaglio?</span></span></b></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: black;"><span style="font-size: 12px;"><span style="font-family: verdana,geneva,sans-serif;">Ayzad: Loro sì, ma le coppie nate a questa festa sono davvero parecchie. Ad esempio io e la mia schiava e moglie, per dire. O noi due e la nostra fidanzata...</span></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: black;"><span style="font-size: 12px;"><span style="font-family: verdana,geneva,sans-serif;">Terza scena: approfittando del fatto che c'erano un po' meno partecipanti a causa del ponte di S. Ambrogio che ha svuotato Milano, sono finalmente riuscito a creare l'occasione per far realizzare uno dei sogni del nostro Dj. Ma quale fosse il suo sogno resterà un segreto fra me e gli altri partecipanti...</span></span></span></div>
<div class="MsoBodyText2" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoBodyText2" style="text-align: justify;">
<span style="color: black;"><b><span style="font-size: 12px;"><span style="font-family: verdana,geneva,sans-serif;">D: grazie per l’informazione, sarà mia cura scoprirlo intervistando direttamente lui, appena possibile J. Quindi riassumo quanto fino ad ora dichiarato: Ayzad divulgatore per passione e per casi fortunati della vita, da 25 anni nel mondo "pubblico" del BDSM italiano e organizzatore di un evento che ha già (quanti, cinque ? sette ?) anni di vita.</span></span></b></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: black;"><span style="font-size: 12px;"><span style="font-family: verdana,geneva,sans-serif;">Ayzad: Sadistique è nel suo sesto anno di vita.</span></span></span></div>
<div class="MsoBodyText2" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoBodyText2" style="text-align: justify;">
<span style="color: black;"><b><span style="font-size: 12px;"><span style="font-family: verdana,geneva,sans-serif;">D: … il Sadistique come festa a tema sadomaso (BDSM) con un dresscode (codice di vestiario ma anche di atteggiamento e di comportamento) piuttosto rigido cura dei particolari, attrezzature solide e sicure, possibilità d'incontrarsi e di conoscersi, imparare e praticare, in un ambiente protetto, con bella musica e tanto da fare e da vedere. A Milano, ogni prima domenica del mese da settembre a giugno.</span></span></b></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: black;"><span style="font-size: 12px;"><span style="font-family: verdana,geneva,sans-serif;">Ayzad: dissento solo sul dresscode, non è affatto rigido. Chi s’immagina che sia obbligatorio vestirsi di latex o borchie è fuori strada... tutto quel che chiediamo è di avere un abbigliamento che rispecchi la propria idea di sensualità e che lasci il quotidiano fuori dalla porta.</span></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: black;"><span style="font-size: 12px;"><span style="font-family: verdana,geneva,sans-serif;"><b>D: a parte il fatto che dissenti e che lo scriverò nell'intervista, a parte che avete costruito un’intera pagina sulle indicazioni di guida al dresscode nel sito dell’evento e a parte che invitiamo tutti a guardarsela cliccando in link a seguito (</b></span></span></span><span style="font-size: 12px;"><span style="font-family: verdana,geneva,sans-serif;"><b><u><a href="http://www.sadistique.com/dresscode.htm"><span style="color: black;">link</span></a></u></b><span style="color: black;"><b>) è ora di passare a “interrogarti” sul Secret: cos'è, quando si tiene, in cosa è diverso dal Sadistique?<br />
</b></span></span></span><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjnwd-hw9Sr1aa8luXrtNrwXGeXnYPJMII4LOwa8fJUoRyKWEEXpFtO1537dL2aMj9Y9eGsGKRk5RKeFLHSVnwT5PteIfm4B87kbEw8nHmpCAof-t-ngSEdkETTfoj19kSXWwuv_A45Fkg/s1600/09e.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjnwd-hw9Sr1aa8luXrtNrwXGeXnYPJMII4LOwa8fJUoRyKWEEXpFtO1537dL2aMj9Y9eGsGKRk5RKeFLHSVnwT5PteIfm4B87kbEw8nHmpCAof-t-ngSEdkETTfoj19kSXWwuv_A45Fkg/s1600/09e.jpg" /></a></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-size: 12px;"><span style="font-family: verdana,geneva,sans-serif;"><span style="color: black;"><b> </b></span></span></span></div>
<span style="font-size: 12px;"><span style="font-family: verdana,geneva,sans-serif;"><span style="color: black;"><b> <br />
</b>Ayzad: La risposta breve è che il </span><a href="http://www.secretfetishparty.com/"><span style="color: black;">SECRET Fetish Party</span></a></span></span><span style="color: black;"><span style="font-size: 12px;"><span style="font-family: verdana,geneva,sans-serif;"> è un evento in cui si porta al massimo l'estetica della seduzione - che poi sarebbe il concetto stesso di fetish. Il Sadistique fa la stessa cosa con quel che viene DOPO la seduzione...</span></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: black;"><span style="font-size: 12px;"><span style="font-family: verdana,geneva,sans-serif;">Il SECRET Fetish Party è una festa a scadenza irregolare che si tiene due-tre volte l'anno, sempre a Milano ma ogni volta in un locale differente. Si tratta di una festa fetish, dove quindi il gioco BDSM non è vietato ma non è il fulcro della serata. Il centro di tutto è infatti il fetish - cosa che c'entra poco con il feticismo.</span></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: black;"><span style="font-size: 12px;"><span style="font-family: verdana,geneva,sans-serif;">Spiego, con un bel copia&incolla dal sito della festa:</span></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: black;"><span style="font-size: 12px;"><span style="font-family: verdana,geneva,sans-serif;">Feticismo: la venerazione o vera e propria attrazione passionale verso qualcosa. Tutti sono feticisti di qualcosa. Alcuni lo sono delle automobili, i libri, l’arte e così via. Altri possono trovare eccitanti certi tipi di abbigliamento, materiali o parti del corpo, ma anche gesti, profumi, suoni, altre e varie.</span></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: black;"><span style="font-size: 12px;"><span style="font-family: verdana,geneva,sans-serif;">Fetish: l’estetica dei feticismi. Quando le passioni non vengono più nascoste ma incoraggiate, quando i propri feticci vengono esaltati, esibiti, portati all’estremo… Il fetish è tutto questo e ancora di più. È il piacere di mostrare e di gustare ciò che più ci fa battere il cuore, di usare le proprie passioni per sedurre senza essere giudicati e di lasciarsi sedurre da ciò che credevamo impossibile.</span></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: black;"><span style="font-size: 12px;"><span style="font-family: verdana,geneva,sans-serif;">Al SECRET Fetish Party si vivono quindi i tanti aspetti del fetish. Innanzitutto dal dresscode più rigoroso che al Sadistique o ad altre feste a tema. Poi con mostre d'arte, performance, animazione e un set fotografico dove chi vuole può farsi ritrarre da un team di fotografi professionisti specializzati in questo genere di immagine.</span></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: black;"><span style="font-size: 12px;"><span style="font-family: verdana,geneva,sans-serif;">Per la cronaca, la settima edizione del SECRET Fetish Party si svolgerà tra pochi giorni, il 17 dicembre.</span></span></span></div>
<div class="MsoBodyText2" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoBodyText2" style="text-align: justify;">
<span style="color: black;"><b><span style="font-size: 12px;"><span style="font-family: verdana,geneva,sans-serif;">D: puoi immaginare una persona alla quale consigliare vivamente di partecipare al Sadistique che invece sconsiglieresti di venire al SECRET e viceversa?</span></span></b></span></div>
<div class="MsoBodyText2" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoBodyText2" style="text-align: justify;">
<span style="color: black;"><span style="font-size: 12px;"><span style="font-family: verdana,geneva,sans-serif;">Ayzad: difficile dirlo perché ciascuno vive il proprio erotismo in maniera differente e oltretutto questo si evolve e cambia in continuazione. Però diciamo che il Sadistique è più adatto a chi vuole vivere emozioni e sensazioni fisiche molto forti, e il SECRET Fetish Party a chi preferisce l'aspetto estetizzante e sottilmente psicologico della cosa, senza particolari implicazioni di dominazione/sottomissione.<br />
<br />
</span></span></span><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgl3UAAJQkDB1ZmsEZEBT5YYfxCENPa3A9EyTLVybEmc28Bt2xFgAkcL6JTEf9PptNeAucFUFKpzJB7MSp1Khlv9-rgK65KG8qopbOLS-7q3zqU5N6_C_US4ikUtXP2kTcHYHlv72oCugI/s1600/09f.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgl3UAAJQkDB1ZmsEZEBT5YYfxCENPa3A9EyTLVybEmc28Bt2xFgAkcL6JTEf9PptNeAucFUFKpzJB7MSp1Khlv9-rgK65KG8qopbOLS-7q3zqU5N6_C_US4ikUtXP2kTcHYHlv72oCugI/s1600/09f.jpg" /></a></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: black;"><span style="font-size: 12px;"><span style="font-family: verdana,geneva,sans-serif;"> </span></span></span></div>
<span style="color: black;"><span style="font-size: 12px;"><span style="font-family: verdana,geneva,sans-serif;"> </span></span><b><span style="font-size: 12px;"><span style="font-family: verdana,geneva,sans-serif;">D: telefonini, immagini rubate, leggende metropolitane da sfatare e costi di partecipazione ....</span></span></b></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: black;"><span style="font-size: 12px;"><span style="font-family: verdana,geneva,sans-serif;">Ayzad: uh, qui c'è da ridere. Per capirci meglio: mi stai facendo l'elenco delle paure usate da tanti come alibi per non partecipare alle feste...</span></span></span></div>
<div class="MsoBodyText2" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoBodyText2" style="text-align: justify;">
<span style="color: black;"><b><span style="font-size: 12px;"><span style="font-family: verdana,geneva,sans-serif;">D: più o meno ..</span></span></b></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: black;"><span style="font-size: 12px;"><span style="font-family: verdana,geneva,sans-serif;">Ayzad: partiamo da una considerazione semplice: questi eventi si svolgono, per obbligo di legge, in locali appartenenti ad associazioni private perché in caso contrario si potrebbe configurare il reato di atto osceno in luogo pubblico.</span></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: black;"><span style="font-size: 12px;"><span style="font-family: verdana,geneva,sans-serif;">Ne consegue che, per definizione, il titolare del locale è tenuto a preservare in ogni modo la privacy dei partecipanti - in caso contrario finirebbe in guai colossali con le autorità e sarebbe costretto a chiudere l'attività, perdendoci parecchi soldi.</span></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: black;"><span style="font-size: 12px;"><span style="font-family: verdana,geneva,sans-serif;">Orbene: considerato che viviamo nel XXI secolo e di immagini pornografiche/bdsm/straperverse/eccetera è pieno il Web e tutti vi possono accedere senza spendere un centesimo: ti può sembrare logico pensare che il proprietario di un locale o l'organizzatore di una festa possa fotografare di nascosto gli ospiti per poi... poi cosa? Rivendere le foto? E a chi?</span></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: black;"><span style="font-size: 12px;"><span style="font-family: verdana,geneva,sans-serif;">Più prosaicamente, ad alcuni di questi eventi (es. al SECRET Fetish Party sì, al Sadistique solo occasionalmente) c'è un set fotografico ben delimitato da cui il fotografo non esce a meno che non venga richiesto specificamente da chi vuole essere fotografato appunto fuori dal set (e non è detto che riceva risposta positiva). Chi viene fotografato deve compilare e firmare una liberatoria, e solo a questo punto cominciano gli scatti. Per intenderci: le foto che vedi sui siti sono tutte stra-autorizzate e richieste dai soggetti fotografati stessi.</span></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: black;"><span style="font-size: 12px;"><span style="font-family: verdana,geneva,sans-serif;">Di leggende metropolitane ce ne sono tante, suppongo. Ma mi sembra assurdo mettermi a sfatare miti che non reggono alla semplice applicazione del buon senso.</span></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: black;"><span style="font-size: 12px;"><span style="font-family: verdana,geneva,sans-serif;">Costi di partecipazione: quelli indicati sui siti. In generale molto meno di quanto non costi andare in altri locali, specie considerato che la durata degli eventi va dalle 6 alle 9 ore...</span></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoBodyText2" style="text-align: justify;">
<span style="color: black;"><b><span style="font-size: 12px;"><span style="font-family: verdana,geneva,sans-serif;">D: non glissare come un politicante, io sono più legante di una corda di bondage sistemata dal DrFatso. Parliamo di prezzi con i numeri: se ci vengo devo firmare per un mutuo? A vedere le foto bellissime delle persone che partecipano al SECRET si potrebbe pensare ad una festa per megadanarosi altolocati un po' eccentrici. E' così o è solo impressione "feticistica?"</span></span></b></span></div>
<div class="MsoBodyText2" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: black;"><span style="font-size: 12px;"><span style="font-family: verdana,geneva,sans-serif;">Ayzad: non glisso. Prezzi: l'ingresso del SECRET Fetish Party è di 30 euro, cioè come una cena in un ristorante appena discreto. Se nelle foto vedi persone con abiti particolarmente spettacolari e a volte molto costosi è perché il fetish è appunto passione per look curatissimi... che comunque non è detto che debbano necessariamente costare molto.</span></span></span></div>
<div class="MsoBodyText2" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoBodyText2" style="text-align: justify;">
<span style="color: black;"><b><span style="font-size: 12px;"><span style="font-family: verdana,geneva,sans-serif;">D: esiste una forma di schedatura all'atto dell'iscrizione al club privato? In poche parole il mio nome potrebbe capitare in mano a malintenzionati che possono ricattarmi per questo?</span></span></b></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: black;"><span style="font-size: 12px;"><span style="font-family: verdana,geneva,sans-serif;">Ayzad: le associazioni private sono definite dal fatto di avere una lista ufficiale di soci. Chi entra per la prima volta nei locali che ospitano i “miei” eventi e non è già possessore di una tessera dello stesso circuito (es. il </span></span></span><span style="font-size: 12px;"><span style="font-family: verdana,geneva,sans-serif;"><i><a href="http://www.clubprivemilano.com/"><span style="color: black;">Nautilus</span></a></i></span></span><span style="color: black;"><span style="font-size: 12px;"><span style="font-family: verdana,geneva,sans-serif;"> è associato ARCI) deve lasciare il proprio documento alla reception e farsi rilasciare una tessera nominale di durata annuale. Questo significa, fra le altre cose, che i minorenni non possono entrare nemmeno mentendo, e che se qualcuno dovesse mai comportarsi male sarebbe possibile ritrovarlo e sanzionarlo nei termini di legge. Sulla sicurezza delle liste soci: no, le liste vengono tenute nel database dell'associazione o del circuito cui fa parte e possono essere consultate solo dalle autorità giudiziarie e solo in casi molto specifici.</span></span></span></div>
<div class="MsoBodyText2" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoBodyText2" style="text-align: justify;">
<span style="color: black;"><b><span style="font-size: 12px;"><span style="font-family: verdana,geneva,sans-serif;">D: ma chi partecipa alla tue feste si ritiene "normale"? Che tipi di persone avete tra i vostri ospiti?</span></span></b></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: black;"><span style="font-size: 12px;"><span style="font-family: verdana,geneva,sans-serif;">Ayzad: Vediamo un po' di dati. Le statistiche dei sessuologi dicono che il BDSM è praticato in una forma o l'altra dal 10% degli italiani. Contando solo quelli fra i 18 e i 65 anni, vuole dire 4 milioni di persone. 4 milioni sono tanti: così tanti che non è possibile indicare una o due caratteristiche comuni. O per vederla dall'altro punto di vista: quest’enorme popolazione di "perversi" è uno specchio esatto della popolazione generale per sesso, età, professione, bellezza, intelligenza, simpatia, eccetera.</span></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: black;"><span style="font-size: 12px;"><span style="font-family: verdana,geneva,sans-serif;">La risposta è quindi che in genere non solo si ritiene "normale", ma - sempre a detta della sessuologia - è un po' più sereno e meno frustrato della popolazione comune. Semplificando, si può dire che se non reprimi i tuoi istinti con moraleggiamenti privi di alcun senso logico, sicuramente vivi meglio.</span></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: black;"><span style="font-size: 12px;"><span style="font-family: verdana,geneva,sans-serif;">Gli appassionati di fetish sono ancora di più. Non a caso è una delle estetiche più usate dal mondo della pubblicità, che si basa proprio sull'uso di immagini attraenti.</span></span></span></div>
<div class="MsoBodyText2" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoBodyText2" style="text-align: justify;">
<span style="color: black;"><b><span style="font-size: 12px;"><span style="font-family: verdana,geneva,sans-serif;">D: fetish quindi, domani parti per Parigi e vai ad una festa francese ... due parole per le differenze?</span></span></b></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: black;"><span style="font-size: 12px;"><span style="font-family: verdana,geneva,sans-serif;">Ayzad: la Francia è un paese un po' anomalo in questo senso, perché quasi tutta la sua attività fetish è concentrata attorno a un'organizzazione e in particolare a una festa annuale, che è appunto quella cui sto andando.</span></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: black;"><span style="font-size: 12px;"><span style="font-family: verdana,geneva,sans-serif;">Questo comporta che ci sia un approccio da "grande evento" che altrove non è altrettanto sentito. Il fetish di Londra, per esempio, è un aspetto assolutamente quotidiano della vita che si può esprimere quasi in un evento a sera. Il BDSM nei paesi di lingua germanica è considerato una comunissima espressione della sessualità, tanto quanto farlo alla missionaria o essere gay.</span></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: black;"><span style="font-size: 12px;"><span style="font-family: verdana,geneva,sans-serif;">La cosa buffa è che l'Italia non è affatto il fanalino di coda come si penserebbe, per quanto riguarda atmosfere, qualità e cultura dei partecipanti. Il problema di questo paese è solo la quantità relativamente piccolissima di persone che sono disposte a uscire di casa e mettersi in gioco personalmente confrontandosi con altri appassionati.</span></span></span></div>
<div class="MsoBodyText2" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoBodyText2" style="text-align: justify;">
<span style="color: black;"><b><span style="font-size: 12px;"><span style="font-family: verdana,geneva,sans-serif;">D: torniamo alla festa francese, cosa ti aspetti di trovare, come si chiama e dove è locata? In che ambiente?</span></span></b></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: black;"><span style="font-size: 12px;"><span style="font-family: verdana,geneva,sans-serif;">Ayzad: si chiama </span></span></span><span style="font-size: 12px;"><span style="font-family: verdana,geneva,sans-serif;"><i><a href="http://www.nuitdemonia.com/"><span style="color: black;">Nuit Dèmonia</span></a></i></span></span><span style="color: black;"><span style="font-size: 12px;"><span style="font-family: verdana,geneva,sans-serif;"><i>,</i> si svolge in una grande discoteca adiacente al <i>Moulin Rouge</i>, e visto che ho partecipato diverse volte ho aspettative abbastanza precise: circa 2.000 persone in dresscode rigorosissimo, un paio d'ore di spettacoli fra performance e sfilate a tema, musica sinceramente orrenda e partecipanti da tutta Europa.</span></span></span></div>
<h1 style="text-align: justify;">
<span style="color: black;"><span style="font-size: 12px;"><span style="font-family: verdana,geneva,sans-serif;">D: i numeri delle edizioni passate del SECRET?</span></span></span></h1>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: black;"><span style="font-size: 12px;"><span style="font-family: verdana,geneva,sans-serif;">Ayzad: abbiamo iniziato nel 2007. I partecipanti sono stati da 200 per un’edizione tragica in cui la città era bloccata da una delle peggiori ghiacciate del decennio, a poco oltre 600. Qualcuno lo vedi per esempio in questo </span></span></span><span style="font-size: 12px;"><span style="font-family: verdana,geneva,sans-serif;"><a href="http://www.youtube.com/watch?v=F2NWw2YNyAM"><span style="color: black;">video</span></a></span></span><span style="color: black;"><span style="font-size: 12px;"><span style="font-family: verdana,geneva,sans-serif;">. Considerato che il SECRET Fetish Party fa una vera selezione dei dresscode (a differenza di altri eventi in cui entrano un po' tutti e/o condividono il locale con altro), si tratta della festa fetish più grande d'Italia e della più importante dell'Europa meridionale. Ma ahimè, per intenderci, le feste "grandi" di Londra sono affari da 7.000 e passa persone...</span></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: black;"><span style="font-size: 12px;"><span style="font-family: verdana,geneva,sans-serif;"><b>D: Potrebbero essere anche un po' troppe magari. Tipo il <i>Garden</i> se non sbaglio ... ma di feste io sono un gran ignorante </b></span></span></span><b><o:p></o:p></b></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: black;"><span style="font-size: 12px;"><span style="font-family: verdana,geneva,sans-serif;">Ayzad: <i>Torture Garden</i>, sì. Ma le edizioni così popolate sono solo i "compleanni" dell'evento. Le edizioni regolari sono molto più contenute.</span></span></span></div>
<div class="MsoBodyText2" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoBodyText2" style="text-align: justify;">
<span style="color: black;"><b><span style="font-size: 12px;"><span style="font-family: verdana,geneva,sans-serif;">D: ultima domanda: cosa avrei dovuto domandarti e invece ho del tutto dimenticato? Ovvero "parlami di un argomento a piacere"</span></span></b></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: black;"><span style="font-size: 12px;"><span style="font-family: verdana,geneva,sans-serif;">Ayzad: Uhm. Ce ne sarebbero molti, ma la cosa più importante è il perché andare ad una festa. Tanti sostengono che sia un’aberrazione, perché le atmosfere sacre e solenni dei loro giochi erotici si possono vivere appieno solo a casa propria. E hanno anche ragione, ma gli sfugge che partecipare a una festa è <i>un’altra sfaccettatura </i>di quell’erotismo. Trovarsi e ritrovarsi tra persone che condividono la nostra passione permette di vivere esperienze completamente differenti da quelle domestiche, non le si può confrontare. Ormai le feste rodate e avviate sono una realtà consolidata in Italia e andarci o non andarci è solo un fatto di volontà che non costa molto e, soprattutto, a noi praticanti e appassionati del BDSM dà più di quello che costa.<br />
<br />
<span style="font-size: 10px;"><b>Tutte le immagini di questo articolo sono riprese dai siti pubblici del Secret e del Sadistique per gentile concessione di Fulvio Brumatti e di Ayzad </b></span></span></span></span></div>
</div>Maurizio Salinashttp://www.blogger.com/profile/14185795960660567443noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1581367353264526654.post-14942683302424935032011-12-18T02:07:00.000-08:002012-06-05T23:21:51.514-07:00E' qui la festa? Seconda parte - Ultimo Lunedì e festa del piede.<div style="text-align: justify;">
<div style="text-align: justify;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhPUnXz302PYPdl6UPkwagFH6CiAjNgFU8sqdESLmPfADssyhfCPGGIhSVO4BwmTdxsAYZasKQ6irhgpBhmECWQM-1BQ6UpkIq3rq7FgSjuZQRQ3340-cVVUiAlcmWCGEMVANrLNP36rOQ/s1600/10f.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhPUnXz302PYPdl6UPkwagFH6CiAjNgFU8sqdESLmPfADssyhfCPGGIhSVO4BwmTdxsAYZasKQ6irhgpBhmECWQM-1BQ6UpkIq3rq7FgSjuZQRQ3340-cVVUiAlcmWCGEMVANrLNP36rOQ/s320/10f.jpg" width="222" /></a></div>
<span style="font-family: "Trebuchet MS",sans-serif; font-size: small;">In un'intervista a Fulvio Brumatti si traccia la storia delle feste sadomaso milanesi più datate e rodate: Ultimo Lunedì, Sadistique e Festa del Piede. </span></div>
<div style="font-family: "Trebuchet MS",sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">Percorrendo più di 10 anni di storia scopriamo con Fulvio come il costume, gli usi e la cultura sadomaso che si esprimono anche nelle feste sono cambiati e come, anno dopo anno, pur non arrivando a quella rivoluzione epocale che ci si aspettava e si sperava negli anni '80 si è arrivati a considerare le feste come un aspetto quasi "usuale" del panorama sadomaso in Italia. </span></div>
<div style="font-family: "Trebuchet MS",sans-serif; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">Seguiremo nelle parole di Fulvio una storia che senza auto-celebrarsi e pur affondando le radici in un passato dal sapore quasi "vintage" è sempre proiettata al futuro prossimo venturo.</span></div>
<i><br />
</i><br />
<i></i><br />
<a name='more'></a></div>
<div style="text-align: center;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjeRCV5cg3SkTdgLtxxzEg7qCC3EhODa5IWF6d3d8xkhfWXjGWew5H5aeZe40m-4PzWtSRzq9QNXUjXMTbz8UJbA6a0W5vjfISb8onO5teuw7RDZ5kN0Y_BUOa3qg2vhpXK-13jGYVuZjU/s1600/10a.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjeRCV5cg3SkTdgLtxxzEg7qCC3EhODa5IWF6d3d8xkhfWXjGWew5H5aeZe40m-4PzWtSRzq9QNXUjXMTbz8UJbA6a0W5vjfISb8onO5teuw7RDZ5kN0Y_BUOa3qg2vhpXK-13jGYVuZjU/s1600/10a.jpg" /></a></div>
<span style="color: black;"><span style="font-family: Verdana,Geneva,sans-serif;"><span style="font-size: 10pt;"><br />
</span></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: black;"><span style="font-family: Verdana,Geneva,sans-serif;"><span style="font-size: 10pt;">Attualmente proprietario del più frequentato sito BDSM italiano, Gabbia, e organizzatore di ben tre eventi periodici (e anche di qualche ev</span></span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: Verdana,Geneva,sans-serif;"><span style="font-size: 10pt;">ento una-tantum) Fulvio Brumatti è ormai entrato suo malgrado e tuttora vivo e operante, nella leggenda del sadomaso italiano. La sua storia di personaggio ufficiale e voce autorevole della comunità SM inizia nel 1980 “<i>dopo tante letture</i>” - così come lui stesso racconta - “<i>qualche conoscenza con delle persone in Francia e tante riflessioni</i>” quando decide – ancora parole sue - “<i>d’iniziare, come hobby portato avanti nelle ore dopo il lavoro, a fare una rivista</i>”.</span></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 10pt;">In realtà, e con il tempo, il suo hobby diventa un impegno quotidiano e il suo lavoro divulgativo un punto di riferimento culturale e sociale importante: fino all’ultimo minuto dell’esistenza della casa Editrice per la quale opera come Direttore Editoriale tiene in carreggiata, con una buona distribuzione sul territorio nazionale e un ottimo livello di visibilità in molte edicole anche periferiche, non una ma quattro riviste di settore tra le quali “Club” e “SM Stories” che sono, tuttora, le uniche ricordate universalmente tra i praticanti italiani d’età superiore ai trent’anni.<br />
</span><br />
<span style="font-size: 10pt;">La prima domanda, quindi, parte dagli albori del sadomaso in Italia, dal tempo in cui dalle pagine delle sue riviste teorizzava e praticava le linee guida per il sadomaso, sadomaso che intendeva uscire dalle catacombe della semilegalità o dell’ambiguità per affermarsi come scelta consapevole, libera e consensuale di uno stile di vita comunque socialmente, e legalmente, non solo accettabili ma rispettosi e attenti ai diritti degli individui al reciproco rispetto e riconoscimento, oltre la lettera e lo spirito della legge stessa, in un codice etico e giuridico a tratti più ferreo dello stesso codice penale.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<b><span style="font-size: 10pt;">D: Fulvio Brumatti da Direttore Editoriale ad organizzatore di feste, cosa ti ha portato ad intraprendere anche quella strada e perseguirla con la stessa determinazione con la quale hai perseguito la via del giornalismo di settore?</span></b></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 10pt;">Fulvio Brumatti: in realtà la strada che hai segnato in poche righe è più lunga. I primi esperimenti editoriali di settore partono, con Isabella e Club prima edizione che è uscito, con molta saltuarietà e solo per alcuni anni dei 6 compresi tra il 74 e 80. La mia personale esperienza inizia a concretizzarsi nel 1980, anno che può essere segnato come data di partenza del mio impegno editoriale ma, anche e soprattutto, come data di fondazione dell’SM inteso nel senso di movimento culturale in Italia, come data di nascita di una consapevolezza dell’esistenza di una cosa che si chiama SM dove prima esistevano e fiorivano idee, anche valide ma afflitte dalla mancanza d'aggregazione, in poche parole isolate e solitarie, senza eco.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 10pt;">Dal 1980, con le mie riviste, le persone iniziano soprattutto a capire che non sono sole, che non sono malate, che esiste un movimento di pensiero e d’azione che tende ad aggregare, pur nelle differenze di ciascuno, la gente appassionata delle nostre pratiche.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgrUhsr4tr4GIjHLAv9zzL0nfQC3xU84SN5ABna-ZhJ8Yo-0AfuC7w-Os41kLiRymzwcGBgk7laYXdBonYSgXwjoGAPVNbkMo4s1NMm0QtBYCBgAIaZNj3vbwV_DfPuPGUkvxvBxVOzfSA/s1600/10b.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgrUhsr4tr4GIjHLAv9zzL0nfQC3xU84SN5ABna-ZhJ8Yo-0AfuC7w-Os41kLiRymzwcGBgk7laYXdBonYSgXwjoGAPVNbkMo4s1NMm0QtBYCBgAIaZNj3vbwV_DfPuPGUkvxvBxVOzfSA/s1600/10b.jpg" /></a></div>
<span style="font-size: 10pt;">L’idea di trasferire l’aggregazione da un piano puramente virtuale ad un piano effettivamente reale matura, anche a seguito di sollecitazioni che arrivano da collaboratori e lettori delle riviste, a cavallo tra la fine degli anni ottanta e l’inizio degli anni novanta e si concretizza nel 1993, anno in cui decido d’organizzare la prima festa privata, ad inviti, in un posto privato. Questa festa ha avuto un seguito annuale, ogni anno in primavera. Non mi sentivo io stesso di spingere per aumentarne la frequenza. I timori c’erano ed erano per lo più basati sulla mia percezione della società d’allora che ritenevo comunque poco propensa e ancora non pronta mentalmente a recepire questo tipo d'eventi.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 10pt;">Le prime feste annuali contavano circa 60-70 persone e venivano intervallate da feste meno impegnative che si tenevano in casa di praticanti o in location affittate allo scopo durante le quali si ritrovavano non più di 15-20 persone. Il graduale ma costante aumento della partecipazione sia alle feste annuali sia a quelle più ristrette mi ha fatto capire che l'ambiente era pronto per qualcosa in più, qualcosa che in Francia, Germania, Inghilterra e USA già avevano: luoghi deputati istituzionalmente al gioco SM.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 10pt;">Pensare che in Italia ci possa essere un posto esclusivo deputato al BDSM, dato il numero plausibile di partecipanti è del tutto irrealistico. Quindi ho pensato che più di un luogo, importante per la sua disposizione logistica interna ed esterna, fosse importante fissare un giorno per ritrovarsi per gli appassionati, magari un giorno neutro a feste familiari e diverso da quelli naturalmente preposti ai divertimenti, tipo il Lunedì. Così nasce l'Ultimo Lunedì del mese e viene in qualche modo istituzionalizzato in modo che tutti sapessero che in quella data, in quel posto, c'era un incontro BDSM.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 10pt;">Naturalmente le paure e i timori alla partecipazione c'erano eccome, timori per l'incolumità fisica e per se stessi, timori legati alla scarsa conoscenza dell’ambiente, al velo di mistero che sembrava avvolgere le nostre pratiche, alla delicatezza delle situazioni che la nostra passione convoglia; timori ad oggi, e con il livello informativo raggiunto (anche grazie a queste feste) quasi risibili ma allora effettivi e non trascurabili.</span></div>
<h1 style="text-align: justify;">
<span style="color: black;"><span style="font-family: Verdana,Geneva,sans-serif;"><span style="font-size: 10pt;">D: quindi un avvio stentato, non un immediato clamoroso successo …</span></span></span></h1>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: black;"><span style="font-family: Verdana,Geneva,sans-serif;"><span style="font-size: 10pt;">Fulvio Brumatti: sì stentato e anche sofferto, per certi versi. C'è da dire che il mondo di Internet non ci vedeva molto bene, per motivi diversi e diverse ragioni rimarcava più l'aspetto economico che l'aspetto aggregativo delle feste. Quindi Internet non solo non ci ha aiutato ma ha anche, in qualche modo, remato contro. </span></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<b><span style="font-size: 10pt;">D: è buffo constatare come un oggetto che dovrebbe favorire l’aggregazione possa essere usato anche per impedirla o, comunque, rallentarla. Però oggi siamo nel 2010 e dal novembre 1998, data del primo “Ultimo Lunedì”, sono passati 12 anni quindi la formula di partenza ha retto. In cosa è cambiato se è cambiato l'Ultimo Lunedì del mese in 12 anni?</span></b></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 10pt;">Fulvio Brumatti: in primo luogo è cambiata quantità del gioco, poi la tipologia delle persone e, infine, la modalità d’aggregazione.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 10pt;">La quantità del gioco: la formula con cui ho fatto nascere l'Ultimo Lunedì era “<i>Chiacchiere, conoscenza ... e poco più</i>”. Non parlavo espressamente di gioco, era contenuto in quel “<i>… e poco più</i>”. Il gioco non era il motivo centrale dell’incontro ma non tanto perché le persone non volessero giocare quanto perché io, che dell’organizzazione prendevo tutta la responsabilità non solo morale ma, anche, giuridica e legale, volevo vedere come le persone si orientavano, cosa realmente volevano esprimere partecipando alle feste, cosa volevano fare. C'era anche, e non era secondaria, una preoccupazione relativa all'inquadramento giuridico delle attività SM realizzate in un contesto pubblico seppure in ambiente privato. Inquadramento giuridico sia per chi direttamente operava giocando sia per chi forniva gli spazi per giocare sia per chi organizzava la festa, quindi e di nuovo Fulvio Brumatti.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgqoFNZTLt6Y9HT2b157ly5G8F9SpW4ShU_oW_1jMZB6OPGi7FpUfXvgrrcIenSgl0XEYSx2g9OXe8Dv_f-0znm8c0YhBWvNMzo0kbOILW3h8Nvnh7l0bgyVe9tVIOZ3nqqK0Yvy1Q82-o/s1600/10c.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="239" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgqoFNZTLt6Y9HT2b157ly5G8F9SpW4ShU_oW_1jMZB6OPGi7FpUfXvgrrcIenSgl0XEYSx2g9OXe8Dv_f-0znm8c0YhBWvNMzo0kbOILW3h8Nvnh7l0bgyVe9tVIOZ3nqqK0Yvy1Q82-o/s320/10c.jpg" width="320" /></a></div>
<span style="font-size: 10pt;">La preoccupazione giuridica legata anche agli aspetti formali delle pratiche sadomaso è stata poi dissolta sia dall'esperienza effettiva sia dall’adeguamento alle condizioni organizzative del Club che attualmente ci ospita (inquadrato, per altro, in un circuito associativo nazionale) e che hanno permesso di rassicurare sia gli organizzatori sia i partecipanti rispetto gli aspetti giuridici e legali delle feste. Da quel momento il gioco ha iniziato a decollare.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: black;"><span style="font-family: Verdana,Geneva,sans-serif;"><span style="font-size: 10pt;">Modalità di aggregazione: nel 1998-2000, agli albori quindi, arrivavano persone che non conoscevano quelli seduti due metri più in là, erano isole dell'arcipelago, piccole isole di una o due o tre persone al massimo separate da mari poco profondi ma tangibili. </span></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 10pt;">Oggi esistono ancora isole e una dinamica ad arcipelago ma per gruppi quasi tematici, il che significa che gli appassionati di bondage tendono ad incontrarsi tra loro e tra loro interagire mentre chi ama la frusta tende di più a interloquire con altri con passione simile ma senza disturbare o togliere spazio ad altri, senza criticare le altrui passioni, ad esse disinteressandosi o guardando l’operare degli altri con rispetto.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 10pt;">Oggi si sono create una serie di amicizie, legami, conoscenza, sostenute anche dal piacere di ritrovarsi anche se solo in questa occasione. Questa aggregazione che nel 1998-2000 era solo potenziale oggi è ben realizzata, semmai per filoni e temi e con conoscenze trasversali indotte da chi ha più interessi concomitanti, ma in modo maturo e pieno. Le persone si conoscono, si parlano, si scambiano opinioni. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 10pt;">Questa è la nota più importante. Questo è il più grande successo del progetto partito nel 1993.</span></div>
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<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b><span style="font-size: 10pt;">D: hai saltato la tipologia delle persone: come sono cambiate le persone? Chi veniva e chi viene?</span></b></div>
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<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 10pt;">Fulvio Brumatti: in realtà più che la tipologia delle persone è cambiato l’atteggiamento della partecipazione. Nei primi anni di vita della festa chi veniva aveva due punti interrogativi al posto degli occhi. Oggi i tanti reportage sull'evento scritti anche sul sito di Gabbia (www.gabbia.com) permettono di arrivare con maggiore consapevolezza. Dieci anni fa, all'entrata, una coppia ci poneva diecimila domande ed entrava sempre con una certa titubanza, oggi, invece, s’avverte la presenza un’utenza matura, consapevole di cosa viene a fare. Alcune volte quasi li devo inseguire per spiegare qualcosa di più rispetto quello che già sanno, ed è molto, grazie alle letture del sito e per passaparola tra amici.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b><span style="font-size: 10pt;">D: è cambiato anche la posizione sociale dei partecipanti alle feste del bdsm? Per capirci c’è stato un ampliamento verso strati sociali diversi?</span></b></div>
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<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 10pt;">Fulvio Brumatti: no e non solo nelle feste ma anche nel BDSM in generale, si tratta sempre e per lo più di persone delle classi medie, da medio-basse a medio-alte.</span></div>
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<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b><span style="font-size: 10pt;">D: a Milano organizzi tre feste tra le quali il Sadistique (in co-gestione con Ayzad) e l’Ultimo Lunedì. Tralasciando la terza (la Festa del piede) la cui specificità è del tutto evidente ed è dedicata solo agli adoratori dei piedi perché due feste, in cosa sono diverse tra loro? </span></b></div>
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<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 10pt;">Fulvio Brumatti: abbiamo pensato di dare un'opportunità in più nel pomeriggio la domenica. Dopo la prima fase in cui sostanzialmente ci si ritrovava con la formula del “<i>Chiacchiere, conoscenza ... e poco più</i>” e con l’aumento della quantità del gioco ho pensato di ampliare le possibilità anche a favore di chi avendo la residenza molto lontana o martedì lavorativi impegnativi si trovava in qualche modo tagliato fuori dagli eventi.</span></div>
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<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 10pt;">La diversificazione quindi non è del prodotto ma dell'orario per consentire a più persone di partecipare. Poi, siccome l’organizzazione non “fa” le feste ma chi <b>fa</b> le feste sono i partecipanti, ci sono piccole differenze ma sono legate proprio alle persone che vengono e non al tipo di organizzazione.</span></div>
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<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 10pt;">Con l’avvento di Ayzad la “Prima Domenica” è diventata Sadistique e da più di cinque anni ripetiamo con crescente successo anche questo evento, praticamente ogni mese ad esclusione di luglio e agosto. </span></div>
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<br /></div>
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj_7bq63io2spQYxz2aM6DHkCetDrS10GugAw30-9W9PBtvYXc4UP5S83yTfho9kMRvJY4MgirugAieQy8DRb0fBKTTudSFFsKW4OXcNAXbbbrxYiFrRW1xCcNPIt08cRSJC917mytcUO4/s1600/10d.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj_7bq63io2spQYxz2aM6DHkCetDrS10GugAw30-9W9PBtvYXc4UP5S83yTfho9kMRvJY4MgirugAieQy8DRb0fBKTTudSFFsKW4OXcNAXbbbrxYiFrRW1xCcNPIt08cRSJC917mytcUO4/s1600/10d.jpg" /></a></div>
<br />
<b><span style="font-size: 10pt;">D: ultima festa a tema, la “Festa del piede”? Perché proprio “il piede” il tema centrale di una festa?</span></b></div>
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<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 10pt;">Fulvio Brumatti: intanto ci tengo a puntualizzare che non mi piacciono le separazioni, il feticismo del piede rientra nella famiglia del SM così come una fustigazione o una sculacciata o una sessione di bondage. L'idea è nata da alcuni collaboratori della rivista Club super-appassionati per dare un'opportunità ai tanti (e tante) che si mostravano amanti di questo genere e non interessati di altri generi. Una serata tutta dedicata alla loro passione era giustificata anche dal numero dei partecipanti che hanno espresso e che esprimono gradimento intervenendo e che non si troverebbero totalmente soddisfatti in feste come il Lunedì e il Sadistique, più generiche e anche, a tratti, più fisiche.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 10pt;">La festa del piede si fa intorno alla metà del mese, in genere di lunedì ma non tutti i mesi: sono 8-9 appuntamenti all'anno. Per chi fosse interessato consiglio di guardare il sito del Nautilus dove vengono calendarizzati, almeno mensilmente, gli eventi.</span></div>
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<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b><span style="font-size: 10pt;">D: chi, secondo te, dovrebbe partecipare ad una delle feste di Milano e chi, in assoluto, non dovrebbe?</span></b></div>
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<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 10pt;">Fulvio Brumatti: dovrebbe partecipare chi vuole partecipare, sembra semplice ma è così. E' un'opportunità in più per stare con chi sente e vive il BDSM nello stesso modo o in modo simile. Una festa è anche un posto fisico per chi non ha un dungeon, o una casa dove poter fare qualcosa, e si trova a girare tra una stanza di motel e un'altra, non è la motivazione principale ma è una delle motivazioni. Sottolineo quelle dette prima e ci aggiungerei anche un elemento esibizionistico, l'esporsi sapendo che altre persone possono apprezzare gesti e sfumature.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 10pt;">E' giusto che non venga chi è animato solo e unicamente dalla curiosità. Io so di essere ormai sufficientemente capace d’individuare persone che si appalesano come curiosi e che non dovrebbero entrare. All'ingresso c'è sempre un controllo e difficilmente le persone che non hanno molto da spartire con il sadomaso riescono a filtrare. Questo pubblico disturberebbe le energie presenti. Questo non significa che una new-entry non debba entrare, anzi, ma i neofiti appassionati e un po’ timorosi sono totalmente diversi dal personaggio che non ha altra motivazione oltre la curiosità di “vedere cosa fanno quelli”. Queste persone è bene stiano a casa propria.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b><span style="font-size: 10pt;">D: prezzo e modalità d’ingresso e due parole sul codice di comportamento quando, finalmente, s’è “varcata la soglia”.</span></b></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 10pt;">Fulvio Brumatti: i prezzi ingresso sono fermi da molto tempo: 30 euro la coppia, il singolo 35, la donna singola è free e paga solo la consumazione.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 10pt;">Va considerato che queste feste, per la tipologia delle cose che si fanno, possono essere aperte solo ai soci del club, esiste una tessera nominativa elettronica, che vale 365 gg e costa 15 euro.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 10pt;">Le modalità d’ingresso seguono un protocollo standard: iscrizione obbligatoria al club (o rinnovo o controllo tessera), cambiarsi in apposito spazio (dressing room), lasciare i cellulari nelle cassette di sicurezza, passare l'esame degli organizzatori sull’abbigliamento, entrare.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 10pt;">Una volta entrati il codice di comportamento si basa sostanzialmente sul rispetto. Spesso dico, soprattutto alle donne sia da sole sia in coppia, che a qualsiasi richiesta di qualsiasi persona le risposte possono essere solo due: o sì o no. Non è prevista l’insistenza e un “no” alle mie feste è un “no”. La prima violazione del codice di comportamento è l'insistenza. Ciascuno deve sentirsi libero di fare ma con rispetto, chi si sente pressato ha diritto di chiedere l’intervento di un organizzatore e porre fine alla festa dell’insistente.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 10pt;">Altra regola di comportamento è l'educazione specifica. Va rispettata la volontà della persona. In una festa ci sono persone che dominano e persone dominate. Il fatto che ci si pone come dominanti, ad esempio, non dà diritto a nessuno di entrare in contatto con persone sottomesse senza il loro consenso esplicito. Queste contravvenzione causa un'esclusione a vita.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 10pt;">Altro codice di comportamento è la perfetta sobrietà. Il bar è aperto ma nessuno deve abusarne in modo tale da, semplicemente, apparire molesto. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 10pt;">Per evitare problemi c'è sia una modalità di erogazione degli alcolici sia una particolare attenzione da parte dell'organizzazione che comunque è sempre presente per vigilare sulla serenità di tutti, infatti gli organizzatori sono presenti sia nell'area di accoglienza sia nell'area interna di gioco per tutta la durata dell'evento.</span></div>
<h1 style="text-align: justify;">
<span style="color: black;"><span style="font-family: Verdana,Geneva,sans-serif;"><span style="font-size: 10pt;">D: quanto durano le feste in media?</span></span></span></h1>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: black;"><span style="font-family: Verdana,Geneva,sans-serif;"><span style="font-size: 10pt;">Fulvio Brumatti: sulla carta 5 ore il Sadistique e circa 6 ore l’Ultimo Lunedì. Però si considera che la maggiore concentrazione di persone è tra le 3 e le 4 ore, prima e dopo c’è un lento affluire e un lento defluire dei partecipanti.</span></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<h1 style="text-align: justify;">
<span style="color: black;"><span style="font-family: Verdana,Geneva,sans-serif;"><span style="font-size: 10pt;">D: e se non si vuole giocare?</span></span></span></h1>
<div style="text-align: justify;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgD0tWKspRtgc5yemQJb1rblrSndsU5E7GYMVGLb07XwWovg8gu_fg0vKQ3UYZgTZeOWQl8JJHBC2NfViaBdxizQJcrc7ItI_zfBvB_r9o_LGWs5c64B0HJ8v_LyWhyphenhyphen2DlKEBfwuU5kMQg/s1600/10e.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgD0tWKspRtgc5yemQJb1rblrSndsU5E7GYMVGLb07XwWovg8gu_fg0vKQ3UYZgTZeOWQl8JJHBC2NfViaBdxizQJcrc7ItI_zfBvB_r9o_LGWs5c64B0HJ8v_LyWhyphenhyphen2DlKEBfwuU5kMQg/s1600/10e.jpg" /></a></div>
<br />
<span style="color: black;"><span style="font-family: Verdana,Geneva,sans-serif;"><span style="font-size: 10pt;">Fulvio Brumatti: come dicevo prima nessuno è obbligato a fare nulla. Sta di fatto che tante persone nuove che arrivano tengono a precisare che nulla faranno perché è la prima volta ma <span style="text-decoration: underline;">raramente</span> succede vadano via senza aver cambiato idea e senza aver provato almeno una volta qualcosa durante la festa. Viceversa ci sono persone che vengono abbastanza spesso, si sente e si sa che fanno parte della comunità BDSM però il loro piacere rimane nell’estetica della festa, nel guardare, nell'incontrarsi, nel parlare. Raggiungono la loro soddisfazione nel piacere di esserci, osservare e fare “salotto”. </span></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 10pt;">La tranquillità dell'ambiente e l'avvertire il "non condizionamento" verso certi comportamenti rende le persone tranquille, rilassate e disposte a mettersi in gioco.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b><span style="font-size: 10pt;">D: si può tracciare una suddivisione percentuale tra coppie, singoli e singole che partecipano?</span></b></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 10pt;">Entrare nelle percentuali significa entrare nel particolare di ogni festa. Sono composizioni diverse a seconda si tratti della Festa del Piede, dell'UL o del Sadistique.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 10pt;">Ad esempio nell'ultimo Sadistique abbiamo avuto circa l'70-80% di persone in coppia, un 15%-20% di singoli e 5%-10% di singole. Per l'UL aumentano un po' i singoli a sfavore delle coppie ma la distribuzione è circa questa. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 10pt;">D: quindi, se ho capito bene, mentre in genere la Festa del Piede ha valori più fluttuanti l'ossatura del Sadistique e dell'UL sono proprio le coppie, sono feste che richiamano e si reggono in gran parte sulla partecipazione di coppie. E’ esatto?</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 10pt;">Fulvio Brumatti: in parte sì e comunque questo ci dicono i numeri. </span></div>
<h1 style="text-align: justify;">
<span style="color: black;"><span style="font-family: Verdana,Geneva,sans-serif;"><span style="font-size: 10pt;">D: domanda molto personale: che farai “da grande”?</span></span></span></h1>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: black;"><span style="font-family: Verdana,Geneva,sans-serif;"><span style="font-size: 10pt;">R. per ora cerco qualcuno cui lasciare il testimone. E' difficile trovarlo. La storia di queste feste richiede una professionalità molto variegata perché ti serve capacità di relazione, intuizione, capacità di localizzare i posti migliori, le migliori risposte, aver competenze giuridiche, aver le idee chiare verso dove andare. Bisogna soprattutto amare tanto tanto il nostro mondo, non avere mai la puzza sotto il naso, comprendere e capire, essere poco monotematici, più aperti. All'interno di svariatissimi rapporti mantenere linearità di comportamento e onestà intellettuale. </span></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 10pt;">Tutto è apparentemente semplice e, invece, è maledettamente complicato. In genere è facile trovare persone che parlano male delle feste ma che non sono mai venute mentre è difficile trovare qualcuno che è venuto e ne parla male.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b><span style="font-size: 10pt;">D: le feste sono considerabili come un patrimonio della nostra cultura? E come si può, secondo te, preservare questo patrimonio?</span></b></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhPUnXz302PYPdl6UPkwagFH6CiAjNgFU8sqdESLmPfADssyhfCPGGIhSVO4BwmTdxsAYZasKQ6irhgpBhmECWQM-1BQ6UpkIq3rq7FgSjuZQRQ3340-cVVUiAlcmWCGEMVANrLNP36rOQ/s1600/10f.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhPUnXz302PYPdl6UPkwagFH6CiAjNgFU8sqdESLmPfADssyhfCPGGIhSVO4BwmTdxsAYZasKQ6irhgpBhmECWQM-1BQ6UpkIq3rq7FgSjuZQRQ3340-cVVUiAlcmWCGEMVANrLNP36rOQ/s1600/10f.jpg" /></a></div>
<span style="font-size: 10pt;">Fulvio Brumatti: sì lo sono a pieno titolo. Quanto a “come preservare questo patrimonio” la risposta mi sembra molto semplice, quasi ovvia, aumentando la cultura: Gabbia con il Boudoir sta alimentando questa cultura. La cultura si sta radicando anche così.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 10pt;">Francia, Inghilterra hanno la cultura del bdsm radicato nel DNA e, infatti, hanno le feste più conosciute perché sono le più vecchie.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 10pt;">Le grandi cattedrali americane, invece, sono in gran parte crollate appena ha iniziato a soffiare il primo vento di chiusura e di discriminazione perché non si reggevano su una profonda cultura del sadomaso ma su elevati numeri di partecipanti acquisiti per moda o per emulazione.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 10pt;">Per continuare a fare le feste nel senso che io intendo ci vuole molta passione, molta serietà e la capacità culturale di capire le diversità, anche tra di noi, ed integrarle piuttosto che settorializzarle o mirare ai grandi numeri.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b><span style="font-size: 10pt;">D: alla fine di tutte le interviste faccio sempre la domanda “a piacere”, c’è qualcosa che avresti voluto ti chiedessi e non ti ho chiesto? Qualcosa di cui vorresti parlare e che ritieni importante?</span></b></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: black;"><span style="font-family: Verdana,Geneva,sans-serif;"><span style="font-size: 10pt;">Fulvio Brumatti: sono anni che vado in avanti e prendo l’iniziativa, per stasera preferisco stare in rimessa: a domanda rispondo. Però mi sembra che le cose che sono state dette sono sufficienti a iniziare a capire. No, nessuna domanda a piacere.</span></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<b><span style="font-size: 10pt;">D: quindi grazie e buonanotte.</span></b></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 10pt;">Fulvio Brumatti: grazie a te, buonanotte.</span></div>Maurizio Salinashttp://www.blogger.com/profile/14185795960660567443noreply@blogger.com0