lunedì 22 marzo 2010

Fruste & Co.


Cos'è la "figlia del Capitano"? Perchè la troviamo nel corredo di un praticante S/M? Per quale strano motivo può essere associata ad una Madonna del Soccorso ritratta nel 1500 da Lattanzio di Niccolò? Che differenza c'è tra una frusta e un frustino? Cos'è una single tail, una bullwhip, una snake whip, un flogger?
Quando ci addentriamo nel mondo "tecnico" del sadomaso immediatamente scopriamo che ha lunghissimi corridoi e innumeravoli stanze, tante quante ne servono per rendere la pratica anche un vero piacere estetico e un territorio di cultura tutto da esplorare.


Il primo attrezzo che ho utilizzato nel BDSM è stata la semplice, banale e obiquitaria cintura dei pantaloni. Arrotolata sul pungno e ripiegata ad U è una delle più economiche ed efficienti fruste sadomaso. Come le altre fruste, quelle "serie", è composta due elementi ben individuabili: uno slapper e qualcosa da impugnare (un manico o analogo elemento) con il quale controllare lo slapper.
Se non sapete cos'è lo "slapper" pensate a qualcosa che serve a "schiaffeggiare" - "to slap" in inglese- ad esempio un pezzo di pelle ripiegato in due parti e cucito su un bastone ... ecco confezionato un "frustino" o "scudiscio" formato da un bastone e da uno slapper, appunto.
Da millenni l'umano ingegno s'è dedicato all'ideazione e perfezionamento di strumenti di dolore e punizione sempre più efficaci, sia per controllare ed impaurire gli animali che alleva(va) sia per intimidire e colpire i suoi simili. Noi praticanti sadomaso, ovviamente, riadattiamo per i nostri giochi questi oggetti e ricordiamo che un gioco è e tale deve rimanere anche con i nostri "terribili strumenti". Non importa quanto siano d'aspetto inquietante, quello che occorre (sempre) ricordare è che sono fatti per sofferenze il cui risultato è il piacere, sempre e solo il piacere di una relazione SM tutta vissuta in piena sicurezza e nella filosofia operativa che si riconosce nella sigla SSC - Sano, Sicuro e Consensuale.
Le fruste, così come vengono intese e utilizzate nel SM, sono essenzialmente di tre tipi:
1) i flagelli (flogger e gatti): caratterizzati dalla presenza di più strisce di pelle più o meno sottili dette lacinie.
2) le fruste da dressage (addestramento) e da cocchio tipicamente costituite da lunghi e sottili bastoni ai quali sono applicate una corda o una sottile striscia di pelle.
3) le fruste "single tail" letteralmente ad "una sola coda" costituite dall'intreccio di più strisce di pelle; per intenderci quelle rese famose da Zorro e Indiana Jones.
Ma qual'è l'origine e l'uso originario delle fruste? Per iniziare un discorso storico è necessario tornare addirittura agli Egizi e all'antichità classica, dal flagello che costituisce lo scettro di faraoni (nekhekh) alla frusta di Abraxas, divinità con la testa di gallo, sia nell'antico Egitto, sia in Grecia sia nell'antica Roma la frusta rappresentava un simbolo di potere.
Nell'antico Egitto la frusta era raffigurata anche nelle statuette dei sorveglianti che dovevano controllare il lavoro deigli ushabti, altre statuette alle quali veniva delegato il compito di coltivare, postmortem, i campi del Faraone e rispondere in suo nome e vece quando Osiride lo chiamava. La forma del flagello Faraonico è ben nota e la frusta di Abraxas era una tipica frusta da cocchio (un bastone sulla cima del quale era fissata una lacinia di pelle molto lunga e molto sottile o una corda) mentre non sono riuscito a trovare la forma della frusta dei sorveglianti ma immagino sia molto vicina al flagello reale perchè facilmente trasportabile e immediatamente utilizzabile in qualsiasi contesto e con qualsiasi spazio a disposizione, realizzabile con svariate misure e materiali.

Le stesse prerogative che ad oggi appartengono ai nostri moderni flogger che altro non sono se il riadattamento in chiave moderna del flagello egizio reso efficace da millenni di "esperienza" e "miglioramenti" nel campo del dolore, infatti, l'evenienza di essere originariamente impugnata da "sorveglianti" e non da "cocchieri" ci suggerisce che, comunque, l'idea di partenza era di utilizzarla sulla schiena di qualche ushabta non particolarmente diligente.
Di questa attitudine a somministrare dolore con il pronipote del nekhekh abbiamo testimonianza anche in alcune immagini sacre rinascimentali. Lattanzio di Niccolò (figlio del più noto pittore folignate Niccolò Alunno) nel 1500 dipinge una superba Madonna del Soccorso che scaccia il diavolo con ... un flagello, un flogger degno di una Mistress moderna e impugnato con uguale determinazone, eventualità che ci fa malignamente pensare a non risolti desideri sadomaso del nostro pittore di Foligno.
L'idea del flagello, passata quasi indenne dai faraoni egizi ai nostri sexy shop piace tanto ai Romani che ne fanno uso intensivo sia nelle galere sia nelle pubbliche punizioni ma per trovare a qualcosa di più elaborato (lasciando a parte le mazze ferrate medioevali che però sono difficilmente ascrivibili alla categoria "oggetti punitivi") bisogna solcare oceni di storia e arrivare, appunto, alla Royal Navy Inglese del 1600. A questo secolo risale (cito a memoria) la prima registrazione dell'uso di uno strumento chiamato Cat o' nine tails - letteralmente "gatto a nove code". Un altro nome del simpatico pro-pro-nipote marinaresco del nekhekh egizio era "Captain's daughter" - la figlia del Capitano- e vedremo presto il perchè.
Lo spazio in una nave da guerra non era certo sprecabile, tutto quanto doveva essere ottimizzato e doveva trasmettere "abilità marinaresche" con corde e nodi. Tutto quanto compreso l'armamentario punitivo destinato ai marinai insubordinati. Il flagello, nella Marina di Sua Maestà, aveva assunto una forma molto speciale, era il risultato dello "srotolamento" di una gomena (tre gruppi di tre corde più piccole intrecciate, da qui il numero nove delle code - tails) che veniva poi bagnata e indurita con acqua salata (dallo stesso marinaio che doveva essere punito) e usata sulla sua schiena. Se il reato era leggero (un lieve insubordinazione) il flagello era utilizzato a corda libera. Se il reato era pesante (ad esempio un furto) ai capi delle code (di ciascuna delle code) venivano realizzati tre nodi o, nei casi estremi, venivano anche aggiunti pezzetti di vetro e di metallo. In genere era il Capitano che ordinava la punizione e data la forma a parrucca della gomena aperta il nome di figlia del Capitano ci stava tutto: un'oggetto carino da vedere, tipicamente femminile, ma da evitare accuratamente perchè, come la figlia del capitano, era amministrato da chi non ci pensava due volte a fare molto, molto, molto male.
In altre realtà marinaresche non macano casi di strumenti simili, ad esempio gli olandesi avevano un "settecode" il cui effetto sulla pelle dei puniti era lo stesso disegno a righe parallele (graffiata felina) del gatto inglese ma, evidentemente, l'uso molto più intensivo del "cat o' nine tails " fatto dai britannici e dalle loro navi corsare, successivamente, ne ha reso più influente il nome.
In poche parole un "gatto" è un flagello (flogger) il cui manico è corpo unico con le code mentre il flagello (flogger) propriamente detto presenta un manico rigido, in genere di legno, al quale le code sono fissate o sul quale sono intrecciate.
L'origine delle fruste da cocchio e da dressage è legata strettamente all'uso e la loro forma non è sostanzialmente cambiata dai tempi degli Egizi. Storia ben diversa e a tratti ancora tutta da ricostruire è l'origine e la trasformazione nel tempo dele fruste "single tail" ... per interderci le bullwhip e le target whip oltre che snake e le signal ... le fruste dei vari Zorro, Indiana Jones e Cat Woman, ad esempio.
Della storia delle whip single tail s'è occupato un notissimo costruttore di fruste (whipmaker) americano, David W. Morgan e con lui, anche se in modo meno intensivo ma con uguale serietà, Adam Kadmon, whipmaker italiano  grande appassionato della materia.
Per trovare qualcosa di simile alle nostre beniamine di oggi dobbiamo tornare indietro nel tempo di almeno 1.000 anni e inoltrarci nel territorio delle popolazioni Mongole. Dopo aver sconfitto i Tatari i Mongoli estendono il loro dominio anno dopo anno fino a conquistare e governare un territorio che si estende dal Danubio alla Manciuria; un impero che sarebbe stato eguagliato, per estensione e potere, solo sei secoli dopo dall'Impero Britannico. Simbolo del potere Mongolo è, già lo avrete intuito, la frusta. I Magiari ungheresi altro non sono se una sottoetnia mongola e sono loro che portano nel cuore dell'Europa le prime fruste intrecciate "single tail" ... Anno Domini 990, mese più mese meno.
Popolo di origine nomade e la cui economia è totalmente basata sull'allevamento e sulle razzie i Mongoli (e quindi i Magiari) sono i primi "intrecciatori" di fruste single tail che la storia ci consegna. Essendo più propensi a vagare per le steppe che a scrivere trattati di whipmaking, dell'origine di questi oggetti nel periodo pre-imperiale rimangono ben poche testimonianze. Sta di fatto che la frusta ungherese del X - XI secolo è sicuramente figlia diretta della frusta Mongola. Il possibile e più probabile passaggio successivo della frusta mongola/magiara/ungherese, è ai Turchi che invadono e conquistano l'Ungheria e dai Turchi al bacino del Mediterraneo, dalla Spagna al Messico e dal Messico ai cow boy americani. Niente male come percorso, vero?
Ora, dopo aver ricostruito sommariamente le tappe storiche delle fruste single tail un'occhiata ai nomi. Per questo compito mi faccio aiutare dalle belle immagini che ho trovato in http://www.midwestwhips.com/PartsofaWhip.html rimandandovi anche al sito di Adam Kadmon per gustarvi le sue realizzazioni http://www.lesegretedellapassione.com
La stockwhip è la frusta più vicina alla frusta ungherese e quindi anche alla sua antenata mongola. Si osserva la presenza di un manico rigido molto lungo, uno snodo (keeper), un corpo, un fall (lunga striscia di cuoio che aveva inizialmente la funzione di slapper ...) e un popper o cracker, cioè un cordino che serve sostanzialmente a produrre il crack famoso delle fruste single tail senza rovinare il fall. Contrariamente all'idea comune che sia il cracker a permettere alla frusta di schioccare vi posso assicurare, anche per esperienza diretta, che è il fall che trasmette l'onda dello schiocco e in assenza del popper/cracker sarà proprio il fall a emettere un bel crack ... consumandosi però molto molto molto velocemente. In effetti il cracker (basilare solo per le signal, dove il fall non esiste) serve solo a preservare il fall dall'usura e poco più.
La bullwhip ha ancora una manico rigido ma molto più corto, non c'è più uno snodo ma un "nodo di transizione" tra manico e corpo che rimane ma solo come elemento decorativo in quanto non necessita nessun "accrocchio" tra una e l'altra parte della frusta. Restano e sono importanti fall e cracker (o popper).

La blacksnake o snakewhip (sì sì c'è una differenza ma per ora non vale la pena tagliare il capello in 4 a frustate) non presenta più un manico rigido e più o meno sta alla bull come il gatto sta al flagello romano. Infine la signal (da pronunciarsi sig-nal perchè gli inglesi non hanno il nostro gn di gnomo) non ha più fall e il cracker è intrecciato direttametne all'interno del corpo, cosa alquanto noiosa perchè per sostituirlo bisogna praticamente smantellare e ricostruire tutta la frusta, salvo accorgimenti costruttivi particolari che però riportano le signal alla stessa funzionalità di una snake.

Viste quindi le varie tipologie di fruste "resta" solo da "accennare" a qualcosa sul loro uso, su come trovarle e acquistarle, come esercitarvi e soprattutto come sceglierle in modo che soddisfino alle vostre reali esigenze ... ma non si può avere tutto in un colpo solo ... pazienza ci vuole ... almeno fino all'uscita della seconda parte dell'articolo.

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